Analisi sull' andamento delle tariffe aeree


Cesare.Caldi

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Aerei, la «beffa» sulle tariffe: così chi ha prenotato più tardi ha pagato di meno
di Leonard Berberi

Chi ha prenotato il volo con largo anticipo ha speso circa il 20% più di chi, invece, ha acquistato lo stesso volo qualche settimana dopo. L’uscita dalla pandemia ha modificato la curva tariffaria delle compagnie aeree così tanto che, nei casi più estremi, c’è chi ha pagato meno della metà a ridosso della partenza rispetto a chi, invece, ha deciso di assicurarsi un sedile molto prima. Almeno in questo periodo su diversi mercati — e se si esclude chi prenota last minute — non sembra valere la regola del «chi prima prenota, meno spende».

L’analisi
È quanto emerge da un’analisi che il Corriere ha effettuato sui prezzi dei voli interni all’Italia e tra il nostro Paese e Portogallo, Spagna, Grecia, Croazia e Malta nel periodo aprile-giugno di quest’anno. Sui diversi mercati sono state estratte le tariffe a 6 mesi, 3 mesi, 1 mese e 1 settimana dalla partenza su tutti i collegamenti diretti operati da tutte le compagnie (tradizionali, low cost, ibride). All’interno di alcuni vettori ci si chiede se la novità sia strutturale o meno.

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Le nuove dinamiche
I voli, come è stato raccontato di recente, quest’anno sono più costosi del 2022. Ma se si restringe il campo di osservazione alle oscillazioni tariffarie all’interno dello stesso anno ecco che si notano caratteristiche diverse alla media storica. Prima della pandemia, infatti, la regola alla base era semplice: man mano che si avvicina la data del volo aumentano le prenotazioni, si riduce il numero dei sedili vuoti e quindi sale progressivamente il prezzo per comprarli

La differenza
Ma nel primo semestre di quest’anno, sui mercati analizzati, non è stato così. Chi ha effettuato la prenotazione sei mesi prima della partenza ha pagato in media 57,7 euro a tratta, esclusi gli extra come la scelta del posto, l’imbarco prioritario, il bagaglio in stiva. Chi, però, sulle stesse rotte ha comprato il biglietto tre mesi prima del decollo ha sborsato 47,8 euro: il viaggiatore che si è mosso prima ha così finito per pagare una decina di euro di più, a tratta.

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I mercati
Se si guarda ai singoli mercati, il calo maggiore è stato sulle rotte Italia-Malta dove si è passati da 47,7 euro a sei mesi dal volo a 25,7 euro a tre mesi e anche prenotando un mese prima l’esborso è stato di 29,8 euro. Calo significativo anche sui voli con la Croazia (da 48 a 39 euro) e il Portogallo (da 69 a 57 euro). Un po’ meno con la Spagna e le isole (da 63 a 60 euro), invariato con la Grecia. Diminuzione netta anche sui voli interni all’Italia con la tariffa passata da 55,7 euro sei mesi prima a 42,2 euro tre mesi prima fino ad arrivare a 48,4 un mese prima.

Dentro l’Italia
Sul segmento «domestico», stando all’analisi, il cambiamento sulle dinamiche di prenotazione è stato così significativo solo chi ha acquistato il viaggio a una settimana dalla partenza ha pagato più di chi ha comprato sei mesi prima. E questo non vale per tutte le aviolinee dal momento che un paio di loro — entrambe low cost — hanno messo a disposizione prezzi inferiori ai mesi precedenti anche a pochi giorni dal decollo.

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Le parole di O’Leary (Ryanair)
A confermare il trend sono anche quattro addetti ai lavori di altrettante compagnie aeree — tradizionali e low cost — molto presenti in Italia. E del resto lo stesso Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, ha spiegato agli analisti che «le tariffe dei passeggeri che hanno prenotato in prossimità delle date di partenza si sono “ammorbidite”», a dimostrare che l’incremento di solito tipico della vigilia del decollo non c’è stato.

Gli algoritmi
Cosa succede? «I nostri algoritmi reagiscono sulla base della classica regola della domanda e dell’offerta: più la prima sale, più la seconda porta le tariffe ad aumentare velocemente», spiegano gli addetti ai lavori consultati. «Quello che abbiamo notato a un certo punto è che un numero maggiore del solito di clienti ha prenotato il prima possibile» e questo ha spinto gli algoritmi alla base del revenue management «a far schizzare i prezzi».

L’intervento sui prezzi
Il risultato ha portato a un paradosso: chi ha cercato i voli quattro mesi prima del decollo si è ritrovato con prezzi decisamente elevati e quindi, scoraggiato, ha deciso di non prenotare o di puntare altrove. E così i vettori si sono ritrovati con aerei che si stavano riempiendo meno velocemente del solito. Per evitare quello che è un incubo — decollare semivuoti — i vettori sono dovuti intervenire «manualmente» nell’algoritmo per fargli ri-mettere a disposizione tariffe più basse di quelle che aveva fissato l’algoritmo stesso. Con il risultato di aver «premiato» chi ha prenotato tardi, facendo però irritare chi si ha acquistato mesi prima.

 
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Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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A quanto sembra la regola generale che finora era quasi sempre valida chi prima prenota meno spende non è piu' valida almeno in alcuni mercati. Il periodo migliore per comprare sembra essere a meno tre mesi dalla partenza. Chi ha prenotato con molto anticipo 6 mesi prima spesso ha pagato di piu'.
 
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libicocco

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Non e' valido in linea generale solo con alcune compagnie e tratte!
Se comprassi adesso il volo che ho per settembre acquistato ad aprile pagherei 200 euro in piu'
 

East End Ave

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su e giu' sull'atlantico...
Aerei, la «beffa» sulle tariffe: così chi ha prenotato più tardi ha pagato di meno
di Leonard Berberi

Chi ha prenotato il volo con largo anticipo ha speso circa il 20% più di chi, invece, ha acquistato lo stesso volo qualche settimana dopo. L’uscita dalla pandemia ha modificato la curva tariffaria delle compagnie aeree così tanto che, nei casi più estremi, c’è chi ha pagato meno della metà a ridosso della partenza rispetto a chi, invece, ha deciso di assicurarsi un sedile molto prima. Almeno in questo periodo su diversi mercati — e se si esclude chi prenota last minute — non sembra valere la regola del «chi prima prenota, meno spende».

L’analisi
È quanto emerge da un’analisi che il Corriere ha effettuato sui prezzi dei voli interni all’Italia e tra il nostro Paese e Portogallo, Spagna, Grecia, Croazia e Malta nel periodo aprile-giugno di quest’anno. Sui diversi mercati sono state estratte le tariffe a 6 mesi, 3 mesi, 1 mese e 1 settimana dalla partenza su tutti i collegamenti diretti operati da tutte le compagnie (tradizionali, low cost, ibride). All’interno di alcuni vettori ci si chiede se la novità sia strutturale o meno.

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Le nuove dinamiche
I voli, come è stato raccontato di recente, quest’anno sono più costosi del 2022. Ma se si restringe il campo di osservazione alle oscillazioni tariffarie all’interno dello stesso anno ecco che si notano caratteristiche diverse alla media storica. Prima della pandemia, infatti, la regola alla base era semplice: man mano che si avvicina la data del volo aumentano le prenotazioni, si riduce il numero dei sedili vuoti e quindi sale progressivamente il prezzo per comprarli

La differenza
Ma nel primo semestre di quest’anno, sui mercati analizzati, non è stato così. Chi ha effettuato la prenotazione sei mesi prima della partenza ha pagato in media 57,7 euro a tratta, esclusi gli extra come la scelta del posto, l’imbarco prioritario, il bagaglio in stiva. Chi, però, sulle stesse rotte ha comprato il biglietto tre mesi prima del decollo ha sborsato 47,8 euro: il viaggiatore che si è mosso prima ha così finito per pagare una decina di euro di più, a tratta.

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I mercati
Se si guarda ai singoli mercati, il calo maggiore è stato sulle rotte Italia-Malta dove si è passati da 47,7 euro a sei mesi dal volo a 25,7 euro a tre mesi e anche prenotando un mese prima l’esborso è stato di 29,8 euro. Calo significativo anche sui voli con la Croazia (da 48 a 39 euro) e il Portogallo (da 69 a 57 euro). Un po’ meno con la Spagna e le isole (da 63 a 60 euro), invariato con la Grecia. Diminuzione netta anche sui voli interni all’Italia con la tariffa passata da 55,7 euro sei mesi prima a 42,2 euro tre mesi prima fino ad arrivare a 48,4 un mese prima.

Dentro l’Italia
Sul segmento «domestico», stando all’analisi, il cambiamento sulle dinamiche di prenotazione è stato così significativo solo chi ha acquistato il viaggio a una settimana dalla partenza ha pagato più di chi ha comprato sei mesi prima. E questo non vale per tutte le aviolinee dal momento che un paio di loro — entrambe low cost — hanno messo a disposizione prezzi inferiori ai mesi precedenti anche a pochi giorni dal decollo.

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Le parole di O’Leary (Ryanair)
A confermare il trend sono anche quattro addetti ai lavori di altrettante compagnie aeree — tradizionali e low cost — molto presenti in Italia. E del resto lo stesso Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, ha spiegato agli analisti che «le tariffe dei passeggeri che hanno prenotato in prossimità delle date di partenza si sono “ammorbidite”», a dimostrare che l’incremento di solito tipico della vigilia del decollo non c’è stato.

Gli algoritmi
Cosa succede? «I nostri algoritmi reagiscono sulla base della classica regola della domanda e dell’offerta: più la prima sale, più la seconda porta le tariffe ad aumentare velocemente», spiegano gli addetti ai lavori consultati. «Quello che abbiamo notato a un certo punto è che un numero maggiore del solito di clienti ha prenotato il prima possibile» e questo ha spinto gli algoritmi alla base del revenue management «a far schizzare i prezzi».

L’intervento sui prezzi
Il risultato ha portato a un paradosso: chi ha cercato i voli quattro mesi prima del decollo si è ritrovato con prezzi decisamente elevati e quindi, scoraggiato, ha deciso di non prenotare o di puntare altrove. E così i vettori si sono ritrovati con aerei che si stavano riempiendo meno velocemente del solito. Per evitare quello che è un incubo — decollare semivuoti — i vettori sono dovuti intervenire «manualmente» nell’algoritmo per fargli ri-mettere a disposizione tariffe più basse di quelle che aveva fissato l’algoritmo stesso. Con il risultato di aver «premiato» chi ha prenotato tardi, facendo però irritare chi si ha acquistato mesi prima.

Capitolo 1: Lenny scopre il revenue management.
 

flori2

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Non è valido sempre, dipende dalla tratta e periodo del volo. Per agosto quella regola non vale.
 

Paolo_61

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Lenny ha scoperto che quando l’aereo chiude le porte ogni posto vuoto è un costo.

Per altro, stavo parlando l’altro giorno con il gestore di una struttura alberghiera. A inizio luglio aveva per agosto una occupancy del 5%. Al 1 agosto lo stesso dato era oltre il 75% (senza toccare i prezzi). Forse stiamo tornando, se non al last minute, almeno al last week
 

VRN-2004

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6 Novembre 2005
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Lenny ha scoperto che quando l’aereo chiude le porte ogni posto vuoto è un costo.

Per altro, stavo parlando l’altro giorno con il gestore di una struttura alberghiera. A inizio luglio aveva per agosto una occupancy del 5%. Al 1 agosto lo stesso dato era oltre il 75% (senza toccare i prezzi). Forse stiamo tornando, se non al last minute, almeno al last week
da revenue manager alberghiero ti confermo al 100%, a volte anche di settimana in settimana.
 
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indaco1

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Come mai hanno chiamato Lastiminute "last minute" ?

Non mi sembra un paradosso o una cosa nuova, anche se vai al super alla sera ti scontano il sushi del 40%, mia mamma andava sempre al mercato quando iniziavano a sbaraccare e le tiravano dietro la roba invenduta, basta essere flessibili. E poi ci sono i saldi.

Mi pare anche di aver visto un video su youtube che evidenza quanto tempo prima della partenza e' il momento migliore per prenotare in base alle statistiche.

Qualcuno ha anche fatto un video prendendo il volo in partenza che costa di meno e zompettando in giro per l'europa da un apt all'altro a caso.

Io quando ero piu' giovane prenotavo l'hotel per solo le due prime notti poi andavo negli hotel belli e chiedevo quali buchi liberi avevano e quanto mi scontavano se li prendevo. Hanno sempre dello sfrido che se venduto anche a poco piuttosto che niente meglio piuttosto. Ovviamente erano localita' con la mentalita' orientata al negoziato e al mercato delle vacche, ma ci sono posti bellissimi cosi'.
 
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indaco1

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Oppure ci saranno i click day per prenotare i voli e chi non fa la levataccia e non sta pronto con il dito resta a piedi.

L'alternativa al prezzo variabile e' la penuria, quando la risorsa e' scarsa e non si aumenta la capacita' produttiva perche' non conviene.
 
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Caro voli – Benché molto propagandato il provvedimento è in realtà molto limitato. Si interviene sugli algoritmi solo quando alzano i prezzi per le rotte nazionali di collegamento con le isole durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità e se il prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori è il triplo rispetto alla tariffa media del volo. In tali casi è inoltre vietato fissare le tariffe in base alla profilazione web degli utenti o sul dispositivo usato. Scetticismo delle organizzazioni dei consumatori che evidenziano come da eventuali benefici del provvedimento siano escluse “tutte quelle tratte utilizzate dagli italiani in occasione delle partenze per vacanze estive e festività, sia nazionali (ad esempio i viaggi da nord a sud Italia), sia estere (Grecia, Spagna, capitali europee, ecc.), mentre per i voli da e per Sardegna e Sicilia i vettori potranno tranquillamente applicare aumenti fino al 200% senza incorrere in alcuna sanzione”. Assaereo e Ibar, Italian board of airlines representatives, esprimono comunque “perplessità” sui contenuti della bozza del dl che, si legge in una nota, sembrerebbero “in contrasto con le normative di settore applicabili, in particolare con l’art.22 del Regolamento CE 1008/2008 che consente ai vettori titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata da uno Stato membro dell’Ue di scegliere le rotte sulle quali operare e fissare liberamente le tariffe per il trasporto passeggeri e merci”.
 
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hyppo

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26 Gennaio 2012
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Eddie Wilson, CEO di Ryanair: "Ridicolo il decreto italiano sul caro voli, l’Ue lo cancellerà. Come voi solo i sovietici. Noi siamo l’unica compagnia al servizio del vostro Paese, altro che Lufthansa."
 
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Tanta cagnara per niente:

"Le “pratiche scorrette” – Quello sulle “Pratiche commerciali scorrette relative ai prezzi praticati su voli nazionali per le isole” è il primo articolo del decreto legge e, come si evince proprio dal titolo, riguarda – appunto – solo i collegamenti con Sicilia e Sardegna. Intervenendo sul decreto legge del Codice del consumo introduce un nuovo comma che “vieta” la “fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione” ma solo ed esclusivamente “se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni“. E vengono così elencate le tre circostanze necessarie per definire scorretta la pratica commerciale: “a) è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole; b) avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale; c) conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200 per cento superiore alla tariffa media del volo”. In pratica se in Sicilia e Sardegna (quindi solo nelle isole) in alta stagione – quando aumenta la domanda di voli – o durante “un’emergenza nazionale” i prezzi sono più che triplicati è pratica scorretta."

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