AirBerlin, no alla cessione in blocco a Lufthansa
Il Governo tedesco frena sull’acquirente unico: «Servono più partner»
Una sorta di spezzatino. Con il pezzo più pregiato che finirà alla compagnia di bandiera Lufthansa. E il resto, qualcosa, per riuscire a passare il vaglio dell’Antitrust europeo, ad altri operatori. Sul fallimento di AirBerlin, seconda compagnia aerea tedesca, si stanno svolgendo in questi giorni negoziati a porte chiuse con Lufthansa. E si sta giocando una partita, tutta politica, per far «digerire» ai competitor Ryanair ed easyJet e alle autorità per la concorrenza, il fatto che la fetta più grande della torta, alla fine, resterà in Germania. Alexander Dobrindt, ministro tedesco dei Trasporti, nei giorni scorsi in un’intervista a Die Welt, ha chiesto a Lufthansa di rilevare la compagnia in bancarotta: «La Germania - ha detto - ha bisogno di un campione nazionale nell’aviazione civile». In gioco oltre a gli aerei ci sono i preziosi slot di AirBerlin negli aeroporti di Berlino-Tegel e Düsseldorf, aree residenziali con una densità abitativa tra le più elevate d’Europa. La frase del ministro tedesco ha fatto suonare i campanelli di allarme negli uffici della Dg della Concorrenza a Bruxelles. E ieri, puntuale, un altro componente dell’esecutivo tedesco ha aggiustato il tiro: il viceministro dell’Economia, Matthias Machnig, intervistato dalla radio tedesca Rbb ha spiegato che «il modello di business di AirBerlin come compagnia aerea indipendente è fallito». Machnig, a differenza del collega, ha scartato la possibilità che AirBerlin possa essere rilevata per intero da Lufthansa: «Servono più partner», ha detto, anche «per non violare le regole sulla concorrenza». AirBerlin ha presentato istanza di fallimento martedì scorso, dopo che l’azionista Etihad, che ha in mano il 30% del capitale, ha ritirato il sostegno finanziario alla compagnia tedesca travolta dai debiti che hanno superato i 2 miliardi di euro. Il governo Merkel, a sei settimane dalle elezioni politiche, ha disposto all’istante un prestito ponte di 150 milioni per garantire l’operatività della linea aerea nel pieno della stagione estiva, soldi che dovrebbero bastare per i prossimi tre mesi. AirBerlin e Lufthansa puntano a trovare una prima, importante soluzione per il salvataggio della compagnia entro la settimana: i negoziati a porte chiuse cominciati venerdì sono continuati durante tutto il weekend agostano. Lufthansa dal settembre 2016 utilizza «in affitto» 38 aerei e 1.200 dipendenti di AirBerlin (circa un settimo della forza lavoro). Ed è pronta a rilevare 70-90 aerei di AirBerlin, su una flotta di 140 aerei. Quello che resta andrà agli altri, in pole position ci sono easyJet e la lowcost tedesca Condor, controllata dal tour operator Thomas Cook. Il ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, si è detto «pronto a dare il benvenuto a un largo numero di dipendenti di AirBerlin». Però «non alle condizioni economiche che hanno in AirBerlin ma a quelle di Eurowings», lowcost di Lufthansa