Dal dietrofront improvviso al ritorno a Comiso in appena 24 ore. Dai rapporti con la Sac all’equità di trattamento con le altre compagnie. L’ad di Aeroitalia,
Gaetano Intrieri, racconta al nostro giornale gli accadimenti delle ultime settimane che hanno riguardato l’aeroscalo comisano, ma anche, più in generale,
l’indubbia permanenza della compagnia su Catania e un piccolo sogno: un
Comiso-Palermo, che sopperirebbe, di certo, alla cronica mancanza di infrastrutture e collegamenti tra la parte più a sud-est dell’Isola e il capoluogo siciliano.
Dott. Intrieri, ci siamo svegliati una mattina con la notizia che Aeroitalia faceva le valigie da Comiso, cosa era successo?«È successo che sembra quasi che qualcuno non abbia apprezzato quello che noi abbiamo fatto e tutti gli sforzi che abbiamo compiuto in questi due anni per mantenere attivo l’aeroporto. Qua forse qualcuno fa il tifo per qualche altra compagnia, noi abbiamo preso atto di questo, ma Aeroitalia continuerà a vivere lo stesso e continuerà ad essere la terza aerolinea italiana, con Comiso e senza Comiso».
Poi durante la notte, sempre restando in tema di voli, un bel cambio di rotta.«È successo che c’è stato ovviamente un intervento di Sac che per noi è un gestore importante, con il quale operiamo anche da Catania e non solo da Comiso. Abbiamo apprezzato molto le parole dell’ad Nico Torrisi e dello stesso presidente della Regione, Renato Schifani che ci hanno dato atto degli sforzi e degli investimenti, visto che si era anche sparsa la voce che noi avessimo preso 3 milioni o qualcosa di questo tipo per volare da Comiso: nulla di più falso, dato che siamo su una contribuzione di circa 400mila euro per due anni a Comiso».
Contribuzione che durante quella notte è cambiata?«Al momento non è cambiato nulla e se ciò non dovesse cambiare è evidente che non andremo via domani da Comiso, ma senza le dovute contribuzioni che ci spettano non potremo continuare a volare da Comiso all’infinito: il “Pio La Torre” ha bisogno che le compagnie abbiano cospicui contributi, altrimenti l’aeroporto da solo non regge. Siamo quindi in attesa di comprendere quello che succederà nelle prossime settimane. Noi potremo continuare a volare a Comiso e ci piacerebbe farlo a condizione che ci vengano dati contributi che riconoscano i nostri sforzi, non possiamo altrimenti continuare a volare e investire».
Il paventato ritorno di Ryanair aveva influito su questa decisione?«Noi stiamo volando con contributi minimi su Comiso e poi arriva il nuovo arrivato e prende i suoi contributi? Certamente ognuno è libero di fare ciò che crede ma anche noi possiamo fare quello che vogliamo. È evidente che se ci sono contributi per l’aeroporto, quei contributi devono essere dati ad Aeroitalia, anche come riconoscimento per il lavoro che abbiamo fatto in questi ultimi due anni. Altrimenti anche noi siamo liberi di fare le nostre scelte. Ma è chiaro che non potrà accadere che noi voliamo e qualcun altro prende i soldi».
I rapporti con Sac come sono e cosa risponde a chi dice che Comiso si dovrebbe sganciare da Catania?«I rapporti con Sac sono ottimi e aggiungo una cosa, da studioso dei voli aerei e non solo da amministratore delegato di Aeroitalia: Comiso non può esistere senza Catania. Gli aeroporti piccoli possono esistere solo se agganciati a quelli più grandi, perché è evidente che il potere che ha una società di gestione come quella che ha Sac, che ha Catania, fa la differenza. Brescia o Verona esistono perché sono collegati a Venezia, proprio perché il potere che esercita un aeroporto come Venezia non può essere equivalente a quello di Brescia. È chiaro ed evidente che l’aeroporto piccolo può avere un conto economico sostenibile solo se è legato ad un aeroporto più grande. La questione è dunque evidente: per questioni logistiche, geografiche ed ambientali, mi sembra quasi una cosa abbastanza normale che Sac gestisca anche l’aeroporto di Comiso».
Se quindi da una parte la permanenza a Comiso resta incerta così non è sicuramente su Fontanarossa, dove tra l’altro opera anche la stessa Ryanair.«Certamente non è in discussione. Anche perché Sac con noi è stata sempre corretta ed ha sempre detto quello che può fare e quello che non può fare. Perché a Fontanarossa ci sono tratte come Catania-Roma e Catania-Bergamo che non hanno bisogno di essere supportate: si mantengono da sole e portano dei benefici, ma parliamo di altri numeri. Poi è chiaro che le tratte devono essere messe anche in relazione all’aereo giusto e noi queste possibilità le abbiamo, perché possiamo fare operare alcune tratte da aeromobili anche da 40-50 passeggeri che ovviamente hanno dei costi assai minori rispetto a quelli più grossi».
Se le cose restassero così, quali le idee per la prossima Summer?«Per quanto riguarda Comiso, pensiamo a Cagliari e un volo su Malta, tratta che in quell’area sarebbe utile: questi sono due voli che potrebbero avere una loro importanza, e poi stiamo pensando a un collegamento tra Comiso e Palermo che aiuterebbe molti pendolari siciliani. A Comiso facciamo perdite, ma è l’aeroporto su cui abbiamo investito ed è una sfida che non può essere vinta da noi da soli, ci vuole il supporto delle autorità locali e bisogna credere in quello che sta facendo questa compagnia. Abbiamo avuto due mesi in cui ci sono stati cambiamenti di orari e sicuramente c’è stato qualche disagio, ma in due anni abbiamo volato in maniera regolare. Stiamo basando a Comiso due aeroplani: un airbus e un atr e secondo me stiamo gettando le basi per un buon futuro. Se non ci lasciano soli e ci supportano noi siamo pronti».
L’amministratore delegato Intrieri plaude all’azione della Regione e della Sac ma chiede garanzie. «Pronti a coprire tratte su Malta e Palermo»
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