Il Messaggero
Ryanair, duro attacco di O'Leary al premier inglese Johnson
Lunedì 2 Novembre 2020
(Teleborsa) -
Michael O'Leary, Amministratore Delegato del gruppo Ryanair, ha attaccato duramente il
premier britannico Boris Johnson che ha deciso il
lockdown nel Regno Unito definendolo un fallimento. Secondo O'Leary, che ha rilasciato una intervista alla Cnbc, il secondo lockdown si sarebbe potuto evitare organizzando test e tracciamenti efficaci. Quanto alle restrizioni introdotte nei Paesi europei, il numero uno del gruppo Ryanair prevede che "la capacità intra-europea dei voli aerei rimarrà modesta nell'arco dei prossimi anni". Quanto alla stagione invernale, si aspetta un numero di passeggeri inferiore a un terzo di quanti trasportati normalmente.
Ryanair ha chiuso i primi sei mesi con una
perdita netta di 197 milioni di euro rispetto agli utili di 1,15 miliardi registrati nel primo semestre del 2019. Il
fattore di carico si è attestato al 72% rispetto al 96% dell'anno scorso.
di Fta
Ryanair all’attacco su cattiva gestione crisi del Covid-19
Per O’Leary, chief executive del vettore low-cost, i nuovi lockdown riflettono una serie di “fallimenti” dei governi europei nell’affrontare la crisi.
Ryanair va all’attacco dei governi europei, accusandoli di cattiva gestione dell’epidemia di coronavirus. E per l'istrionico chief executive Michael O’Leary i nuovi lockdown non fanno che riflettere la serie di “fallimenti” delle istituzioni nel Vecchio Continente, a partire dall'incapacità di condurre in modo efficiente i test sui contagi da Covid-19. L'occasione per andare all'attacco della Ue arriva in vista dell'imminente blocco deciso dal governo di Londra (ancora formalmente parte dell'Unione europea) che per quanto con divieti più blandi rispetto a quelli della scorsa primavera dal
prossimo 5 novembre si prepara a sferrare un duro colpo all'industria del settore aereo. Il governo britannico permetterà i viaggi di lavoro (quindi anche quelle aerei) ma scoraggerà (quando non vieterà del tutto) il turismo in senso stretto. No ai viaggi toccata-e-fuga, che hanno fatto le fortune di Ryanair e della rivale
easyJet nell'ultimo decennio. No alle trasferte verso le seconde case (che molti inglesi hanno in Spagna o in altre mete dal clima più mite, specie in novembre).
Ryanair non rimborserà i biglietti. Può farlo Londra
La reazione di O’Leary è stata drastica. Ryanair, ha spiegato, non ha intenzione di restituire i soldi ai titolari dei biglietti se il loro volo sarà regolarmente operativo, anche se le linee guida del lockdown britannico vietano alle persone di viaggiare all'estero per le vacanze. "Consentiremo alle persone di modificare gli orari dei voli con voli in date successive, se necessario, ma se il volo è operativo non ci saranno rimborsi", ha dichiarato. "Se il governo volesse cambiare le proprie linee guida o fornire rimborsi ai passeggeri stessi saranno liberi di farlo", ha aggiunto O’Leary.
Nel semestre crollo del traffico dell'80% per la low-cost
Le dichiarazioni di O’Leary sono arrivate a margine della presentazione dei dati relativi al primo semestre dell'esercizio 2021 di Ryanair, chiusosi a fine settembre con un crollo dell'80% annuo per il traffico (da 85,7 a 17,1 milioni di passeggeri trasportati) e del 78% per quanto riguarda i ricavi, attestatisi a 1,18 miliardi di euro. Il load factor, metrica cruciale per il settore del trasporto aereo (misura la percentuale di riempimento di un velivolo), dalla ripartenza ufficiale delle attività dopo il primo duro lockdown lo scorso 1° luglio è comunque calato al 72% dal 96% del pari periodo dell'anno fiscale 2020. Netta contrazione anche per i costi operativi, scesi del 67% annuo a 1,35 miliardi a causa dei tagli alla spesa, anche sul fronte occupazionale, cui Ryanair è stata costretta.
(Raffaele Rovati)