I responsabili dell'attuale situazione aziendale hanno quasi tutti lasciato l'azienda così come di solito il Italia vengono premiati i capitani d'industria di questo calibro: dimissioni volontarie e laute buonuscite.
La fuga dalla barca che affonda continua da parecchi mesi a tutti i livelli, compresi: gli ultimi due CEO, gli ultimi due HDO, il CTO, HR manager, Supply Chain Manager, Head of Airworthiness. Praticamente tutti quelli che hanno cercato di seguire per anni le indicazioni dell'azionista (quindi cercando di fare quello che gli era stato chiesto, ma con i risultati che conosciamo) affossando il P.180 per concentrare le forze sul P.1HH ed ingessando l'azienda in procedure e norme "borboniche" e punitive... Paladini delle pari opportunità e delle politiche meritocratiche (ma solo con gli amici, e volendo ci sarebbe da discutere anche sui profili professionali di alcuni di questi personaggi).
L'ufficio stampa è sempre efficientissimo ad annunciare nuovi contratti, meno sull'annunciare cambiamenti così importanti del top-management. Comunque è vero che non servono comunicati per questo, basta farsi un giro su Linkedin...
La fuga si estende anche a tutta la direzione tecnica: c'è chi ha potuto lasciare l'azienda verso lidi più sicuri e c'è chi a dovuto lasciare l'azienda perché molti degli ingegneri che lavoravano sul P.1HH erano "job shopper" e pertanto, quando le rispettive società di consulenza hanno iniziato a non essere più pagate, tutta questa forza lavoro è stata spostata verso altri clienti. Molti ruoli chiave di diverse aree tecnologiche hanno trovato nuovi impieghi, anche grazie alla loro esperienza in Piaggio.
Senza nulla obiettare sulle capacità di chi è rimasto, la capacità di sviluppare i progetti è fortemente compromessa.
La "mente" dell'azienda è rimasta quindi decimata, e sono rimasti solo quelli che non hanno potuto o voluto (per diversi motivi) ricollocarsi.
La parte di produzione velivoli invece è ancora molto ricca di personale, che però ha ben poco da fare, visto che gli ordini scarseggiano (è uno dei reparti più colpito dalla CIG).
E' per questo motivo che gran parte dell'azienda è attualmente in cassa integrazione, con reparti a 0 ore e altri, anche i più nobili, con percentuali non inferiori al 50%.
In questa situazione un eventuale sblocco dei fondi per completare la certificazione del P.1HH risulterebbe, per assurdo, addirittura un problema: l'azienda dovrebbe riassorbire buona parte dei profili che negli ultimi due anni hanno lasciato la direzione tecnica. Ma quanti sarebbero disposti a tornare dopo aversi visto congelare ferie arretrate, tredicesime e TFR?
Il commissario straordinario, persona sicuramente degna ma estranea al mondo aeronautico, si è circondato di consulenti legali facendo affidamento come consulente tecnico sull'ultimo CEO per quasi un anno! Almeno un gesto simbolico poteva farlo...
Il ridimensionamento degli impiegati è quindi avvenuto nell'area più nobile dell'azienda, lasciando l'ordine di grandezza del totale degli impiegati grossomodo inalterato. Oggi più o meno saranno 1000 persone, di cui circa la metà impiegate in Customer Support e Engines che sono le aree ancora sane ed appetibili sul mercato, come dimostrato dalle dichiarazioni di Leonardo a proposito di un'eventale acquisizione. Sull'opportunismo di Leonardo nel fare tesoro di esperienza con i debiti altrui, la pletora di consulenti ex dirigenti Alenia mandati in pensione la mare, il risk-sharing, etc. ci sarebbe poi da discutere a lungo...
Ecco perché, al di là della solita polemica dei guru di questo forum, l'annuncio di un contratto da un milione di euro suona come retorica e propaganda piuttosto che segnare una reale inversione di rotta: come osservato da Marilson quel contratto di manutenzione ci sarebbe stato lo stesso, visto che chi ha acquistato i P.180 (giusto o sbagliato che fosse) li deve manutenere per poterli usare. E avrebbe speso gli stessi soldi anche se avesse acquistato dei King Air (giusto o sbagliato che fosse). A chi credete che sia affidata la manutenzione degli elicotteri Agusta presenti nelle flotte dello stato? Mica ad Airbus?
Il fatto vero è che, tolti i costi vivi, con i ricavi da un contratto del genere (ricavi spalmati su due anni) la Piaggio non ci paga neanche gli stipendi di un mese... Tutto fa brodo, ma forse non è il caso di autocelebrarsi per una cosa del genere.
Quando nel 2014 l'Ing. Piero Ferrari ha ceduto il suo pacchetto azionario a Mubadala, permettendo al socio Emiratino di diventare il "padrone" della Piaggio, di fatto è stato condannato a morte anche il P.180. Poco tempo prima, con l'uscita del socio Indiano Tata, era stato anche fermato lo sviluppo del P.1XX.
Gli Emiratini volevano solo il drone, non gli importava nulla del mercato civile, l'ammodernamento del prodotto è stato fortemente limitato e neanche interessava estendere l'assistenza alla flotta già in esercizio, o proporre retrofit. Non gli interessavano neanche le derivazioni militari del P.180, fermando lo sviluppo dell'MPA dopo il volo del primo prototipo (oggi l'AMI opera in affitto due King Air americani, che fanno forse meno cose).
Poi pare che gli Emiratini i droni li abbiano veramente ottenuti, comprandoli da altri (che il P.1HH fosse un mezzo per sbloccare le concessioni di vendita?), e con disarmante "tranquillità" hanno annullato il rischio d'impresa e abbandonato l'azienda lasciandola a carico dello stato italiano. E' con questa etica che si fa management a livello mondiale. La stessa etica che impone ai dipendenti la firma del "codice etico" dove ci sono solo indicati i sui obblighi verso l'azienda ma nessun obbligo dell'azienda verso il lavoratore....
Vedremo come andrà a finire, la spezzetteranno e qualcosa finirà nel carrozzone Leonardo, tanto grande da potersi permettere gente che non ha niente da fare già adesso... 100 più 100 meno... Oppure venderanno tutto in blocco come dice il governo? A chi?
Il governo dice che ha la soluzione.
Il comissario dice che ha presentato un efficace piano industriale di rilancio.
Leonardo ed altri gruppi industriali hanno le idee chiare su come rilanciare almeno parte dell'azienda.
I sindacati, dopo anni di connivenza con il management lasciandogli fare tutto quello che volevano, sono scomparsi e stanno bene attenti a non infastidire nessuno con comunicati di "vibrante protesta"...
Gli unici che non sanno niente di cosa gli riserverà il futuro sono i lavoratori.
Quelli bravi e i fancazzisti.
Quelli che tirano avanti la baracca facendo trenta cose contemporaneamente (ma se sgarrano di un minuto a timbrare perchè il treno era in ritardo vengono ripresi dal personale o tassati di 30 minuti), quelli che approfittano della CIG per farsi finalmente la vacanza dei sogni in pace (documentando con orgoglio ogni istante su facebook) e quelli che non hanno più i soldi per pagare l'asilo estivo ai figli e li tengono in casa tutta l'estate (ma il part-time è un privilegio).
Tutti sulla stessa barca. Che lentamente affonda.