Ryanair contro il decreto Omnibus: «Così ci dite di abbandonare l’Italia»
di Leonard Berberi
Ryanair attacca il decreto del governo italiano che punta a limitare le tariffe sui voli tra la penisola e Sicilia e Sardegna. «Non porterà alla riduzione dei prezzi, ma anzi li aumenterà per tutti. Non solo. Finirà anche che d’inverno proprio chi vive nelle isole avrà meno possibilità di spostarsi altrove», attacca Eddie Wilson, amministratore delegato della low cost che assieme a Malta Air, Lauda Europe e Buzz fa parte del colosso europeo con quartier generale in Irlanda e guidato da Michael O’Leary. Nel trimestre aprile-giugno di quest’anno Ryanair ha ricavato 796,4 milioni di euro sul mercato italiano, il 36,8% in più dello stesso periodo del 2022. Wilson è sceso in giornata a Roma per parlare con il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e poco dopo parla con diverse testate tra cui il Corriere. «Questa norma va fermata subito. Stop it now!», esclama.
Perché questa norma non vi piace?
«Non saprei da dove iniziare. È tutto sbagliato in questo decreto per quanto ci riguarda. Vorrei proprio conoscere i consiglieri del ministro Urso che gli hanno suggerito questa cosa: è evidente che non hanno frequentato nemmeno il primo giorno di lezione di Economia».
Ma ci spieghi cosa non va...
«Beh, intanto parlano di algoritmi che differenziano i prezzi sulla base del dispositivo che uno usa per prenotare sia esso Android o iOS. Niente di più sbagliato. Non abbiamo quel sistema, non ci interessa sapere se uno si collega dal computer o dal telefonino, non è affare nostro. Non capisco nemmeno da dove l’abbiano tirata fuori questa str... Secondo lei noi riusciamo a riempire gli aerei al 96% perché abbiamo tariffe alte? No. Le nostre sono le più basse del Paese».
Però non può negare che le tariffe siano aumentate, rispetto al 2022 e anche rispetto al 2019 in alcuni casi.
«E chi lo nega? Però va detto anche che sono balzate ovunque mica solo sui voli da/per le isole italiane. In tutta Europa, anzi in tutto il mondo è così. Costa tutto di più: dalle tasse aeroportuali al cherosene fino alle retribuzioni. E se poi andiamo a vedere l’estate è evidente che la tariffa sia ancora più alta: la gente viaggia, l’offerta in Europa è ancora inferiore a quella del 2019, anche se noi vendiamo più posti del periodo pre Covid».
Mi scusi se insisto: però anche voi, come low cost, avete venduto voli a 400-500 euro a tratta tra Roma e Catania...
«Ma questo cosa vuol dire secondo lei?»
Me lo dica lei.
«Che servono più voli, serve più competizione, più offerta per poter ridurre il prezzo. Non serve alcun tetto alle tariffe».
Cosa ha detto al ministro Urso?
«Spero di avergli fatto capire che la norma avrà l’effetto opposto a quello desiderato da loro: non abbasserà la tariffe, le alzerà per tutti. A partire da quelli che vivono nell’isola. E so cosa vuol dire vivere in un territorio con problemi di connettività perché io sono nato e vivo in un’isola, l’Irlanda che negli anni passati aveva pochissimi voli. Proprio per questo resto stupito di questa norma che avrebbe conseguenze nefaste».
In che modo?
«Molto semplice: con questo decreto io sarò costretto a ridurre i voli e le frequenze in particolare nel periodo invernale. Lo faranno anche gli altri. E in un mercato normale quando scende l’offerta salgono i prezzi. Per tutti. Non solo: dovendo tagliare le frequenze e i voli dove andrò a incidere? Su quei voli da/per le isole che d’inverno non hanno il traffico record del periodo estivo. Doppio danno per chi vive nelle isole: dovrà pagare di più e avrà anche meno voli a disposizione».
Farete ricorso?
«Ovviamente. E l’Europa boccerà questa norma perché è anticoncorrenziale, va palesemente contro ogni regola di funzionamento del mercato e persino contro il buonsenso».
di Leonard Berberi
Ryanair attacca il decreto del governo italiano che punta a limitare le tariffe sui voli tra la penisola e Sicilia e Sardegna. «Non porterà alla riduzione dei prezzi, ma anzi li aumenterà per tutti. Non solo. Finirà anche che d’inverno proprio chi vive nelle isole avrà meno possibilità di spostarsi altrove», attacca Eddie Wilson, amministratore delegato della low cost che assieme a Malta Air, Lauda Europe e Buzz fa parte del colosso europeo con quartier generale in Irlanda e guidato da Michael O’Leary. Nel trimestre aprile-giugno di quest’anno Ryanair ha ricavato 796,4 milioni di euro sul mercato italiano, il 36,8% in più dello stesso periodo del 2022. Wilson è sceso in giornata a Roma per parlare con il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e poco dopo parla con diverse testate tra cui il Corriere. «Questa norma va fermata subito. Stop it now!», esclama.
Perché questa norma non vi piace?
«Non saprei da dove iniziare. È tutto sbagliato in questo decreto per quanto ci riguarda. Vorrei proprio conoscere i consiglieri del ministro Urso che gli hanno suggerito questa cosa: è evidente che non hanno frequentato nemmeno il primo giorno di lezione di Economia».
Ma ci spieghi cosa non va...
«Beh, intanto parlano di algoritmi che differenziano i prezzi sulla base del dispositivo che uno usa per prenotare sia esso Android o iOS. Niente di più sbagliato. Non abbiamo quel sistema, non ci interessa sapere se uno si collega dal computer o dal telefonino, non è affare nostro. Non capisco nemmeno da dove l’abbiano tirata fuori questa str... Secondo lei noi riusciamo a riempire gli aerei al 96% perché abbiamo tariffe alte? No. Le nostre sono le più basse del Paese».
Però non può negare che le tariffe siano aumentate, rispetto al 2022 e anche rispetto al 2019 in alcuni casi.
«E chi lo nega? Però va detto anche che sono balzate ovunque mica solo sui voli da/per le isole italiane. In tutta Europa, anzi in tutto il mondo è così. Costa tutto di più: dalle tasse aeroportuali al cherosene fino alle retribuzioni. E se poi andiamo a vedere l’estate è evidente che la tariffa sia ancora più alta: la gente viaggia, l’offerta in Europa è ancora inferiore a quella del 2019, anche se noi vendiamo più posti del periodo pre Covid».
Mi scusi se insisto: però anche voi, come low cost, avete venduto voli a 400-500 euro a tratta tra Roma e Catania...
«Ma questo cosa vuol dire secondo lei?»
Me lo dica lei.
«Che servono più voli, serve più competizione, più offerta per poter ridurre il prezzo. Non serve alcun tetto alle tariffe».
Cosa ha detto al ministro Urso?
«Spero di avergli fatto capire che la norma avrà l’effetto opposto a quello desiderato da loro: non abbasserà la tariffe, le alzerà per tutti. A partire da quelli che vivono nell’isola. E so cosa vuol dire vivere in un territorio con problemi di connettività perché io sono nato e vivo in un’isola, l’Irlanda che negli anni passati aveva pochissimi voli. Proprio per questo resto stupito di questa norma che avrebbe conseguenze nefaste».
In che modo?
«Molto semplice: con questo decreto io sarò costretto a ridurre i voli e le frequenze in particolare nel periodo invernale. Lo faranno anche gli altri. E in un mercato normale quando scende l’offerta salgono i prezzi. Per tutti. Non solo: dovendo tagliare le frequenze e i voli dove andrò a incidere? Su quei voli da/per le isole che d’inverno non hanno il traffico record del periodo estivo. Doppio danno per chi vive nelle isole: dovrà pagare di più e avrà anche meno voli a disposizione».
Farete ricorso?
«Ovviamente. E l’Europa boccerà questa norma perché è anticoncorrenziale, va palesemente contro ogni regola di funzionamento del mercato e persino contro il buonsenso».