Thread ITA Airways Estate 2022


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Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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Aggiornamento: dopo avere rinviato l'apertura di HND da giugno ad agosto e poi a ottobre, altra riduzione, adesso la rotta (sempre se parte) sarà operata solo 3x week, una frequenza davvero molto ridotta e poco competitiva.

ITA AIRWAYS REVISES TOKYO SERVICE IN NW22

ITA Airways this week revised planned Rome – Tokyo Haneda route. Previously reported on AeroRoutes on 09JUN22, the Skyteam member has closed reservation between 02AUG22 and 29OCT22. The airline currently remains on track to commence first flight on 30OCT22, however it is now scheduling 3 weekly flights, instead of 7, for Northern winter 2022/23 season.

AZ792 FCO1500 – 1135+1HND 330 357
AZ793 HND1335 – 1855FCO 330 146
 

Greco

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8 Marzo 2010
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Aggiornamento: dopo avere rinviato l'apertura di HND da giugno ad agosto e poi a ottobre, altra riduzione, adesso la rotta (sempre se parte) sarà operata solo 3x week, una frequenza davvero molto ridotta e poco competitiva.

ITA AIRWAYS REVISES TOKYO SERVICE IN NW22

ITA Airways this week revised planned Rome – Tokyo Haneda route. Previously reported on AeroRoutes on 09JUN22, the Skyteam member has closed reservation between 02AUG22 and 29OCT22. The airline currently remains on track to commence first flight on 30OCT22, however it is now scheduling 3 weekly flights, instead of 7, for Northern winter 2022/23 season.

AZ792 FCO1500 – 1135+1HND 330 357
AZ793 HND1335 – 1855FCO 330 146
aeroporto nuovo, meno voli, ma sempre gli stessi orari pessimi da gruppo vacanze Fantozzi
 

belumosi

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Ita Airways, riapre la data room: il 5 luglio le ultime offerte di Msc-Lufthansa e Certares

di Leonard Berberi 23 giu 2022

Il ministero dell’Economia ha riaperto il 22 giugno la data room di Ita Airways per fornire gli approfondimenti richiesti da Msc-Lufthansa e Certares, i due soggetti interessati a comprare la maggioranza della compagnia aerea. È un altro passo avanti nella procedura di privatizzazione che si dovrebbe concludere, se tutto va bene, il 7 o l’8 luglio con la decisione del governo sulla cordata vincente. È quanto spiegano al Corriere della Sera due fonti ministeriali.

Le 300 domande
La «stanza» virtuale con i dati riservati di Ita resterà aperta fino al 5 luglio — proseguono le fonti — per poter consentire a Msc-Lufthansa e Certares di avere le risposte alle loro quasi 300 domande inviate al Tesoro e a Ita Airways per capire meglio alcuni aspetti. I numeri relativi ad alcune delle domande — quelle più sensibili — si trovano nei documenti caricati nella data room dove l’accesso è definito da rigido accordo di non divulgazione.

La nuova scadenza
Entro il 5 luglio, salvo ulteriori slittamenti, Msc-Lufthansa e Certares dovranno presentare le loro ultime offerte vincolanti, migliorate e con più dettagli rispetto ai documenti inviati la sera del 23 maggio. Sarà un passaggio delicato, proseguono le fonti, perché dovrà trattarsi di un pacchetto completo con all’interno non soltanto la parte economica (quanto intendono pagare la quota di Ita Airways) e la parte industriale (con un piano della durata di cinque anni) ma anche la definizione di governance.

Le tappe
Le fonti ministeriali sottolineano che la riapertura della data room fino al 5 luglio non è uno slittamento della procedura dal momento che è stato deciso di «accorpare» le fasi di signing e di definizione della governance: all’inizio la scelta della cordata vincente sarebbe dovuta avvenire entro il 30 giugno, per poter poi discutere nei giorni successivi la governance. Ora subito dopo la chiusura della data room e la presentazione delle ultime offerte vincolanti si attende l’atto finale del governo.

La scelta del governo
Palazzo Chigi, anticipano le fonti, vuole scegliere subito dopo, in quarantotto ore. Per questo la decisione del premier Mario Draghi sulla cordata ritenuta migliore per il futuro di Ita Airways è attesa tra il 7 e l’8 luglio. Un passaggio formale, ma non l’ultimo perché poi a quel punto chi vincerà la gara dovrà sedersi al tavolo con il Tesoro e i suoi advisor per definire meglio il piano di privatizzazione e firmare l’accordo finale entro dicembre.

Le due offerte
Msc e Lufthansa valutano Ita Airways circa un miliardo di euro e sono intenzionati a rilevare l’80% dell’azienda, lasciando il restante 20% al Mef che potrebbe successivamente uscire, opzione peraltro prevista dal decreto di privatizzazione. Più sfumata — e «debole», secondo le fonti — l’offerta di Certares, fondo Usa che per ora mette a disposizione la partnership commerciale con Air France e Delta Air Lines: Ita per loro vale tra 650 e 850 milioni di euro.

La lettera di Msc-Lufthansa
La riapertura della data room arriva poco dopo le parole di Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo Lufthansa, che al Corriere aveva espresso la sua insoddisfazione per il rallentamento della procedura di privatizzazione. Tanto che — ha rivelato a margine dell’assemblea annuale della Iata a Doha, in Qatar — ha preso per la prima volta carta e penna e assieme a Gianluigi Aponte, patron di Msc, ha scritto al premier Draghi per chiedere di accelerare l’iter. Un iter, va ricordato, che è gestito dal Tesoro che è oggi l’azionista unico della società. Da quanto si apprende Ita il 10 giugno ha comunicato al ministero di essere pronto a riaprire la data room. Riapertura che è avvenuta soltanto dodici giorni dopo.

Il nodo delle quote
Anche se la proposta di Msc e Lufthansa viene giudicata la migliore c’è un nodo da sciogliere: la quota da lasciare al Tesoro. Fonti ministeriali spiegano che il 20% che i due colossi europei intendono lasciare al Mef — Certares su questo aspetto non si è espresso — viene giudicato «basso» dal dicastero che vorrebbe restare nell’aviolinea tricolore con una partecipazione maggiore. Un peso specifico più alto avrebbe ripercussioni sugli equilibri della nuova governance.

 

romaneeconti

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Ita Airways, riapre la data room: il 5 luglio le ultime offerte di Msc-Lufthansa e Certares

di Leonard Berberi 23 giu 2022

Il ministero dell’Economia ha riaperto il 22 giugno la data room di Ita Airways per fornire gli approfondimenti richiesti da Msc-Lufthansa e Certares, i due soggetti interessati a comprare la maggioranza della compagnia aerea. È un altro passo avanti nella procedura di privatizzazione che si dovrebbe concludere, se tutto va bene, il 7 o l’8 luglio con la decisione del governo sulla cordata vincente. È quanto spiegano al Corriere della Sera due fonti ministeriali.

Le 300 domande
La «stanza» virtuale con i dati riservati di Ita resterà aperta fino al 5 luglio — proseguono le fonti — per poter consentire a Msc-Lufthansa e Certares di avere le risposte alle loro quasi 300 domande inviate al Tesoro e a Ita Airways per capire meglio alcuni aspetti. I numeri relativi ad alcune delle domande — quelle più sensibili — si trovano nei documenti caricati nella data room dove l’accesso è definito da rigido accordo di non divulgazione.

La nuova scadenza
Entro il 5 luglio, salvo ulteriori slittamenti, Msc-Lufthansa e Certares dovranno presentare le loro ultime offerte vincolanti, migliorate e con più dettagli rispetto ai documenti inviati la sera del 23 maggio. Sarà un passaggio delicato, proseguono le fonti, perché dovrà trattarsi di un pacchetto completo con all’interno non soltanto la parte economica (quanto intendono pagare la quota di Ita Airways) e la parte industriale (con un piano della durata di cinque anni) ma anche la definizione di governance.

Le tappe
Le fonti ministeriali sottolineano che la riapertura della data room fino al 5 luglio non è uno slittamento della procedura dal momento che è stato deciso di «accorpare» le fasi di signing e di definizione della governance: all’inizio la scelta della cordata vincente sarebbe dovuta avvenire entro il 30 giugno, per poter poi discutere nei giorni successivi la governance. Ora subito dopo la chiusura della data room e la presentazione delle ultime offerte vincolanti si attende l’atto finale del governo.

La scelta del governo
Palazzo Chigi, anticipano le fonti, vuole scegliere subito dopo, in quarantotto ore. Per questo la decisione del premier Mario Draghi sulla cordata ritenuta migliore per il futuro di Ita Airways è attesa tra il 7 e l’8 luglio. Un passaggio formale, ma non l’ultimo perché poi a quel punto chi vincerà la gara dovrà sedersi al tavolo con il Tesoro e i suoi advisor per definire meglio il piano di privatizzazione e firmare l’accordo finale entro dicembre.

Le due offerte
Msc e Lufthansa valutano Ita Airways circa un miliardo di euro e sono intenzionati a rilevare l’80% dell’azienda, lasciando il restante 20% al Mef che potrebbe successivamente uscire, opzione peraltro prevista dal decreto di privatizzazione. Più sfumata — e «debole», secondo le fonti — l’offerta di Certares, fondo Usa che per ora mette a disposizione la partnership commerciale con Air France e Delta Air Lines: Ita per loro vale tra 650 e 850 milioni di euro.

La lettera di Msc-Lufthansa
La riapertura della data room arriva poco dopo le parole di Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo Lufthansa, che al Corriere aveva espresso la sua insoddisfazione per il rallentamento della procedura di privatizzazione. Tanto che — ha rivelato a margine dell’assemblea annuale della Iata a Doha, in Qatar — ha preso per la prima volta carta e penna e assieme a Gianluigi Aponte, patron di Msc, ha scritto al premier Draghi per chiedere di accelerare l’iter. Un iter, va ricordato, che è gestito dal Tesoro che è oggi l’azionista unico della società. Da quanto si apprende Ita il 10 giugno ha comunicato al ministero di essere pronto a riaprire la data room. Riapertura che è avvenuta soltanto dodici giorni dopo.

Il nodo delle quote
Anche se la proposta di Msc e Lufthansa viene giudicata la migliore c’è un nodo da sciogliere: la quota da lasciare al Tesoro. Fonti ministeriali spiegano che il 20% che i due colossi europei intendono lasciare al Mef — Certares su questo aspetto non si è espresso — viene giudicato «basso» dal dicastero che vorrebbe restare nell’aviolinea tricolore con una partecipazione maggiore. Un peso specifico più alto avrebbe ripercussioni sugli equilibri della nuova governance.

Sono mesi che ogni settimana ci dobbiamo assorbire gli articoli fotocopia della stampa....stesse tematiche, qualche virgola posizionata in modo diverso, le sostituzioni delle date negli articoli man mano che i mesi passano...e solita solfa...Andate a leggere cosa il giornalista del Corriere scriveva un mese fa...due mesi fa...e gli altri giornalisti delle altre testate a ruota... Ma basta....Altavilla che diceva che si sarebbe conclusa la vendita a fine giugno, adesso dira' a fien luglio e poi a fine agosto...poi lo cacceranno e chi subentrera' dira' che si vende a settembre...Che circo.
 

romaneeconti

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21 Marzo 2021
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Si potrebbe dire lo stesso di certi commenti sul forum, peraltro.
Hai perfettamente ragione e lo so benissimo. Ma non e' colpa mia se questo colabrodo voluto dallo Stato gioca a pigliare per i fondelli l'Italia e gli italiani. In ogni caso sbaglio certamente a inveire costantemente sull'Azienda che in realta' non e' altro che il prodotto delle incapacita' e forse anche della malafede dello Stato nell'essere arrivati a questo punto che davvero e' ingestibile oltreche ingiustificabile. Questo e' quel che penso.
 

romaneeconti

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21 Marzo 2021
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Grazie per avercelo chiarito, devo dire che non si era proprio capito nei 784 post precedenti. Adesso scriviamo altro?
Una soluzione potrebbe essere che ITA venga venduta gia' da domani!..Non trovi?...oppure...mi darete il benservito...come si suol dire..."chi vivra' vedra'...". A luglio cmq torno a far concerti e a viaggiare...ergo scrivero' meno sul forum...per la vostra pace...Spero che a settembre si ritrovi un ITA non piu' in mano allo Stato. E' il mio augurio, per tutti.
 

belumosi

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@romaneeconti

Anche se mi guarderei bene dal metterci la mano sul fuoco, secondo me stavolta la privatizzazione andrà in porto.
I segnali che puntano in quella direzione sono molti e concordi.
A livello dimensionale, ITA è di fatto la compagnia che chiede da anni LH (ma probabilmente è una dimensione gradita anche ad AF). E non credo sia un caso.
Da mesi si parla di Giugno (tra il 15 e il 30) per la scelta dell'acquirente. Anche sforando di qualche settimana, non saremmo necessariamente di fronte ad un ripiegamento.
E' evidente che le parti si sono tenute alcune cartucce da sparare. ITA probabilmente ha finora negato alcune informazioni sensibili, AF e LH (e i loro partner) non hanno d'altro canto fatto offerte definite, se non da una forchetta di valori. Situazione che non permette di chiudere, ma che porta a quello che dovrebbe essere l'ultimo round. Nel quale vengono definite le condizioni finali alle quali le parti sono disponibili a procedere.
Ma arrivati a questo punto, sarebbe problematico per Draghi innestare una inattesa retromarcia. Perchè essendo nota la sua propensione alla vendita, la rinuncia paleserebbe una marcata riduzione del proprio potere all'interno del governo. Scenario che al momento credo non voglia quasi nessuno.
Tra l'altro è da notare il silenzio assordante calato su ITA da parte della politica: nessuna italianità da difendere, niente più turisti dirottati verso i castelli della Loira, nessun insulto alla storia cedendo la compagnia di bandiera italiana da decenni (il rebranding è servito senz'altro anche a depotenziare la compagnia come asset politico).
Detto questo è cosa nota che ci sia che rema contro, magari imponendo l'assunzione dei dipendenti del call center, oppure ritardando la riapertura della data room. Ma l'impressione è che siano armi d'interdizione piuttosto spuntate.
Ad indurre a più miti consigli chi vorrebbe mantenere ITA statale, c'è anche la disponibilità finanziaria concessa dalla UE in via di esaurimento. Dopo i 400M € che dovrebbero essere versati a breve, il governo potrà ancora iniettare altri 250 M€ l'anno prossimo. Terminati i quali, sarebbe problematico ottenere ulteriori concessioni da Bruxelles, specie se in un mercato in ripresa, le altre compagnie dovessero prevalentemente generare utili.
D'altra parte osservando la questione con gli occhi del politico medio, se ITA conta poco per il paese, è costata oltre 1 MLD€ ai contribuenti, ha un peso elettorale ridotto a causa del minor numero di dipendenti e non è spendibile come una bandiera italiana di cui ammantarsi di fronte alle masse, perchè fare una crociata per mantenerla pubblica?
Comunque i tempi per definire il tutto dovrebbero essere piuttosto brevi, credo che entro un mese la decisione sarà presa.
 

romaneeconti

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21 Marzo 2021
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@belumosi: ...mah... che dirti...sembra che la logica vada sempre a farsi benedire quando discutiamo delle gesta di questa azienda, Alitalia prima, Ita adesso. Io credo che con la politica italiana cosi' frammentata, sia davvero difficile per non dire impossibile, trovare una quadra che faccia propendere per decisioni nette e definitive in merito alla vendita. ballano troppe componenti intorno a questa realta' comunque che fa capo a Roma e quantunque a ogni fallimento assistiamo a un ridimensionamento, resta sempre una questione di mancanza di coraggio (voglio scrivere cosi'...) ad assumere posizioni nette. E quindi si tergiversa vita natural durante e nessuno si assume responsabilita' e decisioni. Sara' cosi' anche questa volta e saranno cavoli di chi verra' a gestire la patata bollente dopo questo governo, come e' sempre accaduto. Staremo a vedere, non c'e' altro da fare...
 
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belumosi

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@belumosi: ...mah... che dirti...sembra che la logica vada sempre a farsi benedire quando discutiamo delle gesta di questa azienda, Alitalia prima, Ita adesso. Io credo che con la politica italiana cosi' frammentata, sia davvero difficile per non dire impossibile, trovare una quadra che faccia propendere per decisioni nette e definitive in merito alla vendita. ballano troppe componenti intorno a questa realta' comunque che fa capo a Roma e quantunque a ogni fallimento assistiamo a un ridimensionamento, resta sempre una questione di mancanza di coraggio (voglio scrivere cosi'...) ad assumere posizioni nette. E quindi si tergiversa vita natural durante e nessuno si assume responsabilita' e decisioni. Sara' cosi' anche questa volta e saranno cavoli di chi verra' a gestire la patata bollente dopo questo governo, come e' sempre accaduto. Staremo a vedere, non c'e' altro da fare...
Comprendo benissimo lo scoramento che provi e che penso abbiamo provato in tanti ogni volta che la farsa di AZ si ripeteva.
Credo e spero che le differenze che ho elencato sopra, diano la spinta sufficiente a chiudere l'operazione.
Paradossalmente credo che la guerra in Ucraina, favorirà la vendita di ITA, ora più che mai. Non solo in Italia in una situazione del genere sarebbe alquanto difficile trovare un sostituto di Draghi di pari credibilità, ma con il dimezzamento di Macron dopo le elezioni e con il tedesco Scholz che in patria si è guadagnato un soprannome corrispondente al romanesco "Sor Tentenna", Draghi è l'unico leader di uno dei grandi paesi della UE che sembra godere di una certa libertà di manovra. E il suo netto filo-atlantismo, lo rende alquanto prezioso agli occhi di Washington.
E' quindi piuttosto difficile che qualcuno abbia il potere sufficiente per fermare il pdc nella privatizzazione di ITA.
Anche chi ci sta provando, sembra farlo sottobanco, senza metterci la faccia. E questo è un segnale di grande debolezza da parte dei fautori dello status quo.
 

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Il nodo delle quote
Anche se la proposta di Msc e Lufthansa viene giudicata la migliore c’è un nodo da sciogliere: la quota da lasciare al Tesoro. Fonti ministeriali spiegano che il 20% che i due colossi europei intendono lasciare al Mef — Certares su questo aspetto non si è espresso — viene giudicato «basso» dal dicastero che vorrebbe restare nell’aviolinea tricolore con una partecipazione maggiore. Un peso specifico più alto avrebbe ripercussioni sugli equilibri della nuova governance.
Tralascio, per non essere ripetitivo, la tragicommedia della 'data room' in cui mancano i dati per soffermarmi su questo punto.

Perchè volere più del 20%? Perchè?

A prescindere dal fatto che ITA non è un'azienda strategica, e non è una compagine economica in cui serve, per tutela degli interessi nazionali, mantenere una golden share... Se LH+MSC si trovasse a vincere avrebbero la maggioranza assoluta del capitale azionario (e quindi dei voti nel CdA). Che differenza fa per il MEF di avere il 20, 25, 30 o il 35% se, comunque, MSC+LH hanno la maggioranza e quindi il potere decisionale? Tolto l'accollarsi una parte maggiore delle (possibili) perdite future non so cosa otterrebbero. Magari essere il 'secondo' investitore dopo Aponte, ma non me li vedo LH e MSC andare uno contro l'altro.

E' una privatizzazione, come dice la protagonista del cartone preferito da mia nipote... Let it goooo.
 
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Seaking

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Tralascio, per non essere ripetitivo, la tragicommedia della 'data room' in cui mancano i dati per soffermarmi su questo punto.

Perchè volere più del 20%? Perchè?

A prescindere dal fatto che ITA non è un'azienda strategica, e non è una compagine economica in cui serve, per tutela degli interessi nazionali, mantenere una golden share... Se LH+MSC si trovasse a vincere avrebbero la maggioranza assoluta del capitale azionario (e quindi dei voti nel CdA). Che differenza fa per il MEF di avere il 20, 25, 30 o il 35% se, comunque, MSC+LH hanno la maggioranza e quindi il potere decisionale? Tolto l'accollarsi una parte maggiore delle (possibili) perdite future non so cosa otterrebbero. Magari essere il 'secondo' investitore dopo Aponte, ma non me li vedo LH e MSC andare uno contro l'altro.

E' una privatizzazione, come dice la protagonista del cartone preferito da mia nipote... Let it goooo.
Perché magari domani si inventano per decreto un golden power per porre il veto pur essendo socio di minoranza?
 

Paolo_61

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Tralascio, per non essere ripetitivo, la tragicommedia della 'data room' in cui mancano i dati per soffermarmi su questo punto.

Perchè volere più del 20%? Perchè?

A prescindere dal fatto che ITA non è un'azienda strategica, e non è una compagine economica in cui serve, per tutela degli interessi nazionali, mantenere una golden share... Se LH+MSC si trovasse a vincere avrebbero la maggioranza assoluta del capitale azionario (e quindi dei voti nel CdA). Che differenza fa per il MEF di avere il 20, 25, 30 o il 35% se, comunque, MSC+LH hanno la maggioranza e quindi il potere decisionale? Tolto l'accollarsi una parte maggiore delle (possibili) perdite future non so cosa otterrebbero. Magari essere il 'secondo' investitore dopo Aponte, ma non me li vedo LH e MSC andare uno contro l'altro.

E' una privatizzazione, come dice la protagonista del cartone preferito da mia nipote... Let it goooo.
La logica è evidente. Avendo un peso pari a MSC si rende LH ago della bilancia, impedendo ad Aponte “fughe in avanti” solitarie. Avere il 20% non serve ovviamente a nulla, tanto vale andare a 0 direttamente. Non sarei stupito se l’ipotesi venisse accolta con entusiasmo da LH (molto meno da MSC)
 

13900

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Perché magari domani si inventano per decreto un golden power per porre il veto pur essendo socio di minoranza?
Sarebbe una bella schifezza.

La logica è evidente. Avendo un peso pari a MSC si rende LH ago della bilancia, impedendo ad Aponte “fughe in avanti” solitarie. Avere il 20% non serve ovviamente a nulla, tanto vale andare a 0 direttamente. Non sarei stupito se l’ipotesi venisse accolta con entusiasmo da LH (molto meno da MSC)
E' qualcosa che mi preoccupa, significa che c'e' ancora un interesse/intrallazzamento politico (e quindi impossibilita' che ITA tracci il suo corso in maniera indipendente, nella buona o cattiva sorte).
 
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rommel

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Chia
In alcune Società di Capitale per le decisioni straordinarie occorrono i due terzi delle quote e quindi lo Stato potrebbe volere il 34% per avere questo diritto , fermo restando che credo faranno senza dubbio un Patto Parasociale che regolamenterà i punti principali di discussione , per il quale gli basterebbe in pratica anche una quota del solo 10 %.....
 
Stato
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