dal Corriere.
La battaglia per il «maxi» aeroporto Roma Fiumicino: la quarta pista, le strade, le aree verdi, cosa prevede il piano e perché non parte
di Leonard Berberi
Aeroporti di Roma, piano da 4,5-5 miliardi di euro per l’espansione. Il progetto, che prevede un’espansione di 260 ettari di cui 151 in una riserva naturale, attende il via libera «politico» e tecnico. Il nodo delle strade
Con quasi 50 milioni di passeggeri nel 2024 e premi sulla qualità del servizio, l’aeroporto di Roma Fiumicino è diventato negli anni un modello da imitare. Ma dietro le quinte c’è un po’ di agitazione per un piano di espansione — che prevede una quarta pista — che non ottiene un via libera ritenuto urgente. Non solo perché l’anno scorso l’impianto ha sofferto quando ha avuto punte di 175 mila persone al giorno e toccherà 200 mila nel 2025. Ma anche perché rischia di non supportare uno dei più grandi progetti strategici del Paese: lo sviluppo di Ita Airways a trazione Lufthansa.
Il dossier
Tecnicamente il dossier dell’allargamento è gestito dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. «Politicamente» il faldone è a Palazzo Chigi, spiegano al Corriere cinque fonti a conoscenza delle discussioni (tutte hanno chiesto l’anonimato perché non autorizzate a parlarne pubblicamente). E da lì non si smuove. Nemmeno dopo l’incontro — ad aprile 2024 — tra Giampiero Massolo, presidente di Mundys (holding che controlla la società di gestione Aeroporti di Roma) e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Il progetto
Il masterplan di AdR — diverso da quello consegnato in precedenza —presentato all’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) punta a creare una struttura in grado di accogliere 100 milioni di passeggeri all’anno. Il progetto è stato rivisto e prova a minimizzare il consumo del suolo. L’ampliamento è di circa 260 ettari, di cui 151 in una riserva anche se gran parte verrebbe restituita o compensata, tra cui 85 ettari di parco. La quarta pista verrebbe realizzata all’interno del «sedime», parallela alla pista 3 (già esistente), più lontana dalle case. Mentre la pista 1 verrebbe accorciata di 400 metri e utilizzata solo in alcune fasce di picco, qualora vi fosse reale necessità.
Le strade esterne
A questi si aggiungerebbero gli interventi all’esterno dell’infrastruttura. Con un tema, delicato, che è quello del raddoppio dell’arteria viaria che collega con Roma. Lavori di cui in teoria si dovrebbe occupare Anas — spiegano le fonti —, ma AdR si sarebbe detta disponibile a incaricarsene, per un costo di 250 milioni di euro, che si aggiungerebbero ai 4,5-5 miliardi previsti per l’espansione aeroportuale.
L’urgenza dei lavori
«Il via libera? Sarebbe stato meglio averlo già ieri, domani rischia di essere tardi», dice una fonte. «Soltanto la realizzazione della quarta pista richiederà tre anni». Le tempistiche non sono rapide. L’iter, dopo il via libera istituzionale, prevede il nulla osta tecnico dell’Enac, il processo di «Valutazione di impatto ambientale», la conferenza dei servizi: 18-24 mesi nel complesso. Poi servirà la conformità urbanistica per gli espropri e l’avvio dei lavori.
Le posizioni
Non tutti sono d’accordo sull’espansione. Un comitato locale si dice contrario ed è pronto a dare battaglia. «Ma l’espansione è inevitabile», ha replicato al Corriere a dicembre Marco Troncone, ceo di AdR. «Rischiamo di arrivare tardi e di avere periodi di sofferenza». «A Fiumicino abbiamo raggiunto una certa saturazione», ha detto nei giorni scorsi Joerg Eberhart, ceo di Ita. «La politica si svegli e faccia sì che il piano di sviluppo sia approvato immediatamente», ha aggiunto Gianni Letta, ex sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, a evento Enac-Luiss.
Gli scenari
Alcuni documenti interni avvertono che dopo qualche sofferenza nel 2024, nel 2025 e 2026 la situazione non migliorerà. «Capacità del terminal sotto stress nelle giornate di picco» nella prossima stagione estiva, si legge. I gate d’imbarco in alcuni giorni saranno utilizzati al massimo. Nel 2026 ci sarà il rilascio del Molo D con 14 «porte», ma non basterà. Strapieni anche i 40 piazzali per gli aerei a doppio corridoio, i più grandi. Non andrà meglio sul fronte piste con fasce di «sofferenza» 7-10 e 19-21. Su 90 slot orari (tra partenze e arrivi), resterebbero liberi un paio. Nulla.
I volumi attesi
Quest’anno i passeggeri attesi sono 53,5 milioni. Lo scalo può gestire fino a 60-62 milioni. Ecco perché il 2027-2028 rischiano di essere critici, con Ita — che ha il suo hub a Fiumicino — che potrebbe faticare a garantire il sistema di «alimentazione» dei suoi voli intercontinentali. Nel 2029-2030, secondo gli scenari, il sistema potrebbe non essere in grado di onorare la domanda potenziale di viaggio «in pieno o con efficacia».
Cosa succede all’estero
Tutto questo mentre la concorrenza si muove. Lo scalo di Istanbul — già uno dei mega hub a livello mondiale — si allargherà ulteriormente. Dubai e Doha drenano già molto traffico e tra poco arriverà Riyadh, con l’Arabia Saudita decisa a investire miliardi di dollari anche nel lancio di un nuovo vettore di bandiera, Riyadh Air. Lisbona si doterà di un nuovo impianto che ha già ottenuto il via libera. Per non parlare del Regno Unito dove il governo inglese ha anticipato l’intenzione, dopo alcuni accorgimenti, di dare l’ok alle espansioni di Londra Heathrow e Gatwick.