Intervista del TG1 al comandante Antonella Celletti


vipero

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Sbagli, perchè non consideri tra i terrestri gli ingegneri che hanno progettato l'aeromobile. Che hanno responsabilità ben maggiori dei piloti. Che sono pagati decisamente meno.
E senza i quali i piloti nulla possono.
il mio era un esempio per distinguere il potere contrattuale tra personale navigante e personale di terra.
se adesso dobbiamo risalire a Reynolds e al suo numero e a quanto poco gli sia valso in termini economici, non la finiamo più...
 

azafan

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8 Novembre 2005
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Vorrei riprendere la discussione sulla effettiva rappresantività dei sindacati in Alitalia prendendo spunto dall'articolo "Meglio perdere qualche soldo che trovarsi per strada" a firma Laura Serloni e pubblicato oggi a pag. 6 del quotidiano "La Repubblica" .

In tale articolo viene intervistato il sig. Roberto Guerra, dipendente di terra Alitalia da 18 anni, il quale alla domanda "Quale è il motivo che la spinge a dire sì all'accordo con la CAI ?", testualmente afferma: " Perchè forse è meglio perdere qualche soldo piuttosto che ritrovarsi in mezzo alla strada con una famiglia da mantenere alle spalle. Se perdo questo lavoro, non ho più nulla. Mi resta solo la disperazione. Il presente è CAI."

Di fronte ad affermazioni di tale portata come è possibile che associazioni professionali quali l'ANPAC e UP - ammesso e non concesso che rappresentino il 100 % dei piloti - si ARROGHINO il diritto di decidere del destino di 20.000 lavoratori ? (più tutti quelli dell'indotto)

Aggiungo infine la frase con la quale il sig. Guerra termina la sua intervista: "Guardi che di umiliante c'è solo restare a casa senza un posto di lavoro."

Vogliamo sostenere ancora una volta che si tratta solamente di minoranze senza diritto di decidere direttamente del loro futuro?

Vogliamo sostenere che si tratta di venduti o provocatori ? Oppure di persone che con CAI avranno comunque garantito il loro posto di lavoro ?

Vogliamo forse sostenere ancora che la DIGNITA' dei lavoratori Alitalia è stata offesa dalle proposte della CAI ?

Attendo una risposta alle mie domande da coloro - come AFD - che hanno espresso opinioni opposte alle mie. Grazie.
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
ma il Sig Berti...vola ancora e quanto?

Ribadisco che decisioni così importanti come quella di non firmare l'accordo proposto da CAI dovrebbero essere sottoposte preventivamente alla approvazione di TUTTI gli iscritti mediante referendum !
..direi anche dei NON iscritti, quindi del personale tutto (con o senza le ali)
Se fosse stato fatto quasi subito si sarebbero evitate tonnellate di polemiche, dibattiti, scontri

Non sono d' accordo, la colpa è del padrone Stato che gliel' ha lasciato fare e ha sempre pagato i danni a piè di lista....
a fronte di ricatti come quello attuale...però!

Lo vediamo ora nel momento in cui qualcuno dice di no e non ha interesse a piegarsi (perchè i 16 hanno una società che prevede di diventare una compagnia aerea) allora, nulla si muove.
Il fronte del NO è arroccato nelle sue decisioni, ma la controparte non è ricattabile. Non ha nulla da perdere.
Si alza dal tavolo e se ne va.
Non ha aerei da far volare
Non ha passeggeri da trasportare
Non ha conti da saldare
Non ha un bilancio da chiudere

Nel passato l'arroganza di una parte ha posti ricatti cui la controparte ha (erroneamente) ceduto sulla spinta delle stesse motivazioni di cui sopra, a cui si aggiunge il famoso "orgoglio" che però poco serve a pagare i conti della spesa
 
Ultima modifica da un moderatore:

i-givo

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speriamo anche che l'autista dello scuola bus che porta i figli di queste persone dalle altissime responsabilità sulla sicurezza del passeggero, non sia troppo impegnato a pensare alla manutenzione del suo mezzo alla famiglia, al mutuo, all'incertezza dei conti da pagare a fine mese con i 1000/1500€ al mese di stipendio, senza avere le indennità di sosta, quelle di guida, le max 900 ore di guida all'anno.
Mi sa che annualmente porta in giro più bambini lui che un pilota di MD80...
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
Vorrei riprendere la discussione sulla effettiva rappresantività dei sindacati in Alitalia prendendo spunto dall'articolo "Meglio perdere qualche soldo che trovarsi per strada" a firma Laura Serloni e pubblicato oggi a pag. 6 del quotidiano "La Repubblica" .

In tale articolo viene intervistato il sig. Roberto Guerra, dipendente di terra Alitalia da 18 anni, il quale alla domanda "Quale è il motivo che la spinge a dire sì all'accordo con la CAI ?", testualmente afferma: " Perchè forse è meglio perdere qualche soldo piuttosto che ritrovarsi in mezzo alla strada con una famiglia da mantenere alle spalle. Se perdo questo lavoro, non ho più nulla. Mi resta solo la disperazione. Il presente è CAI."

Di fronte ad affermazioni di tale portata come è possibile che associazioni professionali quali l'ANPAC e UP - ammesso e non concesso che rappresentino il 100 % dei piloti - si ARROGHINO il diritto di decidere del destino di 20.000 lavoratori ? (più tutti quelli dell'indotto)

Aggiungo infine la frase con la quale il sig. Guerra termina la sua intervista: "Guardi che di umiliante c'è solo restare a casa senza un posto di lavoro."

Vogliamo sostenere ancora una volta che si tratta solamente di minoranze senza diritto di decidere direttamente del loro futuro?

Vogliamo sostenere che si tratta di venduti o provocatori ? Oppure di persone che con CAI avranno comunque garantito il loro posto di lavoro ?

Vogliamo forse sostenere ancora che la DIGNITA' dei lavoratori Alitalia è stata offesa dalle proposte della CAI ?

Attendo una risposta alle mie domande da coloro - come AFD - che hanno espresso opinioni opposte alle mie. Grazie.
difficile contestare in modo serio e pragmatico un simile post!
 

azafan

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da "Il Messaggero" di Giovedì 25 Settembre 2008

di MARIO AJELLO
FIUMICINO «I piloti devono fare i piloti. E gli azionisti devono fare gli azionisti. Di più: un’azienda cogestita dai sindacati e dalle corporazioni è un’assurda anomalia. Spetta al management occuparsi della nuova Alitalia. Questo dev’essere un punto certo». E’ il comandante Salinaro che parla. Ma scusi, lei che è un pilota perchè sta in questa piazza del «sì» all’accordo con la Cai? «Mi sembra più naturale chiedersi perchè gli altri piloti stanno dall’altra parte, quella del ”no e poi no” di chi sa dire sempre e soltanto ”no”».
Oreste Salinaro, cinquant’anni, in Alitalia da diciotto, è uno dei volti di questa folla dei volenterosi, che l’altro giorno sfiorava appena le duecento presenze e ieri ne avrà avute almeno un migliaio al raduno andato in scena a Fiumicino. «Glielo dico io perchè i miei colleghi non stanno qui ma stanno dall’altra parte. I leader dei sindacati autonomi dei piloti vogliono soltanto conservare il proprio potere. E stavolta, come sempre, sono riusciti a sobillare i loro iscritti. In questo sono bravissimi, e distruttivi».
«Vogliamo lavorareeeee!!!!», è il diritto gridato in questa piazza, a due passi dal comandante Salinaro, da gente diversissima dal pilota moderato e razionale. Sono i ragazzi a contratto a termine, i precari («Brutti sporchi e cattivi. Così ci considerano i piloti griffati e fighetti che si permettono di avere la puzza sotto il naso anche di fronte a Colaninno») i quali puliscono gli aerei e caricano e scaricano bagagli e sono rabbiosi contro chi non vuole l’accordo con la Cai, furiosi contro la Cgil («Epifani stai coi ricchiiii!!!!») e timorosi che Ugl, Cisl e Uil li scarichino. Un volto, fra questi giovani in cerca di futuro, è quello di Manuel Maretto, 22 anni. «Facevo l’elettricista a 400 euro al mese, poi mi dicono che in Alitalia si può avere un lavoro decente e strappo un contratto per 800 euro, compresi straordinari e notturno, nella pulizia dei velivoli. Noi siamo gli schiavi, ma almeno lasciateci questo lavoro da schiavi. Perciò dico a tutti che l’accordo con la Cai va firmato. Ma i piloti non lo sanno che la crisi è generale? Solo loro non vogliono tirare la cinghia. Non capiscono che la pentola è saltata e loro invece di cambiare il coperchio, vogliono rimetterci quello di prima, senza capire che costa troppo e nessuno può permettersi più di maneggiarlo».
Un terzo volto di piazza è il volto di un impiegato. Si chiama Luigi Sparapani. Ha un cartello appeso al collo. Vi si legge: «Tiriamo giù le scialuppe, salviamo quanto più possibile e... firmiamo l’armistizio!». Narra Luigi, 52 anni, 1600 euro al mese che diventeranno 1400 con la Cai: «Non c’è alternativa, o questo piano di salvataggio o niente. La casta dei piloti, che ha sempre ricattato Alitalia e vuole ricattare i nuovi azionisti, si deve arrendere. E quanto alla Cgil, io sono isritto a questo sindacato, ma non so se strapperò la tessera. Epifani s’è fatto travolgere dalla sciagurata politicizzazione di questa vicenda. Spero che sia lui sia il Pd, di cui sono elettore, stiano rinsavendo. Ma anche Berlusconi ci ha messo del suo... Bisogna capire una cosa: la crisi è mondiale e la nuova Alitalia deve adeguarsi a questa situazione, salvare il salvabile e poi ricrescere e imporsi su un mercato del tutto diverso da quello di prima. Ma perchè i nostri piloti, davanti a questa situazione di difficoltà economiche e sociali per tutti, non riescono a cambiare la propria testa? Bisogna mettersi in gioco, senza inutili rimpianti per un passato che è passato e mai più tornerà. Lo capisco io che sono un piccolo impiegato, come fanno a non capirlo loro che si ritengono dei cervelloni? Dei cervelloni volanti, ma che si stanno perdendo fra le nuvole».
Le grida di questa piazza - piena di tute verdi dei meccanici, di tute bianche di quelli che trainano gli aerei negli hangar, di tute blu, di tute grigie e blu dei capisquadra, di magliette gialle di quelli che puliscono i velivoli - urlano così: «Metti la firma, Epifani metti la firmaaa....». E scaricano delusione sui loro colleghi piloti, e parlano di divisioni interne a questo mondo del lavoro che trema davanti al futuro e non può permettersi di rimpiangere il passato. Fa tristezza assistere a questa lotta, in verità non cruenta per fortuna ma comunque plateale, fra persone in difficoltà e appese a un filo. E fa impressione vedere un mondo aziendale e una comunità di individui spaccata in due - il «sì», il «no» - nella quale stanno saltando i vincoli di solidarietà, rischiano di sfilacciarsi i rapporti umani, si rompono abitudini di vita comune e ci si preclude la ricerca di una soluzione condivisa.
Comunque, meglio non drammatizzare. E tornare all’eloquio pacato - e riformista! - del comandante Salinaro, il quale oltretutto è uno di quelli che probabilmente andranno in cassa integrazione: «La verità è che i piloti dei sindacati autonomi vorrebbero sedersi al tavolo di un bar con quelli della Cai e dire: dateci la nostra nicchia di potere e poi fate quello che volete. Si sono sempre comportati così e non ammettono altra logica. Conosco molti di loro che cominciano ad avere dei dubbi sul ”no” all’accordo. Anche perchè, poi, dovranno andare a casa e dire a moglie e figli: ho rifiutato la cassa integrazione con l’80 per cento di stipendio e ora sto a 900 euro. Secondo me, i loro familiari li sbranano. Perchè quando uno comincia ad avere fame, diventa nervoso». Ma lei è di destra, comandamte Salinaro? «Non m’offenda!».
E qui davvero ci vorrebbe Giorgio Gaber, grande ridicolizzatore di etichette, che sbeffeggiando la mania italiota di buttarla sempre in politica cantava: «Che cos’è la destra? Che cos’è la sinistra?». Non sono nulla, davanti a una tragedia che è di tutti e di nessun colore.



Vogliamo sostenere che anche il Comandate Salinaro è un venduto, oppure uno che avrà il lavoro garantito da CAI ?

E cosa rispondere a Manuel Maretto che lavora alla pulizia degli aerei per 800 € al mese e rischia di rimanere a casa ?

Ed all'impiegato Luigi Sparapani, 52 anni, 1600 euro € al mese ?

In ogni caso credo che la vicenda Alitalia sia ben riassunta da questa frase del Comandante Sparapani:
"La verità è che i piloti dei sindacati autonomi vorrebbero sedersi al tavolo di un bar con quelli della Cai e dire: dateci la nostra nicchia di potere e poi fate quello che volete. Si sono sempre comportati così e non ammettono altra logica."

Finalmente si comincia a parlare delle vere cause che sono alla base di tutta la vicenda Alitalia e dell'assurdo comportamento delle associazioni professionali dei piloti e aa/vv.