La UE dà l'OK all'acquisizione di ITA da parte di LH


Marco Clemente

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L’altra grossa cosa che - sembrerebbe - sia stata promessa è il mancato ingresso nelle JV.
Dove hai letto questa cosa? Era una richiesta fatta in un primo momento… ora sembrerebbe non esserci più. Anzi ho letto Che ita dovrebbe fare subito richiesta di ingresso nella JV
 

13900

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Dove hai letto questa cosa? Era una richiesta fatta in un primo momento… ora sembrerebbe non esserci più. Anzi ho letto Che ita dovrebbe fare subito richiesta di ingresso nella JV
Hai ragione, credevo di averla letta su questo thread ma me la devo esser immaginata perche' non la ritrovo. Aspetto che esca il papiello comunitario, va'.
 

Paolo_61

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E intanto …
Il Manifesto riesce a mentire (anche) sul diritto costituzionale. Il Giudice si limita a dichiarare non manifestamente infondata la questione di costituzionalità, non ha alcun potere di dichiarare incostituzionale una legge (mentre potrebbe farlo per un atto amministrativo).
 

belumosi

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Leggere gli articoli prima di criticarne l'autore, a volte può schiudere nuovi orizzonti.

Attendiamo, come previsto, la decisione formale entro il 4 luglio

La decisione sull’operazione, attesa il 4 luglio

resta la data di comunicazione del 4 luglio.

la decisione è attesa il 4 luglio

la decisione sulle nozze resta il 4 luglio

Una decisione Ue è attesa il 4 luglio

per la decisione sull’operazione industriale resta il 4 luglio

è stata automaticamente spostata al 4 luglio
 
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xxxray

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Il Manifesto riesce a mentire (anche) sul diritto costituzionale. Il Giudice si limita a dichiarare non manifestamente infondata la questione di costituzionalità, non ha alcun potere di dichiarare incostituzionale una legge (mentre potrebbe farlo per un atto amministrativo).
L'articolo dice che vengono sollevati dei dubbi sulla legittimità costituzionale. Il titolo è certamente un pò fuorviante (in parte ), come del resto il
99 % degli articoli in circolazione. Detto ciò ne vedremo delle belle.
 
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Leggere gli articoli prima di criticarne l'autore, a volte può schiudere nuovi orizzonti.
Io facevo semplicemente notare che quell'informazione era presente sul sito della DG Concorrenza da un bel po' e non era chissa' quale scoop del Leonard. Immagino che ci sia andato, ovviamente senza citare la fonte come d'abitudine, ma almeno lui l'ha fatto.

Orizzonti tipo il complotto della legione d'onore?
 
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herry92

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Articolo a pagamento di Milano Finanza

Ita, così Lufthansa ha fatto accettare le nozze agli azionisti
di Angela Zoppo

Rischi finanziari mitigati e opportunità di crescita sul mercato italiano, neanche un euro al Tesoro e pagamento dell’aumento per capitale per cassa. Intanto si avvicina il sì di Bruxelles, gli ultimi documenti sulla concorrenza nelle rotte Usa all’esame dell’Antitrust Ue | Easyjet cambia i vertici e soffre in borsa, ma riduce le perdite nel primo semestre

L’ok alle nozze tra Ita e Lufthansa è ormai questione di giorni, ed è atteso in anticipo rispetto alla scadenza ufficiale del 4 luglio 2024. Dopo il primo sì tecnico dell’Antitrust europeo, le due promesse spose hanno inviato gli ultimi documenti che accolgono gran parte dei cosiddetti rimedi sull’apertura alla concorrenza dei voli per gli Usa e la cessione di parte degli...

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Cesare.Caldi

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Da questo articolo si apprendono ulteriori dettagli per il rimedio sulle rotte di lungo raggio: i voli con scalo dovranno avere un tempo complessivo di volo non superiore a 3 ore rispetto al diretto e un maximum connecting time nell' hub di scalo non superiore a 2 ore.

Ita-Lufthansa, dopo le nozze 4 mesi di tempo per trovare i rivali sulle rotte Italia-Nord America
di Leonard Berberi

La Commissione europea si prepara a scrivere il parere positivo sulle nozze in alta quota da comunicare entro il 4 luglio. Dai tempi massimi per lo scalo fino al «monitoring trustee» ecco cosa prevede l’intesa con Bruxelles

Lufthansa e Ita Airways hanno tempo fino a novembre per trovare le due rivali che dovranno offrire — per ciascuna delle quattro rotte «problematiche» — dei validi collegamenti con scalo per fare concorrenza sui voli Italia-Nord America. La scadenza è prorogabile, di poco, ma rende l’idea del lavoro che attende i promessi sposi anche dopo il via libera Ue alle nozze previsto ufficialmente entro il 4 luglio e già preannunciato in via informale lunedì. È quanto apprende il Corriere da due fonti comunitarie a conoscenza delle discussioni con Roma e Francoforte.

Il «monitoring trustee»
Un monitoring trustee sorveglierà su questo e sugli altri aspetti concordati, ma da Bruxelles sottolineano che non si tratta di compiti impossibili per i soggetti coinvolti. Proprio mercoledì l’Antitrust ha confermato di aver ricevuto il pacchetto definitivo di rimedi che il ministero dell’Economia (azionista di Ita) e Lufthansa hanno inviato poco dopo le 22 del giorno prima.

La battuta di Giorgetti
Che ci sia un clima più sereno sul dossier dalle parti del Tesoro — dopo le frizioni con gli uffici della commissaria Margrethe Vestager — lo dimostrano le battute del ministro Giancarlo Giorgetti. «L’altro giorno ho viaggiato con Ita e ho incontrato uno steward che mi ha detto: “Ministro sto studiando il tedesco” — ha raccontato —. E io gli ho risposto: “Bravo fai bene”».

I quattro voli di lungo raggio
L’ultima versione dei rimedi — raccontano le fonti comunitarie — prevede che sulle rotte tra Roma e Washington, Chicago, San Francisco, Toronto o entra un competitor a fare il collegamento diretto o due nuovi rivali offrono una soluzione con scalo tra le città interessate (in aggiunta a quelle già esistenti). Il viaggio totale non deve essere più lungo di oltre 3 ore rispetto al volo diretto e deve avere un «maximum connecting time» di 2 ore nell’hub (Madrid, Parigi, Amsterdam, Londra, Lisbona).

Il ruolo dei vettori
Ita può «alimentare» una sola delle due nuove opzioni di viaggio, perché l’Ue non vuole che il competitor dipenda totalmente dal vettore oggetto della fusione. Nei prossimi quattro mesi Lufthansa dovrà insomma chiedere una mano su questo ad Air France-Klm, British Airways, Iberia, Tap Portugal, eventualmente suggerendo loro di anticipare il volo tra l’Italia e l’hub di riferimento per ridurre i tempi complessivi.

La joint venture
Questa soluzione, che va bene ai tecnici della Commissione, è stata avanzata dal gruppo di Francoforte lo scorso fine settimana e supera l’idea iniziale della separazione delle attività transatlantiche di Ita dal resto dell’azienda a trazione di Lufthansa e consentirà l’ingresso nella joint venture (che i tedeschi hanno con United Airlines e Air Canada) senza moratorie.

Il «nodo» Linate
Sul fronte Linate si resta sulle 15-17 coppie di slot (pari a 30-34 voli giornalieri, considerando entrambe le direzioni) che saranno ceduti ad almeno un «remedy taker». Lufthansa ha accordi preliminari con due soggetti rivali — che dovranno entrare a fare concorrenza per tre anni sulle tratte di corto raggio dove la fusione porterebbe a una situazione di monopolio —: easyJet, in pole position, e Volotea. Se la prima può piazzare 4 aerei al «Forlanini», la seconda potrebbe aprire una base a Roma Fiumicino.

 

londonfog

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Con le dovute cautele relative ai "traduttor de traduttor d'Omer" (Cit.)

Trovo che le imposizioni sul Nord America siano assurde e indichino una totale ignoranza su come funzionano le cose

(1) Qualunque compagnia USA o UE potrebbe iniziare tranquillamente a volare sul Nord America da qualsiasi aeroporto Italiano, se non lo fanno ci sara' un motivo. Bisogna vedere la lista di aeroporti, ma gia' adesso i principali aeroporti italiani sono collegati con quelli citati nell'articolo. I collegamenti sono programmati apposta per 'aspirare' sul lungo raggio. Per il P2P ci sono FR e U2
(2) Gli aeroporti nominati non hanno esattamente slot da buttare. Indipendentemente da chi dovrebbe operare il volo.
 
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BrunoFLR

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Cosa ti aspetti da una commissione che dentro dentro vorrebbe rinominarsi "della dirigenza del mercato"?
Questo è tutto fuorché libero mercato. Manco sotto Stalin. Mancano solo le tariffe amministrate come per la benzina anni '70.
 

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(1) Qualunque compagnia USA o UE potrebbe iniziare tranquillamente a volare sul Nord America da qualsiasi aeroporto Italiano, se non lo fanno ci sara' un motivo. Bisogna vedere la lista di aeroporti, ma gia' adesso i principali aeroporti italiani sono collegati con quelli citati nell'articolo. I collegamenti sono programmati apposta per 'aspirare' sul lungo raggio. Per il P2P ci sono FR e U2
Con le dovute cautele, appunto, io tornerei a rimarcare che questo non e' esattamente vero. Ne si parlava nel precedente thread, quello in cui I-DAVE aveva mostrato i voli settimanali dai vari aeroporti italiani per gruppo.

Per avere un volo che funziona (ossia in utile) servono: 1) slot, 2) mezzi & personale, 3) domanda

Diamo per buona la presenza di slot, e diamo per possibile quella di mezzi. Il punto 3) e' quello cruciale. Se, post merger, ITA+LH ha il triplo dei voli settimanali del next player su, metti, BLQ, allora e' in posizione dominante e puo' decidere i prezzi e rendere la clientela "captive". Un po' come MIA e' "captive city" per AA: nessuno impedisce a Delta di aprirci altri voli ma, per dirla alla Cesare, 'qualcuno si fara' del male'. Il controllo del mercato diventa una barriera all'ingresso nel mercato stesso/

Secondo me e' questo il problema che la commissione vede per l'Italia. Possiamo dire ad infinitum che nessuno impedisce a chicchessia di volare su BLQ o quant'altro, ma il fatto e' che se da BLQ ITA+LH (e la JV atlantica) offre il doppio dei posti offerti dalla concorrente piu' prossima, e li offre su tutti gli hub, e' roba da Economia 1 capire che, a BLQ, ITA+LH (e JV) faranno il bello e il cattivo tempo. E a soffrirne saranno solo i consumatori, ossia noi.

Il problema e' come ridurre l'impatto negativo di questa situazione, e li secondo me le frecce all'arco della commissione sono ben poche. Immagino che il risultato, nel medio termine, sara' che l'Italia diventera' sempre piu' zona di controllo per ITA+LH e JV, a discapito della concorrenza e dei prezzi, un po' come la Florida meridionale e' zona di controllo per AA, o Houston per UA.
 
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Paolo_61

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Con le dovute cautele, appunto, io tornerei a rimarcare che questo non e' esattamente vero. Ne si parlava nel precedente thread, quello in cui I-DAVE aveva mostrato i voli settimanali dai vari aeroporti italiani per gruppo.

Per avere un volo che funziona (ossia in utile) servono: 1) slot, 2) mezzi & personale, 3) domanda

Diamo per buona la presenza di slot, e diamo per possibile quella di mezzi. Il punto 3) e' quello cruciale. Se, post merger, ITA+LH ha il triplo dei voli settimanali del next player su, metti, BLQ, allora e' in posizione dominante e puo' decidere i prezzi e rendere la clientela "captive". Un po' come MIA e' "captive city" per AA: nessuno impedisce a Delta di aprirci altri voli ma, per dirla alla Cesare, 'qualcuno si fara' del male'.

Secondo me e' questo il problema che la commissione vede per l'Italia. Possiamo dire ad infinitum che nessuno impedisce a chicchessia di volare su BLQ o quant'altro, ma il fatto e' che se da BLQ ITA+LH (e la JV atlantica) offre il doppio dei posti offerti dalla concorrente piu' prossima, e li offre su tutti gli hub, e' roba da Economia 1 capire che, a BLQ, ITA+LH (e JV) faranno il bello e il cattivo tempo. E a soffrirne saranno solo i consumatori, ossia noi.

Il problema e' come ridurre l'impatto negativo di questa situazione, e li secondo me le frecce all'arco della commissione sono ben poche. Immagino che il risultato, nel medio termine, sara' che l'Italia diventera' sempre piu' zona di controllo per ITA+LH e JV, a discapito della concorrenza e dei prezzi, un po' come la Florida meridionale e' zona di controllo per AA, o Houston per UA.
La Commissione, dopo qualche tentennamento, ha escluso dai rimedi tutto ciò che non è LIN e FCO.
 

Paolo_61

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Cosa ti aspetti da una commissione che dentro dentro vorrebbe rinominarsi "della dirigenza del mercato"?
Questo è tutto fuorché libero mercato. Manco sotto Stalin. Mancano solo le tariffe amministrate come per la benzina anni '70.
Posto che l’esistenza di una autorità antitrust non è di per sé negativa, il problema europeo è su due livelli.
il primo, naturale, è la presenza di burocrati probabilmente inadatti anche ad amministrare un condominio con tre unità abitative. Da questo punto di vista, purtroppo, c’è poco da fare, le burocrazie in tutto il mondo non brillano per competenze.
Il secondo livello è invece assai più grave. Un’autorità garante dovrebbe essere indipendente, non soggetta ai capricci politici. Per quanto sia difficile, ci sono strumenti per evitare le “porte girevoli” e l’ingerenza politica. Invece in Europa si è follemente deciso di affidare a un politico la direzione della struttura antitrust. Solo che in Europa nessuno si fida di nessun altro, e allora il controllo politico viene considerato meno pericoloso di un’indipendenza assoluta che potrebbe portare a dubbi di favoritismo geografico.
 

kenadams

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Posto che l’esistenza di una autorità antitrust non è di per sé negativa, il problema europeo è su due livelli.
il primo, naturale, è la presenza di burocrati probabilmente inadatti anche ad amministrare un condominio con tre unità abitative. Da questo punto di vista, purtroppo, c’è poco da fare, le burocrazie in tutto il mondo non brillano per competenze.
Il secondo livello è invece assai più grave. Un’autorità garante dovrebbe essere indipendente, non soggetta ai capricci politici. Per quanto sia difficile, ci sono strumenti per evitare le “porte girevoli” e l’ingerenza politica. Invece in Europa si è follemente deciso di affidare a un politico la direzione della struttura antitrust. Solo che in Europa nessuno si fida di nessun altro, e allora il controllo politico viene considerato meno pericoloso di un’indipendenza assoluta che potrebbe portare a dubbi di favoritismo geografico.
Il problema, dal mio punto di vista, è che l'autorità garante non può (e non deve) essere indipendente. La regolamentazione dei mercati non è una questione tecnica, è politica al 100%: tutte le scelte che influiscono sugli equilibri del mercato e sul ruolo dei consumatori al loro interno sono scelte squisitamente politiche -- dalla politica fiscale al commercio internazionale, dall'impatto sull'ambiente a quello sul lavoro. L'esistenza di un ente delegato alla tutela dei consumatori è una delega politica.
Nel caso specifico della concorrenza, la commissione non dovrebbe essere un arbitro/tecnico indipendente e neutrale fra aziende rivali: la commissione dovrebbe essere un rappresentante politico dei consumatori. Altri rappresentanti (sindacati, imprese, ecc.) dovrebbero avere un posto al tavolo. E dei politici eletti direttamente dovrebbero assumersi la responsabilità di decidere.
Per fare un paragone: se in USA Boeing dovesse essere spezzettata de iure (come già avvenuto un secolo fa con
United Aircraft and Transport Corporation = Boeing + United + P&W), servirebbe una campagna politica notevole per legittimare la decisione presso sindacati, consumatori, investitori e così via.

Il problema e' come ridurre l'impatto negativo di questa situazione, e li secondo me le frecce all'arco della commissione sono ben poche.
Proprio per quello che ho scritto sopra la commissione si trova ad avere pochi strumenti. L'approccio tecnocratico alla garanzia della concorrenza trasforma il lavoro della commissione in un ostacolo burocratico per le aziende e poco più. Per questo ci si trova a trattare della direttrice Roma-San Francisco (che fino a pochi anni fa non era operata da nessuno) anziché dell'equilibrio precario fra i vantaggi per i consumatori derivanti dalle economie di scala e quelli derivanti da una suddivisione equa di ciascun mercato.