A me non preoccupa tanto la questione del danno quanto quella dell'adempimento eventuale. Provo a spiegarmi consapevole che non sarà facile.
Il diritto delle obbligazioni prevede in certi casi un elemento aleatorio: per esempio, nei contratti assicurativi ed in quelli di gioco. Ma qui una delle parti (che peraltro ha il potere di predisporre le clausole contrattuali che vuole) dice: io ti faccio viaggiare su quel volo, ma decido consapevolmente di vendere più posti di quanti dispongo, e dunque potresti anche non volare. (Naturalmente il discorso è diverso se ci sono ragioni operative.)
È come se io dicessi: stasera ho farina per fare 100 pizze ma prendo fino a 110 ordini, se le pizze non bastano ne farò di nuove domani quando mi arriva il nuovo sacco di farina, e tirerò a sorte tra i vari tavoli chi mangia stasera. Non credo che sia un discorso commercialmente serio, e neanche che sia inattaccabile sotto il profilo contrattuale, compresi i doveri di informazione.
A partire da IATA, tutti dicono che è lecito perché serve a tutti: abbassa i prezzi, riempe gli aerei, riduce l'impatto ambientale. Io continuo ad avere dubbi, ed il fatto che vi siano tentativi di regolamentazione mi fa pensare. Che poi il gioco vada bene a tutti perché gli incentivi economici a ritardare la partenza sono sufficienti è un'altra cosa, ma -- in teoria -- io mi obbligo con riserva di non adempiere, il che non è proprio ideale.
Poi sia chiaro che questo è solo uno spunto di riflessione magari anche poco valido.