Disclaimer: nessuna reflex è stata violentata per questo TR
Avrei dovuto scrivere questo TR diversi mesi fa, ma le idee erano molto confuse, tante le emozioni, i contrasti, le esperienze, le cose da dire, che mi hanno fatto prendere tempo e cercare di organizzare i pensieri e le parole. E, poi, era dal febbraio 2020 che non facevo più un giro lontano da casa, e a rimanere inattivi, si sa, si perde la voglia di riprendere in mano le stesse cose. Ma adesso il momento è (purtroppo per voi) giunto, e allora bando alle ciance, si parte!
Fine giornata, si chiude l'ufficio e si corre a MXP: l'appuntamento a Lisbona con Sokol è, a spanne, intorno alla mezzanotte, quindi nemmeno il tempo di cenare decentemente qua o in terra lusitana c'è. Ah, no, prima di chiudere l'ufficio c'è da preparare la "valigia": tutto in fretta e furia, e si sa, la gatta che aveva fretta fece i gattini ciechi: le Stan Smith praticamente nuove ai piedi non vengono sostituite... segnamoci la gran ca@@ata, oggetto abbastanza presto dell'inizio di una sequela di filastrocche sulle allegre vite delle madri dei santi qualche giorno dopo. La fida U2 mi porterà a LIS, mentre accanto sta imbarcando la concorrenza major con il mezzo più figo
Arrivo all'albergo e mi fiondo subito a dormire, non prima di avere svegliato Sokol (già dormiente) per farmi aprire la porta della camera. Abbiamo circa 5 ore di sonno disponibili, prima di metterci in moto e raggiungere nuovamente l'aeroporto, dove è bene arrivare per tempo a fare il check in perchè la popolazione a bordo deve portarsi dietro ben più del nostro bagaglio a mano, e per il 90% sale su un aereo ogni 7/8 anni, quando va bene
Il giro prevede ben pochi voli (faremo tutto via terra), ma destinazione compagnia aerea e mezzo di partenza meritano
Guinea Bissau, uno (il primo di quelli che attraverseremo) tra i paesi col più basso PIL pro capite al mondo. I compagni a bordo, se togliamo quelli che operano per le compagnie estere, i consolati, le organizzazioni non governative e accessori vari, è composto da gente fortunata rispetto ai connazionali, ed in confronto alla quale ogni volta mi chiedo chi dovere ringraziare per essere nato nella parte "giusta" del pianeta (cit.). Mi piace l'Africa, sarebbe meglio dire certa parte di Africa, per quello che offre paesaggisticamente, ma sopratutto mi piace perchè accende mille pensieri e riflessioni che, a casa propria, è difficile elaborare alla stessa maniera, guardando un documentario o leggendo un libro, anche informandosi adeguatamente, ma senza "viverla", da fortunato che con pochi spiccioli può acquistare comodità che per gli autoctoni sono già un lusso. Più avanti tornerò su questi concetti, al momento mi concentro sulle ore di volo che ci attendono. A bordo
Complice ladisinvoltura e simpatia faccia di tolla di Sokol, ma sopratutto il fatto che fossimo probabilmente tra i pochi a sapere come funziona un aereo, ci facciamo assegnare i posti sull'uscita di emergenza, che permette di avere adeguato spazio per le gambe
Non so quante occasioni avrò ancora di mettere piedi su un 767: questo, nonostante tutto, è in discrete condizioni, pur col peso dei suoi anni sulle spalle. I 772 che la compagnia ha acquisito da AZ, ci dice l'assistente di volo, sono tutta un'altra storia, e tutti bramano di volarci sopra per le comodità e gli spazi, ma al momento sono destinati a collegamenti con l'estremo oriente (Euro Atlantic opera principalmente ACMI per stati ed eserciti, ed i 777 sono sotto contratto con la NATO e portano avanti e indietro soldati olandesi, se non ricordo male).
Fuori la prima luce dell'alba è fantastica, e si potrebbe fotografare di tutto nei piazzali. Si potrebbe...
Bisogna aspettare che il decollo, o forse le scie chimiche, rimuovano la condensa
Salutiamo Lisbona, e ci tuffiamo verso l'Africa
Ora del rancio, abbastanza apprezzabile
I paesaggi cominciano a cambiare radicalmente rispetto a quelli visti negli ultimi 2 anni e mezzo
Mi accorgo di un piccolo sticker sopra l'oblò, non lo avevo visto prima. Anche questa una fortuna
Dopo circa 5 ore, siamo ormai in dirittura di arrivo. Il cielo è nuvoloso, ma si aprirà all'arrivo
Finalmente quella striscia di terra color argilla, che mi fa assumere la consapevolezza di essere, di nuovo, in Africa!
L'autostrada oggi sembra vuota. La prenderemo tra un paio di giorni
A terra, mentre sulla via di rullaggio andiamo al parcheggio, un rottame Kwaitiano (credo), sequestrato, si dice, perchè coinvolto in traffici oscuri, e ivi abbandonato
Alle spalle, un altro catorcio (un vecchio Gulfstream, si direbbe), messo ancora peggio
La manovra è complicata
Ecco il terminal, con il comitato di accoglienza pronto: siamo l'unico volo, a piedi dal nostro 767 saranno da fare forse 50 metri senza ostacoli di sorta, ma bisogna farli sul bus,generoso dono rottamato da CDG, e con le porte rigorosamente difettose, che rimangono aperte. Praticamente, è più rischioso cadere dal cobus che farsela a piedi.
Prima di scendere, il comandante ci aspetta per un saluto
Ho rischiata la fucilazione per fotografare Osvaldo Vieira!
Arrivati nel terminal, scattano i controlli sulla documentazione Covid e sui visti. Per il Covid, il rigido protocollo prevede che si vada, Green Pass alla mano, da una solerte addetta dietro un baracchino senza vetri, si mostri la certificazione, e si ottenga un cenno di assenso della medesima addetta immediatamente dopo avere tirata una righetta (avete presente come si contano i giorni in galera? Quattro linee verticali e la quinta a tagliarle?, Ecco!) su un pezzo di carta strappato chissà dove. Nessuna modulistica, si tirano le righe a basta, il tutto con davanti una folla accalcata e vociante, chè il concetto di coda e distanziamento è qualcosa di sconosciuto. Ma, come ripete sempre Sokol, TIA, che non è Tirana, ma This Is Africa!
Sokol riesce a svangarla prima di me, e mi attende subito dopo i controlli: lo trovo che sta già contrattando coi tassisti. Alla fine troviamo lui, e saliamo su quello che sarà lo standard dei trasporti che utilizzeremo per i prossimi 9 giorni
E via, verso l'albergo
...continua...
Avrei dovuto scrivere questo TR diversi mesi fa, ma le idee erano molto confuse, tante le emozioni, i contrasti, le esperienze, le cose da dire, che mi hanno fatto prendere tempo e cercare di organizzare i pensieri e le parole. E, poi, era dal febbraio 2020 che non facevo più un giro lontano da casa, e a rimanere inattivi, si sa, si perde la voglia di riprendere in mano le stesse cose. Ma adesso il momento è (purtroppo per voi) giunto, e allora bando alle ciance, si parte!
Fine giornata, si chiude l'ufficio e si corre a MXP: l'appuntamento a Lisbona con Sokol è, a spanne, intorno alla mezzanotte, quindi nemmeno il tempo di cenare decentemente qua o in terra lusitana c'è. Ah, no, prima di chiudere l'ufficio c'è da preparare la "valigia": tutto in fretta e furia, e si sa, la gatta che aveva fretta fece i gattini ciechi: le Stan Smith praticamente nuove ai piedi non vengono sostituite... segnamoci la gran ca@@ata, oggetto abbastanza presto dell'inizio di una sequela di filastrocche sulle allegre vite delle madri dei santi qualche giorno dopo. La fida U2 mi porterà a LIS, mentre accanto sta imbarcando la concorrenza major con il mezzo più figo
Arrivo all'albergo e mi fiondo subito a dormire, non prima di avere svegliato Sokol (già dormiente) per farmi aprire la porta della camera. Abbiamo circa 5 ore di sonno disponibili, prima di metterci in moto e raggiungere nuovamente l'aeroporto, dove è bene arrivare per tempo a fare il check in perchè la popolazione a bordo deve portarsi dietro ben più del nostro bagaglio a mano, e per il 90% sale su un aereo ogni 7/8 anni, quando va bene
Il giro prevede ben pochi voli (faremo tutto via terra), ma destinazione compagnia aerea e mezzo di partenza meritano
Guinea Bissau, uno (il primo di quelli che attraverseremo) tra i paesi col più basso PIL pro capite al mondo. I compagni a bordo, se togliamo quelli che operano per le compagnie estere, i consolati, le organizzazioni non governative e accessori vari, è composto da gente fortunata rispetto ai connazionali, ed in confronto alla quale ogni volta mi chiedo chi dovere ringraziare per essere nato nella parte "giusta" del pianeta (cit.). Mi piace l'Africa, sarebbe meglio dire certa parte di Africa, per quello che offre paesaggisticamente, ma sopratutto mi piace perchè accende mille pensieri e riflessioni che, a casa propria, è difficile elaborare alla stessa maniera, guardando un documentario o leggendo un libro, anche informandosi adeguatamente, ma senza "viverla", da fortunato che con pochi spiccioli può acquistare comodità che per gli autoctoni sono già un lusso. Più avanti tornerò su questi concetti, al momento mi concentro sulle ore di volo che ci attendono. A bordo
Complice la
Non so quante occasioni avrò ancora di mettere piedi su un 767: questo, nonostante tutto, è in discrete condizioni, pur col peso dei suoi anni sulle spalle. I 772 che la compagnia ha acquisito da AZ, ci dice l'assistente di volo, sono tutta un'altra storia, e tutti bramano di volarci sopra per le comodità e gli spazi, ma al momento sono destinati a collegamenti con l'estremo oriente (Euro Atlantic opera principalmente ACMI per stati ed eserciti, ed i 777 sono sotto contratto con la NATO e portano avanti e indietro soldati olandesi, se non ricordo male).
Fuori la prima luce dell'alba è fantastica, e si potrebbe fotografare di tutto nei piazzali. Si potrebbe...
Bisogna aspettare che il decollo, o forse le scie chimiche, rimuovano la condensa
Salutiamo Lisbona, e ci tuffiamo verso l'Africa
Ora del rancio, abbastanza apprezzabile
I paesaggi cominciano a cambiare radicalmente rispetto a quelli visti negli ultimi 2 anni e mezzo
Mi accorgo di un piccolo sticker sopra l'oblò, non lo avevo visto prima. Anche questa una fortuna
Dopo circa 5 ore, siamo ormai in dirittura di arrivo. Il cielo è nuvoloso, ma si aprirà all'arrivo
Finalmente quella striscia di terra color argilla, che mi fa assumere la consapevolezza di essere, di nuovo, in Africa!
L'autostrada oggi sembra vuota. La prenderemo tra un paio di giorni
A terra, mentre sulla via di rullaggio andiamo al parcheggio, un rottame Kwaitiano (credo), sequestrato, si dice, perchè coinvolto in traffici oscuri, e ivi abbandonato
Alle spalle, un altro catorcio (un vecchio Gulfstream, si direbbe), messo ancora peggio
La manovra è complicata
Ecco il terminal, con il comitato di accoglienza pronto: siamo l'unico volo, a piedi dal nostro 767 saranno da fare forse 50 metri senza ostacoli di sorta, ma bisogna farli sul bus,
Prima di scendere, il comandante ci aspetta per un saluto
Ho rischiata la fucilazione per fotografare Osvaldo Vieira!
Arrivati nel terminal, scattano i controlli sulla documentazione Covid e sui visti. Per il Covid, il rigido protocollo prevede che si vada, Green Pass alla mano, da una solerte addetta dietro un baracchino senza vetri, si mostri la certificazione, e si ottenga un cenno di assenso della medesima addetta immediatamente dopo avere tirata una righetta (avete presente come si contano i giorni in galera? Quattro linee verticali e la quinta a tagliarle?, Ecco!) su un pezzo di carta strappato chissà dove. Nessuna modulistica, si tirano le righe a basta, il tutto con davanti una folla accalcata e vociante, chè il concetto di coda e distanziamento è qualcosa di sconosciuto. Ma, come ripete sempre Sokol, TIA, che non è Tirana, ma This Is Africa!
Sokol riesce a svangarla prima di me, e mi attende subito dopo i controlli: lo trovo che sta già contrattando coi tassisti. Alla fine troviamo lui, e saliamo su quello che sarà lo standard dei trasporti che utilizzeremo per i prossimi 9 giorni
E via, verso l'albergo
...continua...