“Le nuove divise Alitalia non sono ‘castigate’. Le calze verdi? Le ho volute fortemente”. Parla lo stilista delle divise Alitalia
“Le calze verdi? Sono stato io a volerle fortemente. Quelle color carne sono orrende, antiche. Era arrivato il momento di cambiare”. Con queste parole, Ettore Bilotta, designer italiano indipendente e stilista della nuova collezione di divise per il personale di Alitalia, ha risposto ad una delle tante critiche che si sono abbattute sulle sue creazioni. Gli abiti sembrano non aver convinto in molti: dal web ai giornali, c’è chi dice che si sia ispirato più alla cultura araba che a quella italiana, chi, semplicemente, trova ridicola la scelta dei colori. Ma Bilotta spiega ad Huffington Post perché è convinto delle sue scelte: “Queste divise non sono castigate. Sono eleganti. Quello che volevo era ispirarmi all’eleganza italiana e, nello stesso tempo, dare una sterzata”.
Da cosa hai preso l’ispirazione per le divise?
“Prima di tutto, ho voluto creare degli abiti veri e propri e non solo delle divise. Tanto è vero che il logo è presente soltanto sul cappellino e sulla borsetta: volevo che lo stile e l’eleganza italiana fossero riconoscibili a prima vista, senza bisogno di far caso ai loghi. Questi abiti sono una rivisitazione della moda anni ‘50, con un’inversione di tendenza rispetto alla tradizione. Per i colori, rosso con le calze verdi per il personale di volo e verde con calze rosse per il personale di terra, mi sono ispirato a quelli della nostra bandiera, anche se ho fatto un sogno che mi ha aiutato a definirne le tonalità. Per il cappellino, il cui ritorno è stato apprezzato da molte dipendenti, ho preso ispirazione dai terrazzamenti delle Cinque Terre, un luogo che amo particolarmente”.
Come hai reagito alle critiche di chi ha visto in questi abiti un’influenza della cultura araba?
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“C’è chi ha anche insinuato che io fossi musulmano, ma non è così. Non sono musulmano. Se gli abiti sembrano troppo ‘castigati’, me ne assumo tutta la responsabilità. Volevo creare delle divise non volgari che fossero eleganti e glamour anche senza il bisogno di scoprire troppo. Se non lasciano trasparire ‘neanche un pezzettino di pelle’, come ho sentito dire, è perché non ne hanno bisogno. E non è neanche vero che ho seguito dei ‘dettami’ da parte di Etihad: Alitalia stessa ha fornito delle linee guida, delle ‘sensazioni’ che dovevo seguire. Richiedevano semplicemente abiti che rendessero ‘tangibile’ l’inconfondibile stile italiano e che calzassero alla perfezione ad una donna elegante. Questo ho cercato di fare: creare divise inconfondibili”.
Perché scegliere proprio le calze color verde o rosso?
“Sono state molto criticate, ma sono stato io a volerle così: le calze color carne sono orrende e sanno di antico. Ho voluto portare un cambiamento: l’Alitalia è attualmente l’unica compagnia a utilizzare calze di un colore così particolare. Colore che non ho affatto scelto a caso: ho passato in rassegna più di 50 tonalità di colore prima di scegliere queste. Inoltre ho pensato anche alla comodità: le hostess sono costrette a portare calze tutto il giorno e ho proposto quattro tipi di pesantezze diverse proprio per conferir loro il massimo del comfort”.
E, a proposito dei tessuti, c’è davvero il rischio, come vociferato, che possano essere infiammabili?
“Gli abiti sono stati realizzati tutti con tessuti di prima qualità, con un’altissima percentuale fibre naturali. Ovviamente c’è una piccola percentuale di poliestere e di viscosa, ma sono stati tutti studiati apposta e certificati da un tribunale. Ci sono norme molto rigide da seguire: è necessario che un perito ne assicuri l’idoneità e la sicurezza”.
Come mai queste divise hanno alzato un tale polverone?
“Sono consapevole che il mio gusto non possa piacere a tutti, ma ci sono dei canoni di bellezza a cui mi sono ispirato. Credo che il motivo per cui le divise abbiano suscitato tanto scalpore è perché sono nuove. E la moda, si sa, distrugge e poi ricostruisce”.
http://m.huffpost.com/it/entry/10377292?ref=fbpr