da "LA STAMPA"
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14/7/2008 (7:25) - RETROSCENA
Liquidazione-lampo per far rinascere Alitalia
Due holding per soci grandi e piccoli. Si tratta con il sindacato
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Se a Banca Intesa l’hanno chiamato «Progetto Fenice» è perché sono convinti che la nuova Alitalia debba nascere di fatto da una liquidazione ovvero dalle ceneri del carrozzone che ancora sorvola i nostri cieli e dalle nozze con la Air One di Carlo Toto. Entrambe le aziende dovrebbero essere assorbite in una nuova società. O meglio, due: nella prima, la «newco» principale, ci saranno gli azionisti più importanti (Benetton, Gavio, Ligresti) con quote a tre cifre; nell’altra - una “sub-newco” - si raccoglieranno i minori, ovvero coloro che conferiranno quote basse o simboliche. In tutto una decina di azionisti, fra i quali probabilmente non ci sarà Roberto Colaninno: il patron della Piaggio aveva già fatto sapere di essere interessato ad investire solo nel caso in cui all’orizzonte ci fosse un partner internazionale. E il partner internazionale oggi non c’è. Più incerta è la possibilità che nella partita siano coinvolte direttamente le banche coinvolte nel dossier, ovvero la stessa Intesa e Mediobanca. Molto dipenderà dall’impegno finanziario che ciascun imprenditore offrirà. Non a caso l’obiettivo per l’aumento di capitale è molto prudente, attorno agli 800 milioni. Non tanto, «ma abbastanza per dare alle banche le garanzie necessarie a concedere credito», spiega una fonte ben informata. E’ quasi definito anche lo schema di piano industriale: nuova suddivisione del network intercontinentale fra Fiumicino e Malpensa a partire dalla stagione invernale (da Malpensa ripartiranno voli verso Cina e Oriente) e rilancio del Cargo da Malpensa attraverso la cessione delle quote della controllata agli imprenditori Miro Radici e Alcide Leali.
Fra il governo, Alitalia, i sindacati, Toto e la banca milanese però non c’è ancora un accordo complessivo sul perimetro della nuova Alitalia, né su quanto debba essere dura la cura da imporre al malato. Se il governo darà carta bianca a Intesa, la strada è tracciata. Al ministero dello Sviluppo hanno pronta una versione rivista e corretta della Legge Marzano sul modello americano della «Chapter 11»: una legge che tuteli al massimo i beni di Alitalia rispetto alle richieste dei creditori. Alitalia verrebbe divisa fra ciò che di buono ancora ha (flotta, collegamenti, immobili) dalla zavorra (passività ed esuberi). L’operazione dovrebbe avvenire in tempi ben più rapidi dei 500 anni necessari alla Fenice per rinascere: i legali di Intesa stanno studiando in ogni dettaglio un’operazione che di fatto liquiderebbe Alitalia in pochi minuti, senza mai fermare le attività. Gran parte dell’operazione sarà a carico dello Stato, che pagherà la cassa integrazione a cinquemila persone (il piano Air France-Klm prevedeva subito meno della metà dei licenziamenti) e si accollerà parte del debito. Nel 2010 va in scadenza un bond che vale poco più di 700 milioni: la parte sul mercato - circa 400 milioni - dovrebbe essere conferita alla nuova Alitalia. Il resto del prestito obbligazionario - le quote del Tesoro - finirebbero nella Alitalia liquidata.
Su questa strada restano però alcuni ostacoli: anzitutto gli eventuali altri creditori che non fossero soddisfatti dalle conseguenze dell’operazione. Se sul territorio italiano la nuova Marzano blinderebbe i beni, altro discorso sono gli aerei che si troveranno in un Paese terzo al momento dello spin-off. Poi c’è Toto - che non avrebbe abbandonato l’idea di tenere in vita parte delle attività di Air One - i sindacati, e un pezzo del governo (Matteoli e An in testa), che temono le conseguenze di un piano di risanamento troppo duro. Anche se in gran segreto, la trattativa va avanti da giorni. E, al netto degli esuberi (problema risolvibile con ricche buonuscite) fra le questioni emerse negli ultimi giorni ci sono alcuni dettagli del piano industriale messo a punto dal consulente di Intesa Boston Consulting: i sindacati ad esempio contrari alla drastica riduzione di attività degli Md-80, gli aerei più vecchi e già oggetto di una querelle con Air France-Klm. «Ci prenderemo tutto il tempo necessario», diceva qualche giorno fa, prudente, il numero uno di Intesa Corrado Passera. Per chiudere la partita c’è tempo fino al 10 agosto.