Secondo me non ha senso ragionare in termini di una situazione che non esiste più e non ritornerà.
Francamento non capisco cosa tu voglia dire. A meno che il Coronavirus appiattisca il pianeta o distrugga il capitalismo portando a una dittatura del proletariato, non vedo cosa possa cambiare in modo tanto fondamentale da alterare i principi fondamentali dell'economia basata sui consumi.
Mi ricordi certi giornalisti che all'inizio del 2009 scrivevano che l'industria automobilistica sarebbe finita: stando a certi poco lungimiranti osservatori, sarebbero dovute fallire GM, Ford, Chrysler, FIAT, Volkswagen, BMW, Mercedes, Honda, Toyota, Nissan (ecc.)... per poi evidentemente tornare tutti a spostarsi a cavallo (i ricchi) e a piedi (i poveri).
Vediamo come se la caverà nel nuovo mondo forse senza contributi dalle società aeroportuali e in cui potrà riempire solo un posto ogni tre.
Riempire un posto su tre sarà (se sarà) una misura temporanea: non è un nuovo mondo ma solo una breve fase. Nel giro di (massimo) due anni - a meno di epidemie di Covid-20, morbillo o acidità di stomaco - saremo tutti vaccinati per il Covid-19. E ben prima di due anni arriveremo a non aver bisogno di far volare gli aerei mezzi vuoti: la diffusione di test su vasta scala, la produzione in massa di maschere adatte, l'immunizzazione parziale della popolazione (ho come il sospetto che per le fasce a rischio la vaccinazione sarà approvata in anticipo rispetto alla popolazione generale) consentiranno di attenuare progressivamente le norme di distanziamento sociale, a partire certamente dagli aerei.
E' verosimile che l'eventuale imposizione di limiti di densità al carico dei passeggeri non si estenda oltre la fine del 2020. Miliardi bruciati - non c'è dubbio - ma poi inizierà un progressivo ritorno del trasporto aereo alla situazione precedente. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare e cosa no.
- Contributi aeroportuali: a meno di nuove regolamentazioni europee, è verosimile che gli accordi di comarketing ritornino più forti che mai. Tutte le località turistiche d'Europa dovranno ricostruire le proprie economie, rimettere al lavoro le proprie strutture aeroportuali e alberghiere. La concorrenza fra destinazioni turistiche sarà più forte che mai, e Ryanair è in
pole position per avvantaggiarsi della situazione.
- Domanda di trasporto aereo passeggeri: sicuramente non si tornerà ai livelli precedenti prima di qualche anno - prima per timore e poi per le gravi condizioni economiche. Ma Ryanair è la più economica delle linee aeree (almeno come nomea): non ha voli di lungo raggio (che saranno maggiormente colpiti dalla crisi) e non dipende dal
belly cargo, che per un po' potrebbe risentire del rallentamento economico generale.
- Struttura dei costi: il petrolio costerà verosimilmente meno (anche dopo la fine delle scaramucce attuali russo-saudite), gli assistenti di volo non potranno più premettersi di stare sul piede di guerra, e molti piloti se lo prenderanno in culo (sorry) con tagli salariali.
C'è poi l'ignoto - ciò che né tu né io possiamo predire.
Detto ciò, MOL ha mille possibilità e creatività da vendere.
- L'assicurazione di viaggio è il prodotto addizionale ideale da vendere per i prossimi due anni. Sono curioso di vedere cosa inventerà Ryanair per massimizzare questa particolare opportunità di guadagno.
- Non mi sorprenderei di vedere Ryanair provare a vendere un modello di biglietto in abbonamento o un carnet di biglietti: le precondizioni ci sono.
- Altro?