Ita Airways : a Lufthansa il 40% della compagnia italiana


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Vincenzo Bova

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Il governo dei migliori, ha fatto la peggior nazionalizzazione della storia, ma come si fà a dire, che utilizzando aerei, codice IATA, slot divise, sistemi di prenotazioni di Alitalia, che non sia stata una cessione di ramo d' azienda. Ma mica gli avvocati che difendono i dipendenti hanno l' anello al naso. È bastato fare visionare il contratto di vendita al giudice.

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aa/vv??

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Up in the air
Vista la frase finale (il riferimento a LH), mi auguro il fallimento con 12 mesi di cassa integrazione base e poi ciascuno si arrangi.
Al momento ITA ha circa 4000 dipendenti, che hanno accettato il nuovo contratto e la ripartenza da zero. Ora mi spieghi perché auguri che questi perdano il lavoro per una serie di cause vinte da meno di cento persone?
 
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Paolo_61

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Al momento ITA ha circa 4000 dipendenti, che hanno accettato il nuovo contratto e la ripartenza da zero. Ora mi spieghi perché auguri che questi perdano il lavoro per una serie di cause vinte da meno di cento persone?
Mi ripeto, il commento deriva dalla fase finale con l’anonimo che chiaramente vede con favore l’abbandono di LH.
io non ho nulla contro i 4000 dipendenti attuali ma con chi sta cercando di far saltare la privatizzazione
 

belumosi

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Era tutto prevedibile e previsto. Che il passaggio della parte volo di AZ nella scatola vuota ITA sia stata un cessione parziale di azienda è semplicemente ovvio. D'altra parte era l'unico modo per conservare tutti i diritti acquisiti in capo alla vecchia compagnia, dai bilaterali agli slot, alle varie certificazioni. E a suggellare la continuità, c'è stata l'assunzione quasi esclusiva di personale ex AZ. Scelta peraltro obbligata per poter partire immediatamente con ITA.
Con ogni probabilità, ad un certo livello, tutto questo era chiaro fin dall'inizio. Come sicuramente LH è sempre stata al corrente di questa situazione.
Se ITA crescerà come da previsioni, è plausibile che quel personale riassunto per via giudiziaria, vada a coprire le posizioni che si creeranno con l'ampliamento di flotta e network.
Ci sarà semai da valutare la questione stipendi. Una volta consolidata dai giudici la tendenza a riconoscere che vi fu cessione di ramo d'azienda, è probabile una corsa generalizzata nel farsi riconoscere l'anzianità di servizio maturato in AZ.
Non sono quattro soldi e soprattutto diventerebbe un extra-costo permanente rispetto a quanto previsto dal business plan.
Probabilmente lo stato italiano dovrà farsi carico degli arretrati e della propria quota parte fino a quando resterà azionista di ITA, il resto degli extra-costi futuri, finirà giocoforza sempre più a carico di LH.
Credo sia anche da valutare se la parte di extra-costo in capo allo stato italiano, si possa configurare come un aiuto di stato in eccesso rispetto agli 1.35 MLD€ accordati dalla UE.
Tutto questo si innesta in una situazione piuttosto incerta, visto che LH e il MEF hanno sì annunciato di aver raggiunto un accordo, ma in quel contesto NON è stato firmato il contratto da sottoporre all'antitrust UE, procedura che secondo il comunicato LH sarebbe dovuta avvenire "in tempi brevi".
Io da allora non ho letto da nessuna parte in modo chiaro che il contratto sia stato effettivamente firmato. E vista l'importanza dell'atto, troverei strano che fosse stato firmato senza renderlo pubblico.
 
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Vincenzo Bova

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Era tutto prevedibile e previsto. Che il passaggio della parte volo di AZ nella scatola vuota ITA sia stata un cessione parziale di azienda è semplicemente ovvio. D'altra parte era l'unico modo per conservare tutti i diritti acquisiti in capo alla vecchia compagnia, dai bilaterali agli slot, alle varie certificazioni. E a suggellare la continuità, c'è stata l'assunzione quasi esclusiva di personale ex AZ. Scelta peraltro obbligata per poter partire immediatamente con ITA.
Con ogni probabilità, ad un certo livello, tutto questo era chiaro fin dall'inizio. Come sicuramente LH è sempre stata al corrente di questa situazione.
Se ITA crescerà come da previsioni, è plausibile che quel personale riassunto per via giudiziaria, vada a coprire le posizioni che si creeranno con l'ampliamento di flotta e network.
Ci sarà semai da valutare la questione stipendi. Una volta consolidata dai giudici la tendenza a riconoscere che vi fu cessione di ramo d'azienda, è probabile una corsa generalizzata nel farsi riconoscere l'anzianità di servizio maturato in AZ.
Non sono quattro soldi e soprattutto diventerebbe un extra-costo permanente rispetto a quanto previsto dal business plan.
Probabilmente lo stato italiano dovrà farsi carico degli arretrati e della propria quota parte fino a quando resterà azionista di ITA, il resto degli extra-costi futuri, finirà giocoforza sempre più a carico di LH.
Credo sia anche da valutare se la parte di extra-costo in capo allo stato italiano, si possa configurare come un aiuto di stato in eccesso rispetto agli 1.35 MLD€ accordati dalla UE.
Tutto questo si innesta in una situazione piuttosto incerta, visto che LH e il MEF hanno sì annunciato di aver raggiunto un accordo, ma in quel contesto NON è stato firmato il contratto da sottoporre all'antitrust UE, procedura che secondo il comunicato LH sarebbe dovuta avvenire "in tempi brevi".
Io da allora non ho letto da nessuna parte in modo chiaro che il contratto sia stato effettivamente firmato. E vista l'importanza dell'atto, troverei strano che fosse stato firmato senza renderlo pubblico.
Con la nascita di ITA molti comandanti i più anziani, chi per scelta ( perchè gli si dimezzava lo stipendio), chi perchè veniva dal B777 ed ERJ quindi non è stato proprio chiamato, essendo flotta esclusivamente composta da Airbus, chi non è stato chiamato perché il numero di piloti che servivano era stato raggiunto ecc.
Durante la prima fase i comandanti non erano tantissimi. Di conseguenza ITA ha dovuto fare subito i corsi comando ( mettendo dentro anche qualche sindacalista che aveva firmato gli accordi) e di conseguenza ha dovuto assumere i cadetti che venivano dall' ex scuola di volo Alitalia che poi hanno preso il posto dei piloti diventati comandanti.
Nel 2022 la ripartenza del lungo raggio ha portato ai passaggi dei pochi comandanti dal medio raggio al lungo raggio sul 330 e 350, e questo ha portato altre assunzioni di cadetti, Infatti oggi nei cockpit degli A320 spesso si vedono piloti che prima volavano a destra seduti a sinistra perché diventati comandanti, e a destra ci sono piloti giovanissimi ( ex cadetti) con una striscia sulla giacca.
Se ITA a causa della sconfitta in tribunale assumerà gli ex piloti ERJ e B777, dovrà anche accollarsi il costo del corso Type Rating per i passaggi su Airbus, quindi un aggravio dei costi per la compagnia. Invece credo che per i dipendenti che verranno assunti c' è il rovescio della medaglia, se gli verrà pagato lo stipendio dal 15 ottobre del 2021, dovranno restituire i soldi di Cassa Integrazione e del Fondo di solidarità del trasporto aereo, ricevuti da INPS da ottobre 2021 ad oggi, ed era risaputo che almeno per i naviganti, lo stipendio in ITA era inferiore rispetto all' 80% percepito per FSTA+CIGS.
Questa nazionalizzazione è stata un opera d'arte.

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El Cubetazo

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Se non ricordo male da qualche parte è stato scritto che Lufthansa abbia chiesto garanzie nel merito e, addirittura, una fidejussione da parte dell'azionista di maggioranza.

Immagino che il tutto, come è prassi, sia normato nelle reps&warranties dello SPA. Quindi non mi aspetterei terremoti sulla cessione.
 

leerit

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Il dossier Ita Airways non smette di sorprendere. Ma l’ultima novità rischia di essere un grattacapo per il governo. Un giudice del Lavoro di Roma ha deciso che 77 ex dipendenti di Alitalia dovranno essere assunti da Ita perché è stata «accertata la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda» tra la vecchia e la nuova compagnia. Non sono gli unici ad aver fatto causa. Altri 1.100 ex impiegati di quella che un tempo è stata la gloriosa aviolinea di bandiera hanno citato in giudizio Ita sulle stesse ragioni: chiedono anche loro il «reintegro» ex art 2112 del Codice Civile («Mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda»).

La clausola
Le conseguenze dirette di questa sentenza, a dire il vero, sono molto limitate. Ma potenzialmente le ricadute potrebbero essere importanti. Nello scenario più estremo (cioè oltre mille persone da assumere che si aggiungerebbero alle 1.200 assunzioni già programmate) Lufthansa potrebbe ritirarsi dall’accordo con il Tesoro per il rilancio di Ita, come ha avvertito nell’intervista al Corriere il presidente del vettore Antonino Turicchi. È del resto una delle clausole previste dal contratto tra le parti. Ma in questo modo il futuro dell’aviolinea tricolore verrebbe messo in pericolo.

Il pronunciamento
Nelle sue quattro pagine di sentenza il giudice della Quarta Sezione Lavoro del Tribunale di Roma Claudio Cottatellucci «accerta la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda tra Alitalia e Italia Trasporto Aereo (la società di Ita Airways, ndr) verificatosi in attuazione del “contratto di cessione del complesso di beni e contratti” concluso tra le parti in data 14 ottobre 2021». Quindi «dichiara per l’effetto il diritto dei ricorrenti alla prosecuzione del rapporto di lavoro alle dipendenze della società Ita con decorrenza dal 15 ottobre 2021», «condanna la società convenuta al pagamento ai ricorrenti delle retribuzioni maturate dalla decorrenza da ultimo indicata».


Le reazioni
Negli ambienti del ministero dell’Economia, oggi azionista unico di Ita, sono determinati ad andare avanti con i tedeschi per dare un futuro all’azienda. Non prevedono alternative. Bollano come «incomprensibile» la decisione del giudice — contro la quale sarà fatto ricorso — soprattutto perché sono stati svolti tutti i passaggi per ottenere la discontinuità con Alitalia come chiesto dall’Antitrust Ue. Proprio Bruxelles, nel dare l’ok al progetto Ita Airways, ha stabilito che le due aviolinee sono diverse. Sentenza «incomprensibile» anche perché i pronunciamenti precedenti — prima dell’accordo con Lufthansa — erano stati di senso opposto.

Le conseguenze
Chi segue il dossier non fa troppi giri di parole. Se l’ultimo pronunciamento dovesse consolidarsi nei successivi gradi di giudizio e dovesse essere «adottato» dalle altre vertenze a Ita non resterebbe che una strada: portare i libri in tribunale e lasciare senza lavoro almeno 4.000 persone. Per non parlare degli 1,12 miliardi di euro che lo Stato ha già versato per far sviluppare la società e che andrebbero persi.

 

BrunoFLR

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Daje, famo scappá anche questi!
Però poi liquidazione volontaria in quasi bonis, cig, naspi e mobilità come per tutti i terricoli, e "bella, ragà!", che tanto i turisti in Italia ce li porta AviaRoma con i 380-1000 e le merci con MD80 cargo.
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Viking

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Il dossier Ita Airways non smette di sorprendere. Ma l’ultima novità rischia di essere un grattacapo per il governo. Un giudice del Lavoro di Roma ha deciso che 77 ex dipendenti di Alitalia dovranno essere assunti da Ita perché è stata «accertata la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda» tra la vecchia e la nuova compagnia. Non sono gli unici ad aver fatto causa. Altri 1.100 ex impiegati di quella che un tempo è stata la gloriosa aviolinea di bandiera hanno citato in giudizio Ita sulle stesse ragioni: chiedono anche loro il «reintegro» ex art 2112 del Codice Civile («Mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda»).

La clausola
Le conseguenze dirette di questa sentenza, a dire il vero, sono molto limitate. Ma potenzialmente le ricadute potrebbero essere importanti. Nello scenario più estremo (cioè oltre mille persone da assumere che si aggiungerebbero alle 1.200 assunzioni già programmate) Lufthansa potrebbe ritirarsi dall’accordo con il Tesoro per il rilancio di Ita, come ha avvertito nell’intervista al Corriere il presidente del vettore Antonino Turicchi. È del resto una delle clausole previste dal contratto tra le parti. Ma in questo modo il futuro dell’aviolinea tricolore verrebbe messo in pericolo.

Il pronunciamento
Nelle sue quattro pagine di sentenza il giudice della Quarta Sezione Lavoro del Tribunale di Roma Claudio Cottatellucci «accerta la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda tra Alitalia e Italia Trasporto Aereo (la società di Ita Airways, ndr) verificatosi in attuazione del “contratto di cessione del complesso di beni e contratti” concluso tra le parti in data 14 ottobre 2021». Quindi «dichiara per l’effetto il diritto dei ricorrenti alla prosecuzione del rapporto di lavoro alle dipendenze della società Ita con decorrenza dal 15 ottobre 2021», «condanna la società convenuta al pagamento ai ricorrenti delle retribuzioni maturate dalla decorrenza da ultimo indicata».


Le reazioni
Negli ambienti del ministero dell’Economia, oggi azionista unico di Ita, sono determinati ad andare avanti con i tedeschi per dare un futuro all’azienda. Non prevedono alternative. Bollano come «incomprensibile» la decisione del giudice — contro la quale sarà fatto ricorso — soprattutto perché sono stati svolti tutti i passaggi per ottenere la discontinuità con Alitalia come chiesto dall’Antitrust Ue. Proprio Bruxelles, nel dare l’ok al progetto Ita Airways, ha stabilito che le due aviolinee sono diverse. Sentenza «incomprensibile» anche perché i pronunciamenti precedenti — prima dell’accordo con Lufthansa — erano stati di senso opposto.

Le conseguenze
Chi segue il dossier non fa troppi giri di parole. Se l’ultimo pronunciamento dovesse consolidarsi nei successivi gradi di giudizio e dovesse essere «adottato» dalle altre vertenze a Ita non resterebbe che una strada: portare i libri in tribunale e lasciare senza lavoro almeno 4.000 persone. Per non parlare degli 1,12 miliardi di euro che lo Stato ha già versato per far sviluppare la società e che andrebbero persi.

Sai quante sentenze di un giudice del lavoro sono state affossate e ribaltate? come il TAR, non serve a nulla. Per la gioia degli avvocati che hanno lavoro garantito per i corsi e ricorsi e tutti i gradi di giudizio. Per me finisce in nulla.
 

belumosi

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A quanto pare ci sono finalmente tutte le firme e il dossier può essere inviato a Bruxelles. Bene.

Ita Airways, via libera della Corte dei conti all’accordo Tesoro-Lufthansa
di Leonard Berberi

La Corte dei conti ha registrato l’atto di approvazione dell’accordo per la cessione di una quota di minoranza di Ita Airways a Lufthansa. Con questo passaggio formale il dossier che punta al rilancio del vettore tricolore sarà inviato nei prossimi giorni a Bruxelles per le valutazioni dell’Antitrust Ue.

Le tappe
Come è noto il contratto — firmato dai tedeschi, dal presidente di Ita Antonino Turicchi e nelle ultime ore dal Tesoro — prevede per il biennio 2023-24 che Lufthansa acquisisca una partecipazione pari al 41% del capitale sociale di Ita Airways a fronte di un investimento di 325 milioni di euro. Negli anni successi, e al raggiungimento di determinati obiettivi industriali, Lufthansa potrà rilevare un ulteriore 49% dal Mef (per 325 milioni di euro più 100 milioni di «earn out») e infine il restante 10% per 79 milioni di euro.

Le prospettive
In una recente chiacchierata con il Corriere l’amministratore delegato di Lufthansa Carsten Spohr ha spiegato che nei loro piani non c’è intenzione di sfidare le low cost sul mercato interno in Italia: l’obiettivo è fare di Ita Airways un vettore internazionale sempre più concentrato sui collegamenti intercontinentali tra l’Italia e il resto del mondo. I mercati ai quali si guarda di più sono il Sudamerica, l’Africa e una parte dell’Asia, oltre al Medio Oriente.

In Europa
La registrazione dell’accordo da parte della Corte dei conti segue l’annuncio dell’intesa, del 25 maggio scorso, quindi le firme sull’atto apposte dal capo di Lufthansa prima, dal presidente di Ita Turicchi e dal direttore generale del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte. Il piano di rilancio di Lufthansa sarà valutato nelle prossime settimane a Bruxelles dalla Direzione generale della Concorrenza guidata dalla commissaria Margrethe Vestager.

 

Farfallina

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Con la nascita di ITA molti comandanti i più anziani, chi per scelta ( perchè gli si dimezzava lo stipendio), chi perchè veniva dal B777 ed ERJ quindi non è stato proprio chiamato, essendo flotta esclusivamente composta da Airbus, chi non è stato chiamato perché il numero di piloti che servivano era stato raggiunto ecc.
Durante la prima fase i comandanti non erano tantissimi. Di conseguenza ITA ha dovuto fare subito i corsi comando ( mettendo dentro anche qualche sindacalista che aveva firmato gli accordi) e di conseguenza ha dovuto assumere i cadetti che venivano dall' ex scuola di volo Alitalia che poi hanno preso il posto dei piloti diventati comandanti.
Nel 2022 la ripartenza del lungo raggio ha portato ai passaggi dei pochi comandanti dal medio raggio al lungo raggio sul 330 e 350, e questo ha portato altre assunzioni di cadetti, Infatti oggi nei cockpit degli A320 spesso si vedono piloti che prima volavano a destra seduti a sinistra perché diventati comandanti, e a destra ci sono piloti giovanissimi ( ex cadetti) con una striscia sulla giacca.
Se ITA a causa della sconfitta in tribunale assumerà gli ex piloti ERJ e B777, dovrà anche accollarsi il costo del corso Type Rating per i passaggi su Airbus, quindi un aggravio dei costi per la compagnia. Invece credo che per i dipendenti che verranno assunti c' è il rovescio della medaglia, se gli verrà pagato lo stipendio dal 15 ottobre del 2021, dovranno restituire i soldi di Cassa Integrazione e del Fondo di solidarità del trasporto aereo, ricevuti da INPS da ottobre 2021 ad oggi, ed era risaputo che almeno per i naviganti, lo stipendio in ITA era inferiore rispetto all' 80% percepito per FSTA+CIGS.
Questa nazionalizzazione è stata un opera d'arte.

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Va detto che ITA comunque ha preso una quota fortemente ridotta della parte volo di AZ, ergo non è che tutti gli ex dipendenti rimasti a casa potranno avanzare diritti.
 

Vincenzo Bova

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Va detto che ITA comunque ha preso una quota fortemente ridotta della parte volo di AZ, ergo non è che tutti gli ex dipendenti rimasti a casa potranno avanzare diritti.
Si questo è anche vero, ma non credo ci siano tantissimi piloti che hanno fatto causa, molti hanno rinunciato di loro spintenea volontà.
Cmq rimango convinto che ITA è stata obbligata a fare un acquisto di ramo d' azienda altrimenti non avrebbe potuto iniziare con 52 aerei e un Network fotocopia di Alitalia con stessi orari e stessi codici volo. Quindi dubito che chiunque legga il contratto di vendita affermi una cosa diversa, ma ipotizzando che un giudice afferma che in quel contratto non ci sia stata cessione di ramo d' azienda, per ITA inizierebbero problemi ben più grossi, dovrebbe difendersi da altre cause che probabilmente arriverebbero dalla concorrenza che inevitabilmente proverebbe a mettere le mani sugli slot in quel caso appropriato indebitamente. Mi sembra che esiste l' ordinamento comunitari permetta il trasferimento di Slot tramite il regolamento CE93/95 poi modificato nel CE83/2004 che stabilisce che il passaggio degli slot :

"Takeover. Pursuant to Article 8a (1) (b) (iii) of the Slot Regulation, slots may be transferred by an air carrier in the case of a total or partial takeover, when the slots are directly related to the air carrier taken over. This article aims to enable the transfer of slots in order to facilitate the continuity of an ongoing operation. Therefore, there must be such a connection between the transfer of slots and the (partial) takeover of the air carrier that almost all the production resources of the air carrier concerned are taken over that are necessary to use the relevant slots. This means that there must be a takeover of aircraft, personnel and any form of organization necessary for the operation of the slots to be taken over. The takeover of some "assets" or the "business" cannot therefore qualify as the (partial) takeover of an air carrier. Below is a further explanation. "

La parte finale spiega che l' acquisizione di beni o attività non è qualificata come acquisizione parziale di un vettore aereo.

Ripeto il governo dei migliori insieme all UE che ha autorizzato l' operazione secondo me ha studiato male.

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belumosi

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Ita, Lufthansa firma il contratto. Cause di lavoro "gestibili". Corte dei conti, sì a cessione
di Aldo Fontanarosa

Nessun rispensamento del gruppo tedesco, malgrado 77 ex dipendenti di Alitalia abbiano ottenuto il diritto di essere assunti dal nuovo vettore. Pronto uno sconto sui 504 milioni che i germanici dovranno versare per la seconda parte del capitale della compagnia azzurra
16 GIUGNO 2023

ROMA - La sentenza del giudice del Lavoro di Roma - che ordina a Ita Airways di assumere 77 lavoratrici e lavoratori di Alitalia e Alitalia Cityliner - non spaventa Lufthansa.

Il gruppo tedesco onorerà il contratto preliminare di acquisto del 41% di Ita, come era previsto. Senza ripensamenti. La sentenza del giudice del Lavoro è stata avvistata, valutata. E non innescherà retromarce perché appare gestibile.

Da tempo, Lufthansa si è accorta delle oltre 1000 cause di ex dipendenti di Alitalia che chiedono di essere assunti da Ita sostenendo che esiste un continuità di fatto tra la vecchia compagnia (Alitalia, fallita) e la nuova.

IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA DEL GIUDICE DEL LAVORO


La manleva
Timorosa che queste persone potessero vincere le cause ed essere assunte in Ita, da tempo Lufthansa ha ottenuto dal governo italiano una manleva. I tedeschi si sono impegnati a versare 325 milioni (sotto forma di aumento di capitale riservato) per ottenere il 41% di Ita. In seconda battuta, verseranno altri 504 milioni per acquistare il restante 59% della compagnia azzurra.
Bene: questa seconda cifra (504 milioni) sarà ridotta nel caso le cause di lavoro impongano assunzioni e risarcimenti anche in capo a Lufthansa.

Cassa da restituire
Gli esborsi effetto della cause, d'altra parte, saranno abbastanza sopportabili. Vincitori della causa, i 77 ex dipendenti di Alitalia e della compagnia regionale Alitalia Cityliner (difensori Pier Luigi Panici e Carlo Guglielmi) hanno ora diritto agli stipendi arretrati da ottobre del 2021 (mese del primo decollo di Ita) e ai contributi previdenziali.

Una prima stima fissa a circa 9 milioni la cifra che Ita dovra versare. Supponiamo adesso che tutti gli ex piloti (400) e gli ex assistenti (1200) di volo di Alitalia e Alitalia Cityliner - adesso in cassa integrazione - maturino lo stesso diritto ad essere riassunti in Ita. Parliamo di circa 1600 persone, come detto. Persone che avrebbero diritto a una somma stimata prudenzialmente in 182,3 milioni (tra stipendi arretrati e contributi).

Questa cifra (182,3 milioni) non è trascurabile, soprattutto perché peserà sulle casse pubbliche come mancato incasso per la seconda parte del capitale di Ita (il 59%). Ma in realtà sarà più leggera.

Se davvero verranno riassunti e risarciti tutti, gli ex dipendenti di Alitalia e Alitalia Cityliner (una compagnia satellite, regionale) dovranno restituire all'Inps la cassa integrazione che hanno ricevuto da ottobre 2021 fino a oggi. Dunque la cifra di 182,3 milioni può dimezzarsi e oltre.

La nuova cassa
Ovviamente, Ita non è del tutto tranquilla all'idea di reclutare di colpo 1600 persone. Ma questa prospettiva - certo impegnativa - non sta togliendo il sonno al vettore, che ha lo spazio per nuove assunzioni. Oltre 1200 sono già programmate per il 2023. Entro il 2027, Ita avrà inoltre 5500 dipendent in tutto, forte del rilancio che Lufthansa può assicurare.

Peraltro niente impedisce a Ita Airways di assumere queste 1600 persone, e di dichiarare subito degli esuberi. A quel punto sarebbe Ita ad attivare la cassa integrazione, le indennità di disoccupazione e gli altri ammortizzatori per i lavoratori che non vorrà conservare. Questo, in base alla legge 223 del 1991.

I giudici contabili
Infine la Corte dei conti dà semaforo verde all'accordo per la cessione di una quota di minoranza di Ita Airways a Lufthansa. Il ministero dell'Economia, che dà la notizia, parla di "contratto già firmato dal ministero, dalla compagnia tedesca e da Ita".

Il piano industriale 2023-2027 - condiviso tra il ministero e e Lufthansa - prevede una crescita dei ricavi dai 2,5 miliardi di euro attesi quest'anno ai 4,1 miliardi del 2027.

 

Vincenzo Bova

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9 Giugno 2016
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Ita, “Draghi mi promise un incarico”: ora Altavilla chiede 4 milioni di danni. Il dossier: sprechi e veline alla stampa dell’ex manager
di F. Q.
19 Giugno 2023
Mario Draghi aveva promesso ad Alfredo Altavilla “incarichi di alta dirigenza in aziende privatizzate strategiche per il Paese”. A svelarlo è lo stesso ex presidente di Ita Airways, che lo scrive nero su bianco nella sua richiesta di danni depositata al Tribunale di Roma: Altavilla chiede la bellezza di 4,1 milioni di euro ai sette componenti del consiglio di amministrazione di Ita e alla stessa azienda per la decisione di cacciarlo nello scorso autunno. Secondo il ragionamento dell’ex presidente, scelto proprio da Draghi nel 2021 per guidare la compagnia area, quell’allontanamento gli ha rovinato la reputazione e lo ha tenuto fuori dal giro di nomine di inizio anno, che poi è stato condotto dal governo di Giorgia Meloni. Ita però ha già presentato le sue controdeduzioni: centinaia di pagine che mettono sotto accusa Altavilla per consulenze opache sulla privatizzazione della compagnia e spese personalistiche, compresi alcuni voli in Sardegna per parenti e amici. Un dossier che sarà svelato da Report, in onda stasera dalle 21.20 su Rai3, e che comprende anche veline destinate ai giornali per fare pressione sulla neo-premier Meloni e costringerla a chiudere la vendita ai tedeschi di Lufthansa.



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Vincenzo Bova

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che ridicolo e patetico teatrino; Italia sempre più zimbello del pianeta, paese dove davvero si può fare il cavolo che si vuole, mosso da una selva di azzeccagarbugli…
La cosa assurda che gli Azzeccagarbugli Nazionali, sono riusciti ad essere giudicati iigliori, addirittura dei fuori classe, come Mario Draghi, che in quest' operazione ha solo creato un disastro non indifferente, e non ci giurerei che alla fine anche i soldi del prestito ponte dovranno essere pagati da ITA Airways. Con i soldi spesi avrebbero fatto una scalata in borsa e sarebbero stati i primi azionisti del gruppo LH o AF/KLM o IAG.

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La cosa assurda che gli Azzeccagarbugli Nazionali, sono riusciti ad essere giudicati iigliori, addirittura dei fuori classe, come Mario Draghi, che in quest' operazione ha solo creato un disastro non indifferente, e non ci giurerei che alla fine anche i soldi del prestito ponte dovranno essere pagati da ITA Airways. Con i soldi spesi avrebbero fatto una scalata in borsa e sarebbero stati i primi azionisti del gruppo LH o AF/KLM o IAG.

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La realta' e' che AZ andava chiusa dopo il fallimento della prima privatizzazione. Da li in poi hanno sbagliato tutti IMHO.
 
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