Io, giovane pilota senza futuro


billypaul

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LA LETTERA
"Io, giovane pilota senza futuro
Colleghi Alitalia, ripensateci"

Una missiva aperta a Colaninno e ai comandanti della compagnia
Il racconto di un sogno e di un'esperienza da precario dei cieli
di MASSIMILIANO BUSATTO
Da Massimiliano Busatto, pilota di una compagnia italiana "low cost", riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Egregio Direttore e Dott. Colaninno,

mi chiamo Massimiliano Busatto e sono un giovane pilota di linea. Le scrivo questa lettera perché , come ogni italiano che si interessa di cosa succede nella sua nazione, guardo i telegiornali e leggo i quotidiani. Non c'è giorno che passi che non si parli del caso Alitalia e delle sue ripercussioni dirette e indirette sulla vita di tutti noi. Data la mia professione desidero perciò esprimere una mia personale e, penso competente, opinione in merito.

Voglio però fare un accenno alla mia, se pur breve, carriere nel mondo dell'aviazione e lo voglio fare per portare alla ribalta tutti quei colleghi che, come me, hanno sacrificato molti anni della loro vita e molti dei loro risparmi per inseguire un sogno. Io mi sono diplomato come perito chimico ormai 7 anni fa, ma con la chimica non ho mai avuto molto a che fare: il mio sogno fin da piccolo era quello di diventare pilota. Finita la scuola ho svolto il servizio di leva e subito dopo essermi congedato mi sono iscritto all'aeroclub di Treviso.

Tra i corsi di teoria e i voli di addestramento dovevo anche lavorare per far fronte ai costi del volo e per potermi permettere qualche uscita con gli amici nei weekend. Con davvero molto sacrificio sono riuscito a conseguire il brevetto di pilota privato di aeromobile. Fatto ciò ho cominciato ad informarmi su quali potessero essere le migliori scuole di volo da frequentare per ottenere le varie licenze per poter esercitare la professione di pilota commerciale. Per una serie di motivi, tra cui la cronica arretratezza dell'Italia nell'adottare gli standard europei, scelsi la Spagna. Detto ciò partii nel settembre del 2005 per affrontare un corso di 16 mesi con un costo totale, compreso l'alloggio per tutta la sua durata, pari a 75.000 euro.

Nel gennaio dello scorso anno tornai in Italia con l'orgoglio di essere stato tra i migliori del mio corso e con l'euforia di poter finalmente coronare il sogno di una vita: mi sbagliavo! Dopo mesi e mesi di curriculum inviati senza ricevere alcuna risposta, mi decisi a fare un ultimo sforzo economico pagandomi il corso macchina per poter pilotare aeromobili della famiglia Airbus. Diciamo che la scelta fu obbligata perché oggi giorno la sola licenza di pilota commerciale non basta, anzi è meno di niente. Per poter dire una parola in più sul mercato decisi di pagarmi anche l'addestramento in linea che mi avrebbe garantito un impiego immediato ed almeno 100/150 ore di volo in portafoglio.

Il corso macchina lo feci per metà in Svizzera e per metà in Finlandia, mentre l'addestramento in linea lo feci con una compagnia italiana. Corso macchina più addestramento in linea incrementarono vertiginosamente l'esborso economico fino alla cifra di circa 120.000 euro, cifra che senza un cospicuo aiuto dei miei genitori non sarei mai riuscito a pagare.

Ora sto lavorando per la stessa compagnia, ma il mio contratto sta per scadere e purtroppo non mi sarà rinnovato per questioni di riduzione del personale: dopo circa un anno da quel primo emozionante volo da pilota di linea, mi ritrovo a terra.

Quando più mi sentivo sicuro di aver finalmente raggiunto l'obbiettivo, di aver finito il periodo di sacrifici, di potermi rilassare e di godermi la mia meritata tranquillità, mi devo rimboccare le maniche per trovare un'altra compagnia.

Questa lettera vuole essere una riflessione su chi, pur avendo la possibilità di godere di un impiego fisso peraltro di prestigio in una compagnia come l'Alitalia, decide di alzare delle barricate in nome di pretese ormai fuori da ogni logica di mercato e, soprattutto, di buon senso.

Una buon numero di piloti Alitalia ha alle spalle una carriera nell'Aeronautica Militare e questo significa che per la loro formazione aeronautica non hanno speso un solo centesimo. Oggigiorno un giovane ragazzo che vuole intraprendere questa professione sa che dovrà spendere non meno di 100.000 euro e che le possibilità di trovare un impiego sono praticamente nulle, a meno che non abbia amicizie forti.

Quando sento certe dichiarazioni vorrei tanto che chi ha il coraggio di "piangere il morto" analizzasse in maniera più approfondita come va il mercato al di fuori di Fiumicino: c'è chi vola per molto meno e con molto meno, ma mantiene una dignità e una dedizione al lavoro pari se non superiore a chi si vanta di una professionalità ormai perduta.

Non metto in dubbio che il personale navigante di Alitalia abbia delle ottime ragioni per protestare e per proseguire uno sciopero "bianco" e che tanti di loro sentano a rischio il proprio posto di lavoro, ma non è giustificabile alzare delle barricate in un momento in cui nulla si può ottenere, con l'unico risultato di condannare l'utente finale, il passeggero, a dover subire ogni tipo di torto pretendendo che capisca ragioni alle volte incomprensibili.

Scene negli aeroporti come quelle che stiamo vedendo in questi giorni non fanno altro che ridicolizzare il nostro paese, minimizzare il valore della nostra compagnia di bandiera e incoraggiare il passeggero a guardare ad altri vettori, magari stranieri, dove i servizi e l'efficienza sono di gran lunga diversi.

Se i dipendenti Alitalia vogliono lottare per i loro diritti devono trovare altri metodi di protesta e comunque non possono pretendere che l'opinione pubblica li capisca incoraggiandoli ad arrecare un danno alla loro azienda in momento in cui di tutto c'è bisogno tranne che di ulteriori problemi.

Io in primis che faccio parte di questo mondo mi ritengo nauseato da una questione che va avanti da mesi e mesi e mesi e sono convinto che gran parte dei cittadini italiani siano stanchi di pagare e sopportare le beghe di questo carrozzone: ci vorrebbe una ventata di aria nuova, bisognerebbe voltare la pagina della vecchia Alitalia con tutte le sue inefficienze ed aprirne una nuova con altre persone molto più motivate.

Forse il Dott. Colaninno non ha tutti i torti a voler guardare verso altri bacini da dove prelevare forze nuove, ma prima dei piloti Ryanair ci sono molti giovani piloti italiani desiderosi di far parte di un grande gruppo con grandi idee. Io sono tra uno di quelli che ha spedito il proprio curriculum con la speranza di essere preso in considerazione ma in Italia, come si sa, spesso la buona volontà, l'impegno e la professionalità vengono dopo a molte altre cose. Mi auguro che alla fine prevalga il buon senso e che chi continua a restare fermo sulle proprie posizioni si faccia un esame di coscienza e che capisca che oggi è il momento di dare, magari un domani con una situazione più rosea si potrà ritornare a chiedere.

Massimiliano Busatto
Repubblica.it
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
Diventare pilota a pagamento

leggo solo ora dal 3D del 17-18 nov,oramai "chiuso":

LA LETTERA
"Io, giovane pilota senza futuro
Colleghi Alitalia, ripensateci"
Una missiva aperta a Colaninno e ai comandanti della compagnia
Il racconto di un sogno e di un'esperienza da precario dei cieli
di MASSIMILIANO BUSATTO
Da Massimiliano Busatto, pilota di una compagnia italiana "low cost", riceviamo e volentieri pubblichiamo:
.....
Una lettera che è una riflessione pesante e da far rabbrividire (dovrebbe, per lo meno, far rabbrividire molte persone).
Una sintesi lucida, impacabile, pacata e anche cruda in certi suoi aspetti.
Che riassume in una cartella centinaia di nostri interventi, estremi e morbidi, arrabbiati e banali, da una parte e dall'altra.
C'è tutto qui. Credo che sia difficile trovare un'analisi e un invito migliore di questo.
Sapranno alcuni leggerlo per bene e non lasciarsi trascinare dalla retorica con cui ci hanno subissato negli ultimi mesi?
Avranno l'accortezza e l'umiltà di leggere e rileggere quell'intervento almeno una decina di volte e capirne a fondo l'essenza? Eventualmente estrapolandosi dal loro contesto?
Non mi sento di aggiungere altro se non fare un grosso grosso applauso all'autore, sperando che questo suo contributo svegli qualche coscienza.
 

Sierra.Seven

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17 Aprile 2008
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Avinguda Paralel
Sapranno alcuni leggerlo per bene e non lasciarsi trascinare dalla retorica con cui ci hanno subissato negli ultimi mesi?
Avranno l'accortezza e l'umiltà di leggere e rileggere quell'intervento almeno una decina di volte e capirne a fondo l'essenza? Eventualmente estrapolandosi dal loro contesto?
Non mi sento di aggiungere altro se non fare un grosso grosso applauso all'autore, sperando che questo suo contributo svegli qualche coscienza.
In effetti il caso del ragazzo non è sporadico...la compagnia per la quale lavora è chiara: TR in parte a Zurigo,A320,riduzione personale,costi esorbitanti..credo sia MYW. Insomma non ha scelto una società con programmi industriali solidi. Questo non toglie nulla ai sacrifici che ha fatto.
Probabilmente in questo periodo storico come lui c'è molta altra gente in giro per l'Europa, e non vedo grandi opportunità all'orizzonte nell'immediato. Ma è un'altalena, ed i prossimi mesi sono destinati volente o nolente ad una pulizia che spero aiuti..
Saluti!
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
..... Insomma non ha scelto una società con programmi industriali solidi. Questo non toglie nulla ai sacrifici che ha fatto.....Saluti!
eh sì..sicuramente ha dovuto scegliere sulla base di una sola opzione...
Ma ad inizio carriera rappresenta un altro "piccolo" sacrificio sopportabile e forse anche a ragion veduta ("so dove vado, non è il massimo, forse è una situazione precaria, poi vedremo, per ora iniziamo")

Non sicuramente paragonabile (andando OT) a chi continua a sposare quelle compagnie o personaggi traballanti che continuano a fregarli da una chiusura all'altra: "non ti ho pagato gli ultimi 6 mesi, ma ora seguimi nella nuova compagnia" (che sappiamo già come finirà!).

Concordo pienamente con il discorso "pulizia".
Ma è proprio lì che casca l'asino... e si alza la corporazione.

Un'ultima annotazione tornando sull'argomento.
Qualcuno protesta o fa notare che devono pagare un contributo personale per i vari aggiornamenti macchina ecc ecc. Ma lo fanno mentre ricevono comunque un certo stipendio, non infimo, ammettiamolo.
Non ci trovo nulla di male a questa pratica di condivisione delle spese perchè il singolo si arricchisce professionalmente e in linea teorica potrebbe lasciare la compagnia il giorno dopo il corso e approdare altrove con un beneficio notevole per il pilota e per il nuovo datore di lavoro.

Qui abbiamo un caso di qualcuno che si è pagato tutto, proprio tutto, anche le trasferte, anche le ore di mantenimento, non ha ricevuto diarie di stand by, anzi..le ha pagate! Investendo sul proprio futuro.
E ora con saggezza capisce che la situazione potrebbe non permettergli di ripagarsi rapidamente quell'investimento.
Sicuramente nessuno vuole trovarsi in una situazione simile.
Ma non alza barricate.
Non si aggrappa a dignità, a professionalità.
Si aggrappa alla voglia autentica e sincera di lavorare.
 

Sierra.Seven

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17 Aprile 2008
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Avinguda Paralel
eh sì..sicuramente ha dovuto scegliere sulla base di una sola opzione...Non si aggrappa a dignità, a professionalità.
Si aggrappa alla voglia autentica e sincera di lavorare.
Condivido pienamente questi punti. Paradossalmente, nell'immediato, questa sincera voglia di lavorare lo porterà a lavorare fuori Europa. Nel Far East probabilmente. Peccato!
Saluti
 

dirk

Bannato
12 Settembre 2008
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leggo solo ora dal 3D del 17-18 nov,oramai "chiuso":



Una lettera che è una riflessione pesante e da far rabbrividire (dovrebbe, per lo meno, far rabbrividire molte persone).
Una sintesi lucida, impacabile, pacata e anche cruda in certi suoi aspetti.
Che riassume in una cartella centinaia di nostri interventi, estremi e morbidi, arrabbiati e banali, da una parte e dall'altra.
C'è tutto qui. Credo che sia difficile trovare un'analisi e un invito migliore di questo.
Sapranno alcuni leggerlo per bene e non lasciarsi trascinare dalla retorica con cui ci hanno subissato negli ultimi mesi?
Avranno l'accortezza e l'umiltà di leggere e rileggere quell'intervento almeno una decina di volte e capirne a fondo l'essenza? Eventualmente estrapolandosi dal loro contesto?
Non mi sento di aggiungere altro se non fare un grosso grosso applauso all'autore, sperando che questo suo contributo svegli qualche coscienza.
No, non sono d'accrodo.
Quello che il signor Busatto ha fatto e sta cercando di fare non è giusto a mio avviso, e cercherò di spiegare i motivi.
Il signor Busatto, e non solo lui, purtroppo, è, suo malgrado, uno dei motivi per cui il mestiere di pilota di linea ha vissuto negli ultimi anni un decadimento generalizzato nelle condizioni lavorative, economiche e non solo.
Si sta completamente ribaltando quello che dovrebbe essere il punto di partenza in qualunque rapporto tra dipendente e azienda: lavorare per essere pagati.
Il signor Busatto questo sta facendo: pagare per lavorare.
Diventare pilota di linea non è semplice. Ci vuole passione, ci vuole costanza, ci vogliono sacrifici. Come in quasi tutte le professioni, per altro.
Ma proprio come in tutte le varie professioni bisogna partire dal basso, dalla gavetta.
Pagarsi l'addestramento mi sta bene, qui non siamo in Germania o in Francia dove la compagnia ti accompagna da zero fino alla fine della carriera, senza esborsi da parte del pilota.
Se non hai la fortuna di nascere francese o tedesco la strada è unica: farsi il culo, scusate il termine.
Cominciare dai lavori più umili, trainare striscioni, alianti, facendo l'istruttore. Non ci sono possibilità? Si facciano le valige, si vada all'estero, anche in Africa a fare il bush pilot se ce n'è l'opportunità. Troppo comodo voler fare il pilota e volerlo fare nell'aeroporto di casa. E' doloroso abbandonare amici e familiari. Ma se lo si fa per un sogno, ne vale la pena. I sogni non si comprano, si sudano. Te li devi guadagare.
Fare esperienza su qualunque cosa voli, accumulare ore, entrare nell'ambiente, migliorare le proprie capacità. Farsi conoscere, far valere la propria serietà e professionalità. E' facile? E' No. E' da tutti? No.
Ma paga, e darà a chi percorre questa strada soddisfazioni enormi.
Ottenere con gli anni macchine sempre più complesse, affinando le propria capacità. Certo, ci vuole tempo e ci vogliono sacrifici. Ma se volare è la tua passione, se è davvero quello che vuoi fare della tua vita, li affronterai con il sorriso sulle labbra, perchè ogni volta che decollerai sarai una persona felice.
Il signor Busatto ha tentato la strada più facile. Pagare (evidentemente se lo può permettere, buon per lui), non solo il TR, ma anche addestramento in linea. Rovinando il mercato. Perchè?
Perchè se tutti facessero come lui, cercassero lavoro con queste scorciatoie, non ci sarebbero più compagnie pronte a formare piloti, formare nel senso di credere nella loro esperienza e nella loro tenacia, accompagnandoli nel mondo della linea. Chi è l'idiota che finanzierebbe il passaggio ad un pilota quando ci sono migliaia di Busatto pronti non solo a pagare quello, ma anche l'addestramento e TOT ore in linea?
Perchè ora parliamo di type rating e line training, ma tra qualche anno non mi meraviglierei che al signor Busatto fosse offerto il comando.Con il corso a sue spese magari. Oppure a Busatto, entrato in compagnia dopo aver speso 120000 euro, potrebbero offrire il passaggio sul lungo raggio. Sempre pagando il TR però. Non c'è qualcosa di malsano in questo?
Ci sono le compagnie che se ne approfittano, purtroppo. Molte in Italia.
Ma ci sono ancora quelle che valutano l'esperienza e la voglia dei candidati. Sono all'estero, spesso. Ma se vuoi fare il pilota il mondo è la tua casa, non puoi limitarti al tuo paese. Devi cercare, bussare personalmente alla porta delle compagnie, insistere, anche con le piccole società, nella speranza di trovare quelle pronte a credere in te.
Ancora per poco, se il trend è questo.
Siamo in un periodo di crisi del settore? Verissimo.
Si tirino i remi in barca, si trovino alternative, magari rimanendo nel settore con mansioni diverse, si mantengano valide le licenze, in attesa di tempi migliori, che arriveranno.
Ma pretendere che colleghi, che stanno difendendo, in maniera condivisibile o meno, non voglio entrare in polemica, le loro condizioni di lavoro, si facciano da parte per permettere al signor Busatto di prostituirsi per un lavoro, no, non mi sta bene. Non capisce che tutto alla fine si ritorcerà anche contro di lui, che ha sostenuto un ingente investimento che non verrà mai ammortizzato, a queste condizioni.
E' il momento di dare questo? Perfetto, ma si sappia che poi niente sarà restituito, che la società torni in utile (qualcuno ci crede?), o rimanga in perdita. La storia insegna che il calo degli stipendi e delle condizioni in questo lavoro è un processo irreversibile. Ma che può essere almeno rallentato.
Non parlo di AZ, non solo, e non mi interessa discutere dei suoi piloti, ho letto come la pensate e come ho setto non voglio creare polemiche.
Potete credere che il signor Busatto possa essere la soluzione al problema.
Se paga per lavorare, posso immaginare cos'altro sia disposto a subire.
Il dipendente che tutti gli imprenditori sognano. Per voi può andare bene, tanto cosa vi cambia? Certo, dovete sperare che l'addeatramento ricevuto sia così buono da sopperire alla mancanza di esperienza. Ma finchè non vi troverete in situazioni pericolose e\o particolari, non ve ne accorgerete nemmeno.

Ma se permettete non voglio che questo lavoro venga ulteriormente rovinato. Non è giusto.
E voi pensereste lo stesso le fosse la vostra professione al centro di questa situazione, visto che in generale credo che lo stesso discorso possa essere applicato a moltissime situazioni lavorative, non solo a quella del pilota.

Senza polemica.

Ciao
 

vipero

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No, non sono d'accrodo.
Quello che il signor Busatto ha fatto e sta cercando di fare non è giusto a mio avviso, e cercherò di spiegare i motivi....
Dirk, sono d'accordo con te.
Da qualche anno a questa parte per fare il pilota bisogna iniziare minimo dal 320, o dal 737.

Però... però fare tutto 'sto casino per un'azienda fallita ed avere già il lavoro comunque assicurato è indegno.
non è una proposta accettabile? benissimo. basta non accettarla e cercare altrove.
questa, per me, è la dignità.
 

dario abbece

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2 Ottobre 2008
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milano
Dirk, sono d'accordo con te.
Da qualche anno a questa parte per fare il pilota bisogna iniziare minimo dal 320, o dal 737.

Però... però fare tutto 'sto casino per un'azienda fallita ed avere già il lavoro comunque assicurato è indegno.
non è una proposta accettabile? benissimo. basta non accettarla e cercare altrove.
questa, per me, è la dignità.
Sto applaudendo...così forte che si dovrebbe sentire fin lì!...............
 

malpensante

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bel paese là dove 'l sì suona
Si sta completamente ribaltando quello che dovrebbe essere il punto di partenza in qualunque rapporto tra dipendente e azienda: lavorare per essere pagati.
Il signor Busatto questo sta facendo: pagare per lavorare.
Come scritto più volte questa è la norma in gran parte delle professioni e in gran parte dei Paesi: si pagano università costose per ottenere lavori ben pagati. L' economista non dimentica che il tempo passato in facoltà, anziché in un lavoro qualsiasi, impone il mancato guadagno di anni di stipendio, che rappresenta anch' esso un costo.

Un mio zio venne assunto da IBM Italia a 14 anni, per essere addestrato in azienda con tanto di stipendio, ma stiamo parlando di oltre 50 anni fa e di un' azienda che aveva di fatto un monopolio e margini del 90% sul venduto. Questo è l' unico caso che io ricordi al di fuori del settore aereo e di quello militare, non dimentichiamoci che buona parte dei militari USA rischia la pelle in Iraq in cambio di una education corrispondente al college che non è in grado di pagarsi.

Per diventare avvocato o medico o commercialista in Italia è necessario adattarsi a numerosi anni di lavoro pagato solo simbolicamente, idem per chi vuole darsi alla carriera universitaria.

Sarebbe il caso di capire che i vecchi tempi, in cui la formazione del pilota era un regalo da parte dell' azienda, rappresentavano un' eccezione e che pagare per lavorare è la norma.
 

dirk

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12 Settembre 2008
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Dirk, sono d'accordo con te.
Da qualche anno a questa parte per fare il pilota bisogna iniziare minimo dal 320, o dal 737.

Però... però fare tutto 'sto casino per un'azienda fallita ed avere già il lavoro comunque assicurato è indegno.
non è una proposta accettabile? benissimo. basta non accettarla e cercare altrove.
questa, per me, è la dignità.
Non discuto di quello, ci sono tonnellate di post già scritti.
Ma pensare che Busatto sia la soluzione al problema può andare bene ai cittadini, soprattutto ai lettori del Giornale o di Libero.
Ma non è giusto. Non è giusto perchè così si manda a zocc*** tutta la categoria (con somma gioia di molti qui dentro a quanto pare), non solo i piloti AZ. Per veder cacciati loro qui c'è chi pagherebbe. Ma i Busatto non danneggiano loro, danneggiano tutti, piloti attuali e non.
Che sono molto meno privilegiati di quanto la stampa voglia far credere.
 

billypaul

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Come scritto più volte questa è la norma in gran parte delle professioni e in gran parte dei Paesi: si pagano università costose per ottenere lavori ben pagati. L' economista non dimentica che il tempo passato in facoltà, anziché in un lavoro qualsiasi, impone il mancato guadagno di anni di stipendio, che rappresenta anch' esso un costo.

Un mio zio venne assunto da IBM Italia a 14 anni, per essere addestrato in azienda con tanto di stipendio, ma stiamo parlando di oltre 50 anni fa e di un' azienda che aveva di fatto un monopolio e margini del 90% sul venduto. Questo è l' unico caso che io ricordi al di fuori del settore aereo e di quello militare, non dimentichiamoci che buona parte dei militari USA rischia la pelle in Iraq in cambio di una education corrispondente al college che non è in grado di pagarsi.

Per diventare avvocato o medico o commercialista in Italia è necessario adattarsi a numerosi anni di lavoro pagato solo simbolicamente, idem per chi vuole darsi alla carriera universitaria.

Sarebbe il caso di capire che i vecchi tempi, in cui la formazione del pilota era un regalo da parte dell' azienda, rappresentavano un' eccezione e che pagare per lavorare è la norma.
Si ma qualche anno fa, se sganciavi 120 Mln di vecchie lire, potevi accedere all'Alitalia Flying School di Alghero...vien da sè capire che non tutti potevano permettersi tale esborso
 

dirk

Bannato
12 Settembre 2008
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Come scritto più volte questa è la norma in gran parte delle professioni e in gran parte dei Paesi: si pagano università costose per ottenere lavori ben pagati. L' economista non dimentica che il tempo passato in facoltà, anziché in un lavoro qualsiasi, impone il mancato guadagno di anni di stipendio, che rappresenta anch' esso un costo.

Un mio zio venne assunto da IBM Italia a 14 anni, per essere addestrato in azienda con tanto di stipendio, ma stiamo parlando di oltre 50 anni fa e di un' azienda che aveva di fatto un monopolio e margini del 90% sul venduto. Questo è l' unico caso che io ricordi al di fuori del settore aereo e di quello militare, non dimentichiamoci che buona parte dei militari USA rischia la pelle in Iraq in cambio di una education corrispondente al college che non è in grado di pagarsi.

Per diventare avvocato o medico o commercialista in Italia è necessario adattarsi a numerosi anni di lavoro pagato solo simbolicamente, idem per chi vuole darsi alla carriera universitaria.

Sarebbe il caso di capire che i vecchi tempi, in cui la formazione del pilota era un regalo da parte dell' azienda, rappresentavano un' eccezione e che pagare per lavorare è la norma.
Mi spiace, ma non sono d'accordo.
Il pilota la sua formazione fino al CPL\IR\ATPL la paga, e caro pure (non meno di una formazione universitaria di ottimo livello).
Ma qui stiamo andando oltre, stiamo parlando di pagare per lavorare, che è tutta un'altra cosa, non so se mi spiego.
Mi sta bene, uno lo può fare se non vuole farsi la trafila, ma non tutte le realtà devono comportarsi in quel modo, come vorrebbe il signor Busatto, penalizzando anche chi non vuole seguire la stessa strada, facendo gavetta e mangiando merda.
Vada in Windjet, in MyAir, in Livingston, e in altre compagnie dove queste cose amano farle.
Ma volerlo fare anche in quella che dovrebbe essere la compagnia di bandiera (nel senso di compagnia più grande), no. Non mi sta bene. Perchè a quel punto in Italia (e non solo) si sentirebbero autorizzati a farlo tutti.
 

vipero

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Vada in Windjet, in MyAir, in Livingston, e in altre compagnie dove queste cose amano farle.
Ma volerlo fare anche in quella che dovrebbe essere la compagnia di bandiera (nel senso di compagnia più grande), no. Non mi sta bene. Perchè a quel punto in Italia (e non solo) si sentirebbero autorizzati a farlo tutti.
credo ci sia già.

però sai perchè quelle compagnie lo fanno? perchè vivono solo dei passeggeri trasportati.
a fine anno non c'è uno che le ricapitalizza a prescindere.

e pure questo, ripeto per l'ennesima volta, è un bel privilegio.
 

malpensante

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6 Novembre 2005
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bel paese là dove 'l sì suona
Io penso che piloti come quello della lettera si trovino abbastanza facilmente, è quello il motivo per cui, dopo avergli fatto pagare addestramento, ore di linea ed averlo impiegato gratis per qualche mese ora gli danno come premio un bel calcio in cul@ e prendono un altro pirl@ne come lui al suo posto.
Succede regolarmente ai medici negli ospedali pubblici, ai praticanti negli studi professionali, agli stagisti dappertutto, alle aspiranti showgirls nei letti dei produttori, ai modelli in quelli degli stilisti nelle ville sul Lago di Como.
 

dirk

Bannato
12 Settembre 2008
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credo ci sia già.

però sai perchè quelle compagnie lo fanno? perchè vivono solo dei passeggeri trasportati.
a fine anno non c'è uno che le ricapitalizza a prescindere.

e pure questo, ripeto per l'ennesima volta, è un bel privilegio.
Non me ne frega niente dei privilegi AZ, non è questo il punto.
Il punto è che questi (queste compagnie intendo) cavano sangue dalle rape, e i piloti diventerebbero in questo contesto una fonte di guadagno. Il ribaltamento totale del concetto di lavoro.
I costi di addestramento solo nelle società di poco valore sono considerati non necessari. Mi hanno sempre insegnato che l'addestramento del personale non è un costo, ma un investimento.
Oppure trovare una via di mezzo. Io compagnia pago il passaggio, ma tu rimani con me tot anni, anche trattenendolo dallo stipendio, se proprio sono alla canna del gas. Ma non fanno nemmeno questo, grazie ai Busatto di turno.
Monetizzare sull'addestramento è illogico, ingiusto, e anche pericoloso (il cliente ha sempre ragione, no?).
 

vipero

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Quindi mi pare giusto che chiedano un obolo ai dipendenti.
Spero che quanto prima anche il tuo datore di lavoro ti chieda di contribuire al suo revenue rinunciando al tuo stipendio :diavoletto:
Io penso che piloti come quello della lettera si trovino abbastanza facilmente, è quello il motivo per cui, dopo avergli fatto pagare addestramento, ore di linea ed averlo impiegato gratis per qualche mese ora gli danno come premio un bel calcio in cul@ e prendono un altro pirl@ne come lui al suo posto.
sono libere scelte, credo.
non ho mai visto nessuno, giuro, entrare negli uffici accompagnato da uno incappucciato che mentre gli punta una pistola alla tempia, gli sottrae il sacchettone col simbolo del dollaro sopra.

a me non l'hanno mai chiesto. sono falliti e basta, dopo averci lasciato 6 mesi senza stipendio (e noi a madare avanti i voli lo stesso, pensa te...).
A qualcun altro invece hanno fatto fare i contratti di solidarietà.
Che dici, abbiamo dato abbastanza?
 

dario abbece

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2 Ottobre 2008
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milano
Non discuto di quello, ci sono tonnellate di post già scritti.
Ma pensare che Busatto sia la soluzione al problema può andare bene ai cittadini, soprattutto ai lettori del Giornale o di Libero.
Ma non è giusto. Non è giusto perchè così si manda a zocc*** tutta la categoria (con somma gioia di molti qui dentro a quanto pare), non solo i piloti AZ. Per veder cacciati loro qui c'è chi pagherebbe. Ma i Busatto non danneggiano loro, danneggiano tutti, piloti attuali e non.
Che sono molto meno privilegiati di quanto la stampa voglia far credere.
......ciao dirk ......non c'è contentezza per niente......ma quello che sta succedendo ai piloti.....in altre situazioni ... (e io parlo parlo per la mia :il variegato mondo delle libere professioni)....è già accaduto da tempo.....ovvero quella che alcuni definiscono la "proletarizzazione della professione".......e così hai laureati non solo praticanti, ma anche con tanto di abilitazione che finiscono con l'essere parasubordinati.........tariffe al ribasso etc.......chi più ne ha più ne metta.........

non piace nemmeno a me!...... ma è il mercato.....e non ci possiamo fare niente!
 

setIRSposition

Moderatore
6 Novembre 2005
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271
fare tutto 'sto casino per un'azienda fallita ed avere già il lavoro comunque assicurato
Ecco, secondo me Vipero ha centrato il nocciolo del problema. O meglio, ha ben messo in luce la differenza tra piloti di serie A e di serie B.

Al giorno d'oggi, in Italia, abbiamo da un lato un folto gruppo di piloti con abilitazioni preziose, generalmente ben spendibili, per le quali nella maggior parte dei casi non hanno sborsato un euro o una lira. Buona parte di questi piloti (non è corretto includerli tutti) manifesta il suo disappunto per le condizioni contrattuali proposte da CAI, con forme più o meno efficaci di protesta.

Dall'altra parte della barricata abbiamo i "piloti di serie B" - uso le virgolette non perché li consideri meno validi degli altri, ma perché sono stati indubbiamente meno fortunati (o nei casi patologici, meno paraculati) di loro. Questi piloti, e in essi includo il F/O Busatto e anche una certa parte di piloti AirOne, non ha avuto altra scelta se non quella di pagarsi l'abilitazione ad una macchina spendibile sul mercato (320 o 737, per non fare nomi). Nei casi in cui le finanze familiari e/o una forte capacità di sacrificio lo permettevano, molti hanno scelto, come Busatto, di pagarsi le ore di addestramento in linea presso compagnie come MyAir o WindJet.

Io capisco perfettamente il post di dirk, in un mondo ideale il suo ragionamento sarebbe ineccepibile. Ma purtroppo bisogna prendere atto che il mondo del trasporto aereo è cambiato, e per chi si avvicina a questo segmento del mercato del lavoro le alternative sono ben poche.

Capisco anche la critica che fa a Busatto, ma mon mi sento di biasimare quest'ultimo per aver provato a perseguire un sogno, pur pagando. Per gente come lui - come per chi in AZ non è contento della proposta contrattuale di CAI o per chi in AP verrà lasciato per strada - c'è solo da augurarsi che trovino lidi migliori.
 

dirk

Bannato
12 Settembre 2008
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@ malpensante

Il fatto che in quasi tutti i lavori funzioni così non vuol dire che non possiamo che accettare passivamente la deriva.
Che brutto modo di pensare. Ci sono ancora realtà, nel settore dell'aviazione ma non solo, dove la situazione è migliore. A molti piloti AP ha pagato i TR, con restituzione di parte dello stipendio, per dirne una. E' un buon compromesso.
Ma se diamo retta ai vari Busatto tutte le compagnie diventerebbero come Blu Panorama o Livingston, e come piloti troveremo non i migliori, ma solo quelli con 50.000 euro da spendere per il passaggio più line training (oltre ai 60000 gia spesi per l'addestramento, che ci possono stare).
Se tu ritieni normale pagare il line training, perchè non far pagare corso comando, sessioni di recurrent training, line check? Ti sembrerebbe normale, immagino...

......ciao dirk ......non c'è contentezza per niente......ma quello che sta succedendo ai piloti.....in altre situazioni ... (e io parlo parlo per la mia :il variegato mondo delle libere professioni)....è già accaduto da tempo.....ovvero quella che alcuni definiscono la "proletarizzazione della professione".......e così hai laureati non solo praticanti, ma anche con tanto di abilitazione che finiscono con l'essere parasubordinati.........tariffe al ribasso etc.......chi più ne ha più ne metta.........

non piace nemmeno a me!...... ma è il mercato.....e non ci possiamo fare niente!
Quello che dici è giusto: si chiama gavetta!
Qui è come se qualcuno volesse prendere la laurea in giurisprudenza, pagare 50000 euro e entrare direttamente nello studio legale senza fare praticantato, se la legge lo permettesse.
A quel punto tutti gli studi legali assumerebbero gente così, e non ci sarebbe più spazio per chi vuole fare le cose gradualmente, con i suoi bei anni da praticante, i primi lavori, pagato poco (anche pochissimo ma pagato almeno), per poi avere la necessaria esperienza e poter cominciare la carriera "veramente".
Io mi opporrò sempre a queste cose, ma finchè ci saranno i Busatto in giro sarà dura. Ma se tutti i giovani si mettessero d'accordo a non sottostare a queste condizioni, cosa farebbero le aziende? Non si capisce che in questo modo ottieni si quello che vuoi, ma in realtà ci si sta scavando la fossa da solo, professionalmente parlando.
 
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caravelleAZ

Utente Registrato
28 Agosto 2008
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Milano
Con le dovute proporzioni: e' cio' che sta succedendo in varie compagnie che fanno pagare diversi migliaia di euro per certificarsi come Assistente di Volo e guarda caso sono le stesse compagnie che qualcuno ha citato poco fa riguardo ai piloti, voglio essere ottimista e pensare che quando "l'affaire" Alitalia sara' concluso ci sara' un aumento delle richieste di impiego grazie anche,spero, a nuove realta' ciao