La UE dà l'OK all'acquisizione di ITA da parte di LH


Farfallina

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Ita-Lufthansa, lunedì l’invio dei «rimedi» alla Ue: è l’ultima tappa prima dell’ingresso dei tedeschi

di Leonard Berberi
Scade alle 23.59 del 4 novembre il tempo utile per inviare a Bruxelles gli accordi con i rivali per garantire la concorrenza sui voli brevi e lunghi e a Linate

Fine settimana di lavoro per Ita Airways, ministero dell’Economia e Lufthansa sulle ultime rifiniture del pacchetto dei «rimedi» da consegnare — entro lunedì sera — all’Antitrust Ue in cambio del via libera definitivo alle nozze nei cieli. È il passaggio finale con Bruxelles prima che i tedeschi effettuino l’aumento di capitale da 325 milioni di euro (per il 41%) ed entrino nel board dell’azienda italiana.

Le tempistiche
Le parti — che il 3 luglio hanno ottenuto l’ok (condizionato) all’operazione — dovranno inviare entro le 23.59 di lunedì 4 novembre i contratti siglati con i vettori rivali per garantire un livello accettabile di concorrenza nei segmenti di mercato dove l’unione Ita-Lufthansa porterebbe a una riduzione: 10 rotte tra l’Italia e l’Europa centrale, l’aeroporto di Milano Linate e tre collegamenti tra Roma Fiumicino e il Nord America.

L’ingresso tedesco
I tecnici della Commissione europea si prenderanno poi qualche settimana per valutare il plico. Nella call con gli analisti di martedì scorso il ceo del colosso tedesco, Carsten Spohr, ha detto che l’avvio delle sinergie si avrà da gennaio 2025. Contattati dal Corriere in serata, Ita, Mef e Lufthansa non commentano.

I rimedi
Due fonti Ue a conoscenza delle trattative confermano al Corriere che sui «rimedi» per i voli di breve raggio e Linate si va verso l’intesa con easyJet (in ballo c’è la cessione a titolo definitivo di 30 slot giornalieri oggi di Ita e Lufthansa). Sul lungo raggio negli ultimi giorni si è trattato senza sosta con Air France e Iag (holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus), coinvolti per aiutare a migliorare la connettività indiretta, una delle condizioni stabilite dall’Antitrust.

Gli ultimi ostacoli
Ma entrambi hanno chiesto in cambio la cessione di 14 slot a Linate. Una richiesta che ha creato più di qualche grattacapo a italiani e tedeschi — spiegano le fonti europee — perché ad oggi nell’Unione i diritti aeroportuali di decollo e atterraggio non si possono cedere liberamente, ma vengono gestiti dall’ente regolatore (in Italia è Assoclearance) che li smista seguendo una graduatoria. L’ostacolo sarebbe stato superato nelle ultime ore, spiegano da Bruxelles, dove non escludono di ricevere i documenti italo-tedeschi pochi minuti prima di mezzanotte.

L'ostacolo può essere superato solo in tre modi, l'UE cambia i rimedi chiesti e inserisce gli slot a LIN per aumentare la concorrenza indiretta su FCO (non immagino che l'UE possa giustificare la cosa ad altri possibili concorrenti per quelli slot, ad esempio Ryanair e Volotea), U2 rinuncia a parte degli slot a lei dedicati a favore di AF-KL e IAG (soluzione più semplice per accontentare tutti in via definitiva), AF-KL e IAG si accordano per il prestito come facevano apponendo il codice volo in code share con AZ e IG a suo tempo (questa è la più semplice come soluzione in quanto basta l'accordo contrattuale sulla durata del "prestito"). A parte l'ultima soluzione, per le altre due l'UE deve metterci il cappello e sostenere che la cessione porterà un aumento della concorrenza indiretta fra FCO e le tre destinazioni Usa secondo quanto la disinteressata danese aveva imposto per dare il via libera. E potrebbe scatenare i ricorsi degli esclusi al banchetto.
 
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leerit

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3 Settembre 2019
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Saranno easyJet, Air France e Iag a rilevare gli slot che Ita e Lufthansa sono chiamate a cedere per garantire la tutela della concorrenza nei segmenti di mercato ritenuti critici dall'antitrust Ue.
Lo riferiscono più fonti vicine al dossier a poche ore dalla consegna a Bruxelles - attesa entro mezzanotte - del piano finale per far decollare l'alleanza italo-tedesca approvata dall'Ue il 3 luglio.

Si tratta dell'ultimo step prima del closing.
La low cost britannica farà concorrenza a Milano-Linate e sulle rotte tra l'Italia e l'Europa centrale, mentre Air France e Iag (holding di British, Iberia, Vueling e Aer Lingus) opereranno tramite i loro hub - quindi con scalo - sui lunghi collegamenti da Fiumicino verso Washington, San Francisco e Toronto.

 

belumosi

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Nozze Ita-Lufthansa, gli slot finiscono a easyJet e Air France
di Aldo Fontanarosa

Depositati i contratti con i vettori rivali per arrivare a una piena concorrenza negli scali di Linate e Fiumicino. Ora l’Europa può dare il via libera

05 Novembre 2024 alle 00:31

ROMA – Le nozze tra Ita Airways e Lufthansa sono a un passo dalla definitiva celebrazione. Nelle prossime settimane, la Commissione Ue autorizzerà la fusione tra le compagnie italiana e tedesca, certa che la competizione sia garantita in due scali chiave: Milano Linate e Roma Fiumicino.

 
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Cesare.Caldi

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Quando l'accordo sarà definitivo voglio leggere sulla decisione ufficiale come l' antitrust giustifica il fatto che per aumentare la concorrenza su 3 rotte di lungo raggio da FCO serve cedere slot a LIN, per me è completamente senza senso.

Inoltre vorrei capire come è stato superato il problema che gli slot non si possono cedere direttamente da una compagnia all' altra ma devono essere riassegnati da assoclearence secondo determinati criteri, direi che i casi sono due o l'Antitrust ha ordinato come rimedio anche la cessione degli slot a LIN a AF/KLM e BA oppure si tratta di un prestito/affitto temporaneo degli slot. Spero la seconda ipotesi.
 
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Ita-Lufthansa, accordo bloccato nella notte: «L’Italia non svende la compagnia aerea», lite tra il Mef e i tedeschi

di Leonard Berberi
Stallo sull’intesa per l’ingresso dei tedeschi nel vettore italiano. Lufthansa avrebbe chiesto di rivedere al ribasso la cifra dell’intero investimento (829 milioni), gli emissari del Tesoro hanno detto no

L’accordo tra il ministero dell’Economia e il gruppo Lufthansa su Ita Airways rischia di saltare dopo quasi due anni di trattative serrate che hanno portato persino a un via libera preliminare alle nozze da parte della Commissione europea. Poco prima di inviare a Bruxelles i documenti per l’ok alle nozze — la sera di lunedì 4 novembre — le due parti hanno iniziato a «litigare», in particolare sul prezzo. È quanto apprende il Corriere da due fonti a conoscenza delle discussioni. Mef non commenta. Lufthansa non ha risposto al momento della pubblicazione dell’articolo.

Le frizioni
Italiani e tedeschi, secondo le fonti, hanno iniziato a discutere su alcune clausole contrattuali relative alla cifra da sborsare in seguito al primo aumento di capitale riservato a Lufthansa. A quel punto — è una delle ricostruzioni — il colosso tedesco avrebbe evidenziato che il closing, plausibilmente a fine anno, dovrebbe vedere un «aggiustamento» della cifra relativa alla seconda tranche pari ai 603 milioni di euro perché Ita rispetto a sei mesi prima avrà perso valore.

Il «no» di Roma
Un ragionamento che la parte italiana respinge. Roma insomma non accetta alcun aggiustamento sulla seconda tranche sulla base dei risultati finanziari dell’ultimo trimestre dell’anno che nel trasporto aereo è anche uno dei peggiori perché il periodo nel quale le aviolinee perdono soldi. «L’Italia non svende la sua compagnia», filtra da fonti del governo.

Trattative a oltranza
Le trattative sono andate avanti tutta la notte. Ma tra disaccordo sul prezzo e accuse di mancata applicazione di alcune clausole contrattuali questo sembra uno strappo in grado di far saltare l’intero accordo costruito nei mesi e tanto difeso a Bruxelles davanti all’Antitrust Ue. La parte italiana però ritiene di non essere obbligata a chiudere l’accordo con Lufthansa se questo è contro gli interessi del Paese.
 

Viking

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Quando l'accordo sarà definitivo voglio leggere sulla decisione ufficiale come l' antitrust giustifica il fatto che per aumentare la concorrenza su 3 rotte di lungo raggio da FCO serve cedere slot a LIN, per me è completamente senza senso
Ecco, quando hai finito dì leggere facci un sunto veritiero senza condizionamenti del tuo stato d’animo.


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Ita-Lufthansa, accordo bloccato nella notte: «L’Italia non svende la compagnia aerea», lite tra il Mef e i tedeschi

di Leonard Berberi
Stallo sull’intesa per l’ingresso dei tedeschi nel vettore italiano. Lufthansa avrebbe chiesto di rivedere al ribasso la cifra dell’intero investimento (829 milioni), gli emissari del Tesoro hanno detto no

L’accordo tra il ministero dell’Economia e il gruppo Lufthansa su Ita Airways rischia di saltare dopo quasi due anni di trattative serrate che hanno portato persino a un via libera preliminare alle nozze da parte della Commissione europea. Poco prima di inviare a Bruxelles i documenti per l’ok alle nozze — la sera di lunedì 4 novembre — le due parti hanno iniziato a «litigare», in particolare sul prezzo. È quanto apprende il Corriere da due fonti a conoscenza delle discussioni. Mef non commenta. Lufthansa non ha risposto al momento della pubblicazione dell’articolo.

Le frizioni
Italiani e tedeschi, secondo le fonti, hanno iniziato a discutere su alcune clausole contrattuali relative alla cifra da sborsare in seguito al primo aumento di capitale riservato a Lufthansa. A quel punto — è una delle ricostruzioni — il colosso tedesco avrebbe evidenziato che il closing, plausibilmente a fine anno, dovrebbe vedere un «aggiustamento» della cifra relativa alla seconda tranche pari ai 603 milioni di euro perché Ita rispetto a sei mesi prima avrà perso valore.

Il «no» di Roma
Un ragionamento che la parte italiana respinge. Roma insomma non accetta alcun aggiustamento sulla seconda tranche sulla base dei risultati finanziari dell’ultimo trimestre dell’anno che nel trasporto aereo è anche uno dei peggiori perché il periodo nel quale le aviolinee perdono soldi. «L’Italia non svende la sua compagnia», filtra da fonti del governo.

Trattative a oltranza
Le trattative sono andate avanti tutta la notte. Ma tra disaccordo sul prezzo e accuse di mancata applicazione di alcune clausole contrattuali questo sembra uno strappo in grado di far saltare l’intero accordo costruito nei mesi e tanto difeso a Bruxelles davanti all’Antitrust Ue. La parte italiana però ritiene di non essere obbligata a chiudere l’accordo con Lufthansa se questo è contro gli interessi del Paese.
Altro fallimento dietro l’angolo: inspired by Alitalia.


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Lucab2000

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Ita rispetto a sei mesi prima avrà perso valore.
Ma in che senso ha perso valore? Voglio dire ITA (tralasciando i 6 mesi) ha rinnovato la flotta, ha assunto personale, ha trasportato passeggeri…non mi sembra tutta questa perdita di valore (almeno che il valore non venga inteso come cassa)
 
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Ma in che senso ha perso valore? Voglio dire ITA (tralasciando i 6 mesi) ha rinnovato la flotta, ha assunto personale, ha trasportato passeggeri…non mi sembra tutta questa perdita di valore (almeno che il valore non venga inteso come cassa)
Probabilmente i tedeschi pensano di poter tenere ITA e il MEF per le palle e stanno provando a risparmiare qualche decina di milioni. Tutto qui.
 
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Marco Clemente

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Tra l’altro diminuire il valore della seconda tranche … quindi il valore che avrà ita il prossimo anno dipenderà molto dalle loro scelte
 
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Probabilmente i tedeschi pensano di poter tenere ITA e il MEF per le palle e stanno provando a risparmiare qualche decina di milioni. Tutto qui.
O magari ITA e il MEF pensano di poter tenere LH per le palle pensando che il tedeschi non possono fare a meno della compagnia dei Puffi. Peccato che se a LH girano le palle libere, chiude qui e si compra un altro vettore. Period.


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Marco Clemente

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O magari ITA e il MEF pensano di poter tenere LH per le palle pensando che il tedeschi non possono fare a meno della compagnia dei Puffi. Peccato che se a LH girano le palle libere, chiude qui e si compra un altro vettore. Period.


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Bhe dall’articolo
sembrerebbe che sia LH ad aver cambiato le carte in tavola…
 

belumosi

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O magari ITA e il MEF pensano di poter tenere LH per le palle pensando che il tedeschi non possono fare a meno della compagnia dei Puffi. Peccato che se a LH girano le palle libere, chiude qui e si compra un altro vettore. Period.
Sembra che siano stati i tedeschi a cambiare le carte in tavola all'ultimo minuto chiedendo uno sconto.
Troverei corretta la tua affermazione se fosse stato il MEF a chiedere un prezzo più alto, ma non mi sembra sia andata così.
 
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