Sulla normativa in sè non ho sostanzialmente nulla da dire che non sia già stato detto, sulla parte OT invece - abitando da ormai più di 10 anni in uno dei paesi maggiormente interessati dal fenomeno della migrazione verso l'Europa, ovvero la Nigeria - mi vengono in mente alcune considerazioni in ordine sparso:
- L'idea di dissuadere le partenze attraverso la "pubblicità negativa" che verrebbe generata dal ritorno - anche massiccio - di famigliari e conoscenti che hanno già tentato la sorte non può funzionare. Così come non può funzionare nemmeno la dissuasione tramite paura della traversata (del Mediterraneo, ma anche del deserto). Questo perché il grado di disperazione di chi parte è talmente alto che anche se i potenziali migranti vedessero tornare in patria una sfilza di connazionali oppure se arrivasse il messaggio "partite in mille e rischate di morire in 200/300 durante il tragitto", la maggior parte di loro partirebbero lo stesso.
- Da racconti di amici vari che lavorano nel mondo della cooperazione, il meccanismo di valutazione delle richieste d'asilo, gestione delle persone in attesa di responso, accoglienza di chi viene idenfiticato come idoneo e rimpatrio di chi viene invece respingo fa acqua da tutte le parti. Non si riescono a gestire le richieste in tempi accettabili, non si riesce nemmeno lontanamente a gestire le persone in attesa (che rimangono per mesi, se non anni, in un limbo in cui non possono lavorare, non possono studiare, non possono di fatto fare nulla) e non si riescono assolutamente a gestire i rimpatri, affidandosi alla vana speranza che mettere in mano un foglio di via ad una persona che ha investito tutti i risparmi di una vita, ha attraversato un deserto, ha attraversato il Mediterraneo su una bagnarola per arrivare in Europa la convinca effettivamente a ritornare al punto di partenza (perché solo una minima parte viene effettivamente riaccompagnata al paese di provenienza).
- Infine - che è anche il punto cruciale di tutto il discorso e assolutamente quello più delicato - è impossibile fermare il fenomeno migratorio, o almeno è impossibile con i sistemi che stiamo utilizzando in questo momento. Nel mio modo di vedere come un fluido inserito all'interno di un recipiente di dimensioni finite tende a equalizzare la pressione del fluido all'interno del recipiente stesso, così l'umanità tende cercare di equalizzare - comptibilmente con le barriere geografiche - il benessere dell'intera popolazione, questo attraverso spostamenti da zone di minor benessere a zone di maggior benessere (Africa sub-Sahariana, alcune zone del medio Oriente ed Est Europa verso l'Europa occidentale, Messico verso gli Stati Uniti, etc). Mettere delle ulteriore barriere normative (visti, selezione degli arrivi, respingimenti forzosi) senza cercare di ridurre la differenza di pressione tra queste diverse aree del mondo è solo un palliativo che è sempre destinato a non essere efficiente e sul lungo periodo a fallire completamente. Anche perchè la pressione del terzo mondo sul primo mondo non potrà che aumentare a dismisura nei prossimi anni e decenni: sempre rimanendo all'esempio della Nigeria, attualmente la popolazione è di circa 250 milioni di abitanti, ma le stime sono di una crescita fino ad almeno 400 milioni nei prossimi 20 anni; e queste ulteriori 150 milioni di persone sicuramente non faranno parte del ceto medio/alto, anzi, andranno quasi esclusivamente a ingrossare le fila dei disperati pronti a tutto pur di avere una speranza, anche infima, di una vita migiore.
La soluzione a tutto questo... sinceramente io non la vedo, anche perchè il pianeta non può sopportare una popolazione globale che viva interamente (e consumi) secondo gli standard Occidentali e i paesi sviluppati non mi sembrano - anche giustamente dal loro punto di vista - disposti a rinunciare a una virgola del loro benessere per fare anche solo un primo passo verso una distribuzione delle risorse non dico paritaria, ma almeno un poco più bilanciata.
Tutto questo - naturalmente - secondo la mia modesta e assolutamente non qualificata opinione, lo aggiungo come postilla così da non averlo dovuto scrivere per ogni singolo punto.