ANPAC, UP, SdL, ANPAV e AVIA in una nota congiunta dichiarano che «nella vicenda Alitalia/CAI il caos regna ormai sovrano». «CAI non è entrata il 1° dicembre - prosegue il documento - e non si pronuncia su quando avvierà l’attività di volo. La Marcegaglia dice che lascerà CAI a breve, dando per scontato l’arrivo di Air France. Il Commissario dice poco ed in modo spesso contraddittorio, nonostante il suo ruolo e le sue responsabilità. Stesso imbarazzato silenzio dal Governo. La stampa, dopo una campagna fortemente lesiva dell’immagine di Alitalia e della dignità dei lavoratori, ha messo la sordina al tutto. L’operativo dei voli Alitalia è ridotto in modo impressionante e l’azienda non da alcuna certezza all’utenza e ai lavoratori.
CAI, dopo la firma degli accordi del 31 ottobre aveva dichiarato che mancava soltanto l’ok dell’Europa ed invece, giorno dopo giorno, sono emersi altri problemi, altre autorizzazioni mancanti, altri rinvii». «Sino a quando Cai potrà tenere in scacco l’intero trasporto aereo italiano senza che nessuno osi mettere in discussione la sua credibilità industriale? - si chiedono i sindacati del fronte del no - ENAC che fa? Dovrebbe vigilare sull’applicazione delle regole e sui diritti dei passeggeri. Ma cosa ha fatto per le centinaia di cancellazioni di voli operate dal Commissario di Alitalia Fantozzi e cosa sta facendo per assicurare i cittadini ed i dipendenti che i voli di Alitalia operino nel pieno rispetto delle regole? Ad esempio, come può CAI, che non ha le previste autorizzazioni ad operare (COA e Licenza), essere contraente dei certificati di assicurazione di parte della flotta Alitalia? Come fa Alitalia ad operare senza garantire la copertura finanziaria che, a detta del Commissario Fantozzi, da oggi è in capo a CAI? Da chi dipende realmente l’Accountable Manager di Alitalia, cioè la figura garante per legge che siano disponibili le necessarie risorse per la manutenzione, l’addestramento e la disponibilità di tutto ciò che serve ad operare con sicurezza e regolarità?
Cgil, Cisl, Uil e Ugl, hanno condiviso praticamente tutto con CAI e Governo, sono ormai enti autoreferenziali che hanno definitivamente abbandonato il ruolo sindacale, non prendono posizione e non forniscono alcuna informazione costruttiva. L’unico sostegno a chi lavora, le uniche informazioni disponibili, vengono dai sindacati del cosiddetto “fronte del no”, cioè quelli che hanno meno responsabilità per ciò che sta accadendo.
I lavoratori non sanno quale sarà il loro futuro, non sanno se e chi li pagherà, non sanno se e come verranno applicati gli ammortizzatori sociali e chi potrà andare in pensione e quando. Non sanno neanche quale contratto di lavoro è applicato in questa fase di transizione. Gli dicono di lavorare e al tempo stesso che, per un “mistero della fede”, sono in cassa integrazione dal 14 ottobre. La vicenda Alitalia si dimostra ancora una volta per quello che è: lo specchio di un Paese corroso, dominato da poteri forti, che non fanno gli interessi dei cittadini, in cui manca una controparte sindacale credibile, a bilanciare gli appetiti di una imprenditoria rapace ed infine un sistema politico, in larga parte incapace di ragionare in termini di Sistema Paese».
«Viene spontaneo chiedersi - si conclude il comunicato - sino a che punto la responsabilità dei lavoratori supererà l’irresponsabilità di CAI, di Fantozzi, del Governo e del sindacato confederale? Se nelle prossime ore qualcuno non farà chiarezza sull’intera vicenda sarà veramente difficile che l’esasperazione dei lavoratori potrà essere contenuta e il sindacato si troverà nella condizione di indicare strade diverse da quelle percorse sino ad oggi».
(P. Varriale, dedalonews)