Alitalia, la newco e l’ipotesi di pagare un euro per marchio, MilleMiglia e slot
di
Leonard Berberi
Per comprare gli asset pregiati di Alitalia la newco Italia Trasporto Aereo potrebbe spendere appena un euro. Una cifra simbolica, certo, ma che sintetizza bene lo stato patrimoniale dell’azienda. Se il marchio e il programma fedeltà richiedono un esborso, l’acquisto di altri pezzi si porta dietro costi, debiti e pegni frutto soprattutto delle gestioni precedenti all’amministrazione straordinaria. È questo uno dei ragionamenti planati nelle ultime settimane sulle scrivanie tecniche di tre ministeri che si occupano del dossier stando a quanto confidano al Corriere della Sera due fonti istituzionali.
Le richieste Ue
Nella
lettera dell’8 gennaio — con 123 domande e richieste di approfondimento sul piano industriale della newco creata per rilancia l’avioline italiana — la Direzione generale della Concorrenza Ue spiega che, in linea di principio, perché ci sia discontinuità tra Alitalia e Italia Trasporto Aereo (ITA) gli asset dell’azienda tricolore dovrebbero essere venduti attraverso una procedura «trasparente, aperta e non discriminatoria». Procedura alla quale vuole pure partecipare anche ITA, la società pubblica guidata dall’amministratore delegato-direttore generale Fabio Lazzerini e il presidente Francesco Caio.
Il valore degli asset
Italia Trasporto Aereo
punta chiaramente al marchio «Alitalia», famoso nel mondo, al codice di volo (AZ), a quello del biglietto (che inizia con 055). Prendersi il codice «AZ» significa anche provare a rilevare il Coa, il certificato di operatore aereo, per ereditare gli slot «associati» nei vari aeroporti, a partire da quelli pregiati di Milano Linate. Secondo
le stime degli esperti consultati dal Corriere lo scorso autunno brand e codici hanno un valore di almeno 145 milioni di euro. Altri 48-50 milioni di euro li vale MilleMiglia, il programma fedeltà di Alitalia con un database di oltre cinque milioni di passeggeri (e anche una delle poche voci in attivo del vettore). La newco aspira poi ai diritti di decollo e atterraggio a Londra Heathrow valutati poco più di 24 milioni di euro. La spesa totale sarebbe così di 217-220 milioni di euro.
Il bando
È difficile che il commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, allestisca un bando di cessione così frazionato. L’ipotesi è di mettere in vendita i «rami» — aviation (che contiene gli asset citati sopra), handling e manutenzione — che possono andare in blocco a una società o separati a più pretendenti. L’Antitrust europeo fa intendere che il decollo di Italia Trasporto Aereo sarebbe molto agevolato se la newco puntasse soltanto all’«aviation». Un ramo che — spiegano le fonti — tecnicamente non include gli aerei di proprietà di Alitalia. Secondo la prima stesura del piano industriale
ITA vorrebbe partire con 52 aerei tutti in leasing.
L’interesse sui «rami»
Ma è la stessa società — nel documento confidenziale inviato sia al Parlamento, sia alla Commissione europea — ad anticipare che ci potrebbero essere spese ulteriori dovute «all’impatto relativo all’acquisto per cassa o con assunzione di debito, in gara, di attività e/o rami di azienda attualmente in capo ad Alitalia in amministrazione straordinaria». Insomma: Lazzerini e Caio dovranno spendere denaro per comprarsi non soltanto marchio, codice di volo, slot e MilleMiglia. Ma potrebbero anche spingersi a rilevare pure qualche aereo di proprietà, tra quei pochi che risultano liberi da ogni pegno. E del resto, chiarisce al Corriere chi conosce la regolamentazione europea, serve almeno un aereo per poter ottenere il Coa.
Le spese
Ma questi asset, anche se pregiati, si portano dietro diverse passività, ricordano le fonti, non soltanto nei confronti dei fornitori. La parte aviation, infatti, a causa del coronavirus nel 2020 ha emesso 80 milioni di euro in voucher che dovranno essere utilizzati per i voli molto probabilmente operati dalla newco. A questi vanno aggiunti almeno 130-135 milioni di euro in biglietti che si stima saranno venduti nel primo trimestre di quest’anno per viaggi dei mesi successivi e che salvo ritardi saranno anche in questo caso onorati dalla newco (che pensa di decollare tra aprile e giugno).
L’assegno
Fatti calcoli il risultato finale potrebbe essere un assegno da un euro per poter trasferire almeno il lotto aviation. Una stima che non tiene conto della decisione di acquistare anche tutta la flotta di proprietà e gli altri due rami, handling (i servizi a terra) e manutenzione. Una procedura che in ogni caso dovrà fare i conti con il nuovo governo italiano e che ha bisogno dell’ok dell’Antitrust europeo che vuole a tutti i costi evitare altri ricorsi sul dossier Alitalia. Del resto — spiega una fonte europea — Ryanair, Wizz Air e Iag (holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus) hanno già avvisato Bruxelles che i loro team legali sono pronti a dare battaglia su Alitalia e Italia Trasporto Aereo.
lberberi@corriere.it
Le stime sullo stato patrimoniale della compagnia. Considerati anche i debiti Italia Trasporto Aereo potrebbe sborsare una cifra simbolica. Il nodo della gara di vendita
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