Alitalia, Corriere della Sera: 7-800 mln da imprenditori, 5-6.000 esuberi
MILANO (Reuters (Londra: TRIL.L - notizie) ) - Il piano industriale della nuova Alitalia (Milano: AZA.MI - notizie) , per cui è al lavoro l'adviser Intesa (Milano: ISP.MI - notizie) Sanpalo dovrebbe prevedere una compagnia fortemente radicata sul mercato interno con un fatturato di 4 miliardi di euro, con una cordata di imprenditori che conferiranno una cifra fra i 700 e gli 800 milioni, ed esuberi di personale fra i 5 e i 6.000.
Lo riferisce il Corriere della Sera in un lungo articolo pubblicato oggi in cui, senza citare esplicitamente fonti, si aggiunge anche che per il piano -- che dovrebbe essere concluso per dopo Ferragosto -- sarà necessaria una modifica della legge Marzano, e che ci sarà una valorizzazione dell'aeroporto lombardo di Malpensa.
Non è stato al momento possibile raggiure Intesa per un commento.
Alitalia, che ha circa 20.000 dipendenti, alla fine di maggio aveva 1.108 milioni di debiti, alla stessa data una disponibilità di cassa di 388 milioni, dopo il prestito ponte di 300 milioni erogato dal governo, mentre la compagnia, secondo la stima pubblicata oggi dal Corriere, perderebbe 3 milioni di euro al giorno.
"Si punta a creare sulla carta una compagnia fortemente radicata sul mercato domestico sommando il fatturato e la quota di mercato di AirOne con una gran parte del fatturato e della quota di mercato di Alitalia", dice il Corriere, che cita un "fatturato ipotetico superiore ai 4 miliardi di euro".
Il radicamento domestico, si legge sul quotidiano, passerà per "una valorizzazione di Malpensa" che "dovrebbe ricoprire il ruolo di un polo per il Nord capace di intercettare i passeggeri delle regioni settentrionali".
Altro punto essenziale, scrive il Corriere -- confermando quanto già trapelato sui media nei giorni scorsi e riferito da una fonte vicino al dossier a Reuters il 3 luglio -- sarà la messa a punto di modifiche alla legge Marzano. Una legge nata per "fronteggiare il caso Parmalat (Milano: PLT.MI - notizie) ", aveva detto la fonte, e non per le crisi "di carattere prettamente industriale", scrive il Corriere che prevede "un decreto governativo che si prenda il compito di modificare in tempo reale la vecchia normativa e aiutare così il varo della newco".
Per quel che riguarda l'intervento dei privati, il Corriere scrive che Carlo Toto, patron di AirOne, entrerà nella compagine azionaria "ma non tirerà fuori una lira, conferirà l'asset AirOne", gli altri imprenditori invece, individuati in una decina, "tireranno fuori insieme una cifra fra i 700 e gli 800 milioni di euro".
Per quel che riguarda gli esuberi, il Corriere ribadisce quanto scritto da Reuters il 3 luglio, e cioè che è allo studio l'ipotesi di costituire una bad company, alla quale verrebbero parcheggiati i debiti e le attività non gestibili.
A questa bad company dovrebbero far capo gli esuberi, scrive il Corriere, aggiungendo che "una cifra attorno alle 5-6.000 unità non sia troppo lontana dal vero".