Sostanzialmente Draghi risponde indirettamente a LH: "Io te la voglio vendere prima possibile ma per blindarti la vendita con il nuovo Governo ho bisogno che mi fai qualche ritocco che i nostri uffici legali hanno individuato in modo che possa affermare che essendo aderente al DPCM la vendita è un atto corrente e quindi autorizzata.
Spero che sia così, ma io ho i miei dubbi.
Il dpcm allegato a seguire, è giocoforza piuttosto vago, per cui non è difficile entro certi limiti interpretarlo con una certa discrezione.
Se però è vero che c'è l'aspettativa che presidente e ad di ITA debbano avere l'ok del governo, ho l'impressione che si voglia suggerire ai compratori di lasciar perdere.
Non ho certo le competenze legali adeguate a dare un giudizio nel merito, tanto più non conoscendo i contenuti delle offerte, ma non so quanto un atto preliminare di Draghi possa vincolare il futuro governo, visto che il closing dovrebbe gestirlo quest'ultimo.
Si potrebbe supporre una penale se una delle due parti si tirasse indietro, ma credo che rischierebbe di essere un'arma a doppio taglio. Potrebbe essere vista da destra come l'ennesima imposizione di un uomo della UE come Draghi, in danno della libertà dell'Italia e del suo diritto ad avere la propria compagnia di bandiera.
E il problema non mi sembra venga solo da destra. Mi pare che nessuna segreteria di qualsivoglia colore abbia pensato bene di replicare alla nota della Meloni. Probabilmente perchè nella casta, sono in molti a condividerne la posizione. Non tanto per spirito nazionalista, ma per non perdere la presa su un centro di interessi e di visibilità nonostante tutto ancora rilevante.
IL PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto l'art. 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
Visto l'art. 24 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, che
attribuisce al Ministero dell'economia e delle finanze la gestione di
partecipazioni azionarie dello Stato, compreso l'esercizio dei
diritti dell'azionista;
Visto l'art. 4, comma 1, lettera f) del decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri 26 giugno 2019, n. 103, e successive modifiche
e integrazioni, recante norme di riorganizzazione del Ministero
dell'economia e delle finanze, che attribuisce al Dipartimento del
Tesoro la gestione delle partecipazioni azionarie dello Stato e
l'esercizio dei diritti dell'azionista;
Visto il decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, come
successivamente modificato dall'art. 4, comma 218, lettera a) della
legge 24 dicembre 2003, n. 350;
Visti, in particolare, a) l'art. 1, comma 2, il quale prevede che
l'alienazione delle partecipazioni detenute dallo Stato in societa'
per azioni e' effettuata con modalita' trasparenti e non
discriminatorie, finalizzate anche alla diffusione dell'azionariato
tra il pubblico dei risparmiatori e degli investitori istituzionali e
che tali modalita' di alienazione sono preventivamente individuate,
per ciascuna societa', con decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di
concerto con il Ministro delle attivita' produttive; b) l'art. 1,
comma 5, il quale dispone che il Ministero dell'economia e delle
finanze, ai fini della predisposizione ed esecuzione delle operazioni
di alienazione delle azioni delle societa' a partecipazione pubblica
e delle loro controllate nonche' delle operazioni di conferimento,
possono affidare a societa' di provata esperienza e capacita'
operativa nazionali ed estere, nonche' a singoli professionisti
incarichi di studio, consulenza, valutazione, assistenza operativa,
fatte salve le incompatibilita' derivanti da conflitti d'interesse;
Visto l'art. 13 del citato decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332,
che prevede il versamento dei proventi derivanti dalle operazioni di
alienazione, di cui all'art. 1 del medesimo decreto, al fondo di
ammortamento di cui all'art. 2 della legge 27 ottobre 1993, n. 432;
Visto l'art. 79 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito,
con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive
modificazioni e integrazioni, con il quale e' stata autorizzata, per
l'esercizio dell'attivita' d'impresa nel settore del trasporto aereo
di persone e merci, la costituzione di una nuova societa',
interamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze;
Visto il decreto del 9 ottobre 2020 del Ministro dell'economia e
delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e
trasporti, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro del
lavoro e delle politiche sociali, con il quale e' stata costituita la
societa' per azioni denominata Italia Trasporto Aereo S.p.a. (ITA
S.p.a.), avente per oggetto sociale l'esercizio dell'attivita'
d'impresa nel settore del trasporto aereo di persone e merci;
Vista la decisione della Commissione europea del 10 settembre 2021,
con la quale la Commissione ha concluso che l'operazione non
costituisce un aiuto di Stato ai sensi della normativa dell'Unione
europea;
Considerato che, a seguito del conferimento iniziale di capitale,
pari a 20.000.000 euro, effettuato ai sensi dell'art. 79, comma
4-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, e successive modifiche
e integrazioni, e dell'aumento di capitale, pari a 700.000.000 euro,
interamente sottoscritto e versato ai sensi dell'art. 79, comma
4-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, e successive modifiche
e integrazioni, il Ministero dell'economia e delle finanze
attualmente detiene complessivamente settecentoventimila azioni
ordinarie, pari al 100% del capitale sociale di ITA S.p.a.;
Considerato che la predetta decisione della Commissione europea del
10 settembre 2021 autorizza lo Stato a sottoscrivere e versare
aumenti di capitale per un importo complessivo di 1.350.000.000 euro,
di cui 700.000.000 euro nel 2021, 400.000.000 euro nel 2022 e
250.000.000 nel 2023;
Considerato che: a) l'art. 79, comma 4-bis, del decreto-legge 17
marzo 2020, n. 18, e successive modifiche e integrazioni, sottolinea
l'esigenza che il piano industriale di ITA S.p.a. contenga linee di
sviluppo di sinergie e alleanze con soggetti pubblici e privati,
nazionali ed esteri; b) il citato decreto del 9 ottobre 2020 del
Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro
delle infrastrutture e trasporti, il Ministro dello sviluppo
economico e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con il
quale e' stata costituita la societa', anche richiamando i contenuti
del lavoro svolto dalle primarie istituzioni finanziarie, industriali
e legali selezionate dal Ministero dell'economia e delle finanze ai
sensi dell'art. 79, comma 4-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n.
18, e successive modifiche e integrazioni, indica alla societa'
l'obiettivo di sviluppare sinergie e alleanze con altri soggetti
pubblici e privati, nazionali ed esteri, nonche' a concludere ogni
forma di accordo con terzi per lo svolgimento dell'attivita' di
trasporto aereo, anche al di fuori del territorio italiano; c) il
piano industriale di ITA S.p.a. contiene, quale obiettivo strategico,
la conclusione di partnership e integrazioni con soggetti europei nel
quadro di alleanze globali, al fine di potenziare l'attivita' della
societa' e di crescere sui mercati strategici e sul lungo raggio;
Ritenuto, pertanto, opportuno avviare un processo di apertura del
capitale sociale di ITA S.p.a. da realizzare, anche in piu' fasi,
attraverso il ricorso, singolo o congiunto, a una offerta pubblica di
vendita e a una trattativa diretta, al fine di favorire il predetto
percorso di conclusione di partnership e integrazioni, con
l'obiettivo di potenziare l'attivita' della societa' e le sue
prospettive industriali e occupazionali;
Considerato che, nella scelta delle modalita' con le quali
realizzare l'apertura del capitale di ITA S.p.a., debbano quindi
essere assicurati, tra l'altro, la stabilita' dell'assetto
proprietario, la dimensione industriale dell'integrazione, la
valorizzazione degli hub nazionali, lo sviluppo sui mercati
strategici e sul lungo raggio e le prospettive occupazionali;
Ritenuto, di conseguenza, che il Ministero dell'economia e delle
finanze mantenga una partecipazione di minoranza al fine di
assicurare il perseguimento dei predetti obiettivi e che, a tale
scopo, la partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze
sia accompagnata dagli opportuni accordi di governance;
Considerato che, in relazione al conseguimento dei predetti
obiettivi, l'integrale dismissione della partecipazione detenuta dal
Ministero dell'economia e delle finanze puo', in una fase successiva,
dare un ulteriore impulso allo sviluppo di ITA S.p.a. e, quindi, con
esso, alle sue prospettive industriali e occupazionali;
Vista la delibera del Consiglio dei ministri dell'11 febbraio 2022;
Sulla proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di
concerto con il Ministro dello sviluppo economico;
Decreta:
1. Le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del
presente decreto.
2. L'alienazione della partecipazione del Ministero dell'economia e
delle finanze in ITA S.p.a. potra' essere effettuata, anche in piu'
fasi, attraverso il ricorso, singolo o congiunto, a: i) un'offerta
pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia,
inclusi i dipendenti di ITA S.p.a. e sue controllate e/o a
investitori istituzionali italiani e internazionali, ii) una
trattativa diretta da realizzare attraverso procedure competitive
trasparenti e non discriminatorie.
3. In caso di offerta pubblica di vendita, al fine di favorire la
partecipazione all'offerta dei dipendenti di Italia Trasporto Aereo
S.p.a. e delle sue controllate, potranno essere previste per gli
stessi forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di
mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di
quote dell'offerta riservate e/o di prezzo e/o di modalita' di
finanziamento.
4. In caso di trattativa diretta e' assicurato il perseguimento
degli obiettivi di sviluppo industriale e di potenziamento
dell'attivita' di ITA S.p.a.
5. Il Ministero dell'economia e delle finanze mantiene una
partecipazione di minoranza, non di controllo, in ITA S.p.a. e
assicura la definizione di appropriati accordi di governance, al fine
di presidiare il perseguimento degli obiettivi di cui alle premesse.
6. Il Ministero dell'economia e delle finanze e' autorizzato, in
una fase successiva e per il perseguimento degli obiettivi di cui
alle premesse, a dismettere la quota di minoranza di cui al comma 5
con le medesime modalita' e condizioni di cui ai commi 2, 3 e 4.
Il presente decreto e' sottoposto al controllo preventivo della
Corte dei conti e inviato alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana per la pubblicazione.
Roma, 11 febbraio 2022
Il Presidente
del Consiglio dei ministri
Draghi
Il Ministro dell'economia
e delle finanze
Franco
Il Ministro
dello sviluppo economico
Giorgetti
Registrato alla Corte dei conti il 1° marzo 2022
Ufficio di controllo sugli atti del Ministero dell'economia e delle
finanze, registrazione n. 275