Capitolo VIII - Il rientro
Arriva infine il momento del rientro. Zoppico fuori dalla guesthouse alle 7 di mattina, dove c'e' gia' un taxi pronto a portarmi all'aeroporto. Un ultimo controllo su Flightradar e, si, l'aereo e' partito con 10 minuti di anticipo da Leh. Forse non avere un aeroporto pieno al 100%, e un numero adeguato di persone, aiuta. Chissa'.
Comunque sia, arriviamo in fretta all'aeroporto, che si conferma essere una stanzetta abbastanza piccola. Ho fatto check-in on-line, e quindi tutto cio' che mi resta da fare e' di fare un pre-controllo ai filtri di sicurezza e vedere se il mio zaino puo' essere considerato come un bagaglio a mano. Tutto viene approvato, e ottengo anche una carta d'imbarco fisica. Meraviglia delle meraviglie, sono SEQ 0001 per questo volo.
L'aerostazione e' un capanno, e chiaramente e' troppo piccola per il traffico di oggi. C'e' un charter militare di IndiGo, e non ci sono schermi informativi; alla fin fine, va anche detto che ci sono in tutto 3 gates.
L'imbarco apre spaccando il minuto, e sono tra i primerrimi dopo un annuncio per la bisnis. Si esce sul tarmac, un soldato fa un'ultima perquisizione - motivo della quale, sconosciuto - si sale su uno scuolabus e poi si viene depositati all'aereo. Oggi, si vola Vistara!
Volevo provarli da un bel po', e sono contento di esserci riuscito prima della loro fine, dato che il governo e' riuscito a privatizzare Air India e che questa inglobera' UK. Nel frattempo, ecco gli interni sui loro A320neo. Una business abbastanza pacioccona, che rimarra' totalmente vuota:
Premium economy, la cui differenza con l'economy si compone di un po' piu' di legroom:
E poi barbon. I sedili sono quelli di Lufthansa di una volta, e anche quelli di Alitalia. Sinceramente non mi son mai piaciuti, e in generale i toni scuri mi danno un po' un'idea di vecchio. Paradossalmente Air India, pur essendo piu' spartana, m'era piaciuta di piu'. In entrambi i casi i due aerei non hanno accessori che, oramai, reputo irrinunciabili quali le prese di corrente.
Il volo si riempie in un attimo, e ammiro le operazioni di fuori.
Silvana posa per una foto
Le scale sono finalmente allacciate al Landini per venir riposte dove confa'.
Vistara ha una rivista di bordo! Con tanto di flotta e route map. Momento amarcord.
Un nuovo terminal e' in costruzione:
Rulliamo sulla pista, poi ci giriamo e siamo pronti alla partenza. Passando, negli hangar ho intravisto gli scarichi di un jet militare a due motori, tipo MiG 29 o roba simile. Peccato non averlo visto atterrare!
Ciao Ladakh, tornero'.
Facciamo un altro circling (?) e ripassiamo sopra la valle. Intravedo le due colline antistanti la pista, l'aeroporto, e la citta' di Leh.
Il volo e' di una sola ora, ma viene offerto un pasto. Siccome non ho mangiato nulla decido di accettare, ed ecco il materiale.
Un cous cous tutto sommato innocuo ed insipido. Menzione speciale per la botticina di colore giallastro. Pensavo fosse succo, al massimo ginger ale... no, era
acqua al gusto masala. In parole povere prendi dell'acqua, infilaci un troiaio di cucchiaiate di masala, chiudila, dalla all'europeo di turno che non sospetta nulla, e infine guardalo mentre gli cola perfino il cervelletto dalle narici.
Fuori, nel frattempo, c'e' l'Himalaya. Che viste, signori, che viste.
Il volo dura manco un'ora, e infatti siamo in atterraggio su Delhi. La qualita' dell'aria e' "Meh. Fai te". La temperatura, 42 centigradi. La differenza con Leh, +30C.
Approdiamo al molo, saliamo la jetty, camminiamo quei sei-sette km e alla fine siamo qui.
Dopo una settimana abbondante di barbonismo spinto, sono ritornato nel mondo della borghesia piu' borghese che c'e'. Ho preso una stanza all'Aloft di Delhi Aerocity. Agli arrivi mi aspetta un galantuomo del Marriott, vengo messo in un veicolo con aria condizionata glaciale, facciamo 5 minuti di corsa, check-in velocerrimo, upgrade a una "junior suite", qualunque cosa sia, e sono qui dentro. La gioia alla vista di una doccia e' incommensurabile.
Passo una giornata di puro cazzeggio. Vado nello shopping mall li vicino, un pochetto di piscina, birretta... vita da cabin crew in layover, in sostanza. Alla sera mi godo uno splendido programma di tribuna elettorale con diecimila invitati che si parlano uno sopra l'altro. Capisco che il partito di Modi, alle elezioni locali del Karnataka, staterello del sud dell'India con popolazione maggiore di quella dell'Italia, ha preso dei sonori schiaffoni. E bene cosi.
Il mattino dopo, purtroppo, arriva il momento della partenza. Volo daytime BA, in Traveller Plus. Il volo e' pieno al 100%; vengo invitato a fare check-in al banco di business e, davanti a me, una signora scoppia in lacrime. Viene fuori che e' in standby.
Comunque sia, decido di sbolognare lo zaino e, armato di un saccheto di juta della Coop di Biella contenente tutte le mie gioie, vado attraverso security, immigrazione, duty free e finalmente posso rassicurarvi tutti: Delhi e' HUB.
Il cibo fin'ora e' stato ottimo, ma a colazione scopro che le 'basi' indiane si compongono di strani liquidi e cose abbastanza lontane dal mio concetto di cibo mattutino. Purtroppo non posso farmi un ultimo biryani, e quindi vago per i gates con un vuoto allo stomaco.
Tutto chiaro. Un sacco di voli per Dubai, vi diro'.
Nella foschia, s'intravede un Azerbaijan airlines.
Finnair, che in quel tempo ancora non faceva pagare per il posto ai bisnespippol.
SQ col 787-10. Noto qualcosa, e spremo il sensore del mio iPhone 8 per veder meglio.
Si, praticamente il radome e' incollato collo speed tape. Non me lo sarei mai aspettato da SQ.
QR, dopo aver promesso di dismetterli e averli dati a quel successone di Air Italy, usa ancora i 330:
Arte leggermente inquietante:
Turkmenistan Airways. Non m'avessero rimbalzato il visto, v'avrei fatto il TR. E invece cisti, come dicono in borgata Parella.
Eccoci a G-YMMU, MMU per gli amici.
"Mamma, so' ddiventato modello!" "Ah ottimo! Dimmi dove ti hanno pubblicato che lo dico alle amiche della canasta!" "Eeeh..."
E giusto di fronte...
Imbarchiamo in perfetto orario, cosa mai vista con BA, e raggiungo il mio posto in Barbon + dopo un breve sguardo alla cabina di Club dove campeggiano le nuove suites.
Tutti siamo a bordo spaccando il minuto e poi... disastro. In Club c'e' una cintura rotta. Arrivano gli ingegneri, poi altri ingegneri, poi altri ancora. Alla fine, quando il Senior First Officer sta per dire che dovremo sbarcare lo sfortunato ecco che il capitano e tutti gli ingegneri fanno un high-five collettivo, tutti applaudono e siamo pronti. La capocabina fa per fare un annuncio che dovra' fare un reset dell'IFE e uno degli ingegneri le urla, dalla cabina "No no we fixed that in the meantime". Calde lagrime corrono sulle mie gote; non e' che questi ragazzi possono venire a lavorare a Heathrow?
Barbon Plus include un menu.
Decolliamo con un'ora di ritardo, un sacco di gente ha dubbi sulle connessioni. Io, invece, di dubbi non ne ho: sono sulla Piccadilly line, e sicuramente fara' schifo. Sono a malapena le 11, but it's 5 o'clock somewhere e quindi... Brewdog sara'. Ne chiedo una, e il crew basato a Delhi me ne da due. Faccio cin cin col vicino di posto.
Rancio. Chiedo i gamberi, che sostanzialmente erano anche l'unica cosa rimasta. Porzione non enorme ma comunque decente, e il dessert era quasi da bis.
Il volo e' lungo, lungo, lungo. 9h30 su un daytime flight son tante. Scrivo un po', guardo qualcosa, ascolto i miei podcast, mi rilasso sulla poltrona e in generale faccio passare il tempo. Non ho mai capito lo scopo di Premium Economy ma, devo ammettere, su un volo daytime e' un ottimo modo di viaggiare, specie se comparata con un sedile in Y. Merita il delta-prezzo.
Alla fine mi dimentico di collegare il cellulare alla presa di corrente, e quando arriviamo lo trovo completamente scarico. Non posso quindi raccontarvi dell'arrivo, della camminata nel tunnel fino ai bagagli, dell'attesa per lo zaino che arrivera' rigorosamente ultimo, e della corsa in metro. Anche questo TR e' completato, grazie a tutti per leggere e, se state pensando di andare in Ladakh, andateci.