Benjamin Smith molto freddo su un investimento di Air France-KLM:
Aerei, l’ad di Air France-Klm: «L’Italia è un mercato difficile, Ita Airways ha bisogno di molti soldi»
di
Leonard Berberi21 giu 2022
Air France-Klm, uno dei gruppi più grandi d’Europa, segue direttamente la privatizzazione di Ita Airways. Ma quando si tratta di investire denaro, i franco-olandesi non nascondono le loro perplessità e preferiscono piuttosto limitarsi a una collaborazione commerciale con il loro partner finanziario Certares, fondo statunitense che ha inviato un’offerta vincolante per rilevare la maggioranza di Ita. È quanto fa capire Ben Smith, amministratore delegato di Air France-Klm durante una chiacchierata con il Corriere della Sera a margine dei lavori dell’assemblea annuale della Iata, la principale associazione delle compagnie aeree.
Che succede sul fronte Ita?
«Amiamo il vostro Paese, ma abbiamo avuto due precedenti esperienze di investimenti in Italia e sono state diciamo “complicate”. Ma siccome siete un grande mercato per noi ci sono degli approfondimenti in corso con Delta e il nostro partner finanziario (Certares, ndr) per provare a capire cosa si può fare»
Ma non siete ancora dell’idea di investire in Ita…
«Intanto c’è il divieto per noi della Commissione europea a fare investimenti. Ora siamo in una posizione finanziaria migliore, anche rispetto a un mese fa. Questa è la cosa più importante per il gruppo Air France-Klm che ha visto anche l’ingresso di un nuovo socio, Cma-Cgm. La prossima tappa è poter restituire almeno il 75% dei prestiti pubblici per poter effettuare investimenti».
Quindi alla fine dell’anno, quando magari sarete liberi dal divieto europeo sulle acquisizioni, potreste investire in qualche compagnia aerea?
«Mi sembra uno scenario ragionevole, questo però in generale, non riguardo a Ita».
A fine anno però forse il governo italiano avrà già siglato l’accordo con la cordata che ritiene migliore.
«Le scadenze sulla vendita di Ita le decide il vostro governo».
Non avete paura che una Ita nelle mani di Msc-Lufthansa porti via passeggeri a voi, in particolare quelli business del Nord Italia?
«Devo dire che noi abbiamo una buona fetta di mercato in Italia. Abbiamo anche avuto degli slot aggiuntivi all’aeroporto di Milano Linate, cosa che è decisamente importante per noi. Molti passeggeri italiani volano attraverso i nostri hub di Parigi e Amsterdam verso il Nord e Sud America. Lufthansa è un forte concorrente in tutta Europa. L’Italia è un mercato interessante, ma anche non facile da servire».
Cioè?
«Beh, a Milano ci sono due aeroporti — Malpensa e Linate —, a Roma i flussi sono soprattutto in ingresso e c’è una stagionalità pronunciata. La verità è che fare soldi in Italia a gennaio, febbraio e marzo è davvero difficile. Questo va tenuto a mente quando si guarda a Ita Airways dal momento che il suo hub è proprio a Roma. Una cosa che non abbiamo per esempio a Parigi dove non c’è stagionalità. Insomma le cose non sono proprio semplici».
Cosa intende con questo?
«Quando guardiamo al mercato italiano e alle opportunità dobbiamo avere un piano che ci consenta davvero di fare profitti. Per questo il mercato italiano è davvero unico».
Mi faccia capire: se fosse per lei sarebbe meglio spostare l’hub a Milano dove la domanda è meno stagionale di Roma?
«Beh, insomma, a Milano ci sono comunque due aeroporti. È una cosa complicata da gestire anche lì. Io arrivo dal Canada dove c’è una situazione simile: l’aeroporto di Montreal è più o meno come Malpensa, ma il grande mercato è a Toronto e non è facile competere al meglio con le rivali americane. C’è una situazione paragonabile in Italia: un mercato importante, ma altamente stagionale, con tre aeroporti rilevanti.
Per Ita quindi secondo lei non è la situazione migliore?
«No, per niente. È una dinamica che diventa una grande sfida per Ita. E se guardiamo alla fetta di mercato della compagnia italiana sui voli intercontinentali si vede come servano molte risorse da investire per poterle consentire di aumentare il suo peso specifico».
Glielo richiedo allora: siete interessati a Ita a se poteste farlo mettereste soldi nella compagnia italiana?
«Diciamo che è decisamente prematuro sostenere questa cosa».
Fonte:
https://www.corriere.it/economia/az...di-734bb9be-f13e-11ec-82b6-14b9a59f244e.shtml