Prime indiscrezioni sul piano di sostenibilità aeroportuale
Roma, Italia - Lo studio consegnato da Riggio a Matteoli vede la metà degli scali senza prospettive. Il ministro dovrà rivedere i suoi programmi per il viterbese?
(WAPA) - 14 scali strategici, 10 recuperabili ed il resto, cioè la metà di quelli presenti sul suolo nazionale, sono da chiudere o da ridimensionare pesantemente. Questo il primo profilo che emerge dallo studio sulla sostenibilità degli aeroporti italiani consegnato due settimane fa dal presidente Enac (Ente nazionale aviazione civile) Vito Riggio al ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli.
Il rapporto, elaborato da One Works, Kpmg e Nomisma, se si tradurrà alla lettera nel previsto Piano nazionale delle infrastrutture, farà vittime illustri. Dividendo in tre classi gli scali italiani, lo studio mette in “Serie C” aeroporti come Ciampino, Montichiari, Cuneo. I 14 che si trovano in questa terza fascia (determinata da vincoli infrastrutturali/urbanistici o traffico insufficiente) non potranno più godere di finanziamenti o aiuti dallo Stato e i loro flussi verranno in buona misura – se non completamente – dirottati verso altre destinazioni.
In “Serie B” troviamo i 10 che si possono definire “Recuperabili” (letteralmente definiti “Primari” o “Riserve di capacità del sistema”). Anche qui una vittima – se così si può dire – illustre: Viterbo. Lo scalo laziale, che nella volontà ereditata dallo stesso ministro Matteoli e dei politici locali dovrà essere un “Ciampino 2”, avrà uno sviluppo fortemente condizionato da compromessi: si farà, se la politica proprio lo desidera – ma solo valutando accuratamente gli impieghi finanziari per il sistema infrastrutturale stradale e ferroviario, che si profilano piuttosto esosi già fin d'ora. Insomma: Viterbo con riserbo.
Da ultimo, le buone notizie. Nella “Serie A”, ovvero i 14 scali strategici, si identifica la linea guida dell'intero progetto: favorire la concentrazione infrastrutturale sui tre maggiori sistemi aeroportuali Fiumicino, Malpensa e Venezia, raccordandoli con gli altri scali dell'area. A questa “Premiere league” appartengono anche – in ordine di latitudine – Linate, Orio al Serio, Bologna, Firenze, Pisa, Bari, Napoli, Cagliari, Lamezia Terme, Palermo e Catania.
Per il resto, sembra scritta la parola “Fine” alla proliferazione spontanea degli aeroporti. Con buona pace delle velleità di molte amministrazioni locali, che magari ancora preferirebbero decollare dal capannone sotto casa.
(Avionews)
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http://www.avionews.it/index.php?corpo=see_news_home.php&news_id=1119241&pagina_chiamante=index.php)