Il governo vuole chiudere la partita sulla privatizzazione entro giugno. Il ruolo degli advisor del Tesoro. L’incontro di Ita con Msc e Lufthansa sul trasporto merci
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Il governo tira dritto sulla privatizzazione di Ita Airways e si aspetta nei prossimi giorni di ricevere le valutazioni degli advisor del Tesoro sulle due offerte vincolanti, quella di Msc-Lufthansa e quella di Certares. L’obiettivo è scegliere tra la terza e la quarta settimana del mese la cordata che convince di più. Ma sul dossier Palazzo Chigi deve fare i conti con alcune spinte che suggeriscono di prendere più tempo, come spiegano al Corriere due fonti ministeriali. Anche se più tempo passa, meno soldi lo Stato incasserà dalla vendita.
La scelta del premier
L’ultima parola sul futuro di Ita — decollata il 15 ottobre scorso subentrando ad Alitalia — l’avrà il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma prima della scelta a Palazzo Chigi vogliono leggere i pareri — con i punti di forza e debolezza delle offerte — degli advisor Equita (per la parte finanziaria) e Gianni&Origoni (per quella legale). Sul lato industriale il Mef sta utilizzando Boston Consulting Group che offre supporto a Ita.
Le tempistiche
I confronti tra Tesoro — che gestisce l’intera partita —, advisor e soggetti interessati vanno avanti. Dal fronte Certares, secondo quanto si apprende, sarebbe stato però fatto notare il tempo molto limitato per consultare i documenti di Ita nella data room: la camera virtuale con i numeri riservati della compagnia è stata aperta il 3 maggio (era attesa a marzo) e chiusa il 23 alle 17.59. Lo slittamento e il poco tempo hanno comportato due turni di consultazioni con decine di domande inviate al Tesoro e a Ita che hanno risposto la settimana passata.
L’offerta di Msc-Lufthansa
Al momento, spiegano le fonti, le due offerte risultano quasi alla pari sul fronte finanziario e sono a «enterprise value» (valore d’impresa). Msc-Lufthansa, come rivelato dal Corriere, hanno messo nero su bianco una cifra precisa: per loro Ita vale circa un miliardo di euro: l’idea è di arrivare al 60% per Msc e al 20% per Lufthansa, con la parte restante da lasciare al ministero dell’Economia, oggi azionista unico dell’aviolinea. Allo stesso tempo, però, la cordata italo-svizzero-tedesca ha fatto notare che più si rimanda la decisione, più il valore di Ita scende (la manifestazione di interesse di gennaio valutava la società 1,2-1,4 miliardi di euro).
L’offerta di Certares
Dall’altra parte c’è l’offerta di Certares, fondo Usa attivo nel turismo, che si avvale soltanto della partnership commerciale di Air France e Delta Air Lines. Nella sua lettera Certares non avrebbe inserito una cifra precisa, ma una forbice che va dai 650 milioni a 850 milioni di euro di valutazione aziendale, senza però proporre una quota, aspetto da definire assieme allo Stato italiano e che potrebbe essere pure il 60%. Fonti parigine segnalano le mosse dietro le quinte di Air France che pur non investendo direttamente in Ita lavora perché non finisca tra le braccia di Lufthansa.
Il piano industriale
Se sul lato finanziario la sfida è aperta, su quello industriale non ci sarebbe storia — giudicano gli addetti ai lavori — dal momento che la bozza di piano industriale di Msc e Lufthansa allegata all’offerta vincolante spiega cosa vuole fare la cordata da qui ai prossimi cinque anni. Secondo le fonti ministeriali italiane Ginevra e Francoforte non avrebbero però nascosto la loro perplessità per come il Mef sta valutando le due offerte, cioè su base soprattutto finanziaria, mentre l’analisi andrebbe fatta nel complesso, tenendo conto anche di cosa offrono Msc e Lufthansa sul lato cargo.
Il ruolo del cargo
E proprio il trasporto merci, apprende il Corriere dalle fonti ministeriali, sarebbe stato al centro pochi giorni fa di una delle «expert session» tra Msc, Lufthansa e Ita per capire le sinergie dei tre soggetti e le eventuali integrazioni nel caso dovesse vincere la cordata italo-svizzero-tedesca. Secondo i colossi del mare e dei cieli proprio il cargo è l’altro pilastro dell’offerta vincolante, puntando non solo sul trasporto passeggeri, ma anche su quello dei beni, in tempi rapidi, cosa diventata sempre più strategica per le economie dei Paesi.
I confronti
Nell’«expert session» i tre team avrebbero simulato una cooperazione sul fronte cargo — attraverso una joint venture o un’integrazione vera e propria —, cercando di capirne i benefici e risolvere le eventuali criticità. Malpensa diventerebbe l’hub logistico in Italia, con aerei dedicati, mentre a Roma verrebbero sfruttate le stive degli Airbus A330 e A350 dei voli di linea intercontinentali per spostare la merce. Il tutto da integrare con Msc e, via cielo, con Lufthansa Cargo che ha chiuso il 2021 con 4.200 dipendenti, 3,8 miliardi di euro di ricavi, un Ebit rettificato di quasi 1,5 miliardi, circa 300 destinazioni e oltre 100 Paesi raggiunti.
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