romaneeconti
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- 21 Marzo 2021
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Ne piu' ne meno di tutti gli altri giornalisti sul tema Alitalia. Meno male che non hai visto il servizio dell'altro girono al TG1.Ammazza che fame allora.
Ne piu' ne meno di tutti gli altri giornalisti sul tema Alitalia. Meno male che non hai visto il servizio dell'altro girono al TG1.Ammazza che fame allora.
Penso che Altavilla e Lazzerini non durino a lungo...Io credo che la ragione perché utilizzino il marchio ITA e non ALITALIA sia nella genesi della nuova compagnia. Lo stato italiano non poteva permettersi per ovvie ragioni il fallimento di una società di sua proprietà recante il nome ed i colori dell’Italia ; ITA e’ una cosa diversa; e’ una scommessa hanno chiamato due manager e gli hanno detto : questa e’ la Dote finanziaria che vi possiamo dare nulla di più se siete bravi e riuscite a rilanciare la compagnia bene altrimenti tra due anni si passa la mano a qualcuno che in 12 mesi la porta al fallimento senza tanti dolori e piagnistei (vedi la fine di Air Italy per la quale se si escludono i Sardi e qualche Sindacalista nessuno si e’ mosso). Non a caso nessun politico ha alzato un dito contro la politica adottata dalla nuova azienda per assumere il nuovo personale ed anzi per consentirlo hanno varato un provvedimento nel silenzio generale nascondendosi dietro all discontinuità chiesta da Bruxelles che in questo caso non c’entra nulla. Dunque se Altavilla e Lazzarini vincono la sfida tra qualche anno faranno risuscitare il marchio Alitalia (magari all’inizio solo sul lungo raggio?) altrimenti dritto al fallimento (Bagnoli e Alfa sud docet)
Ho pensato anch'io a qualcosa del genere.Io credo che la ragione perché utilizzino il marchio ITA e non ALITALIA sia nella genesi della nuova compagnia. Lo stato italiano non poteva permettersi per ovvie ragioni il fallimento di una società di sua proprietà recante il nome ed i colori dell’Italia ; ITA e’ una cosa diversa; e’ una scommessa hanno chiamato due manager e gli hanno detto : questa e’ la Dote finanziaria che vi possiamo dare nulla di più se siete bravi e riuscite a rilanciare la compagnia bene altrimenti tra due anni si passa la mano a qualcuno che in 12 mesi la porta al fallimento senza tanti dolori e piagnistei (vedi la fine di Air Italy per la quale se si escludono i Sardi e qualche Sindacalista nessuno si e’ mosso). Non a caso nessun politico ha alzato un dito contro la politica adottata dalla nuova azienda per assumere il nuovo personale ed anzi per consentirlo hanno varato un provvedimento nel silenzio generale nascondendosi dietro all discontinuità chiesta da Bruxelles che in questo caso non c’entra nulla. Dunque se Altavilla e Lazzarini vincono la sfida tra qualche anno faranno risuscitare il marchio Alitalia (magari all’inizio solo sul lungo raggio?) altrimenti dritto al fallimento (Bagnoli e Alfa sud docet)
Troppo intelligente belumosi un progetto simile dentro le teste di chi gestisce il dossier ITA....secondo me invece,navigano a spanne, vivendo di step senza un filo rosso che li collega e si punta al solito "tirare a campare" e poi si vedra'...Tanto i Governi cambiano, i contribuenti muoiono e pagano i contribuenti ora giovani che tra un po' diventeranno vecchi...all'infinito. Salvo, forse, implodere poi a forza di ridimensionamenti. Io non prevedo altro che un ulteriore dimezzamento di ITA tra un paio d'anni....mi piace vedere quelli che oggi si lustrano gli occhi a parlare di espansione della flotta dall'anno prossimo...Ho pensato anch'io a qualcosa del genere.
Se davvero fossero confermati nome e livrea di ITA, insieme alla dismissione di fatto del brand AZ, secondo me il reale obiettivo potrebbe essere la chiusura della compagnia a medio termine, vista l'impossibilità di renderla sostenibile senza prima investire svariati miliardi. Opzione che sappiamo bene essere irrealistica.
A questo giro, verrebbe fatta digerire all'opinione pubblica la scomparsa del brand AZ con la storia relativa, nonchè lo spezzatino che vedrà con ogni probabilità le parti handling e maintenance venire assorbite da aziende dei rispettivi settori, con la conseguente perdita dell'identità AZ.
I lavoratori non riassunti nelle nuove realtà, difficilmente potrebbero fare le stesse pressioni di quando erano parte di un'unica azienda, rendendo la gestione sociale del problema accettabile e poco impattante mediaticamente.
Una volta definite alla meglio le situazioni dei due rami accessori, tutta l'attenzione si sposterà sulla parte volo, alias ITA.
Al netto delle consuete promesse roboanti di inizio attività, ben difficilmente la nuova azienda potrà prendere quota e credo che l'aspettativa di una rapida crescita di flotta, network e personale, potrebbe essere presto rallentata se non arrestata per l'insostenibilità economica della stessa. Di fatto le reale dimensione di ITA resterebbe simile a quelle di partenza, quindi con circa 2800 dipendenti da gestire.
Sul piano mediatico non ci sarebbero grossi problemi, una compagnia aerea che non cresce secondo le previsioni, è quasi una non notizia. Per i dipendenti in cassa, si allungherebbe il periodo di astensione dal lavoro.
E qui si concluderebbe il secondo step (il primo era stato l'azzeramento del marchio AZ e della relativa storia), che consisterebbe nel dimezzare in modo definitivo la dimensione della parte volo rispetto a quella di AZ in AS.
Con ogni probabilità ITA subirebbe perdite rilevanti, che oltre a renderne problematica la crescita dimensionale, la metterebbe di nuovo nelle mani di Bruxelles, che come sappiamo dovrebbe autorizzare ulteriori finanziamenti pubblici.
Forse qualcosa si porterebbe a casa, ma nel frattempo la quota di di ITA sul mercato ulteriormente ridotta, la mancanza dell'appeal storico che deteneva comunque AZ, la stessa novità di ITA che ben difficilmente sarà sentita dagli italiani come una vera compagnia di bandiera, creerebbero un mix che a fronte di un ultimo diniego di fondi pubblici da parte di Bruxelles, potrebbe spingere il governo alla chiusura della compagnia. E siccome quel governo con ogni probabilità si troverebbe tra le mani una ITA perennemente in perdita fin dal primo giorno, avrebbe relativo buon gioco a sostenere di aver staccato la spina ad una compagnia in coma da tempo che non usava quasi più nessuno e che drenava comunque una marea di soldi pubblici.
E credo che anche i nazionalisti più incalliti, difficilmente verserebbero qualche lacrima per ITA come invece è avvenuto per AZ.
Allora come mai non stanno usando il marchio AZ dopo aver supplicato in greco la UE per poterlo ottenere? Anzi, anche a livello di livrea, sembra che stiano facendo tutto il possibile per farlo dimenticare.Troppo intelligente belumosi un progetto simile dentro le teste di chi gestisce il dossier ITA....secondo me invece,navigano a spanne, vivendo di step senza un filo rosso che li collega e si punta al solito "tirare a campare" e poi si vedra'...Tanto i Governi cambiano, i contribuenti muoiono e pagano i contribuenti ora giovani che tra un po' diventeranno vecchi...all'infinito. Salvo, forse, implodere poi a forza di ridimensionamenti. Io non prevedo altro che un ulteriore dimezzamento di ITA tra un paio d'anni....mi piace vedere quelli che oggi si lustrano gli occhi a parlare di espansione della flotta dall'anno prossimo...
la UE dovrebbe aver "consigliato" di non utilizzarlo almeno per un paio d'anni...sempre che ci arrivino...Allora come mai non stanno usando il marchio AZ dopo aver supplicato in greco la UE per poterlo ottenere? Anzi, anche a livello di livrea, sembra che stiano facendo tutto il possibile per farlo dimenticare.
Eppure se il governo avesse voluto semplicemente aprire una nuova compagnia slegata da AZ, avrebbe potuto farlo senza particolari vincoli, seppure a prezzo della perdita degli slot e dei bilaterali (che stante le dimensioni dei competitor italiani, sarebbero probabilmente andati alla nascente compagnia).
Limitandosi a leggere la storia come ci è stata raccontata, nulla sembra avere senso. Una fotocopia ridotta di AZ, seppur a fronte di stipendi più bassi, non ha nessuna ragione di esistere, operativamente parlando.
Comunque vediamo le prossime mosse.
Dubito che la UE consigli sottobanco. Come sono state chiare le altre limitazioni imposte alla nuova compagnia, non c'è ragione per supporre tanta timidezza nell'impedire a chiare lettere di usare temporaneamente o definitivamente il marchio AZ.la UE dovrebbe aver "consigliato" di non utilizzarlo almeno per un paio d'anni...sempre che ci arrivino...
ma non credo che sia stato un "consiglio" sottobanco...immagino l' abbiano messo come condizione per dare l'ok alla nascita di ITA con una parvenza di discontinuita'...anche se fa ridere...Dubito che la UE consigli sottobanco. Come sono state chiare le altre limitazioni imposte alla nuova compagnia, non c'è ragione per supporre tanta timidezza nell'impedire a chiare lettere di usare temporaneamente o definitivamente il marchio AZ.
Infatti vedrai che se salta Draghi, Altavilla va con lui...Io sono ottimista. La grossa differenza fra ITA e Alitalia e che Altavilla non é Montezemolo.
Appunto..Altavilla non va mica bene per il solito andazzo...pensi che lo farano durare?Con questa classe politica Draghi ha vita lunga.
E in ogni caso io facevo una differenza di stile fra i due manager ...
Questo è il riassunto della decisione UE (la versione estesa non è ancora disponibile). Per quanto riguarda il marchio AZ, non si fa alcun cenno ad una eventuale limitazione nell'utilizzo. Dubito che una parte così importante sarebbe stata omessa dal comunicato.ma non credo che sia stato un "consiglio" sottobanco...immagino l' abbiano messo come condizione per dare l'ok alla nascita di ITA con una parvenza di discontinuita'...anche se fa ridere...
L’altro giorno ascoltavo RMC (non prendetemi in giro — lo faccio per mantenere un seppur minimo contatto con la lingua paterna ed “allenarmi” in attesa che Dancrane possa fare il suo ritorno al White Horse oppure nei Balcani even better), lo speaker (che a mio avviso era Charter2017) non faceva altro che ripetere, tra canzoni/spot pubblicitari/traffico e gente che inviava messaggi malinconici, che (in sintesi) “Chissenefrega, ci è costata mare-e-monti di soldi e ITA puzza di porcata all’italiana” (non ha utilizzato il termine “porcata” ma, insomma, ci siamo capiti). Stavo quasi per inviargli un messaggio di complimenti.Ne piu' ne meno di tutti gli altri giornalisti sul tema Alitalia.
Una vocina mi dice che abbandonare il brand Alitalia sui voli a lungo raggio è un suicidio visto che il brand all'estero è ancora forte e conosciuto. In Italia bene o male potrebbe andare bene anche ITA Airways, ma far conoscere ITA Airways nei mercati lontani dall'Italia è una impresa.Allora come mai non stanno usando il marchio AZ dopo aver supplicato in greco la UE per poterlo ottenere? Anzi, anche a livello di livrea, sembra che stiano facendo tutto il possibile per farlo dimenticare.
Eppure se il governo avesse voluto semplicemente aprire una nuova compagnia slegata da AZ, avrebbe potuto farlo senza particolari vincoli, seppure a prezzo della perdita degli slot e dei bilaterali (che stante le dimensioni dei competitor italiani, sarebbero probabilmente andati alla nascente compagnia).
Limitandosi a leggere la storia come ci è stata raccontata, nulla sembra avere senso. Una fotocopia ridotta di AZ, seppur a fronte di stipendi più bassi, non ha nessuna ragione di esistere, operativamente parlando.
Comunque vediamo le prossime mosse.