Thread Alitalia - Aprile/Luglio 2021


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Superricky

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5 Marzo 2020
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1
Più che altro i vantaggi sono molteplici
Ipotesi 1: Ryanair fa la migliore offerta, ma lo stato invalida la gara per fare avere il marchio ad ITA. Ryanair non spende nulla e guadagna validi argomenti per una causa europea per aiuti di stato.
Ipotesi 2: Ryanair fa un offerta elevata er il marchio, ma ITA sapendolo (calcolo strategico o news ottenute in ogni modo si voglia immaginare) fa un offerta ancora più elevata Ryanair non spende nulla ed indebolisce il nuovo competitor che parte con meno liquidità.
Ipotesi 3: Ryanair vince la gara ed ottiene il marchio, che però ITA si offre di comprare a prezzo maggiorato. Vedi punto due più extra guadagno x Ryanair
Ipotesi 4: Ryanair ottiene il marchio che ITA decide di nn acquistare. Soluzione più complessa, che però permetterebbe di attuare diverse strategie per provare a rientrare dell'investimento, con la garanzia di avere comunque indebolito il principale competitor che dovrà costruire da zero un brand. Con la consapevolezza che se per farlo ITA cercasse di mostrarsi comunque come erede del vecchio vettore nazionale, fornirebbe alibi alla causa al punto uno
 

Cesare.Caldi

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Nuova Alitalia, primo accordo Italia-Ue: dimezzati flotta e personale
di Leonard Berberi 27 mag 2021

Il governo italiano e la Commissione europea raggiungono una prima intesa sull’avvio di Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata per rilanciare Alitalia. Ma il destino del nuovo vettore lo decideranno i tavoli tecnici delle prossime settimane e le gare per la vendita degli asset della vecchia compagnia in amministrazione straordinaria da oltre quattro anni. A partire dal marchio «Alitalia» che non potrà passare automaticamente a ITA, ma dovrà essere vinto all’asta cercando di battere gli altri concorrenti interessati.

L’incontro
Sono alcuni degli elementi emersi dall’incontro di mercoledì 27 maggio che la commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager ha avuto con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e, collegato da Roma, il ministro dell’Economia Daniele Franco. «Abbiamo fatto dei passi in avanti, ma non è finita, ci sono tanti passaggi tecnici e non solo. Però sicuramente oggi è una tappa importante verso la soluzione del problema», ha spiegato Giorgetti. Bruxelles ha parlato di «intesa sui parametri chiave per garantire la discontinuità economica tra ITA e Alitalia»: su quest’ultima pendono due indagini per aiuti di Stato per 1,3 miliardi che l’Ue «sta portando a termine».

Le tappe
Il decollo, come anticipato dal Corriere, dovrebbe avvenire in due tempi: prima sul lato commerciale (verso agosto), con ITA che inizia a vendere i biglietti per conto di Alitalia (che continuerà a gestire i voli), poi, in autunno, sul fronte operativo. I 100 milioni di euro di nuovo prestito — previsti dal decreto «Sostegni bis» — consentono alla vecchia aviolinea di affrontare il prossimo trimestre con tranquillità. «Abbiamo il dovere di garantire l’operatività nella stagione estiva — ha sottolineato Giorgetti —, poi ci sarà una nuova compagnia». Il ministro ha spiegato alla commissaria Vestager che Alitalia deve anche garantire un servizio pubblico come la continuità territoriale con la Sardegna.

I requisiti
Ma quali sono i parametri concordati con l’Ue? La newco potrà comprare il ramo «aviation» di Alitalia attraverso una trattativa diretta, ma con una flotta più che dimezzata (50-52 aerei), personale ridotto (circa 2.500 tra piloti, assistenti di volo e quartier generale sui circa 6.000 attuali) da assumere con un nuovo contratto e meno slot a Linate, a Fiumicino e in altri aeroporti europei. Per gli altri asset (marchio, handling, manutenzione e MilleMiglia) i commissari di Alitalia dovranno preparare bandi aperti a tutti. La newco — come rivelato dal Corriere a inizio maggio — non potrà partecipare alla gara per il programma fedeltà, potrà avere la maggioranza nell’handling, ma non nella manutenzione. In questi ultimi due asset lavorano altre 4.500 persone.

L’investimento
Il governo ha comunicato alla Commissione europea che intende effettuare tre iniezioni di capitale in Italia Trasporto Aereo. La prima, da 700 milioni di euro, entro il 2021, la seconda da 400 milioni nel 2022 e la terza da 250 milioni nel 2023. Si tratterebbe di 1,35 miliardi di euro sui tre miliardi che erano stati stanziati dal decreto di costituzione della newco. La parte restante dovrebbe servire per gli altri due anni di piano industriale (2024-2025) e a questi si aggiungerebbero le linee di credito presso le banche. A giugno l’Italia deve tornare a Bruxelles con il programma dettagliato sulle tempistiche e sui passaggi per il lancio di ITA.

Gli stipendi a rate
Per quanto riguarda l’amministrazione straordinaria i tre commissari di Alitalia hanno comunicato che gli stipendi di maggio saranno pagati in due tranche: la metà il 28, l’altra quando verranno erogati i 100 milioni del nuovo prestito da parte del ministero dell’Economia dopo la «bollinatura» ieri mattina del decreto Sostegni bis. Fnta (partecipata da Anpac, Anpav e Anp, in rappresentanza dei piloti e degli assistenti di volo) manifesta «disappunto e contrarietà per il pagamento parziale degli stipendi di maggio che grava pesantemente sui lavoratori di Alitalia» e chiede al governo «di accelerare i tempi burocratici di erogazione del prestito, essenziale fra l’altro per l’operatività».

I programmi estivi
In parallelo Alitalia ha annunciato l’estensione dei voli «Covid tested» (che consentono di evitare la quarantena con il doppio tampone alla parte e all’arrivo) dal 9 luglio al collegamento Roma-Tokyo, mentre l’altra rotta con questo protocollo sanitario speciale — Roma-New York — avrà un volo quotidiano a giugno, per poi raddoppiare a due frequenze al giorno a luglio, fa sapere l’azienda in una nota. Nell’estate 2021 Alitalia «riprenderà a volare verso le destinazioni turistiche preferite dagli italiani con nuovi voli internazionali diretti verso la Grecia, la Spagna e la Croazia e più frequenze verso la Sicilia, la Puglia e la Calabria». Da luglio tornano i voli per Tel Aviv e saranno incrementate anche le frequenze verso le principali città europee e verso il Sud e le isole.
lberberi@corriere.it

 

Seaking

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Se il brand è venduto separatamente dal ramo aviation (al miglior offerte), vedo solo rischi per chi non riesce a comprarsi entrambi.
 

indaco1

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Come fai ad evitare che un altro attore comunitario faccia un'offerta o compri il marchio, e poi magari ci venda pure dei voli operati con il proprio ferro, senza neanche ridipingerlo?

Sono sicuro che ci sono modi, ma potrebbero non essere passeggiate.

Di fatto ti compri un bel pezzo degli asset di Alitallia (tranne gli slot e i diritti, ovvio) senza tutte le liability.
 

Farfallina

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Se il brand è venduto separatamente dal ramo aviation (al miglior offerte), vedo solo rischi per chi non riesce a comprarsi entrambi.
Concordo, il valore del ramo aviation è principalmente il marchio e gli slot, altrimenti al Governo conveniva ripartire da zero e sostenere la gara.
E' anche vero che essendo i vari prestiti ponte in pre-deduzione alla fine il Governo dovrà solo dotare ITA di maggiore capitale perché è un giro di cassa sempre che l'UE non imponga una ITA sottocapitalizzata come rischia di essere.

Come non ha nessun senso quello che scrive Berberi sul fatto che ITA non potrà partecipare alla gara per Millemiglia. Come abbiamo visto sia per Topbonus di Air Berlin che per lo stesso Millemiglia in mano a Etihad l'unico valore dei programmi fedeltà è per chi eventualmente porta avanti il marchio della compagnia. ITA potrebbe tranquillamente fare uno status e miles match in questi mesi ai clienti Millemiglia e la procedura oltre a perdere un valore vendendo Millemiglia a ITA ci rimette pure i 10-15 milioni (non ricordo quanti) pagati a Etihad per riprendersi Millemiglia. Poi è comprensibile che l'UE spinge perché ITA passi alla galassia Lufthansa e quindi adotti Miles & More perché altrimenti non ha senso bruciare un asset delle procedura togliendo Millemiglia.
 

Farfallina

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Come fai ad evitare che un altro attore comunitario faccia un'offerta o compri il marchio, e poi magari ci venda pure dei voli operati con il proprio ferro, senza neanche ridipingerlo?

Sono sicuro che ci sono modi, ma potrebbero non essere passeggiate.

Di fatto ti compri un bel pezzo degli asset di Alitallia (tranne gli slot e i diritti, ovvio) senza tutte le liability.
Una opzione potrebbe essere mettere nel pacchetto del marchio i dipendenti degli uffici, visto che si parla di un ramo aviation da 2500 dipendenti su circa 7000.
 

indaco1

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Una opzione potrebbe essere mettere nel pacchetto del marchio i dipendenti degli uffici, visto che si parla di un ramo aviation da 2500 dipendenti su circa 7000.
Che poi significa rimettere insieme gli asset con le liability. Se li vendi separatamente il risultato prevedibile e' che i compratori prendono solo i primi (forse). Vendere lo stesso volo con piu' brand e' solo un vantaggio, prendi qualche cliente fidelizzato in piu' con pochi costi aggiuntivi.
 

aamilan

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La nuova Alitalia-Ita, potrà finalmente vedere la luce. Probabilmente tra agosto e settembre. Sicuramente dopo un ”taglio significativo del personale” e una “flotta ridotta di oltre la metà“. Questi i termini alla base dell’accordo raggiunto ieri tra le autorità italiane e Bruxelles sullo scottante dossier Alitalia.


Come riportato dall’Ansa, si tratta in realtà di un primo passo che fa seguito all’incontro tra la commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e, in collegamento da Roma, il ministro dell’economia Daniele Franco.

Contatti a pieno ritmo

“A seguito di discussioni intense e costruttive a tutti i livelli, la Commissione Ue e le autorità italiane hanno raggiunto un’intesa comune sui parametri chiave per garantire la discontinuità economica tra Ita e Alitalia. I contatti continueranno ora a pieno ritmo a livello tecnico“, si legge in una nota dell’esecutivo comunitario. “La Commissione sostiene gli sforzi dell’Italia per preparare quanto prima il lancio di Ita come nuovo e vitale attore di mercato in linea con le norme Ue”.


Il percorso che porterà al decollo di Ita, verosimilmente non prima della fine dell’estate, rimane tuttavia in salita: “Abbiamo fatto dei passi in avanti, non è finita, ci sono tanti passaggi tecnici e non solo – ha precisato Giorgetti -. Però sicuramente oggi è una tappa importante verso la soluzione del problema”.


E tra i nodi più complessi da sciogliere resta in primo piano quello sull’utilizzo del marchio Alitalia da parte della newco: “La nuova compagnia – ha ribadito Giorgetti – potrà partecipare alla gara per il marchio” di Alitalia.


Ita potrà anche acquisire il ramo aviation di Alitalia attraverso una trattativa diretta, ma la flotta non supererà i 50-55 aeromobili; il personale sarà conseguentemente ridotto “in modo significativo” e “avrà anche nuovi contratti”; la newco non potrà partecipare alla gara per il programma fedeltà, potrà avere la maggioranza nell’handling, ma non nella manutenzione.

 

Farfallina

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Da TGcom24

Alitalia, Landini: Non accetteremo licenziamenti
Su Alitalia "non abbiamo intenzione di accettare licenziamenti, la parola esuberi sarebbe il momento di toglierla. Stiamo parlando di persone in carne e ossa che in questi anni hanno fatto funzionare" il vettore nazionale. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che, invocando un incontro, sottolinea come sul dossier "non esiste un tavolo in cui il sindacato è messo nelle condizioni di discutere quello che sta succedendo".

Povera Italia con un sindacato che pretende il posto fisso a prescindere da tutto per diritto divino.
 

OneShot

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Paris
Cosa dice davvero Bruxelles su Alitalia. Ecco verità e bugie su Ita.
Fatti, problemi, incognite e scenari su Alitalia e Ita al di là di deleteri trionfalismi mediatici dopo l’incontro Vestager-Giorgetti-Franco. L’analisi di Gaetano Intrieri
Ancora una volta, su Alitalia, il mainstream non ce la racconta giusta neanche un po’. La verità è che l’Europa non arretra di un millimetro e del resto per nessuna ragione al mondo lo potrebbe mai fare. Sarebbe sconfessare il trasporto aereo del “Deregulation Act”, ovvero gli ultimi 40 anni del trasporto aereo in Usa e gli ultimi trenta in Europa.
Per fortuna il trasporto aereo nel mondo è un mercato in concorrenza dove vince il più bravo, altrimenti non avremmo potuto assistere alla straordinaria storia imprenditoriale di Southwest e del suo fondatore Herb Kelleher.

Di vero c’è che ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha preso l’ennesima “bastonata sui denti” dalla commissione Trasporti a Bruxelles che chiede il rispetto delle regole ad iniziare da quelle sulla concorrenza.

Cosa dice realmente la Commissione Europea?

Tu Stato italiano vuoi costituire un’aerolinea detenendone la maggioranza assoluta o relativa?

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Bene, lo puoi fare ma le condizioni in sintesi sono le seguenti:

Ogni strategia che intendi adottare, sino a quando lo Stato sarà soggetto economico di riferimento dell’aerolinea, dovrà essere approvata dalla DG Competition in quanto occorre verificare se stai o meno distorcendo la libera concorrenza di mercato
Non puoi in nessun modo ed in nessun caso farlo in continuità con l’insolvente Alitalia in Amministrazione Straordinaria. A questo riguardo la Commissione non entra nelle dimensioni della nuova compagnia. Ovvero non è l’Europa che chiede 5 mila esuberi bensì è il piano industriale di Ita che lo prevede. La soglia dimensionale dell’impresa non è tema che riguarda la Commissione europea ma il management della costituenda nuova aerolinea.
In tema di discontinuità tradotto in soldoni vuol dire che Ita non può acquisire asset di Alitalia marchio compreso, se non secondo le regole di mercato, ovvero attraverso un regolare bando dove chiunque fosse interessato può produrre la propria offerta e quindi Ita potrà acquisire tali asset solo se dovesse risultare la migliore offerente.
I dipendenti Ita li dovrà prendere dal mercato, che tradotto vuol dire che qualunque dipendente Alitalia che venga chiamato in Ita dovrà dimettersi da Alitalia ed essere assunto da Ita con un contratto totalmente ex novo e che non abbia alcun elemento di continuità con Alitalia ne in termini di diritti acquisiti ne in termini di previdenza.
Valutazione della sostenibilità del piano di industriale di Ita e del rispetto delle regole sulla concorrenza, che tradotto significa: fammi vedere come non ti avvantaggi di soldi pubblici per andare a fare concorrenza sleale a soggetti privati e fammi vedere come riesci con X numeri di aerei a sostentare i costi senza produrre ulteriori danni alle tasche dei contribuenti. Su questo tema Bruxelles ancora aspetta risposte, ovvero ancora aspetta di vedere la cosiddetta “route profittability” mai consegnata.
Ultimo tema è quello dei biglietti venduti da Alitalia e che Ita dovrebbe ereditare, anche qui il tema della discontinuità è assai critico. Ovvero, occorre un accordo commerciale tra Ita ed Alitalia che in nessun caso potrà essere compensato dall’eventuale importo dovuto da Ita ad Alitalia se Ita dovesse risultare vincitrice del bando, altrimenti verrebbe meno il concetto di discontinuità.
Ecco, in sintesi, quali son i punti chiave della vicenda ed ecco perché l’Europa in realtà non è che il solo organismo a sorvegliare regole che non sono solo europee ma che riguardano l’intero mondo dell’aviazione.

Come conseguenza di tutto ciò Ita ha due scelte:

1. la prima è quella di definire la normale procedura per l’ottenimento della Licenza di Esercizio e del Certificato di Operatore aereo connesso secondo la regolare prassi di un nuovo soggetto giuridico che vuole divenire un’aerolinea. Una procedura di questo tipo prevede almeno 1 anno per arrivare non solo alla Licenza, ma anche a tutte le certificazioni necessarie per sorvolare con un bimotore l’oceano (ETOPS) e per essere distribuito all’interno delle vendite del cosiddetto BSP con un nuovo numero di piastrina.

2. la seconda è quella di aspettare il bando, vincerlo e avvalersi degli asset di Alitalia per semplificare e velocizzare la procedura di cui al punto 1.
La domanda a questo punto sorge spontanea: a cosa serve Ita e soprattutto a chi serve davvero Ita?

– Certamente non serve ai contribuenti italiani che vedrebbero ulteriormente devastate le proprie tasse,

– certamente non serve ai dipendenti di Alitalia che sarebbero gli ultimi da considerare proprio per il discorso della discontinuità,

ed allora:

chi sono i veri beneficiari di questo progetto che non ha la minima logica industriale?

Bene la risposta a quest’ultima domanda è abbastanza intuibile:

Ita serve a coloro i quali hanno beneficiato di prebende e notevoli vantaggi personali dalla triste storia imprenditoriale di Alitalia;

Ita serve alla politica per poter dire in qualche modo di aver risolto un problema ben sapendo che non hanno risolto un bel nulla;

Ita serve a far dimenticare 4 anni di Amministrazione straordinaria di Alitalia costata all’incirca 3 miliardi ai contribuenti italiani, senza che nessuno ci dica come questi soldi sono stati spesi;

Infine Ita serve ad una qualche compagnia aerea europea che guarda caso possiede anche una Licenza di esercizio Italiana per utilizzare i soldi degli italiani per porre rimedio alla valanga di soldi che questa stessa aerolinea ha perso negli ultimi anni andando in giro a fare acquisizioni con poco logica industriale.
 

Cesare.Caldi

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Nuova Alitalia, rischio caos sui biglietti: non si potranno usare quelli venduti dalla vecchia compagnia
di Leonard Berberi 28 mag 2021

Centinaia di migliaia di passeggeri che hanno comprato un biglietto Alitalia per volare nell’autunno 2021 e nei mesi successivi rischiano di non salire a bordo. Quando Italia Trasporto Aereo (la società pubblica creata per rilanciare l’aviolinea tricolore) decollerà attorno a settembre non potrà «ereditare» i biglietti emessi proprio da Alitalia che nel frattempo dovrebbe smettere di volare. Ma chi si occuperà di portare tutti questi viaggiatori non è dato saperlo per ora. Così come non è chiaro cosa succederà ai ticket che dovrebbero essere rimborsati e che secondo le proiezioni del Corriere della Sera potrebbero toccare i 200 milioni di euro alla fine di settembre.

L’accordo Italia-Ue
Il dettaglio — che rischia di creare non pochi grattacapi al governo italiano — si trova nelle pieghe del primo accordo tra Roma e Bruxelles per far partire ITA. Una delle condizioni previste per determinare la discontinuità tra Alitalia e la nuova società è che quest’ultima non possa, tra le altre cose, subentrare alle operazioni della vecchia compagnia prendendo il pacchetto di biglietti venduti per voli programmati però quando Alitalia non ci dovrebbe essere più. E qui sorge il primo problema: ad oggi non è nota la data esatta in cui ITA decollerà e per questo Alitalia sta vendendo i biglietti per voli anche del 2022, così come del resto fanno tutte le compagnie aeree nel mondo.

Il nodo dei rimborsi
Da Bruxelles spiegano che tocca all’Italia trovare una soluzione pratica a questa richiesta di discontinuità. Soluzione che fino a questo momento non sarebbe stata individuata. Un’ipotesi è che i biglietti emessi vengano rimborsati nelle prossime settimane se relativi a voli in cui Alitalia non volerà più. Ma chi dovrà sborsare almeno 200 milioni di euro? Le casse del vettore tricolore non hanno la liquidità sufficiente e non basterebbero nemmeno i circa 100 milioni di euro che ha depositato — a tutela proprio del consumatore — presso la Iata, la principale associazione internazionale delle compagnie aeree.

L’ipotesi riprotezione
È probabile allora che tocchi al governo occuparsi dei rimborsi tramite l’attivazione di un fondo speciale. Un’altra opzione è quello della «riprotezione» dei passeggeri su altri voli — sempre a spese delle casse pubbliche — magari operati proprio da Italia Trasporto Aereo che dovrebbe operare un network di collegamenti simile alla vecchia Alitalia soprattutto sulle tratte nazionali ed europee. Ma questa ipotesi dovrà comunque essere approvata dalla Commissione europea durante le negoziazioni delle prossime settimane. E non la metterebbe al riparo dal ricorso delle altre aviolinee — soprattutto low cost — che potrebbero accusare l’Italia di aiuto di Stato illegale stavolta nei confronti di ITA.

La proposta di ITA
La Commissione europea non ha accolto la proposta della newco che consisteva nell’acquisto dal ramo «aviation» di Alitalia (che comprende aerei, piloti, slot) e anche i biglietti prepagati perché secondo Bruxelles sarebbe un elemento di continuità aziendale. ITA potrebbe subentrare alla parte commerciale di Alitalia, verso luglio-agosto, vendendo i biglietti sia per i voli di Alitalia, sia per quelli che saranno operati in seguito dalla newco. È l’ipotesi che da tempo porta avanti Fabio Lazzerini, amministratore delegato della nuova compagnia. Ma anche questo passaggio avrà bisogno del via libera europeo.
lberberi@corriere.it

 

Farfallina

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Nuova Alitalia, rischio caos sui biglietti: non si potranno usare quelli venduti dalla vecchia compagnia
di Leonard Berberi 28 mag 2021

Centinaia di migliaia di passeggeri che hanno comprato un biglietto Alitalia per volare nell’autunno 2021 e nei mesi successivi rischiano di non salire a bordo. Quando Italia Trasporto Aereo (la società pubblica creata per rilanciare l’aviolinea tricolore) decollerà attorno a settembre non potrà «ereditare» i biglietti emessi proprio da Alitalia che nel frattempo dovrebbe smettere di volare. Ma chi si occuperà di portare tutti questi viaggiatori non è dato saperlo per ora. Così come non è chiaro cosa succederà ai ticket che dovrebbero essere rimborsati e che secondo le proiezioni del Corriere della Sera potrebbero toccare i 200 milioni di euro alla fine di settembre.

L’accordo Italia-Ue
Il dettaglio — che rischia di creare non pochi grattacapi al governo italiano — si trova nelle pieghe del primo accordo tra Roma e Bruxelles per far partire ITA. Una delle condizioni previste per determinare la discontinuità tra Alitalia e la nuova società è che quest’ultima non possa, tra le altre cose, subentrare alle operazioni della vecchia compagnia prendendo il pacchetto di biglietti venduti per voli programmati però quando Alitalia non ci dovrebbe essere più. E qui sorge il primo problema: ad oggi non è nota la data esatta in cui ITA decollerà e per questo Alitalia sta vendendo i biglietti per voli anche del 2022, così come del resto fanno tutte le compagnie aeree nel mondo.

Il nodo dei rimborsi
Da Bruxelles spiegano che tocca all’Italia trovare una soluzione pratica a questa richiesta di discontinuità. Soluzione che fino a questo momento non sarebbe stata individuata. Un’ipotesi è che i biglietti emessi vengano rimborsati nelle prossime settimane se relativi a voli in cui Alitalia non volerà più. Ma chi dovrà sborsare almeno 200 milioni di euro? Le casse del vettore tricolore non hanno la liquidità sufficiente e non basterebbero nemmeno i circa 100 milioni di euro che ha depositato — a tutela proprio del consumatore — presso la Iata, la principale associazione internazionale delle compagnie aeree.

L’ipotesi riprotezione
È probabile allora che tocchi al governo occuparsi dei rimborsi tramite l’attivazione di un fondo speciale. Un’altra opzione è quello della «riprotezione» dei passeggeri su altri voli — sempre a spese delle casse pubbliche — magari operati proprio da Italia Trasporto Aereo che dovrebbe operare un network di collegamenti simile alla vecchia Alitalia soprattutto sulle tratte nazionali ed europee. Ma questa ipotesi dovrà comunque essere approvata dalla Commissione europea durante le negoziazioni delle prossime settimane. E non la metterebbe al riparo dal ricorso delle altre aviolinee — soprattutto low cost — che potrebbero accusare l’Italia di aiuto di Stato illegale stavolta nei confronti di ITA.

La proposta di ITA
La Commissione europea non ha accolto la proposta della newco che consisteva nell’acquisto dal ramo «aviation» di Alitalia (che comprende aerei, piloti, slot) e anche i biglietti prepagati perché secondo Bruxelles sarebbe un elemento di continuità aziendale. ITA potrebbe subentrare alla parte commerciale di Alitalia, verso luglio-agosto, vendendo i biglietti sia per i voli di Alitalia, sia per quelli che saranno operati in seguito dalla newco. È l’ipotesi che da tempo porta avanti Fabio Lazzerini, amministratore delegato della nuova compagnia. Ma anche questo passaggio avrà bisogno del via libera europeo.
lberberi@corriere.it

Comunque la questione biglietti e Millemiglia non ha senso rappresentando giusto un paravento per dire che hanno bastonato l'Italia. Sostanzialmente si crea un danno ai pax e alla procedura piuttosto che a ITA.

Il problema Millemiglia sarà superabile con nuovo programma lanciato per tempo, accordi immediati con i vari partner e status e miles match per i clienti Millemiglia.
Più difficile la questione biglietti, in questo caso va però detto che ITA avrebbe dovuto corrispondere alla procedura il valore dei biglietti nell'acquisto di ramo d'azienda che senza biglietti pre-pagati sarà scontato almeno del valore più di un valore corrispondente al minore avviamento. Non dovendo sborsare tali soldini, con quei soldini ITA potrebbe lanciare una campagna pubblicitaria dove offre a costo simbolico la riprotezione ai pax Alitalia lasciati a piedi dai burocrati UE.
 

aamilan

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Comunque la questione biglietti e Millemiglia non ha senso rappresentando giusto un paravento per dire che hanno bastonato l'Italia. Sostanzialmente si crea un danno ai pax e alla procedura piuttosto che a ITA.

Il problema Millemiglia sarà superabile con nuovo programma lanciato per tempo, accordi immediati con i vari partner e status e miles match per i clienti Millemiglia.
Più difficile la questione biglietti, in questo caso va però detto che ITA avrebbe dovuto corrispondere alla procedura il valore dei biglietti nell'acquisto di ramo d'azienda che senza biglietti pre-pagati sarà scontato almeno del valore più di un valore corrispondente al minore avviamento. Non dovendo sborsare tali soldini, con quei soldini ITA potrebbe lanciare una campagna pubblicitaria dove offre a costo simbolico la riprotezione ai pax Alitalia lasciati a piedi dai burocrati UE.
Eccerto, e' colpa dei burocrati UE.
 

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Articoli
28 Maggio 2021
Alitalia: una lotta dirompente con centinaia di lavoratrici in prima linea


Intervista a Simona, assistente di volo


La vertenza Alitalia sta infiammando da mesi le piazze italiane e ovunque, in testa alle manifestazioni, troviamo le lavoratrici del comparto aereo nazionale. La nostra redazione web ha intervistato Simona, assistente di volo, in prima linea nelle grandi manifestazioni dei lavoratori Alitalia.



Partiamo con il ringraziarti per la disponibilità concessa durante questo susseguirsi di iniziative di lotta che vi vede impegnati ogni settimana. Simona, per prima cosa ti vorremmo chiedere che sensazioni e stato d’animo stai vivendo in quella che possiamo considerare una delle lotte più importanti al momento in Italia?

Grazie a voi per la possibilità di raccontare qualcosa in più sulla questione Alitalia che gli organi di informazione convenzionali colpevolmente ignorano. Devo essere sincera, mi sento molto frustrata nel constatare che la voce dei lavoratori continua a fare una grandissima fatica ad essere ascoltata. Però in questa nuova stagione di lotta per i nostri diritti sento che tra i colleghi è cresciuta una nuova consapevolezza e una voglia crescente di rendersi parte attiva nel confronto, probabilmente perché c’è molta delusione nell’operato dei sindacati confederali non più fedeli al loro mandato di tutela di tutte e tutti noi lavoratrici e lavoratori.



Spesso dai media mainstream sentiamo parlare dei privilegi dei lavoratori Alitalia quando la storia ci racconta invece di licenziamenti, cassa integrazione e contratti a perdere. Ci potresti spiegare quali sono le reali condizioni di lavoro che attanagliano da sempre i lavoratori e le lavoratrici Alitalia?

Difficile poter spiegare quali sono le nostre reali condizioni di lavoro perché il discorso è molto complesso e differenziato tra i diversi settori di lavoratori all’interno dell’azienda.
Come assistente di volo, però, posso descrivervi a grandi linee il mio contratto: noi lavoriamo a cottimo cioè guadagniamo in base a quanto voliamo e quel guadagno è tassato ma non considerato ai fini retributivi. I contributi vengono calcolati sulla voce della paga base definita dagli scatti di anzianità, tra l’altro bloccati da anni a causa delle malefatte della gestione Ethiad. Personalmente, la mia paga base è di circa 860 euro lordi con 14 anni di anzianità... Negli ultimi 20 anni i rinnovi contrattuali sono stati sempre e solo peggiorativi: le ore di lavoro vengono pagate tutte allo stesso modo, non viene riconosciuto il lavoro nei giorni festivi e il lavoro notturno, e i nostri turni posso essere estesi fino a 14 ore di servizio così come previsto dalla legge.
La nostra pausa pranzo o cena è di 15 minuti e nella pratica difficilmente si riesce ad ottenere perché i ritmi sono sempre piuttosto serrati. La richiesta delle ferie va presentata molti mesi prima ma l’assegnazione del periodo prescelto è comunque a discrezione dell’azienda, tra maggio e settembre non possiamo avere più di 10 giorni di ferie; ogni 3 giorni di ferie viene «assorbito» un giorno di riposo. Infine, nonostante a bordo siamo perennemente soggetti a radiazioni cosmiche e a scompensi fisici dati dalla pressurizzazione dell’aereo, il nostro lavoro non è più riconosciuto come «lavoro usurante» e questo la dice lunga sulla strada del rispetto dei lavoratori intrapresa dalla politica e dai sindacati.

È veramente emozionante vedere molte donne alla testa di questa lotta; pensi che tanta determinazione sia anche una risposta all’oppressione di genere che le donne subiscono anche nell’ambito di lavoro?

Le donne hanno sempre lottato, nonostante le sopraffazioni, le discriminazioni e gli abusi di potere indotti dal maschilismo. Indubbiamente la determinazione viene dalla consapevolezza, maturata nel corso della storia moderna, dell’impatto della forza produttiva femminile nella società e questo non può prescindere anche dal ruolo determinante della donna nella gestione dell’economia e della vita familiare.
Non sono apparentemente percepibili esplicite discriminazioni di genere oggettive all’interno del mio settore di lavoro in Alitalia, poiché abbiamo tutte le stesse possibilità di carriera e percepiamo lo stesso salario dei nostri colleghi... ma è altrettanto innegabile il fatto che il patriarcato perdura in ogni settore e sotto forme diverse ponendo le donne in una situazione di svantaggio generale. Per fare un esempio attuale, la somma di cassa integrazione che stiamo percependo prende come riferimento un anno di lavoro ben preciso, le lavoratrici madri che in quell’anno di riferimento erano in maternità oggi ricevono una cifra ridicola e questo è assurdo perché la maternità viene considerata in maniera discriminatoria invece che come una «ricchezza» per tutti!Detto questo, io e tante altre mie colleghe siamo alla testa di questa lotta al fianco di tanti altri lavoratori per rivendicare innanzitutto il diritto al lavoro così come dovrebbe essere stabilito dall’articolo 1 della costituzione. Di certo non sto a casa ad aspettare che qualcuno lotti per me!

Durante la lotta Alitalia stanno avvenendo molti scambi di solidarietà con lavoratori di altri settori, pensi sia questa la giusta strada, ossia l’unità dei lavoratori, per combattere contro il governo Draghi e in generale contro questo sistema basato sullo sfruttamento e sulle oppressioni?

Assolutamente sì! Credo fortemente nella condivisione delle lotte per rivendicare diritti e salario per tutte e tutti. Prima, però, i lavoratori devono prendere coscienza del potere di contrattazione che questa unione può dare loro, al di là delle ambizioni individuali o degli interessi specifici, bisogna cominciare a credere che solo con la solidarietà tra le diverse categorie di lavoratori si potranno ottenere più diritti e depotenziare le capacità di sfruttamento del sistema capitalistico, che ci vorrebbe divisi non solo tra settori di lavoro ma anche tra donne e uomini o tra nativi ed immigrati attraverso l’uso del maschilismo e del razzismo.
 
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Roma
Spesso dai media mainstream sentiamo parlare dei privilegi dei lavoratori Alitalia quando la storia ci racconta invece di licenziamenti, cassa integrazione e contratti a perdere. Ci potresti spiegare quali sono le reali condizioni di lavoro che attanagliano da sempre i lavoratori e le lavoratrici Alitalia?

Difficile poter spiegare quali sono le nostre reali condizioni di lavoro perché il discorso è molto complesso e differenziato tra i diversi settori di lavoratori all’interno dell’azienda.
Come assistente di volo, però, posso descrivervi a grandi linee il mio contratto: noi lavoriamo a cottimo cioè guadagniamo in base a quanto voliamo e quel guadagno è tassato ma non considerato ai fini retributivi. I contributi vengono calcolati sulla voce della paga base definita dagli scatti di anzianità, tra l’altro bloccati da anni a causa delle malefatte della gestione Ethiad. Personalmente, la mia paga base è di circa 860 euro lordi con 14 anni di anzianità... Negli ultimi 20 anni i rinnovi contrattuali sono stati sempre e solo peggiorativi: le ore di lavoro vengono pagate tutte allo stesso modo, non viene riconosciuto il lavoro nei giorni festivi e il lavoro notturno, e i nostri turni posso essere estesi fino a 14 ore di servizio così come previsto dalla legge.
La nostra pausa pranzo o cena è di 15 minuti e nella pratica difficilmente si riesce ad ottenere perché i ritmi sono sempre piuttosto serrati. La richiesta delle ferie va presentata molti mesi prima ma l’assegnazione del periodo prescelto è comunque a discrezione dell’azienda, tra maggio e settembre non possiamo avere più di 10 giorni di ferie; ogni 3 giorni di ferie viene «assorbito» un giorno di riposo. Infine, nonostante a bordo siamo perennemente soggetti a radiazioni cosmiche e a scompensi fisici dati dalla pressurizzazione dell’aereo, il nostro lavoro non è più riconosciuto come «lavoro usurante» e questo la dice lunga sulla strada del rispetto dei lavoratori intrapresa dalla politica e dai sindacati.
Beati loro che la hanno una pausa pranzo/cena di 15 minuti
"ritmi serrati", si vede che la tipa in questione non ha mai fatto un volo UK-Spagna d'estate di qualsiasi LCC.
 
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belumosi

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Io ho pronta la soluzione migliore. Regalare AZ ai dipendenti AZ, IG ai dipendenti IG e via dicendo. Viste le infinite potenzialità aziendali millantate dai dipendenti stessi (e offuscate solo da manager incapaci e/o truffaldini), sono certo che saranno ben lieti di diventare comproprietari di queste compagnie, che attraverso la loro gestione non potranno che diventare un modello di profittabilità.
Naturalmente dopo tanta generosità, chi dovesse azzardarsi a chiedere anche soldi allo stato, andrebbe preso a calci in cuxo, mi sembra ovvio.
 

imac72

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Io ho pronta la soluzione migliore. Regalare AZ ai dipendenti AZ, IG ai dipendenti IG e via dicendo. Viste le infinite potenzialità aziendali millantate dai dipendenti stessi (e offuscate solo da manager incapaci e/o truffaldini), sono certo che saranno ben lieti di diventare comproprietari di queste compagnie, che attraverso la loro gestione non potranno che diventare un modello di profittabilità.
Naturalmente dopo tanta generosità, chi dovesse azzardarsi a chiedere anche soldi allo stato, andrebbe preso a calci in cuxo, mi sembra ovvio.
I dipendenti AZ/IG/etc. sono disperati perché stanno perdendo il posto di lavoro e per quello gli va tutta la mia solidarietà ma è indubbio che sono/sono stati dei privilegiati rispetto ad altre categorie lavorative. A partire dal fondo trasporto aereo, dove percepiscono 80 % dello stipendio quando sono in CIGS mentre tutti i lavoratori delle altre industrie, indipendentemente dal livello, percepiscono tra 1000€ e 1200€ al mese lordi, per finire con gli accordi sindacali tipo CAI dove i dipendenti lasciati a casa hanno ottenuto 7 anni di ammortizzatori sociali al 80 % dello stipendio + disoccupazione per 2/3 anni.

Se analizziamo il tutto da un punto di vista imprenditoriale oppure del mercato, Alitalia senza ma e senza se dovrebbe chiudere ma la realtà è diversa in quanto il governo italiano ha deciso di mettere altri 3 miliardi sul piatto.

Non entro nel merito di tutte le problematiche di ITA circa discontinuità, nuova licenza di operatore aereo, AOC, brand, bandi di gara, etc in quanto il problema principale di ITA è il piano industriale, è lo stesso piano riciclato più volte da decenni che ha portato sempre allo stesso risultato cioè Alitalia in perdita...ci si focalizza adesso sul numero dei dipendenti e della flotta ma il problema non è con quanti aeromobili e quanti aerei ITA parte, visto il momento storico della pandemia, ma come ITA crescerà in maniera profittevole nei prossimi anni.Con quel piano il risultato è già scritto...
 

magick

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Questa Simona è arrivata direttamente dal ventesimo secolo con la macchina del tempo? Immagino che vede anche le partite iva, che non hanno mai avuto nessun diritto a discapito dell'art.1 della costituzione, come sfruttatori capitalisti.
 
Stato
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