Mi permetto di dissentire - ma non in difesa di Farfallina - bensì sulle soluzioni per l''aumento dei ricavi che sono in picchiata da oltre 30 anni tranne che dalla Summer 2022 in quanto da una parte c'è meno capacità e dall'altra pent up demand ma a partire dal 2024/2025 ci sarà ancora pressione sugli yields dovuta all'overcapacity che c'è sopratutto in Europa con le compagnie aeree - che per varie ragioni - non sono in grado di mantenere una capacity discipline che è stato da sempre il maggior problema dei margini ridicoli della compagnie aeree al netto del mondo USA.
AZ/ITA opera in un mercato incoming low yield quindi la ricetta per la profitability deve passare per forza sui costi e non parlo solo di salari ma di concetti più ampi a partire da produttività, efficienza ed essere snelli nella struttura organizzativa ed operativa, mi sembra di dire una banalità ma in Italia non c'è spazio per un vettore legacy vecchio stampo tipo ITA, devi essere tu ad adeguarti al mercato e non viceversa quindi semplicemente il business model è sbagliato, non dico un low cost model ma mixed business model ma poi la domanda diventa, in Italia abbiamo le competenze ? Se guardiamo gli ultimi managers delle compagnie aeree italiane direi proprio di no anche perché vengono scelti non su base meritocratica ma per meriti politici, portatori d'interessi o amici di amici...
Secondo me avete ragione entrambi.
Essere “cost conscious” è necessario in tutte le compagnie aeree, e non dubito che ci siano ampi margini di miglioramento nei conti di ITA.
Però, se guardiamo ai dati del 2018, tra i piú recenti a disposizione per AZ, anche se la compagnia avesse avuto costi in linea con quelli di una Aer Lingus, o una EasyJet… avrebbe terminato l’anno in perdita.
Il mercato italiano, specie quello centro-meridionale, non è ricco come quello della Ruhr o del Giappone, però ITA/AZ ha dei RASK (sempre pre Covid) asfittici, a livelli di Vueling. IB fa due/tre eurocent per ASK in più e mi rifiuto di credere che in Spagna si faccian più soldi che in Italia.
I casi sono due: o fare soldi in Italia è impossibile, e di conseguenza mantere ITA è accanimento terapeutico, o fare soldi in Italia è possibile, nel qual caso la strategia di ITA va rivista. Ora, siccome non vedo un fuggi-fuggi generalizzato dal Bel Paese, e mi sembra che un sacco di compagnie longhaul servano Roma, e non mi sembrano tutte essere delle Onlus, direi che l’ipotesi più probabile sia la 2.
Ma come dici tu, per cambiare qualcosa in ITA occorre un top management all’altezza, e direi che i passati fallimenti - e questo thread - fanno dubitare che ci siano i presupposti.
Spero di dovermi mangiare il cappello in futuro.