Meridiana, si dimette l’Ad Roberto Scaramella


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flyboy

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Oggi Il Giornale racconta la storia del pilota Andrea Mascia, 57 anni, che come noto da un pò di tempo vive a 37 metri da terra per protesta. Ad ottobre ha incassato uno stipendio di 6.695 €; da novembre parte la cassa integrazione, e guadagnerà solo 5.500-5.600 €.
Il pilota è socio di una società che gestisce farmacie e parafarmacie tra Olbia e Cagliari. Lo conferma lui stesso, precisando (virgolettato) che è una società di famiglia da tre generazioni: «Che cosa dovrei fare? Chiudere queste attività, così alle migliaia di lavoro persi si aggiungerebbero i 15 degli uomini e delle donne che lavorano per noi? E poi il mio reddito l'anno scorso per questa attività è stato di 8mila euro».
 

AV CT

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E sbagli di nuovo. Tra l'altro l'argomento è quasi speculare se traslato verso una compagnia aerea: se hai un piano tariffario dove paghi pochissimo, o generi un traffico irrilevante, ritieni pure che la tua chiamata debba essere gestita senza attese in coda, e presentandoti l'operatore più qualificato?
I Clienti non sono tutti uguali, e vengono trattati differentemente a seconda del valore che producono. In altri termini, la propensione a incamerare la soddisfazione del Cliente è direttamente proporzionale a quanto paga. Perché un'Azienda non è una Onlus e deve guadagnare per pagare gli stipendi ai propri dipendenti e per remunerare i propri azionisti.
Stessa cosa vale per il mercato aereo: ogni tanto qualcuno spara lamentele sui servizi delle low cost: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Poco spendi, poco aspettati.
Non diciamo eresie
 

AZ209

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Oggi Il Giornale racconta la storia del pilota Andrea Mascia, 57 anni, che come noto da un pò di tempo vive a 37 metri da terra per protesta. Ad ottobre ha incassato uno stipendio di 6.695 €; da novembre parte la cassa integrazione, e guadagnerà solo 5.500-5.600 €.
Il pilota è socio di una società che gestisce farmacie e parafarmacie tra Olbia e Cagliari. Lo conferma lui stesso, precisando (virgolettato) che è una società di famiglia da tre generazioni: «Che cosa dovrei fare? Chiudere queste attività, così alle migliaia di lavoro persi si aggiungerebbero i 15 degli uomini e delle donne che lavorano per noi? E poi il mio reddito l'anno scorso per questa attività è stato di 8mila euro».
Porello
 

freeair

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7 Novembre 2005
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e si ....direi che patisce davvero la fame....
sarebbe interessante capire il nesso tra la sua attività in Meridiana e le parafarmacie di famiglia. perchè dovrebbe licenziare i suoi 15 dipendenti? vuol dire che che non funzionano e lui foraggia mensilmente per pagare gli stipendi?
No parole punto.
 

Cesare.Caldi

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Segnalo due interessanti articoli su Meridiana sul nuovo supplemento Controcorrente del Giornale di oggi. Se qualcuno riesce a riportarli. I titoli sono tutto un programma:

"Il Crac di Meridiana: un azienda distrutta da Giudici e Sindacati"
"Il Duro della protesta in cassa integrazione a 6mila euro al mese"
 

AZ209

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eccolo

Il crac di Meridiana: un'azienda distrutta da giudici e sindacati


La compagnia aerea sarda è sull'orlo del fallimento ma il tribunale ordina di ricollocare in servizio a tempo indeterminato 600 assistenti di volo assunti come stagionali

low cost cannibalizzano il mercato, offrono tariffe stracciate e fanno a pezzi i gloriosi ma esausti vettori tradizionali. Non basta. In Sardegna, l'articolo 18 dev'essere considerato una legge all'acqua di rose. Un palliativo. Siamo al jobs act alla rovescia. Non è uno scherzo. I dipendenti di Meridiana, un blasone che oggi rischia di finire nella polvere, si mettono in fila al tribunale di Tempio Pausania: seicento stagionali fanno causa all'azienda e sbaragliano la controparte. Altro che articolo 18. La catapulta azionata dalla magistratura li colloca al lavoro dodici mesi l'anno. A tempo indeterminato. È il 2010 quando la carta bollata entra a bordo. E mette piombo nelle ali che già faticano a stare in quota.

Il disastro di Meridiana ha vari padri. Ma per cercare i complici non bisogna andare lontano. Magistratura e sindacato, anzi sindacati perché la rappresentanza dei lavoratori è sbriciolata in almeno nove sigle, ci hanno messo il carico. Sia chiaro, la crisi ha origini diverse: dal 2007 l'invenzione dell'Aga Khan non fa utili. E lui, il principe che guida gli ismailiti e dunque 15 milioni di musulmani moderati e rassicuranti, ci ha messo 350 milioni di euro. Un salasso.

Un bancomat spremuto tutti i giorni peggio di un limone. Solo che lo sforzo non ha prodotto risultati. E Meridiana ha perso punti. Gli aerei, per dare un guadagno, dovrebbero viaggiare pieni. O quasi. Ed ecco la trovata: si possono stipare di assistenti di volo. Steward e hostess. Che hanno lavorato, come è normale sulle tratte dell'industria della vacanza, nei mesi estivi. Per fare poi altro nel resto dell'anno. C'è un appiglio legislativo, uno dei tanti di questo disgraziato Paese. E così a centinaia fanno ricorso. Vincono e vincono alla grande. Perché non solo ottengono l'assunzione, ma, già che ci sono, pure la ricostruzione della loro intermittente carriera. Soldi e ancora soldi. L'Aga Khan, cui in cinquantuno anni, nessun comune della Sardegna ha mai dedicato nemmeno una targa di ringraziamento, paga altri 15 milioni. Il deficit sale fin sulle nuvole.

Nel 2011 parte la cassa integrazione quadriennale. Il personale è tanto. Troppo. Il rischio, estremizzando, è quello di avere gentile signore in divisa che offrono il caffè a un sedile vuoto. E maledettamente caro, perché il costo medio industriale di un posto a sedere è di 80-90 l'euro l'ora. Novanta euro per raggiungere il break even (pareggio) operativo di un volo. Un'enormità.

Qualcuno però decide di correre incontro al precipizio. Duecento dei seicento ormai ex stagionali scelgono la cassa integrazione a zero ore. Con l'80 per cento dello stipendio garantito. Gli altri rientrano al lavoro a rotazione. Ma è difficile, molto difficile, invertire la rotta.

Qualche giorno fa anche l'amministratore delegato Roberto Scaramella lancia una sorta di sos in un'intervista al Corriere : «Le perdite operative ammontavano a 110 milioni nel 2012. Quando arrivai nel gennaio 2013 la compagnia era tecnicamente fallita». E oggi? Scaramella punta il dito: «Meridiana ha il fardello di problemi accumulati nel tempo. Non ultimo il fatto che un giudice del lavoro ha imposto di assumere a tempo indeterminato 600 assistenti di volo stagionali».

Gli stessi che attraverso leader e leaderini ipersindacalizzati di marca autonoma s'impuntano in una trattativa corpo a corpo con l'azienda. L'imbuto della cassa integrazione si stringe fatalmente verso la mobilità e i licenziamenti. Si tratta di limitare i danni. Ma la partita diventa un match. Il clima s'incattivisce. Domenica scorsa l'equipaggio che si appresta a salire su un Md-80 viene circondato da un gruppo di personaggi mascherati. Minacce. Occhiali che volano e si rompono. Lancio di uova e farina.

Forse una provocazione vagamente goliardica, ma anche il segnale che a Olbia, al quartier generale della società, non si scherza. Il fronte del no non si accontenta di quel che l'azienda e le istituzioni mettono sul piatto. E rilancia, anche se siamo a un passo dal tracollo.

La legge Fornero fa da spartiacque. Se si chiude l'accordo entro il 31 dicembre lo scivolo accompagnerà la discesa verso terra dei 1.634 sfortunati per sei anni. Sì, sei anni. I tre canonici, più i due previsti (e già concessi ad Alitalia) dal Fondo speciale per il volo, più uno garantito dalla Regione Sardegna. Sei anni più i quattro della cassa integrazione fanno dieci anni. Non è poco, anche se drammi e lacerazioni come la perdita del posto non hanno prezzo.

In ogni caso l'alternativa è di gran lunga meno soft: se si supera quella data scattano le nuove regole. La forbice taglia impietosa e il periodo protetto si accorcia a cinque, quattro o solo tre anni, a seconda dell'età. Non importa. La corsa verso il grande salto nel vuoto, come la canoa che rema verso l'abisso in una celeberrima scena di Mission , prosegue.

Meridiana ha in pancia Air Italy che è la versione smart di un prodotto troppo pesante. Air Italy è una compagnia giovane, ha costi bassi, una logica al passo con i tempi duri che viviamo. Per farla breve ha un costo industriale del 20-25 per cento inferiore rispetto ai numeri, ormai fuori mercato, di Meridiana. Ma soprattutto in linea con il mercato europeo. Forse Air Italy potrebbe rappresentare un modello. Certo, è un angolo azzurro nel cielo nero. Intanto, i duri non mollano di un centimetro. Scaramella invece ha gettato la spugna. Dimissioni e tanti saluti. Al suo posto si è già insediato, con la qualifica di vicepresidente, l'irlandese Richard W. Creagh. Forse il retropensiero generale è che il solito Aga Khan alla fine metterà mano al portafoglio staccando un assegno da 70-80 milioni. Chissà. Intanto più di una divisa scrive al Giornale : «Siamo con l'azienda, ma, per carità, non metta i nostri nomi». Messaggi in bottiglia affidati a un'e-mail.

http://www.ilgiornale.it/news/crac-meridiana-unazienda-distrutta-giudici-e-sindacati-1070175.html
 

londonfog

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Oggi Il Giornale racconta la storia del pilota Andrea Mascia, 57 anni, che come noto da un pò di tempo vive a 37 metri da terra per protesta. Ad ottobre ha incassato uno stipendio di 6.695 €; da novembre parte la cassa integrazione, e guadagnerà solo 5.500-5.600 €.
Il pilota è socio di una società che gestisce farmacie e parafarmacie tra Olbia e Cagliari. Lo conferma lui stesso, precisando (virgolettato) che è una società di famiglia da tre generazioni: «Che cosa dovrei fare? Chiudere queste attività, così alle migliaia di lavoro persi si aggiungerebbero i 15 degli uomini e delle donne che lavorano per noi? E poi il mio reddito l'anno scorso per questa attività è stato di 8mila euro».
"Guadagnera' solo 5.500-5.600€"? Scusatemi, mi si spezza veramente il cuore.:)
"il pilota e' socio di una soceta' che gestisce farmacie e parafarmacie tra Olbia e Cagliari"

Fatemi capire, questo e' in cima a un albero da un po' di tempo per difendere che cosa?

E non venitemi a dire che questo non e' offensivo nei confronti di quelli che perdono il posto di lavoro e non sanno veramente come fare a mantenere una familglia!
 
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flyboy

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Questo l'articolo completo:

Il «duro» della protesta in cassa integrazione a 6mila euro al mese
Il pilota Andrea Mascia è il leader della rivolta contro i tagli Asserragliato su una torre a 37 metri d'altezza promette battaglia E continua a intascare un ricco stipendio

Risponde solo al telefonino personale. «Quello aziendale - spiega - è spento da un mese». Alleluia. Una voce che arriva dai 37 metri del faro che è il quartier generale della protesta. Andrea Mascia, pilota Meridiana e leader di una rivolta che fa sembrare anche i Cobas di Aquila selvaggia dilettanti allo sbaraglio, è netto. Come la lama di un coltello: «Non scendo. Non se ne parla proprio. Voglio che i media, i giornali, le tv nazionali accendano la luce su quel che succede qui a Olbia». Il comandante si attrezza e impasta una strana lingua: per metà sembra il capo dei forconi, per il resto un tecnico, quasi un militare di quelli che segnalano come nei film di guerra: «Il nemico è a ore due». Dunque, Mascia resta appollaiato nella sua trincea volante: «Guardi, ho sopportato venti di maestrale con punte di 70 nodi e abbiamo retto a due giorni di fulmini. Dunque vado avanti. Questo è un campeggio aereo. Ho rivestito l'ambiente che misura 3 metri e 40 centimetri come una tenda. Non ci sono problemi. È un'esperienza che mi sta temprando».

Insomma, a 57 anni, il comandante che ha sulle spalle un curriculum di tutto rispetto ha scoperto una sua vocazione inedita, nel pur frastagliatissimo panorama del Paese dei mille campanili e dei mille sindacati. Di solito sale sulla classica ciminiera del classico stabilimento a fine corsa l'operaio che non ce la fa più. La tuta blu che si barrica sul comignolo che non fuma più perché teme per la sua famiglia. E ha paura. Troppo facile. A Olbia sul pennone più alto c'è un comandante che è arrivato a guadagnare, nel corso di un'onorata carriera, fino a 11mila euro al mese. E a ottobre ha incassato 6.695 euro. Dunque a fine novembre, il cedolino, il primo immerso nel dramma della cassa integrazione, dovrebbe fermarsi a quota 5.500-5.600 euro. L'80 per cento della retribuzione, amputata ma pur sempre sontuosa. Cinquemilacinquecento euro mensili per ammortizzare il lavoro che non c'è. Pare di sognare. E in effetti bisogna chiudere gli occhi, riaprirli e fissare il cielo per scorgere quel puntino che lotta a 37 metri d'altezza. Non ci sono parole. Il caso del comandante Mascia sembra fotografare meglio di tanti trattati sociologici la deriva del nostro sistema produttivo, ormai inspiegabile e intraducibile all'estero.

Lui dall'etere dilaga: «Io prendo cinquemilacinquecento euro di cassa, ma è la cassa speciale voluta dal suo Berlusconi. Cosa dovrei fare, rifiutare?». No, per la verità Mascia dovrebbe solo scendere, ma ha altro da fare. «Mando e-mail. Rispondo alle chiamate dei suoi colleghi. Sento la gente a terra. E di notte dormo su dei cuscini. Non c'è niente di cui debba vergognarmi. Berlusconi ha distrutto l'Alitalia. Adesso vogliono distruggere Meridiana». Un mezzo complotto. Ma chi avrebbe questi propositi omicidi?

Mascia non ha dubbi: «L'Aga Khan ha investito una quantità di soldi, centinaia di milioni, ma si è fidato delle persone sbagliate. Qui ci sono tantissimi lavoratori a rischio. La Sardegna s'impoverisce giorno per giorno. La Gallura è al collasso. La Sardegna deve far sentire la sua voce ai grandi giornali e deve marciare». A quanto pare, in trasferta, fin sotto le finestre parigine dell'Aga Khan. Il comandante vorrebbe che tutta l'isola si accomodasse sul suo tappeto volante e lo raggiungesse lassù. Dove la terra è piccola piccola. Quasi una favola postmoderna.

Ma il finale non è lieto. E la coda è tutta una polemica. Il pilota è socio di una società che gestisce farmacie e parafarmacie fra Cagliari e Olbia. Insomma, è difficile raccapezzarsi a queste latitudini in cui tutto si mischia e si capovolge. Lui non arretra: «Confermo. È la società di famiglia da tre generazioni: mio nonno, mia mamma, il sottoscritto. Che cosa dovrei fare? Chiudere queste attività, così alle migliaia di posti di lavoro persi si aggiungerebbero i quindici degli uomini e delle donne che lavorano per noi? E poi il mio reddito l'anno scorso per questa attività è stato di 8mila euro. Ottomila, di cui più di quattromila finiti in tasse. Il giornalismo, quello vero, dovrebbe occuparsi dei problemi della Sardegna. Non della mia busta paga e delle farmacie di famiglia. Il suo tono non mi piace. Come le sue domande». L'adrenalinico comandante conclude la requisitoria e si prepara ad un'altra notte in quota.

http://www.ilgiornale.it/news/duro-protesta-cassa-integrazione-6mila-euro-mese-1070174.html
 

Dancrane

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10 Febbraio 2008
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Questo l'articolo completo:

... «Guardi, ho sopportato venti di maestrale con punte di 70 nodi e abbiamo retto a due giorni di fulmini. Dunque vado avanti. Questo è un campeggio aereo. Ho rivestito l'ambiente che misura 3 metri e 40 centimetri come una tenda. Non ci sono problemi. È un'esperienza che mi sta temprando».
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Il comandante vorrebbe che tutta l'isola si accomodasse sul suo tappeto volante e lo raggiungesse lassù. Dove la terra è piccola piccola. Quasi una favola postmoderna.

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Tutto 'sto bordello per un posto all'Isola dei Famosi?
 
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