L’iter di privatizzazione
Sono sette i nodi che devono sciogliere Msc-Lufthansa e Certares, le due cordate interessate a comprarsi la maggioranza di Ita Airways. E dovranno farlo in poco tempo, con una nuova offerta vincolante — per la terza volta da maggio — da consegnare entro le 23.59 del 22 agosto. Gli
advisor del ministero dell’Economia (Equita e Gianni&Origoni) hanno spedito la comunicazione ufficiale il pomeriggio del 5 agosto chiedendo ai soggetti interessati di chiarire i sei punti: il Tesoro — azionista unico di Ita — non è ancora soddisfatto delle offerte e cerca di capire se si può ottenere di più. Ecco quali sono i punti contenuti nelle lettere ufficiali.
Il prezzo
Il valore di Ita Airways è al centro degli approfondimenti. Per Msc-Lufthansa a gennaio la compagnia italiana aveva un valore di 1,3 miliardi di euro, come scritto peraltro nella manifestazione d’interesse. Quando la gara è stata aperta ufficialmente, a maggio quel valore per Msc-Lufthansa era sceso a un miliardo, mentre la cordata rivale Certares la valutava tra i 650 e gli 800 milioni di euro. Al momento di inviare le nuove offerte, il 5 luglio, il
prezzo per i soggetti interessati era calato a 800-850 milioni per Msc-Lufthansa e 600 milioni per Certares. Il Tesoro vuole che le cordate paghino di più. Ma secondo gli esperti più si va avanti, più si riduce il valore di Ita
Le quote
Il decreto di privatizzazione spiega che lo Stato in un primo tempo resterà nell’azionariato di Ita Airways per uscirne successivamente. Ma con quali quote? Per Msc-Lufthansa il Tesoro non deve andare oltre il 20%, lasciando il 60% a Msc e il 20% a Lufthansa. Per Certares si può lavorare su un 60% per il fondo d’investimento Usa (che non ha partnership industriali, ma solo commerciali con Air France e Delta Air Lines) e il 40% al Mef. Il dicastero vorrebbe una quota superiore al 20% o che gli garantisca un maggiore peso specifico nelle decisioni importanti.
La governance
E qui entra in giorno l’altro aspetto: la governance. Fonti ministeriali spiegano infatti che il Tesoro può anche avere il 20%, ma magari che pesi di più del 20% eventualmente di Lufthansa (nel caso vincesse la cordata marittima-aerea). Nell’ipotesi di lavoro di Msc-Lufthansa si pensa a un consiglio di amministrazione di 5 rappresentanti: 3 di Msc, 1 di Lufthansa e 1 del Mef. Per Certares il Cda avrebbe sempre 5 membri: 3 per il fondo Usa, 2 per il ministero. In ogni caso il Tesoro chiede di avere l’ultima parole su alcune decisioni cruciali per il futuro della compagnia, comprese le alleanze, il network e il management.
Le strategie
È l’altro punto critico. Soprattutto per quanto riguarda la cordata Msc-Lufthansa. Il Tesoro punta a indirizzare — pur restando eventualmente con il 20% — le strategie della nuova Ita Airways anche per quanto riguarda gli investimenti sulla flotta e sui nuovi mercati da aggiungere alla rete di collegamenti. Una mossa, però, che secondo gli esperti si scontrerebbe con la normale gestione di un gruppo di compagnie aeree — quale sarebbe Ita nella rete di Lufthansa — dove anche l’apertura di una singola nuova rotta viene effettuata dopo un’attenta analisi sulle conseguenze che questo avrebbe sulle altre compagnie.
Il management
Nella comunicazione che gli advisor del Mef hanno inviato alle due cordate si fa riferimento anche a questo aspetto. Gli attuali vertici sono stati scelti dal governo giallorosso Conte 2 (l’ad Fabio Lazzerini) e dall’esecutivo Draghi (il presidente Alfredo Altavilla). Il Tesoro, filtra dagli ambienti ministeriali, vorrebbe avere l’ultima parola sui vertici della compagnia aerea. Su questo punto Certares sembra possibilista, anche se secondo gli analisti internazionali consultati il loro interesse industriale su Ita non è ben chiaro. La cordata Msc-Lufthansa vorrebbe invece che la scelta fosse in capo ai due colossi, magari con il gradimento del governo, ma senza un potere di veto.
I bilanci
Il Tesoro chiede di visionare nel dettaglio i bilanci dei soggetti interessati per capire la loro solidità finanziaria. Certares — che investe nei viaggi, nel turismo, nell’ospitalità — gestisce asset per 4,5 miliardi di dollari. Secondo gli analisi è un patrimonio che non consente al fondo Usa di investire in Ita la somma necessaria a farla crescere. Dall’altra parte Msc (che non è quotata e non rende pubblici i bilanci) registra ricavi annuali di 27-30 miliardi di dollari. Al colosso marittimo si aggiunge il patrimonio del gruppo Lufthansa che nel 2019 (pre Covid) aveva ricavi di 36,4 miliardi di dollari.
L’uscita dello Stato
È uno dei nodi più importanti. Siccome il decreto prevede l’uscita del Tesoro dall’azionariato, il ministero vorrebbe che venisse messo nero su bianco già oggi quanto intende pagare la cordata vincente tra qualche anno quando il Mef uscirà dall’azienda. Ma è un calcolo, ragionano gli esperti, difficile da fare oggi — in un contesto pieno di incognite tra pandemia, guerre, inflazione, recessione e costo record del cherosene — e che si presta facilmente a una iper-valutazione. Il che sarebbe un bene per le casse pubbliche, ma che difficilmente verrebbe digerito dalle cordate in corsa.
I tempi
Il presidente del Consiglio Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa aveva spiegato che
in dieci giorni si sarebbe decisa la cordata migliore e che il dossier sarebbe stato chiuso, almeno preliminarmente, dall’attuale esecutivo. Era il 4 agosto e quindi questo avrebbe significato il 14 agosto. Considerando che si tratta di una domenica e che il giorno dopo è Ferragosto, si poteva ipotizzare il 16 agosto per l’annuncio. Ma nella lettera alle cordate il Mef ha comunicato come 22 agosto il giorno per l’invio delle offerte vincolanti «migliorate», con scelta che potrebbe avvenire entro il 31 agosto. Il rischio, spiegano gli addetti ai lavori, è che più ci si avvicina alle elezioni più il dossier può finire nel veto incrociato. Il tutto mentre i ricavi della compagnia — come avviene per tutte le società del settore — inizieranno a calare alla fine del mese.