Incidente EgyptAir MS804 Parigi-Cairo


Bari Palese

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Egyptair, seconda scatola nera: il pilota tentò di spegnere un incendio a bordo

Il registratore di bordo in cabina di pilotaggio conferma quanto già emerso dai primi accertamenti sull'apparecchiatura che conserva i dati di volo. Fiamme nella zona della toilette posteriore. Restano aperte tutte le ipotesi: avaria o attentato terroristico

I dati della seconda scatola nera che registra le conversazioni in cabina di pilotaggio, a bordo del volo Ms 804 dell'Egyptair, confermano le prime ipotesi emerse: c'era un incendio - che aveva fatto scattare l'allarme - nella zona della toilette posteriore. E uno dei piloti ha tentato di spegnerlo. La registrazione non fornisce però risposte sulle cause dell'incendio e sulla sua collocazione esatta, né su cosa abbia provocato il blocco improvviso delle registrazioni sull'altra scatola nera, quella che riporta i dati di volo e si trova nella parte posteriore del velivolo. Ha smesso di funzionare 3-4 minuti prima che l'aereo precipitasse in mare. A bordo dell'aereo precipitato si trovavano 66 persone tra passeggeri ed equipaggio. Resta quindi misteriosa la causa dello schianto, avvenuto alle prime ore dell'alba del 19 maggio. Né l'avaria né l'ipotesi terrorismo possono essere escluse al momento.

Ecco quanto ha dichiarato una fonte autorizzata della Commissione di inchiesta egiziana. "I dati estratti dalla seconda scatola nera indicano un incendio a bordo e i tentativi da parte dei piloti di spegnerlo". "I dati - aggiunge la fonte - mostrano compatibilità con le prime informazioni alle quali eravamo giunti, come i messaggi Acars di fumo in toilette e fumo nell'avionica (gli equipaggiamenti elettronici installati a bordo, ndr). E i rottami che presentano segni di danni causati da alte temperature e fuliggine". La fonte della Commissione aggiunge che le "operazioni di analisi e gli esami proseguiranno per conoscere l'origine di questo grande calore e il fumo denso" e che "al momento tutte le ipotesi restano valide come quella terrorista
."

http://www.repubblica.it/esteri/201...e_un_incendio_a_bordo-143493778/?ref=HREC1-10
In response to media reports claiming the CVR would suggest one of the pilots was out of his seat in an attempt to extinguish the fire Egypt's CAA reminded all media on Jul 6th 2016 that the only source of information about the investigation of MS-804 is Egypt's CAA and urges media to only and only rely on official reports issued by the accident investigation committee. As of current the investigators are verifying the information downloaded from both black boxes and establish time correlations. The CAA stated: "The committee has gathered information that need time to be analyzed and matched to reach some very basic conclusions."

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Bari Palese

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Late Jul 7th 2016 Israel's government reported that wreckage believed to orginate from MS-804 have been washed ashore near Israel's city Netanya. The government informed both Egypt's and France's governments about the find.

On Jul 8th 2016 Egypt's CAA reported that they are coordinating the transfer of the debris found at Israel's shores to verify whether the debris indeed belonged to MS-804..

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OneShot

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La butto li: ho un fuoco nel compartimento avionico/parte anteriore del velivolo, le scatole nere sono in coda e quindi collegate tramite cavi. Se questi ultimi si bruciano, il segnale non arriva e il recorder non registra più nulla.
 

speedbird001

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Ma sta storia di repubblica del cvr non leggibile da dove salta fuori ?
Su tutti i maggiori siti tipo HavHerald non se ne fa cenno.
 

Bari Palese

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On Jul 16th 2016 Egypt's CAA reported that first analysis of the cockpit voice recorder found the existance of "fire" on board was mentioned. The CAA cautions that it is still too early to determine the cause and the location of the fire. At the same time the vessel John Lethbridge finished their mission in Alexandria after making sure all human remains had been recovered.

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miccia

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FANO

OneShot

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Azz...brutta storia.
L'anno scorso dopo gli attentati del Bataclan, mi vidi costretto a chiamare la Gendarmerie a CDG in quanto in un pannello dell'aeromobile trovai la scritta "Allah Akbar": non la presero molto sul serio. Fecero il loro verbale e tanti saluti.
Scritte simili comparvero su altri velivoli di varie compagnie per qualche settimana. Poi passò tutto.
Non voglio correlare i due eventi, ma se fosse vero, per CDG sarebbbe una debacle non da poco.
 

Redley

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Ma a commissione d'inchiesta di cui parla l'ansa è quella francese o quella egiziana? Perché fa tutta la differenza del mondo.
Gli egiziani sostengono che si sia trattato di un attentato come nel caso del volo Metrojet, i francesi non si sbilanciano.
 

13900

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Azz...brutta storia.
L'anno scorso dopo gli attentati del Bataclan, mi vidi costretto a chiamare la Gendarmerie a CDG in quanto in un pannello dell'aeromobile trovai la scritta "Allah Akbar": non la presero molto sul serio. Fecero il loro verbale e tanti saluti.
Scritte simili comparvero su altri velivoli di varie compagnie per qualche settimana. Poi passò tutto.
Non voglio correlare i due eventi, ma se fosse vero, per CDG sarebbbe una debacle non da poco.
Beh, se CDG e' efficiente e accurato come LHR nell'emissione degli airside pass e nel controllo di cio' che entra o esce, la cosa di cui stupirsi sarebbe di non vedere scene del genere capitare piu' spesso!
 

Bari Palese

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Ma a commissione d'inchiesta di cui parla l'ansa è quella francese o quella egiziana? Perché fa tutta la differenza del mondo.
On Dec 15th 2016 Egypt's Civil Aviation Authority announced, that forensic examination on behalf of the Accident Investigation Commission has found traces of explosives with some of the human remains recovered. In accordance with Egypt law the states prosecutor has been informed, a technical commission formed by the prosecution office have opened their investigation into the crime.

http://avherald.com/h?article=4987fb09&opt=0
 

OneShot

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Interessante articolo di oggi sul "Le Parisien" riguardo questa ipotetica teoria sulle tracce di esplosivo trovato sulle vittime.
A quanto pare c'è molta ostilità da parte di Egiptair a collaborare fornendo lo storico della manutenzione del velivolo, soprattutto le sue ultime rotazioni tra Eritrea e Tunisia dove erano stati riportate tre "allarmi incendio" (scrive così il redattore) ai quali non venne dato il giusto peso.
Secondo la BEA, gli inquirenti del Cairo non hanno fornito le dovute informazioni su come siano stati eseguiti i campionamenti sulle vittime: le concentrazioni di esplosivo dichiarate sembrerebbero essere talmente alte da far ritenere tali valori "post mortem". In circostanze simili, da corpi ripescati dopo svariato tempo dal mare, non sono plausibili simili concentrazioni così come riportato dagli egiziani.
La pista dell'attentato sembra essere quella "privilegiata" in quanto abbasserebbe di molto i valori da risarcire alle famiglie delle vittime: da circa 7/800 mila euro a vittima a 140mila a vittima per un valore complessivo da risarcire da parte di Egiptair che scende da 45 milioni di euro a soli 7M di euro. Al giornale risulta inoltre che ad alcuni parenti di vittime egiziane sarebbero stati offerti circa 25mila euro per chiudere il caso.
 

nicolap

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Interessante articolo di oggi sul "Le Parisien" riguardo questa ipotetica teoria sulle tracce di esplosivo trovato sulle vittime.
A quanto pare c'è molta ostilità da parte di Egiptair a collaborare fornendo lo storico della manutenzione del velivolo, soprattutto le sue ultime rotazioni tra Eritrea e Tunisia dove erano stati riportate tre "allarmi incendio" (scrive così il redattore) ai quali non venne dato il giusto peso.
Secondo la BEA, gli inquirenti del Cairo non hanno fornito le dovute informazioni su come siano stati eseguiti i campionamenti sulle vittime: le concentrazioni di esplosivo dichiarate sembrerebbero essere talmente alte da far ritenere tali valori "post mortem". In circostanze simili, da corpi ripescati dopo svariato tempo dal mare, non sono plausibili simili concentrazioni così come riportato dagli egiziani.
La pista dell'attentato sembra essere quella "privilegiata" in quanto abbasserebbe di molto i valori da risarcire alle famiglie delle vittime: da circa 7/800 mila euro a vittima a 140mila a vittima per un valore complessivo da risarcire da parte di Egiptair che scende da 45 milioni di euro a soli 7M di euro. Al giornale risulta inoltre che ad alcuni parenti di vittime egiziane sarebbero stati offerti circa 25mila euro per chiudere il caso.
Ustica docet.
 

Tiennetti

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www.david.aero
Non potendo leggere il WSJ, dall'articolo linkato vedo solo congetture
Ovvio che è gravissimo che uno stato nasconda informazioni importanti per risolvere l'investigazione di un incidente aereo, ma non vedo nuove informazioni da questo articolo
 

OneShot

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ilverococco

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Scoop di Leonard: in cockpit fumavano e l’impianto dell’ossigeno perdeva…
(A pagamento, io non sono abbonato)
Eccolo:

Il volo EgyptAir MS804 Parigi-Il Cairo è precipitato nel Mediterraneo il 19 maggio 2016 con 66 persone a bordo a causa di un incendio scoppiato nell’abitacolo per la fuoriuscita di ossigeno dalla maschera del co-pilota — cambiata tre giorni prima e impostata nella modalità «emergenza» — nel momento in cui comandante o primo ufficiale con ogni probabilità stavano fumando a 11.278 metri di quota. Sei anni dopo quel disastro alcuni dei massimi esperti mondiali fanno luce, forse una volta per tutte, su cosa è accaduto all’Airbus A320 di cui le autorità egiziane — responsabili dell’indagine — non hanno mai reso noto né un rapporto preliminare né uno definitivo. Un documento di 134 pagine — che il Corriere della Sera ha visionato in esclusiva — ora ricostruisce gli ultimi istanti. Il dossier è stato inviato un mese fa alla Corte di Appello di Parigi che indaga per «omicidio colposo» perché tra le vittime ci sono anche 12 connazionali.




La rotta
Il volo MS804 decolla dal «Charles de Gaulle» di Parigi alle 23.21 del 18 maggio 2016. Alle 00.11 il jet entra nello spazio aereo italiano sopra a Livigno, sorvola il Veneto, quindi costeggia i Balcani e procede a Sud. Alle 2.27 il controllore greco invita i piloti a mettersi in contatto con il collega egiziano perché l’Airbus sta entrando nello spazio aereo del Paese africano, «ma non ottiene risposta», scrive l’inchiesta francese. Alle 2.34 il velivolo sparisce dai radar di entrambi i centri di controllo d’area dopo aver virato prima a sinistra, poi subito a destra e senza lanciare alcun allarme. Poco prima di inabissarsi, si scopre poi, l’aereo ha inviato sette «dispacci» in due secondi: segnalano problemi ai sensori antighiaccio, ai finestrini della cabina di pilotaggio, indicano la presenza di fumo nel bagno anteriore e nel comparto avionica (sotto all’abitacolo), lo stop al funzionamento di due sistemi cruciali per il volo e le ali.



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La cabina di pilotaggio dell’Airbus A320: a sinistra siede il comandante, a destra il primo ufficiale


Le indagini
Il 16 e 17 giugno, un mese dopo, vengono recuperate le due «scatole nere» (una registra i parametri tecnici del volo, l’altra gli audio dei piloti) poi inviate in Francia per essere esaminate dall’ente investigativo Bea che consegna i risultati — come stabilito dalle norme — ai responsabili dell’indagine: Il Cairo. Le relazioni con gli egiziani sono problematiche. L’incidente, per loro, è un atto di terrorismo. Parigi non concorda: i detriti recuperati attorno all’area dell’impatto escludono l’esplosione. Nell’autunno 2018, con un atto senza precedenti, la polizia giudiziaria francese si presenta negli uffici del Bea per prelevare i dati delle «scatole nere». Per redigere l’attuale rapporto gli esperti si riuniscono 23 volte tra agosto 2021 e febbraio 2022. Mettono nero su bianco che a bordo di quel velivolo i piloti tendevano a fumare molto (cosa non vietata ai tempi da EgyptAir) e che nei viaggi precedenti l’aereo ha registrato diversi problemi tecnici «ma nessuno così grave da richiedere la sua messa a terra».

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Dove si trovano la maschera dell’ossigeno del primo ufficiale e l’estintore


L’inizio della tragedia
Il 16 maggio 2016 l’addetto alla manutenzione di EgyptAir sostituisce la maschera dell’ossigeno del co-pilota. Il motivo non è chiaro anche perché l’Egitto non collabora. Nel riporre la nuova maschera l’addetto lascia il cursore che gestisce il flusso dell’aria nella posizione «emergenza». È questo — secondo il rapporto — l’inizio della catena di eventi che porta all’inabissamento: il manuale di Airbus scrive che nella modalità emergenza «potrebbe verificarsi una fuoriuscita di ossigeno». È quello che è avvenuto a bordo del volo MS804. A confermarlo sono gli audio dei piloti.

Le tracce dell’ossigeno
Separando le tracce sonore di una delle scatole nere, il «Cockpit voice recorder», gli esperti scoprono due fruscii alle 2.25 e 24 secondi e alle 2.25 e 29 che arrivano dal microfono incorporato nella maschera d’ossigeno del co-pilota che in quel momento è nel suo vano. Poi altre due soffiate, alle 2.26 e 11 e alle 2.26 e 24. L’ossigeno in sé non è infiammabile, ma favorisce la combustione. Per questo subito dopo c’è un principio d’incendio scatenato «da una scintilla o una fiamma». Il dito è puntato contro una sigaretta accesa, l’ennesima in quel velivolo se è vero che due mesi prima nell’abitacolo sono stati sostituiti i posacenere perché ormai troppo usati. Il documento non è in grado di stabilire se i piloti hanno usato un estintore oppure no.

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Il pannello che indica ai piloti i livelli di ossigeno


I controlli previsti
«Quando entriamo nella cabina di pilotaggio tra i vari controlli preliminari prima di decollare c’è anche quello del controllo del flusso di ossigeno nelle mascherine laterali», spiega al Corriere Daniele Veronelli, comandante di A320 e membro del dipartimento tecnico di Anpac (Associazione nazionale piloti aviazione commerciale). «Si alza uno sportello e si testa il flusso dell’aria premendo un bottone che spunta dal compartimento. Azionando l’interfono si riesce a sentire l’ossigeno che scorre perché ogni mascherina è dotata di un microfono». Se l’equipaggio è il primo a mettere piede nell’aereo quel giorno — prosegue — «allora si esegue anche questo tipo di test. Se invece si subentra ai colleghi il controllo non è previsto, ma nulla toglie che questo si esegua lo stesso, ci vogliono pochi secondi».

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La maschera dell’ossigeno (illustrazione dal manuale di Airbus)


Gli allarmi
Ci sono segnali sull’ossigeno a bordo? «Quando i livelli calano, in uno degli schermi davanti ai piloti l’indicazione della quantità dell’ossigeno si colora di arancione. Se si è a terra non si decolla, se si è in volo bisogna decidere se proseguire o deviare nell’aeroporto più vicino». Le mascherine hanno un minimo di 15 minuti di autonomia. «C’è una levetta: se è in posizione normale il flusso di ossigeno è a richiesta. Se invece è in posizione “emergency” allora questa rilascia l’aria a una pressione maggiore per buttare fuori dalla maschera i fumi che potrebbero entrare in caso di incendio o fumo a bordo.

La stanchezza dei piloti
Nel documento, tra le molte cose, c’è un passaggio sui piloti. Tra l’1.01 e l’1.46 di notte — quando il velivolo passa tra la costa della Croazia e sopra Atene, in Grecia — i tecnici annotano, sentendo le scatole nere, che comandante e primo ufficiale mostrano segni di stanchezza. «Uno sbadiglio è nettamente ascoltabile all’1.01 e 53 secondi», si legge. Dodici minuti dopo «pilota e co-pilota esprimono chiaramente che entrambi si sentono stanchi per questo volo notturno e per la mancanza di sonno». Stesso concetto ripetuto all’1.46. Ma i documenti compilati, spiegano gli esperti, «indicano che sono stati rispettati gli orari di riposo per entrambi».

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Le reazioni
Le autorità dell’aviazione civile egiziana ed EgyptAir non hanno risposto alle domande del Corriere. Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile, spiega di non aver ricevuto alcun rapporto finale dal Cairo. Bea, l’agenzia investigativa francese, conferma la posizione espressa nel 2018: per loro l’ipotesi più probabile resta «un incendio scoppiato nella cabina di pilotaggio durante la fase di crociera che ha portato alla perdita di controllo del jet». «È da maggio 2016 che vogliamo capire perché abbiamo perso i nostri cari», dice al telefono Julie Heslouin che nel volo MS804 ha perso il fratello Quentin, 41 anni, e il papà Pierre, 75. Julie anima il comitato dei parenti delle vittime che da tempo vuole la verità. Questo documento potrebbe forse fornire le risposte.
lberberi@corriere.it