Intervista di Berberi a Spohr.
Su base matematica il CEO di LH ci fa sapere che a LIN hanno dovuto cedere 14.57 coppie di slot al giorno nella S e 13.71 coppie nella W.
Importante anche la notizia del trasferimento totale a LIN dei voli LH, con mantenimento di quelli delle altre compagnie LHG a MXP.
Resta da capire la posizione di Air Dolomiti, che tecnicamente non è LH ma a MXP opera come capacity provider della mainline verso FRA e MUC.
Ita Airways, Spohr (Lufthansa): «Due anni per il rilancio, la compagnia tornerà in utile. Dal governo italiano l’aiuto decisivo»
3 luglio 2024
Intervista del «Corriere» all’amministratore delegato del colosso europeo dei cieli: «Fiumicino sarà un hub strategico». Le interazioni con l’Antitrust Ue? «Abbiamo inviato 460 mila pagine»
ROMA — «Onestamente? Sono molto felice, è un bel giorno per noi, per Ita, per gli italiani, per i tedeschi, per l’Europa intera: si inizia finalmente a fare sistema». Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo Lufthansa, atterra a Roma Fiumicino con una valigetta metallizzata da un volo partito da Monaco. E dopo mesi di trattative con l’Europa, compresi giorni davvero difficili e nei quali sembrava tutto perduto, può ora tirare un sospiro di sollievo. «Ci siamo preparati a lungo per questo giorno», racconta al Corriere durante un’intervista esclusiva.
Cosa succede ora dopo il via libera Ue?
«Servirà ancora qualche settimana per concretizzare le misure correttive. Il closing è previsto nel quarto trimestre di quest’anno. Siamo pronti a partire da subito, dal 1° giorno dopo il perfezionamento dell’accordo così da iniziare l’integrazione che dovrebbe durare un paio d’anni».
Integrazione anche in Star Alliance e nella joint venture transatlantica?
«Sì. Nel primo anno ci occuperemo di armonizzare i voli e le tariffe di Ita e Lufthansa, ci concentreremo sui codeshare tra il vettore italiano e il nostro gruppo, integreremo i dati dei nostri clienti, metteremo a disposizione di Ita gli uffici vendite che abbiamo nel mondo, ottimizzeremo la gestione dei servizi di terra nei vari Paesi, le salette vip».
E il secondo anno?
«Nel 2026-2027 toccherà all’ingresso di Ita in Star Alliance e nelle joint venture che abbiamo con i partner. Lavoreremo sull’ottimizzazione della flotta e dei contratti di noleggio, sugli acquisti congiunti e sull’infrastruttura digitale».
Quando prevedete di salire al 90 e al 100% di Ita?
«L’opzione per noi parte agli inizi del 2025 per il 90%. Ma vorrei chiedere al governo italiano di stare a bordo ancora per un po’».
Perché?
«Perché ho visto quanto sia stato importante il supporto del governo italiano anche a Bruxelles e vorrei questo supporto pure nei primi due anni del nostro ruolo in Ita. Poi concorderemo insieme cosa fare».
Qual è la principale sfida per voi in Ita?
«Non è un segreto che la versione precedente di Ita, Alitalia, non era nota per essere profittevole. Dobbiamo impegnarci perché i conti di Ita tornino non solo in attivo, ma anche con un significativo margine di profitto così da giustificare il nostro investimento».
Una missione possibile?
«Lo abbiamo già fatto prima con gli altri vettori del gruppo (Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, ndr), ma vogliamo farlo più velocemente con Ita, anche perché abbiamo imparato dalle precedenti integrazioni. Potrebbe aiutarci il boom del trasporto aereo in Italia, sono ottimista».
Ha paura di interventi politici negativi, com’è stato in passato per Alitalia?
«Posso solo giudicare con le interazioni con il governo attuale che ci ha sempre supportato. Sentiamo la responsabilità nei confronti dell’Italia e della sua economia per questo vogliamo fare bene».
Nel vostro gruppo Swiss è la più profittevole, Austrian Airlines e Brussels Airlines sono indietro. E Ita?
«Dobbiamo essere onesti: Ita parte da una situazione di perdite. Non vedo ragioni perché Ita non raggiunga il margine di profitto fissato come gruppo che è dell’8%. Quanto tempo ci vorrà? Dipenderà dallo sviluppo del mercato e dalla velocità dell’integrazione. Ma anche Ita deve essere in linea con gli standard di Lufthansa».
Non sarà difficile dato il dominio in Italia delle low cost?
«Non si potrà fare in un anno. Ma in due anni sì. Non deve però richiedere più tempo. Nel gruppo Lufthansa Ita non sarà più sola e metteremo a disposizione tutta la nostra macchina commerciale. Non solo: Ita potrà garantire un servizio premium in Italia e fuori».
Che ruolo avrà Ita nel gruppo Lufthansa?
«Roma è mille chilometri a sud di Francoforte e 700 chilometri più giù dal nostro hub più meridionale che è Zurigo. Fiumicino ha una posizione ideale per tutti i collegamenti che guardano al Sud del mondo, in particolare America Latina e Africa. Ma anche negli Usa».
Roma sarà il nuovo hub, il sesto, del gruppo Lufthansa. Non pensa che creerà qualche problema con gli altri hub del gruppo?
«Fiumicino è uno scalo a 5 stelle, volare qui era sicuramente uno degli aspetti positivi di questa operazione. Non vedo alcun rischio di conflitto con i nostri scali esistenti».
Negli ultimi mesi si è discusso molto sull’approccio dell’Antitrust Ue sull’operazione...
«Il dossier ha richiesto più tempo del necessario, anche in termini di documenti, abbiamo inviato 460 mila pagine. Ma riconosco che è stato un dialogo altamente professionale. Ci è voluto tempo per far capire come funziona la competizione sia nel breve raggio con le low cost, sia nel lungo raggio con i grandi big nel mondo e con i voli diretti e indiretti».
Sui rimedi proposti all’Antitrust Ue quanti slot rilascerete a Milano Linate?
«Parliamo, a livello settimanale, di 204 slot nella stagione estiva (circa 15 coppie al giorno, pari a 30 voli andata e ritorno, ndr), 192 in quella invernale. Saranno trasferiti a rivali che dovranno competere con noi e potranno basare 5 aerei».
Parliamo di easyJet e Volotea?
«Non posso commentare».
Chi sarà il prossimo ceo di Ita?
«Anche se lo sapessi non glielo direi. Lo sapranno prima il ministro Giorgetti e il presidente di Ita, Antonino Turicchi. Posso dire che sarà ovviamente un esperto del settore».
E il marchio Alitalia che fine farà?
«Una volta che abbiamo raggiunto la profittabilità possiamo discutere su come combinare il meglio del passato con il meglio del futuro. Ma per adesso dobbiamo assicurarci che Ita diventi famosa per essere vettore moderno e che fa soldi».
E quando sarà profittevole?
«Ai nostri azionisti ho sempre detto che serviranno due anni da quando prendiamo le redini dell’azienda, quindi non prima del 2026».
Teme un impatto negativo sulle cause dei lavoratori ex Alitalia?
«Noi siamo protetti nel contratto con il Mef da una clausola, ma spero che gli italiani vorranno volontariamente lavorare per Ita invece di ricorrere ai tribunali. Questo per il bene della compagnia e del Paese».
Questo accordo sarebbe stato possibile con un’altra configurazione politica?
«Devo chiaramente ringraziare il governo italiano, la premier Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti, perché senza la loro spinta sarebbe stato davvero difficile raggiungere questa intesa soprattutto alle condizioni accettabili per tutti i soggetti coinvolti. Anche il governo tedesco ci ha supportato: questo era anche un dossier politico».
C’è chi teme che Lufthansa si prenderà il traffico italiano incanalandolo nei propri hub.
«Direi che è il contrario. L’Italia merita una compagnia più grande che offra maggiori voli intercontinentali, per questo dobbiamo supportare Ita nell’espansione. E poi Francoforte e Monaco stanno arrivando ai limiti, non possono prendere altro traffico, mentre Fiumicino ha spazio».
Ma è possibile competere con le low cost in Europa?
«Dieci anni fa ci è toccato decidere tra l’abbandonare gli scali dove non facciamo hub o difenderci dalle low cost. Abbiamo deciso di proteggerci creando Eurowings, la divisione a basso costo. Ci sono 140 aerei dei vettori low cost in Italia, solo 40 in Germania. Nei nostri hub lavoriamo duro per ridurre i costi e aumentare l’efficienza così da avere il divario minore possibile con le low cost. E quel gap lo riempiamo con un servizio migliore, cosa che ci ha portato a fare 15 euro di utile a viaggiatore nel 2023».
Anche in Italia è possibile?
«Temo sia troppo tardi per copiare la strategia di Lufthansa in tutta Italia. Ma per quanto riguarda i nostri hub di Roma Fiumicino e Milano Linate faremo una battaglia durissima alle low cost».
A proposito di Linate. Che intendete fare negli scali milanesi, Malpensa compresa?
«Con l’offerta combinata Ita-Lufthansa Linate sarà un aeroporto molto interessante, anche con le limitazioni ai movimenti e agli aerei, per cui ci concentreremo lì».
Volerete ancora a Malpensa?
«Sì, continueremo a farlo con le altre compagnie del gruppo. Ma a Linate ottimizzeremo i voli con Ita».
Lei ha visto i dipendenti di Ita nel quartier generale. Perché?
«A loro ho dato il benvenuto nella famiglia Lufthansa. Siamo forti e penso che Ita ci renderà ancora più forti».
lberberi@corriere.it