Pronto il rapporto ONE WORKS - KPMG - NOMISMA per la programmazione nazionale


freeair

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7 Novembre 2005
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Brescia Montichiari concordo (anche se potrebbe nascere un bel polo manutentivo)
cuneo concordo
Foggia concordo
Roma ciampino concordo, ma non mandandoli a viterbo
forlì, rimini almeno uno dei due deve rimanere aperto
ancona non concordo
parma concordo
foggia taranto concordo, taranto puo rimanere sito Alenia
poi tutti gli altri quali sono? ad esempio Bolzano, Salerno, Oristano, Tortoli, Albenga,Siena, ( Agrigento) eccc.
 

mistero64

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5 Novembre 2006
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reggio calabria.
quoto quanto detto da moran: mi sembra uno studio strampalato. D'altronde la premessa è già rivelatrice delle argomentazioni future: dato che si prevede un aumento del traffico aeroportuale chiudiamo gli aeroporti piccoli e incentiviamo quelli grandi: pazienza poi se l'Italia è lunga e stretta, se la rete ferroviaria e quella che è e arterie come la SA-RC vedranno la luce nel prossimo millennio. Senza considerare poi che i piccoli possono diventare grandi (vedi Trapani e lo stesso Ancona) basta razionalizzare le rotte e aprire in maniera intelligente il Nord/Sud (andate a vedere il LF del VCE-REG unica alternativa ai carri bestiame delle ferrovie). Inoltre credo che sia uno studio con dei dati alquanto vetusti, come il mitico asse aeroportuale roma milano (ora fortamente intaccato dalle varie frecce di trenitalia). Il vero studio, invece, doveva essere fatto sui flussi di traffico, anche potenziali, visto il disimpegno di trenitalia in alcune parti del paese ed il potenziamento, in altre, dell'alta velocità e di come questo vuoto possa essere riempito dall'aereo. Ed in questo contesto, con i bacini di utenza, che si può definire un aeroporto piccolo ed inutile, recuperabile oppure di grandi dimensioni, anche perchè i flussi oggi sono fortemente influenzati dai contributi che vengono erogati e, quindi non propriamente veritieri (provate a far scomparire FR da qualche aeroporto oppure i vari contributi regionali a fondo perduto, purtroppo presente anche nella mia regione, e vedremo qualche grande diventare piccolissimo)
 

freeair

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7 Novembre 2005
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In parte concordo su quello che dici e che effettivamente arrivare a Reggio Calabria è un supplizio da decenni ormai.
Però è anche vero che tenere aperti scali che non arriveranno mai alla massa critica di pax per vivere è inutile. Destinare in maniera corretta i soldi spesi per mantenerli alle infrastutture ( se fatte a dovere) gioverebbe sicuramente di più.
Parma quanti collegamenti ha?
Bolzano?
Albenga?
Foggia?
Un bel collegamento veloce con l'aeroporto regionale e via.
Una o due rotte piu qualche movimento di general aviation ...mah...
Reggio e Lamezia possono avere invece sia un traffico business, etnico ( scusa il termine ma intendevo proprio calabresi immigrati che per tornare a casa si fiondano giorni sulla SA-RC e che giustamente pretendono un collegamento piu efficente ) che turistico.
Cuneo con tre rotte cosa serve?
Far scomparire FR da qualche aeroporto vuol dire fa scomparire qualche milione di pax, e anche dirottarli su altri aeroporti non so che senso avrebbe,
In fondo la tanto spesso odiata FR ha creato migliaia di posti di lavoro, sopratutto nell'indotto.
Il caso penso piu ecclatante è BGY che ha superato LIN e che tra poco collassa se non lo adeguano velocemente
 

Frecciarossa

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19 Febbraio 2009
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Hai letto bene che ha scritto Moran? Dice che non si possono chiudere entrambi, il che presuppone che almeno uno si possa chiudere, dato appunto che sono relativamente vicini e collegati (e quin di senza ostacoli)...
Trovo francamente assurdo lasciare aperti scali di 300k pax e 500k pax annui quali Forlì e Rimini, anche in considerazione che BLQ non è propriamente impossibile da raggiungere da entrambi i luoghi (pianura totale, autostrada, treno disponibile, etc.)
 

freeair

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7 Novembre 2005
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Trovo francamente assurdo lasciare aperti scali di 300k pax e 500k pax annui quali Forlì e Rimini, anche in considerazione che BLQ non è propriamente impossibile da raggiungere da entrambi i luoghi (pianura totale, autostrada, treno disponibile, etc.)
Si però ce anche da dire che unendo i due scali il volume di pax e mvt aumenta, sopratutto in considerazione del charterato.
Oggi si spartiscono una fettina in due chiudendonele uno si riuscirebbe a fare qualcosa di piu.
 

Frecciarossa

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19 Febbraio 2009
739
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Si però ce anche da dire che unendo i due scali il volume di pax e mvt aumenta, sopratutto in considerazione del charterato.
Oggi si spartiscono una fettina in due chiudendonele uno si riuscirebbe a fare qualcosa di piu.
Sì, ma anche un singolo aeroporto di 800k pax (ma anche se fosse di 1,5 Mio pax.) fa ridere i polli, soprattutto in un'area che non è sprovvista di infrastrutture di collegamento viarie e ferroviarie (per intenderci, con tutto il rispetto, non stiamo parlando della calabria)..
 

ivan

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29 Marzo 2006
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Napoli, Campania.
Per me il movimento pax di un aeroporto non e' indicativo perche' ci sono troppi aeroporti il cui mercato e' drogato dai contributi et similia erogati.Per se non si vuole chiuderli d'imperio, bisogna privatizzarrli tutti al 100%, proibire in maniera categorica come reato penale qualsiasi contributo pubblico e lasciare fare al mercato. Tempo sei mesi e sono tutti falliti e finalmente chiusi.
 

aamilan

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17 Luglio 2008
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Per me ce n'e' piu' di uno...direi che DFW e' sostanzialmente di AA, ma credo anche ATL...
nessun vettore ha aeroporti privati. ci sono aeroporti con maggior concentrazione ma non privati, come significato della parola.
direi che enac, cioe' noi , abbiamo dato una fraccata di soldi a 4 p.... per dire delle ovvieta'....va sempre meglio nella repubblica di bananas ! ;)
 

Frecciarossa

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19 Febbraio 2009
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nessun vettore ha aeroporti privati. ci sono aeroporti con maggior concentrazione ma non privati, come significato della parola.
LH è proprietaria del T2 di MUC, in partnership (solo su quel terminal) con l'aeroporto stesso. Se non sbaglio detiene il 49% di azioni del T2..
 

aamilan

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LH è proprietaria del T2 di MUC, in partnership (solo su quel terminal) con l'aeroporto stesso. Se non sbaglio detiene il 49% di azioni del T2..
sivede che in germania funziona in modo diverso. negli usa non sei proprietario ma ne fruisci come utente .
 

aamilan

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17 Luglio 2008
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Olbia e Meridiana cosa sono?
chiedo scusa non sapevo potessero esserci strutture private . sapevo fossero gestiti da societa' esterne, si vede che meridiana ha una forte partecipazione che altri vettori non hanno.
non mi occupo di aeroporti per fortuna :D:D
 

freeair

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7 Novembre 2005
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mah mi fa un po ridere la cosa.... 500.000 pax anno? e chi lo mantiene ( a prescindere dal fattore paesaggistico, lo sto guardando solo dal punto di vista economico).
Si parla di chiudere e quelli sparano 500.000 pax? ma per favore.....
Pensano di passare da 1500 a 500.000 cosi?
Troppo chianti.... un po di acqua della falda e si riprendono
 
Prime indiscrezioni sul piano di sostenibilità aeroportuale

Roma, Italia - Lo studio consegnato da Riggio a Matteoli vede la metà degli scali senza prospettive. Il ministro dovrà rivedere i suoi programmi per il viterbese?


(WAPA) - 14 scali strategici, 10 recuperabili ed il resto, cioè la metà di quelli presenti sul suolo nazionale, sono da chiudere o da ridimensionare pesantemente. Questo il primo profilo che emerge dallo studio sulla sostenibilità degli aeroporti italiani consegnato due settimane fa dal presidente Enac (Ente nazionale aviazione civile) Vito Riggio al ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli.

Il rapporto, elaborato da One Works, Kpmg e Nomisma, se si tradurrà alla lettera nel previsto Piano nazionale delle infrastrutture, farà vittime illustri. Dividendo in tre classi gli scali italiani, lo studio mette in “Serie C” aeroporti come Ciampino, Montichiari, Cuneo. I 14 che si trovano in questa terza fascia (determinata da vincoli infrastrutturali/urbanistici o traffico insufficiente) non potranno più godere di finanziamenti o aiuti dallo Stato e i loro flussi verranno in buona misura – se non completamente – dirottati verso altre destinazioni.

In “Serie B” troviamo i 10 che si possono definire “Recuperabili” (letteralmente definiti “Primari” o “Riserve di capacità del sistema”). Anche qui una vittima – se così si può dire – illustre: Viterbo. Lo scalo laziale, che nella volontà ereditata dallo stesso ministro Matteoli e dei politici locali dovrà essere un “Ciampino 2”, avrà uno sviluppo fortemente condizionato da compromessi: si farà, se la politica proprio lo desidera – ma solo valutando accuratamente gli impieghi finanziari per il sistema infrastrutturale stradale e ferroviario, che si profilano piuttosto esosi già fin d'ora. Insomma: Viterbo con riserbo.

Da ultimo, le buone notizie. Nella “Serie A”, ovvero i 14 scali strategici, si identifica la linea guida dell'intero progetto: favorire la concentrazione infrastrutturale sui tre maggiori sistemi aeroportuali Fiumicino, Malpensa e Venezia, raccordandoli con gli altri scali dell'area. A questa “Premiere league” appartengono anche – in ordine di latitudine – Linate, Orio al Serio, Bologna, Firenze, Pisa, Bari, Napoli, Cagliari, Lamezia Terme, Palermo e Catania.

Per il resto, sembra scritta la parola “Fine” alla proliferazione spontanea degli aeroporti. Con buona pace delle velleità di molte amministrazioni locali, che magari ancora preferirebbero decollare dal capannone sotto casa.

(Avionews)
(Link : http://www.avionews.it/index.php?corpo=see_news_home.php&news_id=1119241&pagina_chiamante=index.php)
 

I-VALE

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27 Settembre 2006
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Torino, Piemonte.
Qualcuno ha la bontá di spiegarmi questa frase?

Addio alle vecchie modalità di pianificazione dirigiste che risalgono agli anni '60: da anni è nata negli Usa e in Europa una nuova generazione di piani aeroportuali il cui obiettivo è esclusivamente catturare il mercato per portarlo su un territorio, vincendo la competizione con altri territori.

Negli USA tutti i circa 500 aeroporti commerciali (tranne uno) sono di proprietá pubblica e di fatto gestiti dalla FAA.
Politichese puro. Un governo che ha come partiti di maggioranza uno che si dice "della libertà" e l'altro che fa del federalismo una bandiera e come presidente del consiglio uno che riceve un premio con la motivazione "Statista di rara capacità conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi che compongono una società solidale fondata sull'amore, la tolleranza e il rispetto per la vita" non poteva dare l'impressione di essere un Governo dirigista e centralista che prepara un piano degli aeroporti
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Ecco quindi che si sono inventati il "dirigismo di nuova generazione"...
 

I-VALE

Utente Registrato
27 Settembre 2006
2,844
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Torino, Piemonte.
Nella “Serie A”, ovvero i 14 scali strategici, si identifica la linea guida dell'intero progetto: favorire la concentrazione infrastrutturale sui tre maggiori sistemi aeroportuali Fiumicino, Malpensa e Venezia, raccordandoli con gli altri scali dell'area.
In effetti un piano che prevede Linate a 11 milioni di passeggeri va proprio nella direzione di favorire lo sviluppo di Malpensa...
 

Moran

Utente Registrato
9 Maggio 2009
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Sì, ma anche un singolo aeroporto di 800k pax (ma anche se fosse di 1,5 Mio pax.) fa ridere i polli, soprattutto in un'area che non è sprovvista di infrastrutture di collegamento viarie e ferroviarie (per intenderci, con tutto il rispetto, non stiamo parlando della calabria)..
Dato il bacino di utenza estivo, un aeroporto nell'area ha senso.

Per il resto, il rapporto parte da una premessa che io trovo delirante. Cioè che al trasporto pubblico si possano applicare indiscriminatamente le regole del libero mercato, nel senso "se un aeroporto non riesce a generare più traffico dei concorrenti fallisce".
Questa è una stronzata gigante, una perversione del concetto di libero mercato. Significa, da un lato, che un territorio può "fallire" (e quindi la gente che ci vive, in assenza di trasporti, che dovrebbe fare? Ovvio, trasferirsi nei territori "vincenti") e dall'altro che i "vincenti" della "competizione" fagociterebbero il traffico dei "perdenti", con tutto quello che ciò comporta in termini di saturazione e perdita di efficienza.
Le teorie dello sviluppo squilibrato sono state cestinate, in economia, dagli anni '60. Volerle reintrodurre così, senza nemmeno un minimo di supporto teorico, è proprio pedestre.
Il trasporto pubblico è, per definizione, pubblico. Il compito di uno Stato è garantire accesso ai suoi cittadini, anche a quelli che vivono in aree più povere e disagiate, alle stesse possibilità di trasporto per tutti. Scatenare la legge della giungla è ingiusto e alla lunga anti-economico. Piuttosto, si faccia un piano serio, tagliando i veri rami secchi (Foggia, Siena, Oristano, ecc.) dopodiché lo Stato si occupi di fare infrastrutture efficienti e ben progettate, lasciando ai vettori il compito di fare mercato e concorrenza.
Questa però è la voce del buon senso, che si deve scontrare da un lato con i fautori del libero mercato come panacea di tutti i mali, inclusa la ricrescita dei capelli (o meglio, con la loro perversa idea di libero mercato,che sostanzialmente significa utile del più forte, ben diversa dal concetto di concorrenza leale) dall'altro con il sottobosco di clientelismi locali che infetta il nostro paese come un cancro.