da "Il Messaggero" di Giovedì 25 Settembre 2008
di MARIO AJELLO
FIUMICINO «I piloti devono fare i piloti. E gli azionisti devono fare gli azionisti. Di più: un’azienda cogestita dai sindacati e dalle corporazioni è un’assurda anomalia. Spetta al management occuparsi della nuova Alitalia. Questo dev’essere un punto certo». E’ il comandante Salinaro che parla. Ma scusi, lei che è un pilota perchè sta in questa piazza del «sì» all’accordo con la Cai? «Mi sembra più naturale chiedersi perchè gli altri piloti stanno dall’altra parte, quella del ”no e poi no” di chi sa dire sempre e soltanto ”no”».
Oreste Salinaro, cinquant’anni, in Alitalia da diciotto, è uno dei volti di questa folla dei volenterosi, che l’altro giorno sfiorava appena le duecento presenze e ieri ne avrà avute almeno un migliaio al raduno andato in scena a Fiumicino. «Glielo dico io perchè i miei colleghi non stanno qui ma stanno dall’altra parte. I leader dei sindacati autonomi dei piloti vogliono soltanto conservare il proprio potere. E stavolta, come sempre, sono riusciti a sobillare i loro iscritti. In questo sono bravissimi, e distruttivi».
«Vogliamo lavorareeeee!!!!», è il diritto gridato in questa piazza, a due passi dal comandante Salinaro, da gente diversissima dal pilota moderato e razionale. Sono i ragazzi a contratto a termine, i precari («Brutti sporchi e cattivi. Così ci considerano i piloti griffati e fighetti che si permettono di avere la puzza sotto il naso anche di fronte a Colaninno») i quali puliscono gli aerei e caricano e scaricano bagagli e sono rabbiosi contro chi non vuole l’accordo con la Cai, furiosi contro la Cgil («Epifani stai coi ricchiiii!!!!») e timorosi che Ugl, Cisl e Uil li scarichino. Un volto, fra questi giovani in cerca di futuro, è quello di Manuel Maretto, 22 anni. «Facevo l’elettricista a 400 euro al mese, poi mi dicono che in Alitalia si può avere un lavoro decente e strappo un contratto per 800 euro, compresi straordinari e notturno, nella pulizia dei velivoli. Noi siamo gli schiavi, ma almeno lasciateci questo lavoro da schiavi. Perciò dico a tutti che l’accordo con la Cai va firmato. Ma i piloti non lo sanno che la crisi è generale? Solo loro non vogliono tirare la cinghia. Non capiscono che la pentola è saltata e loro invece di cambiare il coperchio, vogliono rimetterci quello di prima, senza capire che costa troppo e nessuno può permettersi più di maneggiarlo».
Un terzo volto di piazza è il volto di un impiegato. Si chiama Luigi Sparapani. Ha un cartello appeso al collo. Vi si legge: «Tiriamo giù le scialuppe, salviamo quanto più possibile e... firmiamo l’armistizio!». Narra Luigi, 52 anni, 1600 euro al mese che diventeranno 1400 con la Cai: «Non c’è alternativa, o questo piano di salvataggio o niente. La casta dei piloti, che ha sempre ricattato Alitalia e vuole ricattare i nuovi azionisti, si deve arrendere. E quanto alla Cgil, io sono isritto a questo sindacato, ma non so se strapperò la tessera. Epifani s’è fatto travolgere dalla sciagurata politicizzazione di questa vicenda. Spero che sia lui sia il Pd, di cui sono elettore, stiano rinsavendo. Ma anche Berlusconi ci ha messo del suo... Bisogna capire una cosa: la crisi è mondiale e la nuova Alitalia deve adeguarsi a questa situazione, salvare il salvabile e poi ricrescere e imporsi su un mercato del tutto diverso da quello di prima. Ma perchè i nostri piloti, davanti a questa situazione di difficoltà economiche e sociali per tutti, non riescono a cambiare la propria testa? Bisogna mettersi in gioco, senza inutili rimpianti per un passato che è passato e mai più tornerà. Lo capisco io che sono un piccolo impiegato, come fanno a non capirlo loro che si ritengono dei cervelloni? Dei cervelloni volanti, ma che si stanno perdendo fra le nuvole».
Le grida di questa piazza - piena di tute verdi dei meccanici, di tute bianche di quelli che trainano gli aerei negli hangar, di tute blu, di tute grigie e blu dei capisquadra, di magliette gialle di quelli che puliscono i velivoli - urlano così: «Metti la firma, Epifani metti la firmaaa....». E scaricano delusione sui loro colleghi piloti, e parlano di divisioni interne a questo mondo del lavoro che trema davanti al futuro e non può permettersi di rimpiangere il passato. Fa tristezza assistere a questa lotta, in verità non cruenta per fortuna ma comunque plateale, fra persone in difficoltà e appese a un filo. E fa impressione vedere un mondo aziendale e una comunità di individui spaccata in due - il «sì», il «no» - nella quale stanno saltando i vincoli di solidarietà, rischiano di sfilacciarsi i rapporti umani, si rompono abitudini di vita comune e ci si preclude la ricerca di una soluzione condivisa.
Comunque, meglio non drammatizzare. E tornare all’eloquio pacato - e riformista! - del comandante Salinaro, il quale oltretutto è uno di quelli che probabilmente andranno in cassa integrazione: «La verità è che i piloti dei sindacati autonomi vorrebbero sedersi al tavolo di un bar con quelli della Cai e dire: dateci la nostra nicchia di potere e poi fate quello che volete. Si sono sempre comportati così e non ammettono altra logica. Conosco molti di loro che cominciano ad avere dei dubbi sul ”no” all’accordo. Anche perchè, poi, dovranno andare a casa e dire a moglie e figli: ho rifiutato la cassa integrazione con l’80 per cento di stipendio e ora sto a 900 euro. Secondo me, i loro familiari li sbranano. Perchè quando uno comincia ad avere fame, diventa nervoso». Ma lei è di destra, comandamte Salinaro? «Non m’offenda!».
E qui davvero ci vorrebbe Giorgio Gaber, grande ridicolizzatore di etichette, che sbeffeggiando la mania italiota di buttarla sempre in politica cantava: «Che cos’è la destra? Che cos’è la sinistra?». Non sono nulla, davanti a una tragedia che è di tutti e di nessun colore.
Vogliamo sostenere che anche il Comandate Salinaro è un venduto, oppure uno che avrà il lavoro garantito da CAI ?
E cosa rispondere a Manuel Maretto che lavora alla pulizia degli aerei per 800 € al mese e rischia di rimanere a casa ?
Ed all'impiegato Luigi Sparapani, 52 anni, 1600 euro € al mese ?
In ogni caso credo che la vicenda Alitalia sia ben riassunta da questa frase del Comandante Sparapani:
"La verità è che i piloti dei sindacati autonomi vorrebbero sedersi al tavolo di un bar con quelli della Cai e dire: dateci la nostra nicchia di potere e poi fate quello che volete. Si sono sempre comportati così e non ammettono altra logica."
Finalmente si comincia a parlare delle vere cause che sono alla base di tutta la vicenda Alitalia e dell'assurdo comportamento delle associazioni professionali dei piloti e aa/vv.