Thread ITA Airways dal 15 ottobre


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Edoardo

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Su corriere.it c'è un'intervista ad Altavilla riservata agli abbonati: qualcuno riesce a postarla? Grazie
Ita Airways, Altavilla: «Servono regole uguali per affrontare le low cost»

Ora si fa sul serio. Alfredo Altavilla, presidente della nuova compagnia pubblica Ita Airways che venerdì scorso ha preso il posto di Alitalia, sa che la sfida è duplice: fare profitti, dopo un periodo di rodaggio, e provare a scardinare le dinamiche nei cieli italiani degli ultimi anni. «Ai miei in ufficio ho detto che la pressione vera arriva adesso», spiega Altavilla in un’intervista al Corriere della Sera. Ita Airways è ancora negli uffici provvisori all’Eur. Tra pochi giorni dovrebbe trasferirsi nella vecchia sede di Alitalia. L’ufficio temporaneo di Altavilla ha un autoritratto di Leonardo da Vinci, mentre nei corridoio la tv che prima indicava il countdown al decollo reca solo il logo di Ita.

Questo è un Paese dominato dalle low cost.
«Dobbiamo meritarci la fiducia degli italiani offrendo un servizio che in tempi rapidissimi faccia dimenticare questi mesi di transizione che hanno creato tanti disagi ai viaggiatori di Alitalia».

Guardando il network di Ita Airways non sembra esserci molta differenza con quella di Alitalia.
«Abbiamo ereditato i loro slot e all’inizio dobbiamo volare con quelli per non perderli. Ma ora iniziamo la nuova pianificazione, focalizzandoci sulle rotte e sulle fasce orarie a maggiore redditività. La stagione estiva 2022 sarà il primo vero banco di prova».
Gli italiani hanno diverse opzioni, perché dovrebbero scegliere Ita Airways?
«C’è un aspetto filosofico e l’altro operativo. Mi auguro che ci sia una fetta di italiani che voglia giocare la partita del rilancio della compagnia di bandiera. Dobbiamo poi offrire un livello di servizio migliore delle low cost sul mercato domestico e in linea con i concorrenti diretti nell’internazionale e questo passa anche attraverso l’accordo con gli aeroporti per la gestione delle procedure di imbarco e i tempi di connessione».

Perché avete fatto ricorso contro Volotea sulla continuità territoriale sarda?
«I miei legali dicono che ci sono delle basi. Ma aver perso la Sardegna è una lezione utile sia per le amministrazioni locali che per il personale di Ita. Se dovevo dare un segnale di cambiamento questo è il modo giusto per farlo: noi non inseguiamo rotte per perdere soldi solo in nome della continuità territoriale».

Lei non è tenero con le low cost, ha puntato il dito contro gli incentivi aeroportuali.
«Non voglio favoritismi, ma regole uguali per tutti: se ci sono amministrazioni locali o aeroporti che vogliono dare incentivi li diano a tutti, anche a noi. Ma se non vogliono darli allora non li diano a nessuno. Non trovo ammissibile la disparità di trattamento. Durante il Covid le low cost sono scappate, gli italiani li ha riportati a casa Alitalia. Quando è inverno le low cost tagliano le frequenze e restava a volare Alitalia. Non è giusto».

Le low cost sono disposte a volare negli scali piccoli...
«Se danno anche a Ita gli stessi contributi magari ci voliamo pure noi».

Vi siete comprati il marchio Alitalia per non usarlo. Perché?
«Per garantire una transizione ordinata verso la nuova livrea e la nuova identity, per poter consentire all’amministrazione straordinaria di pagare gli stipendi dei dipendenti e per evitare che finisse nelle mani rivali».

Non c’era alcuna intenzione di utilizzare quel nome?
«Esatto».

Perché non conservare Alitalia per i voli intercontinentali dove il brand è noto e usare Ita Airways per le rotte nazionali ed europee?
«Devo dire che la maggior parte dei potenziali alleati con i quali abbiamo discusso del marchio mi ha detto che Alitalia sarebbe stata una zavorra in una discussione di alleanza. Era necessaria una discontinuità».

A quando la firma dell’alleanza di lungo periodo?
«Entro il 2022».

Lei dice che l’accordo dovrà essere alla pari, però Ita Airways si presenterebbe a fine 2022 con 78 aerei e nel 2025 con 105, i potenziali partner ne hanno 400-500, di velivoli. Cosa porterebbe?
«Una base di costi — grazie al fatto che partiamo come una start up con le giuste dimensioni come dimensionamento personale, flotta e network e con un nuovo contratto di lavoro — che Air France, Klm e Lufthansa non hanno. Già per questo io porto valore aggiuntivo per loro pur essendo più piccolo. Eppoi porterei gli slot preziosi di Linate e un hub come quello di Fiumicino che oggi è uno dei migliori aeroporti europei».

Nel corso del 2022 vi espanderete, passando da 52 a 78 aerei.
«C’è una montagna di lavoro da fare con questi numeri. Ma dobbiamo anche essere rispettosi delle tempistiche per l’apertura degli slot intercontinentali».

Ci sono mercati nuovi ai quali state guardando?
«Sì, ma avendo pochi aerei di lungo raggio inizialmente preferiamo andare sul sicuro: Nord America, Sud America e Giappone. Poi quando avremo altri velivoli ci espanderemo altrove».

Da qui al 2025 cosa vorrebbe pensasse la gente di Ita Airways?
«A una compagnia che ha saputo mantenere le tante promesse fatte all’inaugurazione in materia di innovazione, sostenibilità e digitalizzazione. E personalmente a un vettore che entro quella data guadagna finalmente dei soldi».

Fonte
 

Paolo_61

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Troppe citazioni della vecchia Alitalia. Preferivo Altavilla e Lazzerini quando parlavano di ITA come di una startup che deve lottare ogni giorno per conquistarsi il suo spazio.
 

romaneeconti

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Comunque mi diverto troppo, ohhh non ne fanno una giusta, é un po come leggere le pagine degli antivax rispetto a quelle dei virologi. Missà che la prossima volta che si lancera' una compagnia aerea, é meglio fare il CDA qui su aviazione civile :) . Senza rancore ragazzi/e, ma tutte queste critiche, mi sembrano un po eccessive....benché ognuno abbia il diritto di dire la sua assolutamente. Enjoy
Guarda, si e' aggiunto anche Altavilla alla pletora dei lamentosi contro le nefandezze verso Alitalia/Ita. Io credo che la gente viva in una dimensione surreale. Non sto qui a ricordare gli innumerevoli aiuti dati ad Alitalia/ita. Altavilla e' semplicemente vergognoso nelle sue considerazioni surreali e davvero parziali.
 

Charter2017

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Guarda, si e' aggiunto anche Altavilla alla pletora dei lamentosi contro le nefandezze verso Alitalia/Ita. Io credo che la gente viva in una dimensione surreale. Non sto qui a ricordare gli innumerevoli aiuti dati ad Alitalia/ita. Altavilla e' semplicemente vergognoso nelle sue considerazioni surreali e davvero parziali.
Lo sai cosa mi sembra? Una banda di edit admin. E poi come quando giocavamo a pallone nei campi sterrati, dove chi portava il pallone decideva quanto si giocava, come si giocava e anche chi doveva vincere (e giù botte da orbi tra pischelletti...): "il pallone è mio e decido io!".

«I miei legali dicono che ci sono delle basi. Ma aver perso la Sardegna è una lezione utile sia per le amministrazioni locali che per il personale di Ita. Se dovevo dare un segnale di cambiamento questo è il modo giusto per farlo: noi non inseguiamo rotte per perdere soldi solo in nome della continuità territoriale».
I tuoi legali??? Ma non lo devi sapere tu, perfettamente, cosa è successo e come è successo? Ancora, dopo 20 anni di giochetti, facciamo la parte del pesce in barile?

«C’è un aspetto filosofico e l’altro operativo. Mi auguro che ci sia una fetta di italiani che voglia giocare la partita del rilancio della compagnia di bandiera. Dobbiamo poi offrire un livello di servizio migliore delle low cost sul mercato domestico e in linea con i concorrenti diretti nell’internazionale e questo passa anche attraverso l’accordo con gli aeroporti per la gestione delle procedure di imbarco e i tempi di connessione».
E certo, perchè fino ad ora "gli Italiani" non hanno giocato (loro malgrado) la partita del continuo rilancio, con soldi praticamente estorti dalle proprie tasse per far volare un fallimento continuo.
Dobbiamo ancora continuare a darci le martellate sulle palle?!



«Devo dire che la maggior parte dei potenziali alleati con i quali abbiamo discusso del marchio mi ha detto che Alitalia sarebbe stata una zavorra in una discussione di alleanza. Era necessaria una discontinuità».
Dichiarazione gravissima! Si ammette quindi pubblicamente che siamo ed eravamo appestati, con un brand che faceva scappare a gambe levate tutti.

«Non voglio favoritismi, ma regole uguali per tutti: se ci sono amministrazioni locali o aeroporti che vogliono dare incentivi li diano a tutti, anche a noi. Ma se non vogliono darli allora non li diano a nessuno. Non trovo ammissibile la disparità di trattamento. Durante il Covid le low cost sono scappate, gli italiani li ha riportati a casa Alitalia. Quando è inverno le low cost tagliano le frequenze e restava a volare Alitalia. Non è giusto».
Forse dimentica che le low cost non hanno aerei a lungo raggio: moltissimi Italiani erano bloccati in aeroporti in posti molto lontani e Ryanair, WizzAir, Vueling, Volotea, Blue Air, easyJet non hanno widebodies in flotta.
Ricordateglielo ad Altavilla!


«Se danno anche a Ita gli stessi contributi magari ci voliamo pure noi».
Ancora contributi? Sono decenni che Alitalia è foraggiata con contributi pubblici, ancora a piangere?!

Altavì lo devi dimostrare con i fatti che vali e che sei competitivo: rotte, load factor, servizio, puntualità, sicurezza, espansione (specialmente lungo raggio), alleanze forti!
 
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BAlorMXP

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Guarda, si e' aggiunto anche Altavilla alla pletora dei lamentosi contro le nefandezze verso Alitalia/Ita. Io credo che la gente viva in una dimensione surreale. Non sto qui a ricordare gli innumerevoli aiuti dati ad Alitalia/ita. Altavilla e' semplicemente vergognoso nelle sue considerazioni surreali e davvero parziali.
Prima il colpevole era l’IRI, poi Marpenza, poi gli olandesi, i francesi, l’araba fenice, Etihad, Renzi, le low cost, Allegri, il Santo patrono sbagliato, poi arrivò La 5^ di EMIRATES, Qatar e la sua Air Italy, al Baker e poi la famiglia emiratina al Marktoum, il Covid, l’UE ed ora nuovamente le low cost…


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romaneeconti

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Charter2017:...il massimo dell'incompetenza lo tocca quando parla della rimodulazione degli operativi in inverno delle LC...Altavi'.. studia!
 

londonfog

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@13900 chiedevi il piano industriale. Questo è quello trasmesso da ITA alla presidenza del Senato il 21.12.2020. Se hai voglia aspettiamo qualche commento

Primissima rapida lettura, rimane un piano basato solo sul mercato italiano. Non c'e' nessuna analisi di possibil mercati da cui aspirare (balcani, mediterraneo orientale, ecc.) nemmeno considerando quelli che oramai erano posizioni consolidate di AZ pre-COVId, come Israele-Sud America, o anche Argentina-Europa. Mi sembra una visione molto miope.
 

Sciamano

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Primissima rapida lettura, rimane un piano basato solo sul mercato italiano. Non c'e' nessuna analisi di possibil mercati da cui aspirare (balcani, mediterraneo orientale, ecc.) nemmeno considerando quelli che oramai erano posizioni consolidate di AZ pre-COVId, come Israele-Sud America, o anche Argentina-Europa. Mi sembra una visione molto miope.
Quando hai FCO-LIN chi te lo fa fare di andare a esplorare l'ignoto?
 

kenadams

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Facciamo il punto della situazione ITA Airways quattro giorni dopo l'inizio delle attività:

1. Il sito è una ciofeca che (almeno qua in USA) non si apre a meno di raggiungerlo cliccando sull'annuncio sponsorizzato su Google. Nei risultati organici, tra l'altro, non compare nemmeno (forse a pagina 12). Alla faccia della digitalizzazione.
2.Il programma di fidelizzazione non esiste: niente numeri, niente tessere, niente area di gestione per gli utenti sul sito. Solo un form standard di Salesforce per chiedere l'iscrizione e una promessa via email. Bella innovazione.
3. Il valore aggiunto che l'Ad vuole portare ai futuri partner sta negli slot di Linate, nel basso costo del personale, e nello hub di FCO che - francamente - tanto hub non sembra nemmeno. In pratica - mi pare di capire - la speranza è di vendere queste briciole di Alitalia ai tedeschi per fare feeder da LIN verso la Germania e (forse, ma mi pare improbabile) un minihub romano per consentire al gruppo LH di crescere in Africa subsahariana coi 321.

E' evidente, insomma, che questa azienda non ha un piano industriale, non ha risorse e non ha un futuro. Forse Altavilla è solo un traghettatore per far arrivare l'azienda al 2023-24 quando - in condizioni di mercato forse più favorevoli - LH avrà voglia e risorse per espandersi con un'acquisizione.
 

Brigan

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7 Ottobre 2021
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"Mi auguro che ci sia una fetta di italiani che voglia giocare la partita del rilancio della compagnia di bandiera".

A parità di costo ci posso pensare... se mi fai spendere più della concorrenza, stai fresco!
 
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kenyaprince

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20 Giugno 2008
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rso la Germania e (forse, ma mi pare improbabile) un minihub romano per consentire al g
"Mi auguro che ci sia una fetta di italiani che voglia giocare la partita del rilancio della compagnia di bandiera".

A parità di costo ci posso pensare... se mi fai spendere più della concorrenza, stai fresco!
Non c'è comunque solo il costo, anche a voler giocare al rilancio io che sono un passeggero che usa VCE come home airport quali alternative ho? A parte Roma, ITA non vola in nessun altro scalo......
 

indaco1

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30 Settembre 2007
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484
.
Sulla questione del marchio ha detto qualcosa:

Vi siete comprati il marchio Alitalia per non usarlo. Perché?
«Per garantire una transizione ordinata verso la nuova livrea e la nuova identity, per poter consentire all’amministrazione straordinaria di pagare gli stipendi dei dipendenti e per evitare che finisse nelle mani rivali».

Non c’era alcuna intenzione di utilizzare quel nome?
«Esatto».

Perché non conservare Alitalia per i voli intercontinentali dove il brand è noto e usare Ita Airways per le rotte nazionali ed europee?
«Devo dire che la maggior parte dei potenziali alleati con i quali abbiamo discusso del marchio mi ha detto che Alitalia sarebbe stata una zavorra in una discussione di alleanza. Era necessaria una discontinuità».
Perche' non poteva pagare gli stipendi usando il vecchio marchio e con il nuovo si? Forse c'era qualche vincolo legale/formale che pero' non so interpretare. Magari dei creditori privilegiati che vengono prima dei dipendenti?

Poi c'e' da chiedersi se solo altre alleanze vogliono piu' il brand Alitalia, o anche gli ex alleati. Questo suggerisce che il rilancio tra qualche tempo del vecchio brand non si fara'? Allora era veramente meglio farne uno piu' bello...

Comunque non credo di aver capito le motivazioni razionali ma forse li in mezzo qualche indizio c'e'.
 

magick

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«I miei legali dicono che ci sono delle basi. Ma aver perso la Sardegna è una lezione utile sia per le amministrazioni locali che per il personale di Ita. Se dovevo dare un segnale di cambiamento questo è il modo giusto per farlo: noi non inseguiamo rotte per perdere soldi solo in nome della continuità territoriale».
I tuoi legali??? Ma non lo devi sapere tu, perfettamente, cosa è successo e come è successo? Ancora, dopo 20 anni di giochetti, facciamo la parte del pesce in barile?
Io più che altro mi chiedo perché fare ricorso se davvero "non inseguiamo rotte per perdere soldi solo in nome della continuità territoriale". Se la rotta non ti interessa perché ti fa perdere soldi, per quale motivo sprecare tempo e risorse in un ricorso?
 
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BAlorMXP

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27 Febbraio 2006
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Non c'è comunque solo il costo, anche a voler giocare al rilancio io che sono un passeggero che usa VCE come home airport quali alternative ho? A parte Roma, ITA non vola in nessun altro scalo......
ITA è rimasta a logiche di mercato da prima repubblica. Non ci sono storie: il mercato si è evoluto, le persone alle redini di queste compagnie farsa no.


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belumosi

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Ita Airways, Altavilla: «Servono regole uguali per affrontare le low cost»

Ora si fa sul serio. Alfredo Altavilla, presidente della nuova compagnia pubblica Ita Airways che venerdì scorso ha preso il posto di Alitalia, sa che la sfida è duplice: fare profitti, dopo un periodo di rodaggio, e provare a scardinare le dinamiche nei cieli italiani degli ultimi anni. «Ai miei in ufficio ho detto che la pressione vera arriva adesso», spiega Altavilla in un’intervista al Corriere della Sera. Ita Airways è ancora negli uffici provvisori all’Eur. Tra pochi giorni dovrebbe trasferirsi nella vecchia sede di Alitalia. L’ufficio temporaneo di Altavilla ha un autoritratto di Leonardo da Vinci, mentre nei corridoio la tv che prima indicava il countdown al decollo reca solo il logo di Ita.

Questo è un Paese dominato dalle low cost.
«Dobbiamo meritarci la fiducia degli italiani offrendo un servizio che in tempi rapidissimi faccia dimenticare questi mesi di transizione che hanno creato tanti disagi ai viaggiatori di Alitalia».

Guardando il network di Ita Airways non sembra esserci molta differenza con quella di Alitalia.
«Abbiamo ereditato i loro slot e all’inizio dobbiamo volare con quelli per non perderli. Ma ora iniziamo la nuova pianificazione, focalizzandoci sulle rotte e sulle fasce orarie a maggiore redditività. La stagione estiva 2022 sarà il primo vero banco di prova».
Gli italiani hanno diverse opzioni, perché dovrebbero scegliere Ita Airways?
«C’è un aspetto filosofico e l’altro operativo. Mi auguro che ci sia una fetta di italiani che voglia giocare la partita del rilancio della compagnia di bandiera. Dobbiamo poi offrire un livello di servizio migliore delle low cost sul mercato domestico e in linea con i concorrenti diretti nell’internazionale e questo passa anche attraverso l’accordo con gli aeroporti per la gestione delle procedure di imbarco e i tempi di connessione».

Perché avete fatto ricorso contro Volotea sulla continuità territoriale sarda?
«I miei legali dicono che ci sono delle basi. Ma aver perso la Sardegna è una lezione utile sia per le amministrazioni locali che per il personale di Ita. Se dovevo dare un segnale di cambiamento questo è il modo giusto per farlo: noi non inseguiamo rotte per perdere soldi solo in nome della continuità territoriale».

Lei non è tenero con le low cost, ha puntato il dito contro gli incentivi aeroportuali.
«Non voglio favoritismi, ma regole uguali per tutti: se ci sono amministrazioni locali o aeroporti che vogliono dare incentivi li diano a tutti, anche a noi. Ma se non vogliono darli allora non li diano a nessuno. Non trovo ammissibile la disparità di trattamento. Durante il Covid le low cost sono scappate, gli italiani li ha riportati a casa Alitalia. Quando è inverno le low cost tagliano le frequenze e restava a volare Alitalia. Non è giusto».

Le low cost sono disposte a volare negli scali piccoli...
«Se danno anche a Ita gli stessi contributi magari ci voliamo pure noi».

Vi siete comprati il marchio Alitalia per non usarlo. Perché?
«Per garantire una transizione ordinata verso la nuova livrea e la nuova identity, per poter consentire all’amministrazione straordinaria di pagare gli stipendi dei dipendenti e per evitare che finisse nelle mani rivali».

Non c’era alcuna intenzione di utilizzare quel nome?
«Esatto».

Perché non conservare Alitalia per i voli intercontinentali dove il brand è noto e usare Ita Airways per le rotte nazionali ed europee?
«Devo dire che la maggior parte dei potenziali alleati con i quali abbiamo discusso del marchio mi ha detto che Alitalia sarebbe stata una zavorra in una discussione di alleanza. Era necessaria una discontinuità».

A quando la firma dell’alleanza di lungo periodo?
«Entro il 2022».

Lei dice che l’accordo dovrà essere alla pari, però Ita Airways si presenterebbe a fine 2022 con 78 aerei e nel 2025 con 105, i potenziali partner ne hanno 400-500, di velivoli. Cosa porterebbe?
«Una base di costi — grazie al fatto che partiamo come una start up con le giuste dimensioni come dimensionamento personale, flotta e network e con un nuovo contratto di lavoro — che Air France, Klm e Lufthansa non hanno. Già per questo io porto valore aggiuntivo per loro pur essendo più piccolo. Eppoi porterei gli slot preziosi di Linate e un hub come quello di Fiumicino che oggi è uno dei migliori aeroporti europei».

Nel corso del 2022 vi espanderete, passando da 52 a 78 aerei.
«C’è una montagna di lavoro da fare con questi numeri. Ma dobbiamo anche essere rispettosi delle tempistiche per l’apertura degli slot intercontinentali».

Ci sono mercati nuovi ai quali state guardando?
«Sì, ma avendo pochi aerei di lungo raggio inizialmente preferiamo andare sul sicuro: Nord America, Sud America e Giappone. Poi quando avremo altri velivoli ci espanderemo altrove».

Da qui al 2025 cosa vorrebbe pensasse la gente di Ita Airways?
«A una compagnia che ha saputo mantenere le tante promesse fatte all’inaugurazione in materia di innovazione, sostenibilità e digitalizzazione. E personalmente a un vettore che entro quella data guadagna finalmente dei soldi».

Fonte
Capisco la necessità di interpretare la parte, ma a spingersi troppo oltre secondo me dequalifica se stesso e l’azienda che rappresenta.
Perché se persone altamente qualificate come Altavilla e Lazzerini continuano a rilasciare interviste di questo tenore, non fanno altro che ammettere tra le righe l’impossibilità di gestire profittevolmente ITA come se fosse un'azienda normale.
Sarebbe fin troppo facile rispondere che gli aeroporti non avrebbero problemi a dare incentivi qualora i ritorni fossero gli stessi garantiti da FR e soci. Ma questo sono certo che lo sanno perfettamente.
 
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globetrotter70

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Io più che altro mi chiedo perché fare ricorso se davvero "non inseguiamo rotte per perdere soldi solo in nome della continuità territoriale". Se la rotta non ti interessa perché ti fa perdere soldi, per quale motivo sprecare tempo e risorse in un ricorso?
Forse perché con il 40% di ribasso fa perdere soldi, ma con il 10% no.....li credo che l'errore piu' madornale sia stato fatto dalla regione Sardegna che ha guardato solo il lato economico immediato. Io vivo all'estero e mentre prima me la cavavo con Alitalia sui 130/150€ andata e ritorno con 4 tratte via roma e/o milano, ora ne devo sborsare non meno di 250/300 e con lo sbattimento del cambio senza connettività.....ci vado comunque perché ho la famiglia, ma chi va in vacanza lascera stare per scegliere altre mete
 
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