Lugano-Airport


viacc65

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25 Febbraio 2011
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Ancora poche ore poi sarà la fine Swiss da diverso tempo è sempre meno interessata al collegamento su Zurigo, utopia far funzionare il volo su Ginevra o altre città in quanto la Malpensa è a 1 ora di auto
 

belumosi

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Swiss conferma la chiusura definitiva del LUG-ZRH e dirotta i pax sul servizio ferroviario.
Il sindaco di Lugano (nonchè presidente dell'aeroporto) Borradori è furioso, ed afferma che non volerà mai più Swiss.
Probabile a questo punto che LUG venga impostato per essere uno scalo di AG, per la quale è perfetto.
Con la speranza che i ticinesi sappiano guardare al di la di una ossessiva "svizzeritudine", prendendo atto che a 45 km in linea d'aria da Lugano c'è uno scalo ottimamente collegato con ogni angolo d'Europa e con un buon network anche a livello globale.
 

uncomfortable

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Con la speranza che i ticinesi sappiano guardare al di la di una ossessiva "svizzeritudine", prendendo atto che a 45 km in linea d'aria da Lugano c'è uno scalo ottimamente collegato con ogni angolo d'Europa e con un buon network anche a livello globale.
A parte le battute, forse potrebbe essere il caso di dirottare i soldi che sarebbero stati spesi per l'accanimento terapeutico necessario a tenere aperto l'aeroporto per finanziare un servizio di trasporto collettivo per Malpensa, ammesso che i Flixbus attuali non siano sufficienti.
 

belumosi

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MXP è già collegato con Lugano via ferrovia. Il tempo di percorrenza tuttavia è piuttosto lungo (circa 1h40'), sia perchè i treni fanno tutte le fermate, sia perchè deve ancora essere costruita le bretella di 4 km che collegherebbe il T2 a Gallarate, evitando il giro per Busto Arsizio ed accorciando il percorso.
Con il superamento di questi limiti, presumibilmente un servizio espresso collegherebbe Lugano a MXP in un'ora o poco più.
E' invece interessante osservare le reazioni alla chiusura del volo in Ticino. Prima ancora che per la perdita di un collegamento comodo, gli strali dispensati a piene mani verso Swiss sono dovuti ad una presunta mancanza di rispetto verso il Ticino, che essendo parte della Svizzera dovrebbe essere servito dalla compagnia di bandiera. E c'è chi vorrebbe far togliere la bandiera rossocrociata dalle code degli aerei della compagnia.
Manca qualunque riferimento alla realtà per quanto riguarda dettagli come la catchment area ridicola, la sostenibilità economica del volo, i rilevanti limiti tecnici imposti dallo scalo, la palese convenienza di Swiss ad utilizzare i preziosi slot zurighesi per aerei che trasportano ben altra quantità di pax rispetto ai 20-30 che mediamente prendevano posto sui Saab.
E in un momento come questo, non possono mancare le proposte fantasiose per ottenere comunque dei voli di linea. Tralascio i dettagli per pietà.
 

13900

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Ho preso il TiLo Lugano-Malpensa ed è un’esperienza più che dignitosa: un’ora e 30/40, treno moderno, non troppo affollato, un po’ lento a tratti (in particolar modo per il cambio del personale di condotta al confine) ma comunque ben fatto. Prezzo svizzero, ma volendo c’è anche Flixbus.

Il confronto col viaggio della speranza stile Dacca in ora di punta fatto per arrivare a LHR per iniziare quel viaggio (un’ora e quaranta di Northern e Piccadilly da Old street) è improponibile.

Non c’è da addormentarsi sugli allori, ma in Lombardia/Ticino il trasporto locale su ferro ha fatto passi da gigante negli ultimi anni; solo nella bigliettazione online sono rimasti indietro.
 

uncomfortable

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Manca qualunque riferimento alla realtà per quanto riguarda dettagli come la catchment area ridicola, la sostenibilità economica del volo, i rilevanti limiti tecnici imposti dallo scalo, la palese convenienza di Swiss ad utilizzare i preziosi slot zurighesi per aerei che trasportano ben altra quantità di pax rispetto ai 20-30 che mediamente prendevano posto sui Saab.
Purtroppo è velleitario sperare che il cittadino medio abbia nozioni di questo genere. E forse non dovrebbe nemmeno. Basterebbe fidarsi di chi ne sa di più. Ma siamo sempre lì...
 

belumosi

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Purtroppo è velleitario sperare che il cittadino medio abbia nozioni di questo genere. E forse non dovrebbe nemmeno. Basterebbe fidarsi di chi ne sa di più. Ma siamo sempre lì...
In teoria chi dovrebbe saperne di più è proprio la classe politico-manageriale che sovrintende alla gestione dello scalo.
Ma visto che questi signori sono i primi che per gretta convenienza parlano come se venissero da Fantasilandia, è difficile che i cittadini ripongano in loro grande fiducia.
 

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Ma senti questi fulminati...


Sì a Lubiana, no a Lugano: j'accuse di Avio Ticino a Swiss
L'associazione per la difesa dello scalo luganese non le manda a dire: "C'è premeditazione"


Dopo lo schiaffo a Lugano, Swiss ha annunciato oggi di aver assicurato il collegamento aereo tra Zurigo e Lubiana a partire dal prossimo 16 ottobre. La tratta, lo ricordiamo, in precedenza era di competenza di Adria Airways, che lo scorso lunedì ha depositato i bilanci. La linea che collega Zurigo e la capitale slovena prevede inizialmente cinque voli a settimana e i collegamenti saranno garantiti da Helvetic Airways. A partire dal 27 ottobre, con l'introduzione dell'orario invernale 2019/2020, Swiss ed Helvetic si alterneranno offrendo un collegamento al giorno.

La decisione della compagnia di bandiera elvetica non è però piaciuta a Avio Ticino, l'associazione in difesa dell'aeroporto che nelle scorse settimane aveva lanciato una raccolta firme raccogliendo più di 8'000 sottoscrizioni. "Chiudendo Lugano, si sono liberati gli slot su Zurigo, quindi li hanno utilizzati per Lubiana. Se Swiss ha fatto questo gioco, c'è premeditazione - è il j'accuse lanciato su Facebook - Siccome la capacità di ricevere voli (slot) a Zurigo è limitata, non è che i quattro slot occupati sul volo LUG-ZRH dovevano essere riassegnati per altre tratte? Inoltre, non vai a pianificare un'altra tratta se già opera un vettore (Adria), a meno che: 1. vuoi fargli concorrenza (improbabile perché è il partner sulla rotta di Lugano), 2. hai la certezza che Adria fallirà! Ora? Cosa vogliamo fare? Probabilmente qualche Autorità dovrà intervenire, anche pesantemente". Insomma, l'addio a Lugano sarebeb stato attuato per concentrarsi su un collegamento più redditizio.

Altri dettagli nel TG di TeleTicino delle 18.45

Redazione | 26 min
 

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Riprendono le trattative tra Lugano Airport e Zimex
Per l'eventuale ripresa della linea verso Ginevra. L'aeroporto chiama in causa l’Ufac per verificare come Swiss possa rinunciare alla concessione su Zurigo


Ridecollano le trattative fra Lugano Airport Sa (Lasa) e Zimex per l’eventuale ripresa, da parte della compagnia zurighese, della linea verso Ginevra. È questa, in estrema sintesi, la buona notizia emersa dall’incontro di oggi a Zurigo.

Come ci conferma il vicepresidente del Cda di Lasa, il senatore Filippo Lombardi, «la buona notizia è che il dialogo è ripreso ma nessuna conclusione può essere tratta a questo momento, perché le due parti hanno esigenze, aspettative e limiti tutte da verificare nelle prossime settimane». Stiamo parlando della linea verso Ginevra, non di quella su Zurigo, operata da Swiss tramite Adria Airways recentemente fallita. La trattative sono riprese dopo l’interruzione provocata, prosegue Lombardi, «dall’articolo della “Sonntagszeitung” sciaguratamente ripreso dai media che parlava della Zimex come candidata a riprendere le linea su Zurigo. Una linea che era un volo Swiss e anche in futuro avrebbe un senso solo con la stessa Swiss. Da qui la successiva reazione di Zimex di annunciare la rinuncia a ogni ulteriore contatto e trattativa».

I colloqui ribadisce il senatore, riguarderanno solo la linea su Ginevra, perché «la tratta su Zurigo è un’operazione che si fa con Swiss o non si fa, visto che il 95% dei passeggeri prendevano quel volo perché da Kloten potevano proseguire il volo altrove. Senza la Swiss, la linea non avrebbe più senso. Diverso è il discorso su Ginevra dove invece il collegamento è ‘punto a punto’ ha una ragione di esistere». Non c’è più maniera di far cambiare idea Swiss? «Noi, come Lasa, verificheremo con le autorità competenti (Ufac) a quali condizioni Swiss può rinunciare a una concessione ottenuta, ma questa verifica è una questione in primo luogo giuridica – dice il vicepresidente di Lasa –. D’altro canto, continueremo le discussioni per capire se un’ipotesi Lugano-Zurigo possa essere ancora percorribile. La nostra percezione è che semmai, lo sarà fra qualche mese dopo l’esame dell’idoneità o meno della soluzione col treno dalla Banho a Kloten col treno. Dal nostro punto, di vista la soluzione (Flugzug, ndr) non funziona»

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Scalo di Agno: Zimex out, spunta Lions Air
Siglata una lettera d’intenti per riattivare la rotta Lugano-Ginevra. Maurizio Merlo: ‘Ripartire ad aprile non è un’utopia’


Nuova linfa per l’aeroporto di Lugano-Agno. È di ieri la notizia infatti che la Lugano Airport Sa (Lasa) ha trovato un interessato per riattivare il volo Lugano-Ginevra. Si tratta della Lions Air. Attiva da una trentina d’anni nel settore dei voli charter, la compagnia con sede a Wollerau (Svitto) ha sottoscritto una lettera d’intenti con Lasa. Ad anticiparlo è stata la Rsi, e a confermarcelo è il direttore dell’aeroporto Maurizio Merlo. «Le trattative sono in corso, loro sono interessati. Stiamo preparando assieme un business plan per valutare se il progetto possa stare in piedi, ma di principio loro sono pronti e disposti. Sta a noi».

‘Stiamo lavorando al business plan’

Il riferimento è alla ricapitalizzazione della società. Mentre il Gran Consiglio ha approvato l’aumento della sua partecipazione azionaria in Lasa dal 12,5 al 40% – e pure sei milioni di franchi di crediti di vario genere –, tutti gli occhi sono puntati sul 25 novembre, quando il Consiglio comunale di Lugano dovrà a sua volta decidere se dare un proprio – vitale – contributo: poco meno di sei milioni di franchi. «Tutto dipenderà dalla ricapitalizzazione, ma ripartire ad aprile non è un’utopia».
Già l’aeroporto di Berna-Belp desidera appoggiarsi sulla Lions Air per riattivare una serie di rotte. Per quanto riguarda la Lugano-Ginevra, a fare la spola sarebbe un Beech 1900: un 19 posti usato, tra gli altri, anche dalla Confederazione. «È una macchina interessante, che permette di fare più frequenze al giorno», ipotizza Merlo.
La bella notizia è stata diffusa dopo una doccia fredda: Zimex, che pure era in trattativa per riattivare la rotta, ha – dopo un rapporto fatto di alti e bassi – rinunciato al progetto per questioni commerciali, «di strategia aziendale».
Nessuna novità invece sugli altri fronti caldi dello scalo: le risposte attese dall'Ufficio federale dell'aviazione sulla questione del cabotaggio e sul destino della licenza di Swiss su Zurigo, che la compagnia ha deciso di restituire.

La regione.ch
 

SOYUZ

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Il Beech 1900, un bellissimo aereo non pressurizzato. Il Lugano-Ginevra, a 10.000-12.500 ft in questo periodo dell'anno deve essere una esperienza..... 'unica' !!
 

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Il Beech 1900, un bellissimo aereo non pressurizzato
Ah sicuro!

The Beechcraft 1900 is a 19-passenger, pressurized twin-engine turboprop fixed-wing aircraft manufactured by the Beechcraft Division of the Raytheon Company (now Textron Aviation).The 1900 first flew on September 3, 1982.Raytheon ended production of the Beechcraft 1900 in October 2002.
https://www.skybrary.aero/index.php/B190

Com'era il proverbio? Ora mi ricordo: "Di figure di merda non è mai morto nessuno".
 

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BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha fissato per domenica 26 aprile 2020 la data della votazione cantonale sul decreto legislativo concernente l’aumento della quota di partecipazione del Cantone nella Lugano Airport SA (LASA).

Come comunicato dalla Cancelleria dello Stato nella giornata di martedì 14 gennaio 2020, è riuscito il referendum contro il decreto legislativo concernente l’aumento della quota di partecipazione del Cantone nella LASA dal 12.5% al 40%, lo stanziamento di un credito di investimento di 3'320'000.- franchi per la partecipazione finanziaria alla seconda ricapitalizzazione della Lugano Airport SA (2'400'000.- franchi) e per la quota parte di copertura delle perdite cumulate eccedenti il capitale azionario previste a fine 2019 della LASA (920'000 franchi), oltre a un credito quadro di 1'560'000.- franchi per la copertura delle perdite di esercizio della LASA previste negli anni 2020-2022.

Il Consiglio di Stato ha fissato la data della votazione a livello cantonale per il 26 aprile 2020.
 

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LUGANO10.02.2020 - 17:32 | LETTO 39'358AGGIORNAMENTO : 19:31
Aeroporto: tutti licenziati
Inoltrata una disdetta cautelativa valida per la fine di aprile 2020

di Davide Milo
Giornalista
LUGANO - Ai dipendenti di Lugano Airport sarà inviata «a breve» una «disdetta cautelativa valida per la fine di aprile 2020». Ad annunciarlo sono i vertici dello scalo luganese.

La disdetta, sottolineano dall'aeroporto, «è un passo dovuto per rispettare i dettami di legge. Sarà però da ritenersi nulla e mai avvenuta qualora l’esito delle due votazioni fosse favorevole all’aeroporto».

L’incontro si è svolto a porte chiuse e «in un clima costruttivo» alla presenza dei rappresentanti sindacali.

I dipendenti - sempre secondo il comunicato - si sono detti «molto motivati a continuare la loro attività e sperano nel sostegno della popolazione chiamata al voto».

Il Consiglio d’Amministrazione e la Direzione LASA si dicono «molto dispiaciuti di dover intraprendere questo passo che, se il popolo dovesse dare ragione ai referendisti, avrà delle implicazioni non solo per i dipendenti ma anche per coloro che sono presenti in aeroporto con le loro attività.
Tio.ch
 

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Lugano, se l'Aeroporto fallisce, la Città potrebbe pagare
Vincessero i referendisti, le ditte attive allo scalo potrebbero fare causa alla detentrice della concessione

LUGANESE13.02.2020 - 23:34

Come ha fatto Lugano Airport Sa (Lasa) presentando una causa di risarcimento danni alla Swiss che aveva delegato ad Adria la concessione federale per il volo di linea su Zurigo, così potrebbero muoversi le varie società attive all’aeroporto di Lugano-Agno nei confronti della Città di Lugano se dalle urne uscisse un esito favorevole ai due referendum. Questa ipotesi non è solo un argomento in mano a chi lo scalo luganese lo vuole salvare. Sì, perché la concessione federale è in mano alla Città che l’ha delegata a Lasa, società pubblica che opera ad Agno, dove sono attive diverse società, fra le quali citiamo solo la francese Dassault Aviation che ha acquisito dalla Confederazione gli stabilimenti Ruag degli aeroporti di Ginevra e Lugano. Anche di fronte all’esito di un voto popolare, la responsabilità è della concessionaria – la Città di Lugano –, che potrebbe ricevere una serie di richieste di risarcimento.

Licenziati anche i manager dell'Aeroporto

Questa ipotesi non vuole commentarla il direttore dell’aeroporto Maurizio Merlo che tiene però a sgombrare il campo dagli equivoci: «Anche io e gli altri membri di direzione, abbiamo ricevuto la disdetta come tutti gli altri dipendenti di Lugano Airport Sa». Il direttore vuole smentire alcune voci che circolano con insistenza secondo cui il management di Lasa sarebbe stato escluso dal provvedimento cautelativo adottato dal Consiglio di amministrazione. L’avvicinarsi della data della votazione sul doppio referendum, indetta a sole tre settimane delle elezioni comunali, sta generando una serie di prese di posizione che alimentano confusione perché la campagna sull’aeroporto si sovrappone a quella elettorale.

Le lettere di disdetta e il referendum

In merito alle lettere di licenziamento, «le disdette sono da considerare nulle, come se non fossero mai state inviate, nel caso in cui i due referendum contro i crediti stanziati dalla Città e dal Cantone venissero bocciati dalla maggioranza della popolazione ticinese e luganese il 26 aprile. Questa è stata la volontà e la decisione del Cda di Lasa che ha inserito la clausola nelle lettere di disdetta», precisa il direttore dello scalo luganese.

Chiaro che, prosegue il direttore dell’aeroporto, «i dipendenti quando leggono gli argomenti dei referendisti si sentono frustrati. Fa davvero male sentire commenti e prese di posizione critiche, spesso senza cognizione di causa. E non stanno vivendo bene questo periodo di avvicinamento al voto. Il dibattito pare centrato unicamente sui costi mentre dovrebbe essere considerato l’indotto generato dallo scalo e i crediti stanziati come un investimento. Eppure, non a torto, si chiedono quante aziende pubbliche o parapubbliche (basti ricordare le polemiche su Rsi, Officine e Navigazione) potrebbero continuare a sopravvivere senza alcun contributo pubblico?».

Nullità giuridica dei licenziamenti?

Torniamo sulla nullità giuridica della disdetta cautelativa, come scritto su tio.ch ciò che conta, anche nell’eventualità di una contestazione di fronte al pretore, è quello che sta scritto sulle lettere ai dipendenti. In altre parole, ribadisce il sindacalista Ocst Lorenzo Jelmini, «nel caso di esito positivo dei due referendum al voto, questa disdetta è da considerarsi nulla e non avvenuta. Come d’altra parte può capitare in qualsiasi altro contratto di lavoro in cui si possono inserire clausole che indicano l’inizio e la fine del rapporto di lavoro. Anzi, succede abbastanza spesso che un datore per varie ragioni dettate da problemi e difficoltà presenti ai suoi dipendenti lettere di disdetta di questo genere». Nulla di cui scandalizzarsi, come fanno invece i promotori del referendum (vedi qui sotto), da questo punto di vista, agli occhi di Jelmini, «le accuse di ricatto sono da respingere al mittente».

‘La disdetta? Una cinica porcata’

Non usa mezzi termini l’Mps nel presentare l’interpellanza al Consiglio di Stato su quello che considera un licenziamento collettivo a tutti gli effetti in spregio ai relativi obblighi legali. E il movimento parla di un annuncio che ha “logica ricattatoria” nel porre le dieci domande al governo. I tre deputati del movimento (Simona Arigoni, Angelica Lepori, Matteo Pronzini) citano gli articoli 335 e 336 del Codice delle obbligazioni (Co). Dapprima chiedono se corrisponde al vero che la decisione di licenziare tutto il personale Lasa sia stata presa dal Cda con decisione unanime da parte di tutti i rappresentanti dei partiti del governo e dell’esecutivo.

Poi, chiedono conferme: anzitutto vogliono sapere se i licenziamenti effettuati si configurano come un licenziamento collettivo ai sensi dell’articolo 335d del Co (almeno 10 licenziamenti in stabilimenti che occupano tra 20 e 100 dipendenti entro un termine di 30 giorni). L’interpellanza chiede pure se il datore di lavoro abbia seguito la procedura indicata dalla legge, ossia la consultazione della rappresentanza dei lavoratori per dare loro almeno la possibilità di formulare proposte per evitare o ridurre i licenziamenti nonché attenuarne le conseguenze, e informare l’ufficio cantonale del lavoro di questo previsto licenziamento collettivo.
Laregione.ch