GIORNO 5- SPRING IS IN THE AIR.
Non del tutto ad essere onesti. Sveglia alle 4.30. Fuori è già chiaro, ma solo per farti prendere atto che il tempo non collaborerà nemmeno oggi. Diluvia e fa parecchio freddo.
Oggi volerò in Hokkaido con Spring Japan, una delle ultime mancanti alla mia lista di compagnie giappe. Spring Japan è la branch nipponica di Spring China. Per acquistare il biglietto è stato parecchio complicato, tanto che ho dovuto optare per Ctrip, biglietteria online specializzata in robe orientali.
Lo shuttle dell’hotel mi deposita direttamente al T3, l’orrendo terminal low cost di NRT. È presto e i banchi di Spring sono ancora chiusi. La scena si presenta così
Smile, swing, spring! Che tanto fuori il tempo fa schifo.
Si può fare check-in sia ai self, con assegnazione random del posto, oppure al desk con scelta a pagamento. Scelgo questa opzione che mi costa ben 600 ¥.
Fatto check-in, mi dirigo verso i gate. Il tema del terminal è la palestra, forse per via delle corse che i passeggeri sono costretti a fare per raggiungerlo dal T2. Qui la pista di atletica che conduce aigli imbarchi
Fuori il panorama del T3 è questo. Ai Jetstar hanno scritto le marche usando un font con uno zero di troppo, tipo 250 invece che 25...
Piccola digressione su NRT. È uno degli aeroporti più che conosca, parlando di grossi scali. Praticamente circondato da alberi e piccole colline, da fuori non si riesce a vedere nulla. Una delle due piste è distaccata parecchio dal complesso principale. Le taxiway in alcuni punti fanno giri bizzarri e la disposizione dei terminal è a mio avviso completamente sui generis.
Altra vista del piazzale. Stessa disposizione che usavo quando da piccolo giocavo con le macchinine. Ordinate ma anche un po' a caso
Il sistema in uso è il finger non finger, visto anche in altri scali nella sezione ultra low cost.
Jetstar domina le partenze dell’alba
Stanno intanto preparando il mio
Imbarchiamo. Mi concedono gratis la priority, visto che la maggioranza dei pax è ancora indietro, impegnata a correre i 400m piani.
Preboarding bagnato
Nonostante i 6 anni di vita, l’interno è immacolato...
Ma il pitch è assassino
Safety card, fitta fitta di scritte.
Decollo umidissimo, nuvole a più strati e tempo brutto per buona parte del volo
Il resto è senza storia. Servizio a pagamento, unico passaggio del carrello, del pitch si è già detto, delle mie ginocchia potete immaginare. Atterriamo a Sapporo ritrovando lo stesso cattivo tempo di NRT, con qualche, parecchio, grado in meno.
Sbarco per ultimo, chiedendo una gentilezza alla capocabina che mi viene negata prima con un sorriso, poi scuotendo leggermente la testa, poi con quella faccia che fanno i neonati quando gli si da del limone, infine con la classica, definitiva, croce fatta con i due indici. Desisto.
Una volta dentro il terminal, vado a chiedere info all’ufficio del turismo. Passo davanti a loro, tra i miei preferiti
Qui inizia il mio primo OT. quinta volta a Sapporo, prima volta che metto il naso fuori dall’aeroporto. Ora che ho volato il volabile da qui, è ora di sentire se l’aria di Hokkaido è tollerata dai miei polmoni. Perfetto, aria ok, tolgo lo scafandro e vado a prendere il mio Hokkaido Rover che mi porterà in giro.
Dove? Breve storia triste. Prenotato una sistemazione da casa, il tizio dell’info point dice che è troppo lontano (6 ore di auto), ripiego su altra sistemazione in area racomandatissima dall’esperto, prendo l’auto, guido per quasi tre ore tra pioggia e neve combattendo il sonno e alla fine arrivo in questo ski resort ormai deserto in quanto la stagione è ormai conclusa. Spettrale.
Morale, bravo a pianificare voli esotici, chiavica ad organizzare il resto. Passo ciò che rimane del giorno nell’onsen della facility, così da far cuocere al vapore il piano B elaborato per domani.
GIORNO 6- LA TERRA BRUCIA MA IO MUOIO DI FREDDO
No, non è il titolo del nuovo libro della Thunberg, ma la sintesi della mia giornata. Sveglia con un sole che mi riempie di voglia di riscatto per la giornata inutile di ieri. Mi metto subito in marcia e qui inizia il mio primo OT che, vedrete, presto andrà totalmente in vacca.
Prima tappa il lago Toya, molto popolare per le sue acque trasparenti e l’isolotto che lo fa somigliare a un enorme ciambellone. La strada è dominata dalla presenza incombente del vulcano Yōtei.
Carpe in festa...
Nuotano felici e rovesciate in fronte al vulcano
Ecco il lago, il di suo isolotto...
Bene, visto. Ora mi rimetto in macchina alla volta di quella famosa pozzanghera blu, sita a nord di Sapporo (e io ovvio mi trovo al nadir del punto in cui si trova). Il navigatore mi propone la direttissima di quattro ore e 5700 ¥ da pagare in contanti, come minacciato dalla megera del car rental (no caredito carudo, only cash, no caridito carudo). Ok, inforco l’autopista, poi dopo un po’ faccio due conti, valuto pro y cons, e alla terza uscita abbandono. A sto punto vado a vedermi l’onsen che si trova nei pressi. Io pensavo ad un bagno in acque termali calde, a mollo in mezzo ad orsi che non curanti si uccidono di miele (il posto si chiama Noboribetsu bear’s park). Mi ritrovo a godere in solitudine la vista stupenda di un lago perfettamente circolare dalle acque incredibilmente azzurre e trasparenti
Proseguo, e la terra comincia a fumare. Bene, l’ammollo si avvicina. Ma più mi faccio nei pressi, più la cosa inizia a puzzare, di zolfo nello specifico. L’onsen si rivela un parco naturale in cui diversi sentieri si snodano intorno a pozze fangose ribollenti miasmi infernali. La terra fuma ovunque.
E mentre il suolo brucia, qualcosa di urgente comincia a fare capolino dentro di me. No, non si tratta di evacuazioni impellenti, solo una certa inquietudine che alla fine mi farà raggiungere a passo svelto l’auto, guidare allegro verso l’aeroporto, parcheggiare nei pressi della testata 19 e cominciare a scattare... questa una selezione
Sta per tramontare, ho freddissimo e vorrei fare le ultime foto dalla terrazza di CTS. Volo a far benzina, riconsegno l’auto e via diretto con il pick up al Domestic Terminal dove si trova la terrazza. E qui altri scatti.
Fuori fa veramente freddo, abbandono l’idea di continuare anche in ‘notturno’ (la terrazza chiude alle 20 e qui la luce è già andata) e mi conforto con un ramen bollente. Ah, prima faccio un salto al negozietto di modellismo, libri e affini al quinto piano del terminal. Regala sempre qualche sorpresa, ma oggi l’unica sorpresa è realizzare di aver comprato ormai tutto. Al ramen segue una corsa in metropolitana fino al JR hotel che mi ospiterà per la notte. Domani Osaka via Sendai e poi Kyoto e forse Nara, se solo riuscirò a star lontano dagli aeroporti. [continua...]