[TR] Giappone REDO- 13 giorni e tutti i voli che ci possono stare


jetboy

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Vedere la foto dell'A/M di FAT mi ha commosso... Il mio "battesimo dell'aria" è avvenuto su PMO-FCO quasi trent'anni or sono, proprio su un Super80 ATI... Indimenticabile il suo "nasone". Una curiosità MZG è forse il vecchio codice IATA di TTT? Non ho trovato alcuna info...
Ahhhh. Condividiamo lo stesso ricordo. Per me 30 anni fu un Md80 di ATI a battezzarmi sulla LIN CTA. MZG è il codice per l’aeroporto di Penghu, isolotto a sud ovest di Taipei


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I-DAVE

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6 Novembre 2005
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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Vedere la foto dell'A/M di FAT mi ha commosso... Il mio "battesimo dell'aria" è avvenuto su PMO-FCO quasi trent'anni or sono, proprio su un Super80 ATI... Indimenticabile il suo "nasone". Una curiosità MZG è forse il vecchio codice IATA di TTT? Non ho trovato alcuna info...
TTT è Taitung/Taidong, angolo sud-est di Taiwan. MZG, come detto da Jetboy, è l'aeroporto principale dell'arcipelago delle Pescadores (Penghu), nella municipalità di Makung/Magong - c'è un secondo aeroporto, CMJ, sull'isola di Qimei.

DaV
 

jetboy

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GIORNO 4. SEI SCARSO

Niente maratone aviatorie oggi, tanto che l’idea di prendere un solo volo mi disorienta un po'. Pochi sì, ma molto buoni direi. Sveglia di buon ora, direzione il Terminal 2 di TPE. Oggi si vola China Airlines per Narita. Nulla, saputo che il primo volo della mattina è operato dall’A350, non ho saputo resistere. Il check in lo faccio ai self. Fatto anche tramite app che però, a differenza di EVA, non ti permette di ricevere il formato passbook.



Cerco uno Starbucks, che nella food court è un grande assente, e cedo ad una colazione decisamente orientale.*



Procedendo all’area gate, le finestre che danno sulle taxi mostrano un vero e proprio balletto di macchine a traino.



La vista fuori è interessante, dominata in larga parte da CI. Lui va a Pechino.



Lui invece non si sa



Poi dalla nursery emerge anche il mio



Zorro è indubbiamente uno spettacolo. Airbus ci ha davvero preso con sta storia della mascherina





Qualche minuto di ritardo e imbarcano.*


*
Notevoli anche le winglet a sciabola



La vera sorpresa sono gli interni. Molto eleganti.







Pitch generosissimo (anche allungandomi al massimo non arrivo a toccare con le ginocchia)



Safety card



L’imbarco è velocissimo, nonostante il volo sia quasi*pieno. Stacchiamo quasi puntuali, ma c’è da aspettare.



Siamo i numero 5, se ho contato giusto. Altri due chiudono la fila. Decolliamo con mezz’ora di ritardo e ci lasciamo l’umido sotto di noi





Servizio. Chiedo il pollo e mi viene servita una roba che sembra un volatile bonsai. Puree con gli avanzi di ieri , frutta e il solito pane e burro sfamapoveri completano in menu. Il tutto innaffiato da un’ottima Sapporo, a celebrare il mio ritorno in terra nipponica.



Da segnalare il dolcetto, una deliziosa selezione di mini tartufi di cioccolato davvero molto buoni. Finito il pasto, provo a fare qualche foto intorno. E devo dire che non c’è una sola cosa di questi interni che non mi piaccia. Il capo cabina mi fa fare un giro completo.
Rear galley



Skylounge che serve le sezioni business class e premium ecnomy. Sui voli a lungo raggio viene allestita con selezione di vini, the, cioccolato e caffè ad libitum. La selezione di snack si articola poi in une sezoni, una orientale con noodles e affini, e una occidentale con una scelta di snack dolci e salati. Mi invita a fare tutte le foto che voglio, scusandosi solo per il fatto che su questo volo la skylounge non è disponibile.*



Sbircio anche la business. Nulla di che nella configurazione ma piacevole straordinaria per la scelta dei colori.



Insomma, bravi davvero! A confronto con il 787 di EVA, anch’esso nuovo di fabbrica, questo vince a mani basse. E non me ne voglia qualcuno che so che sta leggendo.

Siamo ormai in discesa verso NRT, dove pioggia ci tocca.*



Altra cosa figa, la pagina delle flight connections. E questa volta, Air China e parecchie altre ciao ciao con la manina



Ancora qualche minuto sopra le nuvole, spesse e basse..



E atterriamo fradici



Foto ricordo di Zorro





Parcheggiato a fianco di un’altra mascherata, questa volta CX



In pochissimi minuti sono fuori. Vediamo. Dove posso portarvi ora? Ah sì, al museo della scienza aeronautica, nascosto tra le mille colline di Narita (e tra i mille opuscoletti sulle cose da fare all’infopoint). Si arriva con il bus da entrambi i terminal, anche se le frequenze sono piuttosto scarse. Ci sono varie opzioni. Quella più conveniente per me è un autobus che mi scaricherà all’angolo di una strada da dove si arriva al museo con una camminata di 8 minuti.
Siamo sicuri? Io non vedo tracce di costruzioni, tutto è prato e tranquilli ruscelli...



*E alla fine, dietro una curva, il museo!*



Del Giappone ho capito che molte delle cose più belle sono nascoste e difficili da trovare. Questo è un esempio, e nemmeno dei più complicati. Ingresso...



Nel poco tempo che ho a disposizione riesco a vederlo tutto. È piccolo, va bene, ma ha tutto in regola per valere una visita. Il pezzo forte è la sezione 41, una prua intera dei uno dei prototipi del 747-100. Meglio le immagini delle chiacchiere..











Se è porno, levo











La sala principale ospita una riproduzione in scala di NRT, una collezione di foto di tutti, ma proprio TUTTI gli aere che sono transitati sullo scalo e varie altre amenità, come questo diorama di un crash landing.









C’è anche una biblioteca, che contiene veramente di tutto..





...e uno shop abbastanza fornito



Mi dirigo proprio lì a far qualche danno (punto al modello 1/200 del cicciobus di ANA versione tartaruga) e qui succede una cosa simpatica. Mi si avvicina il commesso tutto trafelato e vedendomi con la macchina fotografica, mi chiede se sono uno spotter. Rispondo che sì e lui si anima ancora di più, dicendomi qualcosa che non capisco. Poi prende il cellulare e mi fa vedere una foto, e capisco che sta dicendomi che è in partenza una rarità, una prima a Narita. Quale? Il 359 da cui sono appena sceso. Gli dico quindi di aspettare un momento, e quando gli faccio vedere le foto scattate a bordo di quello stesso aereo poco prima, diventa tutto rosso e scoppia a ridere come un matto. In effetti la terrazza è un ottimo punto di osservazione...



Purtroppo una delle sezioni del museo è in manutenzione. Posso solo sbirciare dalla porta aperta.



È ora di correre al terminal, recuperare il bagaglio lasciato in deposito, fare un cambio dei vestiti, visto che sono passato dai 35º di Taipei ai 10º scarsi di qui, volare all’appendice dello shop del museo al 5º piano del central building al T1 e fare un altro acquisto.*
E poi, prendi il Narita express, arriva a Tokyo, fai tappa al tuo negozio di dolci preferito (Mimi et Bon), vai a Tamachi, lascia un bagaglio in deposito nell’ultimo hotel della vacanza, vai da Seven Eleven a comprarti la cena (in viaggio io non mangio, mi nutro), vai da Top Gun, negozio di modelli ad Akihabara a fare un altro danno, corri alla Tokyo station, prendi l’ultimo NEX, arriva al T1, prendi il pullman per l’hotel.....e come niente si fanno le 23, ora in cui spengo la giornata.
 
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Splendido l’A350!!!! E grandissimo l’addetto del negozio. Sono queste piccole cose che fanno il Giappone il bel posto che é.
 

jetboy

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GIORNO 5- SPRING IS IN THE AIR.


Non del tutto ad essere onesti. Sveglia alle 4.30. Fuori è già chiaro, ma solo per farti prendere atto che il tempo non collaborerà nemmeno oggi. Diluvia e fa parecchio freddo.
Oggi volerò in Hokkaido con Spring Japan, una delle ultime mancanti alla mia lista di compagnie giappe. Spring Japan è la branch nipponica di Spring China. Per acquistare il biglietto è stato parecchio complicato, tanto che ho dovuto optare per Ctrip, biglietteria online specializzata in robe orientali.
Lo shuttle dell’hotel mi deposita direttamente al T3, l’orrendo terminal low cost di NRT. È presto e i banchi di Spring sono ancora chiusi. La scena si presenta così








Smile, swing, spring! Che tanto fuori il tempo fa schifo.





Si può fare check-in sia ai self, con assegnazione random del posto, oppure al desk con scelta a pagamento. Scelgo questa opzione che mi costa ben 600 ¥.





Fatto check-in, mi dirigo verso i gate. Il tema del terminal è la palestra, forse per via delle corse che i passeggeri sono costretti a fare per raggiungerlo dal T2. Qui la pista di atletica che conduce aigli imbarchi








Fuori il panorama del T3 è questo. Ai Jetstar hanno scritto le marche usando un font con uno zero di troppo, tipo 250 invece che 25...





Piccola digressione su NRT. È uno degli aeroporti più che conosca, parlando di grossi scali. Praticamente circondato da alberi e piccole colline, da fuori non si riesce a vedere nulla. Una delle due piste è distaccata parecchio dal complesso principale. Le taxiway in alcuni punti fanno giri bizzarri e la disposizione dei terminal è a mio avviso completamente sui generis.
Altra vista del piazzale. Stessa disposizione che usavo quando da piccolo giocavo con le macchinine. Ordinate ma anche un po' a caso





Il sistema in uso è il finger non finger, visto anche in altri scali nella sezione ultra low cost.





Jetstar domina le partenze dell’alba








Stanno intanto preparando il mio





Imbarchiamo. Mi concedono gratis la priority, visto che la maggioranza dei pax è ancora indietro, impegnata a correre i 400m piani.





Preboarding bagnato





Nonostante i 6 anni di vita, l’interno è immacolato...





Ma il pitch è assassino





Safety card, fitta fitta di scritte.





Decollo umidissimo, nuvole a più strati e tempo brutto per buona parte del volo








Il resto è senza storia. Servizio a pagamento, unico passaggio del carrello, del pitch si è già detto, delle mie ginocchia potete immaginare. Atterriamo a Sapporo ritrovando lo stesso cattivo tempo di NRT, con qualche, parecchio, grado in meno.








Sbarco per ultimo, chiedendo una gentilezza alla capocabina che mi viene negata prima con un sorriso, poi scuotendo leggermente la testa, poi con quella faccia che fanno i neonati quando gli si da del limone, infine con la classica, definitiva, croce fatta con i due indici. Desisto.
Una volta dentro il terminal, vado a chiedere info all’ufficio del turismo. Passo davanti a loro, tra i miei preferiti





Qui inizia il mio primo OT. quinta volta a Sapporo, prima volta che metto il naso fuori dall’aeroporto. Ora che ho volato il volabile da qui, è ora di sentire se l’aria di Hokkaido è tollerata dai miei polmoni. Perfetto, aria ok, tolgo lo scafandro e vado a prendere il mio Hokkaido Rover che mi porterà in giro.





Dove? Breve storia triste. Prenotato una sistemazione da casa, il tizio dell’info point dice che è troppo lontano (6 ore di auto), ripiego su altra sistemazione in area racomandatissima dall’esperto, prendo l’auto, guido per quasi tre ore tra pioggia e neve combattendo il sonno e alla fine arrivo in questo ski resort ormai deserto in quanto la stagione è ormai conclusa. Spettrale.
















Morale, bravo a pianificare voli esotici, chiavica ad organizzare il resto. Passo ciò che rimane del giorno nell’onsen della facility, così da far cuocere al vapore il piano B elaborato per domani.


GIORNO 6- LA TERRA BRUCIA MA IO MUOIO DI FREDDO


No, non è il titolo del nuovo libro della Thunberg, ma la sintesi della mia giornata. Sveglia con un sole che mi riempie di voglia di riscatto per la giornata inutile di ieri. Mi metto subito in marcia e qui inizia il mio primo OT che, vedrete, presto andrà totalmente in vacca.
Prima tappa il lago Toya, molto popolare per le sue acque trasparenti e l’isolotto che lo fa somigliare a un enorme ciambellone. La strada è dominata dalla presenza incombente del vulcano Yōtei.





Carpe in festa...





Nuotano felici e rovesciate in fronte al vulcano


Ecco il lago, il di suo isolotto...





Bene, visto. Ora mi rimetto in macchina alla volta di quella famosa pozzanghera blu, sita a nord di Sapporo (e io ovvio mi trovo al nadir del punto in cui si trova). Il navigatore mi propone la direttissima di quattro ore e 5700 ¥ da pagare in contanti, come minacciato dalla megera del car rental (no caredito carudo, only cash, no caridito carudo). Ok, inforco l’autopista, poi dopo un po’ faccio due conti, valuto pro y cons, e alla terza uscita abbandono. A sto punto vado a vedermi l’onsen che si trova nei pressi. Io pensavo ad un bagno in acque termali calde, a mollo in mezzo ad orsi che non curanti si uccidono di miele (il posto si chiama Noboribetsu bear’s park). Mi ritrovo a godere in solitudine la vista stupenda di un lago perfettamente circolare dalle acque incredibilmente azzurre e trasparenti





Proseguo, e la terra comincia a fumare. Bene, l’ammollo si avvicina. Ma più mi faccio nei pressi, più la cosa inizia a puzzare, di zolfo nello specifico. L’onsen si rivela un parco naturale in cui diversi sentieri si snodano intorno a pozze fangose ribollenti miasmi infernali. La terra fuma ovunque.











E mentre il suolo brucia, qualcosa di urgente comincia a fare capolino dentro di me. No, non si tratta di evacuazioni impellenti, solo una certa inquietudine che alla fine mi farà raggiungere a passo svelto l’auto, guidare allegro verso l’aeroporto, parcheggiare nei pressi della testata 19 e cominciare a scattare... questa una selezione

















Sta per tramontare, ho freddissimo e vorrei fare le ultime foto dalla terrazza di CTS. Volo a far benzina, riconsegno l’auto e via diretto con il pick up al Domestic Terminal dove si trova la terrazza. E qui altri scatti.











Fuori fa veramente freddo, abbandono l’idea di continuare anche in ‘notturno’ (la terrazza chiude alle 20 e qui la luce è già andata) e mi conforto con un ramen bollente. Ah, prima faccio un salto al negozietto di modellismo, libri e affini al quinto piano del terminal. Regala sempre qualche sorpresa, ma oggi l’unica sorpresa è realizzare di aver comprato ormai tutto. Al ramen segue una corsa in metropolitana fino al JR hotel che mi ospiterà per la notte. Domani Osaka via Sendai e poi Kyoto e forse Nara, se solo riuscirò a star lontano dagli aeroporti. [continua...]


 
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Splendido l’A350!!!! E grandissimo l’addetto del negozio. Sono queste piccole cose che fanno il Giappone il bel posto che é.
Davvero bellissimo, e ottimo il servizio. Spicca su tutti i 350 su cui ho volato finora. Bravi!

Molto ben scritto in maniera simpatica.Ottimo Roma Radar

PS hai dormito un po' ?
Grazie! No, Roma Radar. Ho dormito pochissimo. Ed è stato bellissimo...
 

Greco

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Un altro TR veramente incredibile. Una curiosità, per noleggiare a Sapporo hai usato la patente italiana?
 

jetboy

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Un altro TR veramente incredibile. Una curiosità, per noleggiare a Sapporo hai usato la patente italiana?
Grazie! No, serve la patente internazionale (convenzione di Ginevra) con la quale integri la patente in corso di validità. Poi è tutto veramente semplice. L'auto è dotata di navigatore e ti danno un libretto in cui c'è un elenco di destinazioni popolari, ognuna con un codice associato. Basta inserire il codice nel navsat, e il gioco è fatto. Percorso e strade alternative compaiono all'istante.
 

ottovolante

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Uhm.. onestamente il terminal low cost di Narita è quanto di brutto si possa vedere di un aeroporto... Ha lo stesso aspetto dell'Eurospin vicino casa.:D
Fortunatamente, il "panorama" che offre la terrazza permette di rifarsi gli occhi...
 

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Uhm.. onestamente il terminal low cost di Narita è quanto di brutto si possa vedere di un aeroporto... Ha lo stesso aspetto dell'Eurospin vicino casa.:D
Fortunatamente, il "panorama" che offre la terrazza permette di rifarsi gli occhi...
Davvero uno dei peggiori, secondo solo a BVA
 

jetboy

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GIORNO 7. IL GIRO DI BOA


Anche oggi è la luce a svegliami. Fuori chiaro, dentro 4.48 am. Il Giappone vive su orari sui generis. D’estate alle 4 è già chiaro, alle 19.30 praticamente buio. Oggi si va a Osaka, via Sendai. Volerò su una vecchia signora, credo la più anziana della flotta NH. Poi un Dash8-400, quello con le caviglie di cristallo, mi scarrozzerà fino ad Itami. Troppo facile volarci direttamente, troppo poco divertente, voi mi capirete.
Colazione 'al sacchetto' comprata da Lawson la sera prima e consumata a letto come i pascià. La tele trasmette gli imperdibili programmi del mattino, che sono in pratica versioni di uno mattina arricchite da una scarica ininterrotta di ‘oooh, aaahhhh, ehhhhh, ohhhh, hai, hai, hai. A quattro ore esatte dalla partenza lascio l’hotel (JR INN che consiglio per chi ha un layover a CTS- l’aeroporto chiude di notte e non è concesso dormirci). A tre ore e 45 dalla partenza sono già nel terminal. Faccio il check-in ai self e tramite QR code mi viene soarata la mia prenotazione. Posto già assegnato, che confermo. Interessante nota: il sistema visualizza i posti già assegnati e ‘mappa’ gli infant a bordo, tipo campo minato. E in effetti oggi voliamo con parecchie armi anti uomo. In un attimo ottengo la carta di imbarco





Ora ascendo alla terrazza, per respirare un po’ di idrocarburi. In prossimità dell’uscita c’è un piccolo museo dedicato a JAL, parecchio interessante, contenente una collezione di divise, una di modellini, oggetti di varia provenienza ed epoca, e ottimi infographics sui diversi aerei attuali e andati.











Fuori la mattinata gira pigra. Lui va a KUL





Lui arriva da HND





Rientro e mi faccio un giro al quarto piano, dove si trova lo smiling corridor, vero paradiso di giochi e attrazioni per i più piccoli. Accanto all’inevitabile fake terminal di Hello Kitty, Doraemon domina con un murales gigante. Mentalmente gli rivolgo una preghiera affinché faccia fuori per sempre la gattina dalla bocca mancante.





Tempo di penetrare i filtri. Qui vale la regola che ti puoi portare le bevande, previo check con una macchina che probabilmente fa una PET istantanea alla bottiglietta.
A proposito di radiazioni, lui arriva da Fukushima, e sarà il mio 'bobby' per SDJ.





Imbarco svizzero, e in un quarto d’ora siamo tutti a bordo, compresa la mina di fianco a me.








La vecchia signora si mantiene perfettamente, nonostante l’età (16 anni suonati). Gli interni immacolati tradiscono i segni del tempo solo dalla forma delle cappelliere e dalla fantasia delle ‘tappezzerie’.








Anche i finestrini, di solito andati in malora su macchine così vecchie, sembrano stati prodotti e installati da Swarowsky. Rotten safety card..





Lasciamo Chitose in perfetto orario. Per chi si ricorda il rumore della retrazione dei flap sui bobby di qualche generazione fa, ecco, tra poco è il momento.








Lasciamo la costa e prendiamo il largo





Rapido sguardo alla rivista di bordo per fare la spunta di quello che non ho ancora preso di ANA. Mancano solo i cargo, l’ CENSORED FOR SPOILING e il Millenuim falcon. Il resto? Volato su tutto.





Punta estremo nord di Honshu...





Punto in cui il servizio interrompe momentaneamente la stesura di questo racconto in presa diretta





Chiedo e ottengo una nuova safety card, che mi viene consegnata come un superalcolico negli states





Fuori un vulcano, e no, non è il Fuji.








L’avvicinamento a Sendai è davvero degno di nota. Si costeggia la costa, si vira in sottovento, poi in prossimità delle montagne si vira a sinistra fino praticamente in finale.

















Atterriamo in gran anticipo. Se è porno, levo





Ultimi scatti del nostro, con l’equipaggio delle pulizie fuori che aspetta che finisca...





Dettagli che indicano l’appartenenza ad ANA...





Parcheggiamo a fianco di questo E170 di J-AIR, altra prossima vittima delle mie folli prenotazioni.





Pare solo a me più corto in questi colori? Una volta dentro, la solita, piacevole pletora di attività per appassionati di aerei. E addio pranzo. Trovo un piccolo museo





Con qualche chincaglieria esposta ed un cockpit semi-giocattolo dell’A300 dove piloti in erba si contendono leve e manette








L’inevitabile observation deck, sito su una torre che raggiungi con quattro rampe di scale (naviganti con bagagilo al seguito usate l’ascensore). C’è pure questo, atterrato dritto nella food court.





Chech-in per il segmento successivo fatto, è ora di passare i filtri. Lui domina il portale delle partenze.



Bella la macchina, discutibile la livrea, che oltre all’orrendo logo, prevede parte delle ali e dei piani di coda dipinti di rosa e blu. Lato aria regnano la pulizia silenzio che , interrotto solo dai discreti chime e annunci di partenze quasi sussurrati. Il mio riparte per CTS








La zona gate 8-10 è ancora meglio. Tutto strapulito e sobriamente elegante, ricorda alcuni scali del nord europa. E anche qui regna un moquettato silenzio.





Parte l’imbarco e al mio turno luce rossa. Manca la terza boarding pass. Sui domestici hanno una strana procedura che prevede una prima stampa al check in, una ricevuta ai controlli e una terza al momento dell’imbarco. Facendo tutto con passbook, il sistema va nei casini. Ecco il tris d’assi.





Pre imbarco








ANA sugli aerei piccoli non prevede il delivery at aircraft, quindi se viaggi con un trolley te lo tieni sotto il sedile davanti. Peccato, il pitch non sarebbe nemmeno male.





Decolliamo in direzione mare.





Riguadagnamo terra sulla verticale di un luogo tristemente famoso: Fukushima





Putroppo tempo si guasta e sorvoliamo una coltre ininterrotta di nuvole. O almeno credo, visto che dormo fino alla discesa.
Atterrare a Itami è un’ottima occasione per farsi un’idea di quanto fittamente sia popolata. Case talmente piccole e addossate l’una all’altra da sembrare una distesa di macerie





Giù il carrello, e saltando un E170 di J-AIR siamo a terra





Ultimi scatti e via verso il terminal








Passo il resto della giornata in viaggio verso Kyoto dove ad accogliermi sarà la pioggia battente. La città è invasa da turisti di tutte le risme, molti gli italiani, e credo che vorrò presto volare via. Accompagno la cena in busta comprata da Family Mart con una Sapporo in lattina per celebrare il giro di boa della mia vacanza. Ancora molto, e forse le parti più succulente, hanno da venire. Suspence....
 
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Un folle! Ma grazie mille per la nuova carrellata. Non vedo l’ora di leggere il resto!

Gli aeroporti dovrebbero essere silenziosi per legge, e cose come SCL lato domestico (musica a stecca, annunci ogni 3 minuti) andrebbero usati solo come alternativa al waterboarding.
 

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Un folle! Ma grazie mille per la nuova carrellata. Non vedo l’ora di leggere il resto!

Gli aeroporti dovrebbero essere silenziosi per legge, e cose come SCL lato domestico (musica a stecca, annunci ogni 3 minuti) andrebbero usati solo come alternativa al waterboarding.
Grazie! Anche per la pazienza che tu ed altri avete nel leggere questo verbosissimo TR. Hai ragione. Tutt'altro viaggiare quando gli aeroporti sono tranquilli e spaziosi. E ora... sotto con il resto!
 

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GIORNO 8 TOLTO UN IMPERATORE SE NE FA UN ALTRO


Via il vecchio, fuori il nuovo. Vale per l’imperatore e vale per le mie passioni che oggi, in questo giorno di OT, hanno subito una drammatica trasformazione. Vi dicevo della mia difficoltà a vedere cose che non siano avio-affini. Bene, oggi tocca a panico-Kyoto che con i suoi mille templi è un must di ogni viaggio in Giappone. Non nella golden week, la settimana di festa in cui tutti i giapponesi vanno in vacanza e si spostano in massa verso i luoghi del cuore, Kyoto in testa. Uno come me, a cui la calca fa venire voglia di scappare, mal si dispone in situazioni come questa. Aggravata dalla mancanza di una meta precisa (vado a vedere le cose giapponesi di Kyoto. Sì ma quali? Scegline una. Sì ma quale...) la giornata inizia con un broncio affogato in un caffè di Starbucks. Mi decido e andrò a vedere il più famoso. Un suicidio premeditato, visto che saranno tutti là. Prima tappa, e prima prova da superare, la ricerca di un armadietto dove collocare la mia preziosissima soma. Un’ora in tutto spesa alla stazione, su e giù per i mille piani di questo mostro di scale mobili acciaio e laterizi





Ho una tappa ora, e decido di andarci a piedi, facendo zig zag tra le minuscole e bruttine ‘dori’ intorno alla stazione. Bruttine sì, ma un certo fascino lo hanno comunque








Il fascino della composta desolazione. A sorpresa poi si aprono giardini che sono veri e proprie oasi di pace e silenzio.








Più ci mi avvicino alla meta, più la situazione gente si densifica. Fino ad arrivare ad una catastrofica fila sulla salita che dà all’area di Kiyomizu-dera. Resisto giusto il tempo di fare qualche scatto.








Faccio la posta alle varie ragazze che si mettono in posa per farsi fotografare da amici o fidanzati nei loro pregiatissimi kimono. Ne individuo una, provo con discrezione a ritrarla mentre il fidanzato fa lo stesso, poi si ricongiungono e capisco che sono cinesi. La molla che mi fa saltare via scatta quando sulla scalinata compare una famiglia di turisti europei che tra mille fatiche cercano di issar, sulla scalinata e in mezzo alla calca, un passeggino col loro figliolo bello e addormentato. Troppo. La città è laggiù e vorrei un deltaplano per sorvolarla in pace.





Il diavolo che si è impossessato di me mi suggerisce di scappare, ora, subito, e di provare ad andare a visitare il museo dei treni, che si trova non lontano dalla stazione della JR Station di Kyoto. Non sarà tradimento? Ma no, fa lui. Le passioni non cambiano. Considerala solo una piccola, innocua parentesi. E sia, mi incammino per altri 7 Km. Ed eccomi nella mecca di tutti i colleghi ferr-appassionati. C’è veramente di tutto.
A cominciare dal primo Shinkansen entrato in servizio nel 1964 e che con le sue forme tondeggianti rappresentava per noi cresciuti con i cartoni animati giapponesi una sorta di emblema della modernità nipponica.





Viaggiava alla incredibile velocità di 150 Km/h, una scheggia ai tempi





Gli interni sono immacolati, come del resto tutto in questo museo





Il ‘cockpit’ visto da fuori ricorda qualcosa di familiare. Sarebbero bastate due ali e oggi avremmo il Serie Zero Max 8.





Taxi lights...





L’evoluzione continua fino ad arrivare ai giorni nostri con i vari Nozomi e compagnia bella. Tra tutti, spicca per le sue forme avveniristiche il serie 500, vero prodigio di tecnologia e design che però, ahimè, viaggia più lento di un nostro Frecciarossa








Qui qualcuno si farà male...





Fuori il festival delle locomotive a vapore.








Mi avete convinto. Cambio passione e viro verso la ferrovia! Sacrilegi a parte, è insieme un piacere e un rammarico vedere musei organizzati, gestiti e mantenuti in questo modo. La gioia è ovvia. Il rammarico è pensare che musei nostrani faticano a raggiungere quel minimo di decenza da renderli finalmente un’attrazione degna di nota. Se penso all’ultima visita a Volandia... ah, il biglietto? Circa 5 euro. Il museo della brughiera ne chiede 14. Archiviati i malumori, ritorno in stazione e in sequenza: prendo il treno-vado a osaka-scendo alla stazione sbagliata per trovarmi con un amico che pacca (porc...)-pullmann-itami-hotel-tv-nanna. È mezzanotte, è ufficialmente iniziata una nuova era sotto la reggenza di Naruhito. Per me invece non cambia nulla. Nuovo giorno, vecchie passioni.
 
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