Viking
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Uhm, dunque probabilmente c’è un equivoco di fondo: da quando è stata creata ITA s’e’ detto a più riprese che mancava un business plan e in audizione più volte è stato chiesto di portarlo a conoscenza. Giusto perché i soldi non sono quelli di Monopoli e giusto perché ITA è statale. Ma fa nulla, sorvoliamo sui miliardi buttati. Poi i super managers volano alto con mirabolanti promesse tra cui improbabili pareggi di bilancio, fette di mercato spalmate su 3 piani di torte, milioni di turisti da ogni e per ogni dove, rotte, rutti e tanto champagne per chi vola premium. Aggiungiamo pure acquisti, leasing di aerei pittati come supposte di marca Airbus. Tutto quanto sopra alla cazzo di cane senza una logica o spiegazione.Quindi secondo te uno che è disponibile a sborsare di tasca sua più di un miliardo di euro dovrebbe attuare il piano industriale fatto da un’altro? Anche fosse il migliore piano industriale del mondo credo voglia dire la sua o sbaglio?
Ora, parafrasando quello che hai detto tu, ma chi sgancerà i danari magari (e dico magari) vorrà dire quale modello di aereo vuole? E se non garba loro la spesa fatta ed il colore puffo? Ma che logica c’è dietro a tutto questo? Nessuna. Meglio fare, come diceva giustamente qualcuno (o tanti) tenere bagnato l’orticello con la A di Alitalia (si il marchio è di ITA, pagato sempre con i nostri soldi) e far pagare le macchine nuove / ripitturare (i pittori non aspettano altro) a chi si prenderà questa cosa nata male senza identità. Oh, però i nomi degli aerei sono proprio iconici - da Gazzetta dello Sport.