Considerato che ci sono anche le compagnie autonomiste (Alaska, Southwest...) il tuo ragionamento sta perfettamente in piedi.beh , allora anche United visto il nome!
Manca la STATES OF AIRWAYS pero'...
E chiuderei l'OT in simpatia.
Considerato che ci sono anche le compagnie autonomiste (Alaska, Southwest...) il tuo ragionamento sta perfettamente in piedi.beh , allora anche United visto il nome!
Manca la STATES OF AIRWAYS pero'...
Me sa che ci hai preso....Farò il complottista...
Mi pare però che ci sia dietro una manovra da parte dei francesi, con la complicità dello stato italiano.
Partiamo da Ita che compra il brand Alitalia e lo mette nel cassetto...
Ingresso "provvisorio" in Sky Team...
Acquisto di nuovi Airbus....
Lo stato che svende poco meno del 50% di Ita a AF-KL e a un fondo che per sua definizione deve fare investimenti (massimo utile col minimo mezzo senza impelagarsi con rilanci di società, piani industriali, etc)....
Tra due o 3 anni al massimo saremo punto a capo con Ita scissa in una piccola good company (venduta da Certares a AF e KL assieme agli aerei nuovi e a quel poco di valore che c'è in Ita) e una grossa bad company, piena di debiti, che resterà in groppa allo Stato quale "compagnia di bandiera" e che al massimo farà (in perdita) collegamenti regionali su e giù per lo stivale, magari col nome Alitalia.
A parte qualche passaggio mi sembra che si schieri contro la scelta di privatizzazione di facciata con Certares.Devo scoprire assolutamente cosa si fuma 'sta gente.
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Considerato che i consolati fanno di solito molto poco per l'Italia (e per l'italiano) nel mondo, ci può stare!Cit.: per anni Alitalia è stata, persino più dei nostri consolati, l'Italia nel mondo
Probabilmente intendono BWI che può essere usato come alternativa piu' economica di IADBaltimora come la Libreville e Fortaleza?
Questi sono gli articoli che mi fanno incaxxare.Parere pro veritate chiesto a Sabino Cassese, che ritiene legittima la vendita. Ovviamente non tutti condividono, anzi...
Ita Airways, Cassese dà semaforo verde: "Il governo Draghi è tenuto a vendere la compagnia aerea". Non c'è abuso di potere anche se è dimissionario
In un parere pro veritate, l'ex giudice della Corte costituzionale ed ex ministro spiega che l'esecutivo è ormai "vincolato" alla cess…www.repubblica.it
Il DPCM non obbliga nessuna privatizzazione, ne delinea solo le regole qualora la si voglia fare.Anzi il governo deve ormai alienare la compagnia aerea per almeno tre ragioni:
- perché è «vincolato» dal decreto, il Dpcm di marzo 2022 che regola la privatizzazione;
Potrà, non dovrà.2. L'alienazione della partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in ITA S.p.a. POTRA' essere effettuata....
A parte il fatto che ITA è già in un'alleanza globale, l'appartenenza ad una alleanza non ha nulla a che fare con la privatizzazione- perché si è impegnato con l’Unione europea a portare Ita in un’alleanza mondiale;
L'unico business plan che possa considerarsi legalmente vincolante, mi risulta essere quello inserito all'interno del comunicato UE che disciplina le regole per la nascita di ITA.- perché la cessione è un pilastro del business plan, del piano di sviluppo industriale del vettore.
Qui c'è il DPCM e io di obblighi tassativi a vendere ITA, non ne vedo.Nel caso specifico di Ita, aggiunge il giurista, «la procedura di alienazione non va fermata»; e al contrario «deve» essere conclusa. La vera violazione di legge sarebbe interrompere un processo che è «interamente definito» dalla normativa.
Su questo punto, Cassese insiste a lungo. Approvato in Consiglio dei ministri, il Dpcm di marzo regola i termini e le «modalità procedurali» della vendita di Ita. E da questo decreto «consegue un’attività amministrativa che è vincolata». In altre parole, Draghi non soltanto “può” privatizzare la compagnia aerea. La “deve” privatizzare perché il decreto lo obbliga, cioè lo vincola in tal senso.
Peccato che l'alleanza sia parte del BP, la privatizzazione no.E questo obiettivo dell’alleanza, si legge nel parere del giurista, è stato poi assorbito dal business plan della compagnia aerea. In questo scenario, la mancata cessione di Ita sarebbe in contrasto con il business plan;
...mi fido piu' di te che dell'articolo, per quanto si sia interpellato Cassese: e meno male che doveva essere pro-veritate...Questi sono gli articoli che mi fanno incaxxare.
Perchè non è sufficiente che il fine sia giusto (privatizzare ITA), per elencare una serie di falsità (non le si possono chiamare altrimenti), addirittura con l'avallo di un giurista esperto come il Dott. Cassese.
Nel merito:
Il DPCM non obbliga nessuna privatizzazione, ne delinea solo le regole qualora la si voglia fare.
Infatti l'art. 2 recita:
Potrà, non dovrà.
A parte il fatto che ITA è già in un'alleanza globale, l'appartenenza ad una alleanza non ha nulla a che fare con la privatizzazione
L'unico business plan che possa considerarsi legalmente vincolante, mi risulta essere quello inserito all'interno del comunicato UE che disciplina le regole per la nascita di ITA.
E in quel documento non c'è alcuna traccia di privatizzazione.
Qui c'è il DPCM e io di obblighi tassativi a vendere ITA, non ne vedo.
Gazzetta Ufficiale
www.gazzettaufficiale.it
Peccato che l'alleanza sia parte del BP, la privatizzazione no.
Anche sul concetto di "affari correnti" ci sarebbe da dire, ma mi fermo qui.
Ma invece di arrampicarsi sugli specchi con costruzioni legali largamente basate su inesattezze (e ci sto andando molto leggero), perchè non fare un bell'articolo dove si spiega in dettaglio che è opportuno privatizzare ITA perchè nella dimensione attuale non potrà mai avere una struttura di costi competitiva, che senza l'appartenenza ad un grande gruppo non potrà beneficiare delle relative economie di scala e di un ragionevole peso all'interno di alleanze e JV? Tutte cose indispensabili.
Queste sono le ragioni da addurre per sostenere la privatizzazione di ITA, non le vigliacche affermazioni che "ce lo chiede l'Europa" o che "è imposto dal DPCM", quasi che fosse un problema dire a chiare lettere che privatizzare ITA è semplicemente la cosa giusta da fare.
Seguendo questa logica ITA semplicemente non dovrebbe esistere, ed anche accettandone l'esistenza, andrebbe chiesto conto dei 4 mesi intercorsi tra la nascita della compagnia e la pubblicazione del decreto in GU. Se si fosse pubblicato il DPCM a Novembre, si sarebbero evitati 4 mesi di danno erariale. In entrambi i casi, mi sembrano ragionamenti un po' forzati, seppur contabilmente corretti.Forse Cassese la vede dal punto di vista che a non concludere la procedura senza ragioni ci sarebbe danno erariale (che c'è di sicuro vista la strutturale inabilità a produrre profitto).
Cassese sostiene che Draghi è obbligato a vendere in base a norme che in realtà la vendita non la prevedono come obbligo.E comunque ne emerge che Draghi è pienamente legittimato a vendere: atto straordinario era iniziare la procedura, non concluderla, che anzi, a mio parere, è atto dovuto in presenza delle condizioni del caso. Non vedo molta discrezionalità.
A prescindere dalle opinioni personali, non possiamo nasconderci il fatto che la cessione della maggioranza delle quote di quella che viene percepita come la compagnia di bandiera, sarebbe un fatto politicamente rilevante, anzi addirittura storico, visto che non è mai avvenuto prima.Poi ci sono le valutazioni politiche su cui è difficile trovare un accordo visto che si legge di tutto dal ritorno delle ali littorie all'esaltazione del corporativismo.
Chiedo, molto semplicemente: a parere tuo, esistono motivazioni “tecniche” e non esclusivamente “politiche”, alla base di una scelta a favore di Certares e non di MSC/LH?Seguendo questa logica ITA semplicemente non dovrebbe esistere, ed anche accettandone l'esistenza, andrebbe chiesto conto dei 4 mesi intercorsi tra la nascita della compagnia e la pubblicazione del decreto in GU. Se si fosse pubblicato il DPCM a Novembre, si sarebbero evitati 4 mesi di danno erariale. In entrambi i casi, mi sembrano ragionamenti un po' forzati, seppur contabilmente corretti.
Cassese sostiene che Draghi è obbligato a vendere in base a norme che in realtà la vendita non la prevedono come obbligo.
Per quanto mi riguarda e vista la sua posizione, mi sembrano affermazioni gravi.
Anche l'affermazione che il governo non dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione perchè è prevista anche la decretazione d'urgenza, mi lascia esterrefatto: mi sembra ovvio che se capita un terremoto il governo, anche se dimissionario, debba avere la possibilità di attivare le necessarie misure.
Ma non è certo il caso di ITA.
A prescindere dalle opinioni personali, non possiamo nasconderci il fatto che la cessione della maggioranza delle quote di quella che viene percepita come la compagnia di bandiera, sarebbe un fatto politicamente rilevante, anzi addirittura storico, visto che non è mai avvenuto prima.
Personalmente mi auguro che Draghi sigli un accordo prima delle elezioni, che tuteli la parte pubblica (quello sì è previsto dal DPCM...), ma senza penali. Perchè a quel punto la scelta non sarebbe più tecnica ma politica, con il preciso intento di impedire al prossimo governo di mettere mano al dossier, se non pagando un prezzo altissimo.
Se invece non ci fosse un accordo entro il 25 Settembre e quella sera stessa dovesse essere evidente la vittoria del centro-destra con numeri sufficienti a formare un nuovo governo, a quel punto Draghi dovrebbe fermarsi.
Sono un sostenitore dell'attuale PDC e della privatizzazione di ITA, ma lo sono anche della democrazia.
E se il problema principale dell'attuale governo, dovesse diventare l'esito delle prossime elezioni, allora vivremmo in una democrazia malata. E questo mi spaventa più della mancata privatizzazione di ITA. Perchè se in questo caso il fine è condivisibile, non è detto che la volta successiva sarebbe così.
Non è facile rispondere a questa domanda. Quel poco che conosciamo sui rispettivi piani industriali, lo abbiamo appreso dai giornali. E da quel poco che si può scorgere in mezzo alla nebbia, in realtà sembrano piuttosto simili: hub a FCO (e giocoforza focus a LIN), integrazioni, JV, intermodalità, crescita di personale e flotta e via dicendo.Chiedo, molto semplicemente: a parere tuo, esistono motivazioni “tecniche” e non esclusivamente “politiche”, alla base di una scelta a favore di Certares e non di MSC/LH?
Io non riesco a vederne.