Di chi era il missile?
Appurato che un missile 9M38 con testata 9N314M ha colpito e distrutto MH17, rimane da capire chi l’ha lanciato e da dove.
Gli investigatori informano che il 9M38 e’ un missile lanciato dal sistema Buk, 9K37 in Russia e SA-11 per la NATO. Il Buk e’ un sistema che si compone di numerose parti: radar, posto di comando, e soprattutto i TELAR:
Transporter/Erector/Launcher and Radar. Quest’ultimo ha, come suggerisce il nome, un suo radar indipendente da quello centrale. Il TELAR del Buk, quindi, puo’ operare da solo come in foto.
Fonte: Onderzoeksraad
Ne sono stati prodotti centinaia, ma uno solo ha fatto cio’ che ha fatto. Qui sia Bellingcat che il JIT si sono messi a fare un lavoro certosino, seguendo le tracce digitali del passaggio del TELAR Buk dalla Russia all’Ucraina e ritorno.
Per iniziare, gli investigatori guardano le immagini del sistema Buk che gira intorno a Donetsk. Pur essendo una zona di guerra, alla fin fine il Buk e’ un mezzo inusuale, e un sacco di gente fa quello che fanno tutti, oggigiorno: lo filma, lo fotografa, e lo mette su Internet. Le foto sono talmente tante, e talmente dettagliate, che gli investigatori del JIT riescono ad identificare 15 ‘features’ che solo quel TELAR ha, tipo danni, sbreghi, cose cosi’.
Armati con questo ‘identikit’, gli investigatori allargano la rete, e guardano verso la Russia. Anche qui, a maggior ragione in un paese in pace (almeno all’epoca), vedere un Buk causa interesse. Gli investigatori trovano, sui social media, video di un corteo di Buk con ben 6 TELARs, che parte da Kursk a giugno 2014, incluso uno con numero identificativo 3X2. Questo Buk, nei video e nelle foto, ha 14 dei 15 elementi identificativi di quello che, il 17 luglio, abbattera’ MH17. In piu’ il JIT, dietro mandato, e’ entrato nelle caselle di posta di alcuni militari della 53ma Brigata, e ha ottenuto gli ordini di movimento per la colonna di Buk di cui faceva parte 3X2. Il 23/6, il secondo battaglione della 53ma Brigata riceve l’ordine di partire e, accompagnato da due unita’ militari dedicate al controllo del traffico, si mette in marcia verso sud. Due giorni dopo, il 25/6, il secondo battaglione arriva al villaggio di Nizhnemityakin, che ovviamente ho copincollato, vicino al confine.
Qui sotto il suo percorso, dalla base della 53ma Brigata di difesa aerea di Kursk al confine.
Fonte: Bellingcat
Poi, analizzando meglio le foto, ecco che il 15mo elemento, quel 3X2, viene ritrovato: e’ stato cancellato, seppur malamente. Il JIT (e Bellingcat) hanno tracciato il percorso del Buk da una base dell’esercito russo da Kursk fino a un campo nel Donbass, da dove poi ha sparato un missile, e ne hanno anche trovato le prove del rientro in Russia, un missile in meno. Questa ricostruzione, va detto, e’ stata accettata dalla corte distrittuale dell’Aia nel suo giudizio contro i 4 accusati per la strage.
OK, trovato il Buk, bisogna trovare chi l’ha usato. Qui bisogna distinguere tra l’equipaggio del Buk e chi ha dato gli ordini, in altre parole tra esecutori materiali e mandanti.
Il JIT ammette che non si sanno le identita’ dell’equipaggio del Buk. E’ facile pensare che siano militari – il Buk era partito da una base militare, in un convoglio di soldati diretto a Rostov (ci sono foto sui social e quant’altro), e ad un certo punto il TELAR 3X2 s’e’ staccato dal gruppo. E’ altrettanto vero che lo stesso Buk e’ ritornato, assieme al suo equipaggio, in Russia una volta compiuto il fattaccio. Pero’, di loro non si sanno le identita’.
Rimangono quindi i mandanti. Qui il JIT ci riporta indietro alla primavera 2014, quando a Donetsk iniziano le rivolte filo-russe. Igor Girkin, ex membro dell’FSB russo, arriva a Donestk il 12 aprile e diventa in breve il “ministro della difesa” della Repubblica Popolare.
A giugno i combattimenti si intensificano, gli ucraini usano l’aeronautica, e i separatisti chiedono a Mosca di avere armi anti-aeree. Le richieste viaggiano attraverso la Crimea, e Girkin viene intercettato (al telefono) mentre chiede armi pesanti. Le armi non arrivano, pero’, e da Donetsk iniziano a spazientarsi; nelle intercettazioni, dalla Russia fanno capire che e’ Putin (via in Francia per l’anniversario del D-Day) a dover prendere una decisione. Tra il 14 e il 30 giugno l’amministrazione presidenziale russa – Putin e Shoigu - decide di fornire le armi ai separatisti.
Seguono un fottio di telefonate, tutte intercettate, mentre Mosca entra sempre piu’ nell’arena (con buona pace di chi lo nega), e infatti si vedono i risultati contro le truppe ucraine. Ci sono generali russi in Ucraina, nelle ‘Repubbliche’, a coordinare la guerra. In un settore troviamo Girkin, Dubinskyi, Pulatov e Kharchenko. Di Girkin gia’ si e’ detto; Dubinskyi e’ un ufficiale del GRU, Pulatov un ex soldato, anche lui russo, e Kharchenko e’ l’unico ucraino del mazzo. Sono sotto attacco da parte degli ucraini, e ordinano che il Buk venga nel loro settore. Un guerrigliero separatista, chiamato Bibliothekar, va a prendere il Buk e lo porta in Ucraina. Dubinskyi ne ordina il dispiegamento. Da li, il resto e’ storia. Basandosi su queste prove, la corte scagiona Pulatov ma condanna Girkin, Dubinskyi e Kharchenko.