Non furono degli uccelli a far precipitare la Freccia Tricolore a Caselle che uccise la piccola Laura
I primi accertamenti della squadra scientifica dei carabinieri escludono tracce di volatili nel motore dell’aereo
06 Ottobre 2023
TORINO. I primi accertamenti condotti dalla squadra scientifica dei carabinieri sull’esterno del motore dell’Aermacchi “Pony 4” delle Frecce Tricolori guidato dal maggiore Oscar Del Do, precipitato al confine tra Caselle e San Francesco al Campo intorno alle 17 dello scorso 16 settembre causando la morte della piccola Laura Origliasso, 5 anni, sono chiari: non insistono tracce di volatili. Il luminol utilizzato per rilevare eventuali segni di contatto con l’unico possibile ingresso nel motore dell’aeromobile non ha rilevato nulla di compatibile con resti di un animale. La pista dl “bird strike” evocata fin da subito a Caselle per la presenza – certificata da una serie di relazioni di servizio del personale dell’aeroporto - sulla pista di centinaia di gabbiani, cornacchie e colombi perde peso.
Tecnicamente l’esame è parziale e la prudenza è d’obbligo, ma è altrettanto vero che il responso è indicativo. E certamente affidabile perché fornito da professionisti della materia. È dunque molto probabilmente stato un guasto meccanico ad aver causato lo stallo del motore della freccia Tricolore, la conseguente perdita di quota e la caduta al suolo.
L’inchiesta, coordinata dalla pm Valentina Bossi e dalla procuratrice Gabriella Viglione, potrebbe essere dunque arrivata a una svolta. E non è un caso che la procura di Ivrea, pur prudente sui primi esiti, stia ultimando la fase di individuazione di professionisti a cui affidare una doppia consulenza il cui incarico sarà ufficializzato a breve.
La prima sull’interno del motore dell’aereo per avere conferma di quanto già (non) trovato all’esterno con tecnologie comunque avanzate. Il secondo, più rilevante e funzionale alla pista del guasto meccanico, riguarderà la condotta del pilota indagato. Ha agito nel modo più giusto quando si è accordo che il monomotore aveva un problema? Avrebbe potuto fare una manovra differente?
Ciò che ad oggi è certo è che il maggiore Del Do è accusato del disastro aereo e dell’omicidio colposo della piccola Laura morta nell’auto sulla quale viaggiava con la sua famiglia colpita nella fase finale dell’impatto al suolo dalla Freccia. Il fratello della bambina, 12 anni, era riuscito a mettersi in salvo, i genitori della piccola hanno cercato in tutti i modi di liberarla dal seggiolino di sicurezza che la teneva bloccata in auto ma non ci sono riusciti.
I parenti si sono affidati al legale torinese Luigi Chiappero e attendono verità. Perde cosi spessore investigativo – anche se rimane formalmente agli atti – la pista del bird strike che pure pareva poggiare su basi robuste.
Il giorno della tragedia, alle 16.10 circa, quindi una quarantina di minuti prima della collisione al suolo dell’aeromobile un preposto, dipendente di Sagat, l’azienda che gestisce lo scalo aeroportuale, ha effettuato l’ultimo di cinque (forse sei), controlli sulla pista. Utilizzando un veicolo destinato a spaventare eventuali uccelli poggiati per terra. Non c’era dunque solo il falconiere in servizio fin dal mattino e fino alle 15. Un ulteriore dispositivo di sicurezza deciso e attuato – quel giorno sì – dai vertici dello scalo per scoraggiare eventuali stormi.
La sua ultima scheda tecnica (una per ognuno degli interventi con orario contrassegnato) riportava 120 volatili sulla pista. Nelle precedenti ispezioni volte a scoraggiare che gli animali si appoggiassero sull’asfalto, aveva segnalato anche gabbiani. Fino a 170, poi scesi a 40 e di nuovo impennati sopra i 100.
