ITA, la scelta del Governo: trattativa esclusiva con Certares/AFKL/DL


Dancrane

Amministratore AC
Staff Forum
10 Febbraio 2008
19,434
4,441
Milano
Il MEF avrebbe individuato Raffaele Squitieri, presidente emerito della Corte dei Conti, come guida del comitato di vigilanza interno di ITA.
L'articolo di Repubblica riporta anche le visioni contrapposte della (futura?) maggioranza di Governo, con Lega e FI che lamentano la mancata scelta di MSC/LH, pur con motivazioni diverse, e FdI che minaccia addirittura il ricorso al TAR perchè contraria alla vendita, non importa a chi.
Come totorotte, segnalo la perla: "...Il processo passa dalla moltiplicazione delle rotte, soprattutto di quelle su Boston, Baltimora, Washington, Toronto - che portano al florido mercato dell’America del Nord. ..."

 
  • Like
Reactions: East End Ave

Seaking

Moderatore
Utente Registrato
1 Febbraio 2012
12,499
2,633
La moltiplicazione delle rotte suona in modo quasi ieratico: abbiamo questi pochi aerei e quote di mercato, ma con un miracolo riusciremo a sfamare tutti i passeggeri affamati...
 

Brigan

Utente Registrato
7 Ottobre 2021
38
47
Farò il complottista...
Mi pare però che ci sia dietro una manovra da parte dei francesi, con la complicità dello stato italiano.

Partiamo da Ita che compra il brand Alitalia e lo mette nel cassetto...
Ingresso "provvisorio" in Sky Team...
Acquisto di nuovi Airbus....
Lo stato che svende poco meno del 50% di Ita a AF-KL e a un fondo che per sua definizione deve fare investimenti (massimo utile col minimo mezzo senza impelagarsi con rilanci di società, piani industriali, etc)....

Tra due o 3 anni al massimo saremo punto a capo con Ita scissa in una piccola good company (venduta da Certares a AF e KL assieme agli aerei nuovi e a quel poco di valore che c'è in Ita) e una grossa bad company, piena di debiti, che resterà in groppa allo Stato quale "compagnia di bandiera" e che al massimo farà (in perdita) collegamenti regionali su e giù per lo stivale, magari col nome Alitalia.
 

giorgiogds

Utente Registrato
26 Giugno 2006
679
88
Few NM inbound OST VOR
Farò il complottista...
Mi pare però che ci sia dietro una manovra da parte dei francesi, con la complicità dello stato italiano.

Partiamo da Ita che compra il brand Alitalia e lo mette nel cassetto...
Ingresso "provvisorio" in Sky Team...
Acquisto di nuovi Airbus....
Lo stato che svende poco meno del 50% di Ita a AF-KL e a un fondo che per sua definizione deve fare investimenti (massimo utile col minimo mezzo senza impelagarsi con rilanci di società, piani industriali, etc)....

Tra due o 3 anni al massimo saremo punto a capo con Ita scissa in una piccola good company (venduta da Certares a AF e KL assieme agli aerei nuovi e a quel poco di valore che c'è in Ita) e una grossa bad company, piena di debiti, che resterà in groppa allo Stato quale "compagnia di bandiera" e che al massimo farà (in perdita) collegamenti regionali su e giù per lo stivale, magari col nome Alitalia.
Me sa che ci hai preso....

Inviato dal mio SM-G960F utilizzando Tapatalk
 

gidsc

Utente Registrato
3 Giugno 2010
139
36
52
FLL & MIA
Cit.: per anni Alitalia è stata, persino più dei nostri consolati, l'Italia nel mondo

 

magick

Utente Registrato
5 Maggio 2016
1,073
484
"la nostra compagnia è stata contesa da Swissair, British Airways e Air France che facevano la fila negli uffici di via Veneto per partecipare alla procedura di dismissione"

Scusate, non conosco le vicende del periodo. Se Alitalia aveva davvero tanto valore perché veniva dismessa?

Devo scoprire assolutamente cosa si fuma 'sta gente.

Inviato dal mio SM-A336B utilizzando Tapatalk
A parte qualche passaggio mi sembra che si schieri contro la scelta di privatizzazione di facciata con Certares.
 
  • Like
Reactions: East End Ave

Dancrane

Amministratore AC
Staff Forum
10 Febbraio 2008
19,434
4,441
Milano

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,026
3,334
Parere pro veritate chiesto a Sabino Cassese, che ritiene legittima la vendita. Ovviamente non tutti condividono, anzi...

Questi sono gli articoli che mi fanno incaxxare.
Perchè non è sufficiente che il fine sia giusto (privatizzare ITA), per elencare una serie di falsità (non le si possono chiamare altrimenti), addirittura con l'avallo di un giurista esperto come il Dott. Cassese.

Nel merito:
Anzi il governo deve ormai alienare la compagnia aerea per almeno tre ragioni:
- perché è «vincolato» dal decreto, il Dpcm di marzo 2022 che regola la privatizzazione;
Il DPCM non obbliga nessuna privatizzazione, ne delinea solo le regole qualora la si voglia fare.
Infatti l'art. 2 recita:
2. L'alienazione della partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in ITA S.p.a. POTRA' essere effettuata....
Potrà, non dovrà.
- perché si è impegnato con l’Unione europea a portare Ita in un’alleanza mondiale;
A parte il fatto che ITA è già in un'alleanza globale, l'appartenenza ad una alleanza non ha nulla a che fare con la privatizzazione
- perché la cessione è un pilastro del business plan, del piano di sviluppo industriale del vettore.
L'unico business plan che possa considerarsi legalmente vincolante, mi risulta essere quello inserito all'interno del comunicato UE che disciplina le regole per la nascita di ITA.
E in quel documento non c'è alcuna traccia di privatizzazione.
Nel caso specifico di Ita, aggiunge il giurista, «la procedura di alienazione non va fermata»; e al contrario «deve» essere conclusa. La vera violazione di legge sarebbe interrompere un processo che è «interamente definito» dalla normativa.
Su questo punto, Cassese insiste a lungo. Approvato in Consiglio dei ministri, il Dpcm di marzo regola i termini e le «modalità procedurali» della vendita di Ita. E da questo decreto «consegue un’attività amministrativa che è vincolata». In altre parole, Draghi non soltanto “può” privatizzare la compagnia aerea. La “deve” privatizzare perché il decreto lo obbliga, cioè lo vincola in tal senso.
Qui c'è il DPCM e io di obblighi tassativi a vendere ITA, non ne vedo.
E questo obiettivo dell’alleanza, si legge nel parere del giurista, è stato poi assorbito dal business plan della compagnia aerea. In questo scenario, la mancata cessione di Ita sarebbe in contrasto con il business plan;
Peccato che l'alleanza sia parte del BP, la privatizzazione no.
Anche sul concetto di "affari correnti" ci sarebbe da dire, ma mi fermo qui.

Ma invece di arrampicarsi sugli specchi con costruzioni legali largamente basate su inesattezze (e ci sto andando molto leggero), perchè non fare un bell'articolo dove si spiega in dettaglio che è opportuno privatizzare ITA perchè nella dimensione attuale non potrà mai avere una struttura di costi competitiva, che senza l'appartenenza ad un grande gruppo non potrà beneficiare delle relative economie di scala e di un ragionevole peso all'interno di alleanze e JV? Tutte cose indispensabili.
Queste sono le ragioni da addurre per sostenere la privatizzazione di ITA, non le vigliacche affermazioni che "ce lo chiede l'Europa" o che "è imposto dal DPCM", quasi che fosse un problema dire a chiare lettere che privatizzare ITA è semplicemente la cosa giusta da fare.
 
Ultima modifica:

East End Ave

Utente Registrato
13 Agosto 2013
8,298
3,231
su e giu' sull'atlantico...
Questi sono gli articoli che mi fanno incaxxare.
Perchè non è sufficiente che il fine sia giusto (privatizzare ITA), per elencare una serie di falsità (non le si possono chiamare altrimenti), addirittura con l'avallo di un giurista esperto come il Dott. Cassese.

Nel merito:

Il DPCM non obbliga nessuna privatizzazione, ne delinea solo le regole qualora la si voglia fare.
Infatti l'art. 2 recita:

Potrà, non dovrà.

A parte il fatto che ITA è già in un'alleanza globale, l'appartenenza ad una alleanza non ha nulla a che fare con la privatizzazione

L'unico business plan che possa considerarsi legalmente vincolante, mi risulta essere quello inserito all'interno del comunicato UE che disciplina le regole per la nascita di ITA.
E in quel documento non c'è alcuna traccia di privatizzazione.

Qui c'è il DPCM e io di obblighi tassativi a vendere ITA, non ne vedo.

Peccato che l'alleanza sia parte del BP, la privatizzazione no.
Anche sul concetto di "affari correnti" ci sarebbe da dire, ma mi fermo qui.

Ma invece di arrampicarsi sugli specchi con costruzioni legali largamente basate su inesattezze (e ci sto andando molto leggero), perchè non fare un bell'articolo dove si spiega in dettaglio che è opportuno privatizzare ITA perchè nella dimensione attuale non potrà mai avere una struttura di costi competitiva, che senza l'appartenenza ad un grande gruppo non potrà beneficiare delle relative economie di scala e di un ragionevole peso all'interno di alleanze e JV? Tutte cose indispensabili.
Queste sono le ragioni da addurre per sostenere la privatizzazione di ITA, non le vigliacche affermazioni che "ce lo chiede l'Europa" o che "è imposto dal DPCM", quasi che fosse un problema dire a chiare lettere che privatizzare ITA è semplicemente la cosa giusta da fare.
...mi fido piu' di te che dell'articolo, per quanto si sia interpellato Cassese: e meno male che doveva essere pro-veritate...
 

tiefpeck

Utente Registrato
27 Agosto 2011
2,514
645
Back to Fischamend
Forse Cassese la vede dal punto di vista che a non concludere la procedura senza ragioni ci sarebbe danno erariale (che c'è di sicuro vista la strutturale inabilità a produrre profitto).

E comunque ne emerge che Draghi è pienamente legittimato a vendere: atto straordinario era iniziare la procedura, non concluderla, che anzi, a mio parere, è atto dovuto in presenza delle condizioni del caso. Non vedo molta discrezionalità.

Poi ci sono le valutazioni politiche su cui è difficile trovare un accordo visto che si legge di tutto dal ritorno delle ali littorie all'esaltazione del corporativismo.
 

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,026
3,334
Forse Cassese la vede dal punto di vista che a non concludere la procedura senza ragioni ci sarebbe danno erariale (che c'è di sicuro vista la strutturale inabilità a produrre profitto).
Seguendo questa logica ITA semplicemente non dovrebbe esistere, ed anche accettandone l'esistenza, andrebbe chiesto conto dei 4 mesi intercorsi tra la nascita della compagnia e la pubblicazione del decreto in GU. Se si fosse pubblicato il DPCM a Novembre, si sarebbero evitati 4 mesi di danno erariale. In entrambi i casi, mi sembrano ragionamenti un po' forzati, seppur contabilmente corretti.
E comunque ne emerge che Draghi è pienamente legittimato a vendere: atto straordinario era iniziare la procedura, non concluderla, che anzi, a mio parere, è atto dovuto in presenza delle condizioni del caso. Non vedo molta discrezionalità.
Cassese sostiene che Draghi è obbligato a vendere in base a norme che in realtà la vendita non la prevedono come obbligo.
Per quanto mi riguarda e vista la sua posizione, mi sembrano affermazioni gravi.
Anche l'affermazione che il governo non dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione perchè è prevista anche la decretazione d'urgenza, mi lascia esterrefatto: mi sembra ovvio che se capita un terremoto il governo, anche se dimissionario, debba avere la possibilità di attivare le necessarie misure.
Ma non è certo il caso di ITA.
Poi ci sono le valutazioni politiche su cui è difficile trovare un accordo visto che si legge di tutto dal ritorno delle ali littorie all'esaltazione del corporativismo.
A prescindere dalle opinioni personali, non possiamo nasconderci il fatto che la cessione della maggioranza delle quote di quella che viene percepita come la compagnia di bandiera, sarebbe un fatto politicamente rilevante, anzi addirittura storico, visto che non è mai avvenuto prima.

Personalmente mi auguro che Draghi sigli un accordo prima delle elezioni, che tuteli la parte pubblica (quello sì è previsto dal DPCM...), ma senza penali. Perchè a quel punto la scelta non sarebbe più tecnica ma politica, con il preciso intento di impedire al prossimo governo di mettere mano al dossier, se non pagando un prezzo altissimo.
Se invece non ci fosse un accordo entro il 25 Settembre e quella sera stessa dovesse essere evidente la vittoria del centro-destra con numeri sufficienti a formare un nuovo governo, a quel punto Draghi dovrebbe fermarsi.
Sono un sostenitore dell'attuale PDC e della privatizzazione di ITA, ma lo sono anche della democrazia.
E se il problema principale dell'attuale governo, dovesse diventare l'esito delle prossime elezioni, allora vivremmo in una democrazia malata. E questo mi spaventa più della mancata privatizzazione di ITA. Perchè se in questo caso il fine è condivisibile, non è detto che la volta successiva sarebbe così.
 

Vortigern

Utente Registrato
10 Ottobre 2013
1,210
200
Seguendo questa logica ITA semplicemente non dovrebbe esistere, ed anche accettandone l'esistenza, andrebbe chiesto conto dei 4 mesi intercorsi tra la nascita della compagnia e la pubblicazione del decreto in GU. Se si fosse pubblicato il DPCM a Novembre, si sarebbero evitati 4 mesi di danno erariale. In entrambi i casi, mi sembrano ragionamenti un po' forzati, seppur contabilmente corretti.

Cassese sostiene che Draghi è obbligato a vendere in base a norme che in realtà la vendita non la prevedono come obbligo.
Per quanto mi riguarda e vista la sua posizione, mi sembrano affermazioni gravi.
Anche l'affermazione che il governo non dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione perchè è prevista anche la decretazione d'urgenza, mi lascia esterrefatto: mi sembra ovvio che se capita un terremoto il governo, anche se dimissionario, debba avere la possibilità di attivare le necessarie misure.
Ma non è certo il caso di ITA.
A prescindere dalle opinioni personali, non possiamo nasconderci il fatto che la cessione della maggioranza delle quote di quella che viene percepita come la compagnia di bandiera, sarebbe un fatto politicamente rilevante, anzi addirittura storico, visto che non è mai avvenuto prima.

Personalmente mi auguro che Draghi sigli un accordo prima delle elezioni, che tuteli la parte pubblica (quello sì è previsto dal DPCM...), ma senza penali. Perchè a quel punto la scelta non sarebbe più tecnica ma politica, con il preciso intento di impedire al prossimo governo di mettere mano al dossier, se non pagando un prezzo altissimo.
Se invece non ci fosse un accordo entro il 25 Settembre e quella sera stessa dovesse essere evidente la vittoria del centro-destra con numeri sufficienti a formare un nuovo governo, a quel punto Draghi dovrebbe fermarsi.
Sono un sostenitore dell'attuale PDC e della privatizzazione di ITA, ma lo sono anche della democrazia.
E se il problema principale dell'attuale governo, dovesse diventare l'esito delle prossime elezioni, allora vivremmo in una democrazia malata. E questo mi spaventa più della mancata privatizzazione di ITA. Perchè se in questo caso il fine è condivisibile, non è detto che la volta successiva sarebbe così.
Chiedo, molto semplicemente: a parere tuo, esistono motivazioni “tecniche” e non esclusivamente “politiche”, alla base di una scelta a favore di Certares e non di MSC/LH?

Io non riesco a vederne.
 

belumosi

Socio AIAC
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,026
3,334
Chiedo, molto semplicemente: a parere tuo, esistono motivazioni “tecniche” e non esclusivamente “politiche”, alla base di una scelta a favore di Certares e non di MSC/LH?

Io non riesco a vederne.
Non è facile rispondere a questa domanda. Quel poco che conosciamo sui rispettivi piani industriali, lo abbiamo appreso dai giornali. E da quel poco che si può scorgere in mezzo alla nebbia, in realtà sembrano piuttosto simili: hub a FCO (e giocoforza focus a LIN), integrazioni, JV, intermodalità, crescita di personale e flotta e via dicendo.
Secondo me la domanda da farsi è un'altra: perchè ci sono aziende disposte a valorizzare ITA quasi 1 MLD€?
Quali asset può mettere sul piatto che giustifichino quel prezzo?
Gli slot di LIN (e alcuni di FCO), pochi bilaterali "pregiati", a voler essere generosi il brand AZ in ottica futura e... e basta.
Gli aerei dovrebbero essere tutti in leasing (se c'è qualcosa di proprietà dovrebbe essere tra le macchine più vecchie).
Si è detto che serve per conquistare il mercato italiano, ma nei primi 6 mesi dell'anno ITA controllava appena il 6.4% di quel mercato. Se domani chiudesse, con ogni probabilità i suoi pax si redistribuirebbero tra gli altri vettori senza sconvolgimenti particolari (se non per chi ci lavora).
La differenza più marcata tra i due piani industriali, sembra essere la quota di azioni da lasciare in mani pubbliche. E la maggior disponibilità concessa da Certares e soci, probabilmente ha avuto un grosso peso sulle decisioni di Draghi e Franco, anche nell'ottica di cucinare un piatto sufficiente digeribile anche per un governo più nazionalista.
Per riassumere, siamo di fronte ad una compagnia che perde soldi, è troppo piccola, ha bisogno di grandi investimenti, opera in un mercato poco blindato e con bassi yield sul nazionale e sull'outcoming. Il governo promette di restare presente a rompere i coxxxoni quanto più possibile e ci sono più sigle sindacali che aerei.
Con tutta la buona volontà, fatico ad immaginare un percorso realistico che porti dalla situazione attuale fino ad un minimo di sostenibilità economica. Anche mettendoci dentro i grandi vantaggi dell'appartenenza ad un grande gruppo di cui parlavo stamani.
Per cui resta la domanda fondamentale: perchè?
Andando per esclusione, se è difficilmente giustificabile l'investimento sul piano industriale, resta l'opzione geopolitica.
Comprare ITA, significa comprare un pezzettino della sovranità italiana sul trasporto aereo. Ammesso che sia la corretta chiave di lettura, mi immagino un fitta ragnatela di interessi grandi e piccoli, personali ed economici, che verranno messi in un grosso frullatore immaginario, che ci restituirà la futura ITA, all'interno della quale ci sarà un mix di tutte queste esigenze.
Vedremo.