Thread Alitalia/Cai 17-18 novembre


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Ciok

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14 Ottobre 2008
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Sbaglio o ti stai rendendo conto che a quella panzana della ricapitalizzazione non ci credevi nemmeno tu in realtà?


Per la verità ne sono ancora convinto ed entro giovedì forse il verdetto definitivo.

Di quanto sin oggi da me detto si è già avuta conferma che il partner sarà air france e che l'offerta di 1000 mln è insufficiente.

Un po' di pazienza: accontentiamoci di una conferma al giorno
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
sono lontano dal "bel paese" da una settimana e leggo con discontinuità. Ma vedo che la continuità delle storie esiste sempre. Sembra quasi che si replichi continuamente per i disattenti come me...
L'ultima novità è quella delle malattie... però! stress da sciopero bianco.
Trovo strumentali le accuse a AZ sul fatto che è lei a cancellare i voli (a parte che a farlo sono loro colleghi AZ, non un'entità astratta!), loro i naviganti navigati non c'entrano nulla.
Mi sembra che cancellare tout court una serie di voli sia sì una misura drastica, ma sicuramente la migliore operativamente parlando. Altrimenti l'effetto domino provoca danni infiniti.
Intanto mancano i soldi a breve.
Chissà se il confessore chiederà mai ragione a Fantozzi di questo stillicidio sulla mancanza di soldi "quante volte, fratello?"
 

dario abbece

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2 Ottobre 2008
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20
milano
da IL Messaggero.it:

di Antonio Paolini
ROMA (17 novembre) - Alitalia ha debiti per 2,3 miliardi, inclusi i 300 milioni di prestito ponte concesso dal governo Prodi. Che, risarcibili per ultimi, rischiano di divenire onere sociale, cioè a carico dei cittadini. A dirlo è il commissario Augusto Fantozzi. Il quale ha indicato in «quasi 2 miliardi» i debiti verso creditori ordinari e fornitori. Dei quali «ho una parte - ha detto - che spero la più alta possibile, dipende dalla trattativa con Cai». Fronte sul quale Fantozzi però ha fatto professione d’ottimismo: «Sarà una settimana decisiva, spero riservi solo sorprese piacevoli. Credo che entro metà si vedrà un bel sereno». Per aggiungere poi esplicitamente: «In settimana chiudiamo», visto che «la perizia del mio advisor mi dice che il valore giusto non è lontano da quello offerto».

Sui conti, Fantozzi ha precisato poi che sono gli interlocutori italiani i più aggressivi: «Debitori che non pagano, aeroporti che cercano di sequestrarci gli aerei, Eni che minaccia di non farci volare se non paghiamo la benzina. Situazione da “fratelli coltelli”». Al commissario ha subito replicato un portavoce Eni, confermando di fatto che per Alitalia in crisi non ci sono sconti. Il gruppo «applica rigorosamente le disposizioni contrattuali previste dai contratti di jet-fuel, per Alitalia e per tutte le altre compagnie fornite».

In attesa del “sereno” promesso da Fantozzi, ieri le nubi hanno continuato a gravare, pur meno cupe, sugli scali. A Fiumicino cancellati una cinquantina di voli (un quarto negli scali milanesi), meno che nei giorni scorsi e in piccola quota per uno sciopero dei piloti Air France-Klm, e non per l’azione di minuziosa applicazione delle norme di sicurezza decisa dal personale aderente alle sigle che rifiutano l’accordo.

Sulla formula di lotta scelta da piloti e assistenti continua intanto la polemica. Il presidente della commissione di garanzia Antonio Martone non esclude che ricorra l’interruzione di servizio pubblico, e parla di «comportamento pretestuoso: se ritardano o cancellano voli in nome della sicurezza, vuol dire che fino a una settimana fa, quando volavano regolarmente, commettevano reati ancora peggiori». Ma Anpac, UP, Anpav, Avia e Sdl replicano che sarebbe Alitalia «con l'avallo di governo, istituzioni competenti e Cai a procedere da giorni a cancellazioni d’un ingente numero di voli, creando pesantissimi disservizi ai passeggeri». Per gli autonomi la scelta celerebbe «un piano d’emergenza per permettere a Cai di subentrare nelle attività Alitalia senza scossoni, scaricando le responsabilità sui lavoratori». Teoria, ovviamente, di assoluta discutibilità. Lo stesso Fantozzi ieri, dopo un appello ai dipendenti perché «rispettino gli utenti», e pronosticato che la protesta in corso «è di retroguardia e andrà avanti poco», ha però ipotizzato come scelta valida a evitare rischi di collasso d’un sistema certo fragile «anticipare la riduzione di qualche volo per far volare gli altri in sicurezza, e magari in orario».
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
domande peregrine:
e se "domani" AZ chiudesse, CAI non fosse pronta per via del personale di volo "difficile" da contrattualizzare e dicesse "partiremo con una compagnia fra 6 mesi" (dove 6 mesi sono un arco di tempo...indicativo per mettere assieme gli equipaggi necessari)
Verrebbe forse meno il ricatto che sta subendo l'Italia a cura di pochi (o tanti) intimi?
Potrebbe CAI ripartire (o partire) dopo un vuoto operativo di 6 mesi?
Chi pagherebbe il conto della spesa in quel periodo?
 
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i-givo

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15 Aprile 2008
5,733
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LIMF
da IL Messaggero.it:

di Antonio Paolini
ROMA (17 novembre) - Al commissario ha subito replicato un portavoce Eni, confermando di fatto che per Alitalia in crisi non ci sono sconti. Il gruppo «applica rigorosamente le disposizioni contrattuali previste dai contratti di jet-fuel, per Alitalia e per tutte le altre compagnie fornite».
.
Faranno sicuramente bene, e ci mancherebbe! Ma è deprimente vedere che la politica, quando vuole, fa applicare o non applicare certe regole... A seconda dei bisogni.
 

malpensante

Bannato
6 Novembre 2005
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bel paese là dove 'l sì suona
Buongiorno ragazzi.

Dell'intervista di Fantozzi, l'unico aspetto che ritengo meritevole di interesse è l'anticipazione che in settimana si dovrebbe chiudere.
Per il resto le solite contraddizioni.

Dice che sta negoziando con CAI: il che significa che l'offerta vincolante è stata respinta.
Buongiorno Ciok.

L' Amministrazione sta pensando di chiederti una fideiussione :D
Se l' offerta di CAI sarà accettata da Fantozzi ti toccherà offrire un caffè ad ogni forumista.
 

Ciok

Bannato
14 Ottobre 2008
331
0
Buongiorno Ciok.

L' Amministrazione sta pensando di chiederti una fideiussione :D
Se l' offerta di CAI sarà accettata da Fantozzi ti toccherà offrire un caffè ad ogni forumista.


Giusto per non cadere in equivoci, preciso che verrà respinta quell'offerta vincolantepresentata il 31 ottobre che è stata pubblicata sul sito dell'alitalia.


Ciò non toglie che se CAI dovesse modificare in senso migliorativo quell'offerta, fantozzi potrebbe anche essere nelle condizioni di accettarla
 

Boeing747

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5 Novembre 2005
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Varese
Siamo tutti coscienti che LIN è un freno allo sviluppo di MXP hub, cosa ne impedisce veramente la limitazione/chiusura?
Tare mentali. Quella che LIN si può limitare solo con decine di wb basati a MXP è un paravento all'ingoranza di alcuni e alla mollezza di altri, perché LIN fa danni ogni giorno in termini di mancati feed e interline.
I vettori che atterrano a LIN e quelli che atterrano a MXP hanno le stesse condizioni a livello tariffario verso Sea e gli handlers?
Non ci sono grosse differenze.
Quanto pesa LIN sul fatturato SEA?Quale sarebbe l’impatto sull’occupazione in SEA, sugli esercizi commerciali in aeroporto e sull’indotto dell’area in cui sorge LIN?
Quella che oggi a Sea non converrebbe la razionlizzazione di LIN è un'altra balla, nata dalla palazina direzionale (dove l'incompetenza non è inferiore a Palazzo Marino, oltre a far comodo il centro sportivo lì vicino, arrivare comodamente al lavoro e dall'amante in via Mecenate): il traffico migrerebbe a MXP compensando eventuali travasi a BGY con le maggiori connessioni, le strutture sono ammortizzate da una vita, mezzi e personale sono mobili. I paesi limitrofi farebbero salti di gioia per la questione rumore, gli esercizi commerciali sono in stragrande maggioranza catene o franchising che non avrebbero problemi a spostarsi o ingrandirsi altrove.
Dal punto di vista “elettorale” e di immagine quanto peserebbe per gli amministratori la chiusura del city airport milanese?
Zero perché le elezioni per il comune sono nel 2011, mentre in 6 mesi la gente smetterebbere di rimpiangere LIN.
 

superjet

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18 Aprile 2008
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Ma cai potrà ottenere la licenza di volo senza aver ricoperto le posizioni relative alle vgarie macchine inserite nel COA?
 

billypaul

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ALITALIA, PARLA IL COMANDANTE PRIVITERA
«Ho portato due Pontefici in giro per il mondo, abbiamo tappato le falle di altri»
L'azienda lo ha rimosso da responsabile del medio-raggio togliendogli il privilegio di accompagnare il Papa


ROMA - «E all'improvviso ti ritrovi a terra». Per Riccardo Privitera, 46 anni, catanese, il pilota che più di tutti nella storia di Alitalia ha condotto gli aerei del Papa, non è solo una metafora. Giovedì scorso l'azienda per cui lavora da 22 anni lo ha rimosso dall'incarico di responsabile del medio-raggio, di fatto togliendogli anche il privilegio di accompagnare il Papa in viaggio. «La motivazione ufficiale - racconta - è che la mia posizione è cancellata». Quella non ufficiale è che Privitera è uomo troppo vicino all'Anpac, il potente sindacato dei piloti che ha guidato il «fronte del no» agli accordi. «Io non lo dico - precisa lui - ma certo qualche dubbio ce l'ho: non potevano aspettare semplicemente che Alitalia si fermasse? Dovevano rimuovermi prima? Mi pare un segnale...».

Adesso Privitera è tornato a essere un comandante come tutti gli altri, e come tutti gli altri attende di essere chiamato da Cai (Compagnia aerea italiana). «Ho famiglia anch'io - racconta - una moglie e due figli di 10 e 12 anni. Se prima volavo soprattutto per passione adesso lo farò principalmente per lavoro». Dunque accetterà un'eventuale assunzione? «Ripeto, sono molto perplesso, lo farò solo perché devo lavorare. Se poi non dovessi essere chiamato, be' allora considererò delle ipotesi altrove. In passato ho rifiutato di andare a organizzare lo start up di una compagnia low cost. Ci tenevo troppo alla mia Alitalia». Certo, gli mancherà quell'emozione di vedere salire il Papa lungo la scaletta e di baciargli l'anello: «L'ho fatto per una trentina di volte, ma non mi ci sono mai abituato: si tratta del passeggero più importante del mondo» dice da cattolico credente.

Ricorda ancora la parabola triste di Giovanni Paolo II: «Le ultime volte l'hanno dovuto trasportare a bordo: era troppo debole». E poi la sorpresa di Papa Benedetto XVI che è entrato in cabina di pilotaggio a salutarlo: «L'ho trovato un uomo di grande umanità e dolcezza. Molto lontano dall'immagine austera che di solito gli si attribuisce». Di quella esperienza ora gli restano, oltre alle sensazioni, una trentina di foto: «Mia madre le ha conservate una per una». Giovedì, quando è stato rimosso, quelle immagini gli sono passate tutte davanti agli occhi. «Sì, ma non si tratta solo di questo: finora ho organizzato l'attività di 1.200 piloti su 120 aerei. In 8 anni da responsabile del medio-raggio ho creato una squadra di cui sono orgoglioso». Cosa pensa che succederà ai suoi compagni? «È proprio questo il punto: è giusto allontanare tutte queste professionalità solo perché sono vicine all'Anpac? Perché sono considerate una "cupola"?».

La voce s'incrina quando il pilota del Papa parla del futuro di Alitalia: «La mia sensazione - dice - è che con questa operazione si vadano a cancellare 60 anni di cultura e storia aeronautica. In Italia accadrà quello che in nessun Paese è mai accaduto ». Cioè? «I piloti non potranno contribuire con la loro professionalità al successo dell'azienda». Forse vuol dire alla sua gestione? «No, parlo di efficienza: un pilota sa come far viaggiare un aereo in efficienza e, senza intaccare la sicurezza, rendere un volo redditizio. Qui invece si dice: "L'azienda è mia e me la gestisco io". Si vuole ridimensionare il ruolo della categoria, farle "abbassare la cresta". Sì, ma a chi giova? A Cai no di certo».

Qualcuno però dice che, forse, così si azzereranno alcuni privilegi di casta. «Siamo stati privilegiati - ammette Privitera -, un po' anche giustamente visto che facciamo un lavoro diverso da quello di un tassista, che pure rispetto. Quando sei lì in aria ti è richiesta una concentrazione e una preparazione pazzesca». Sì, ma i privilegi? «Ci sono stati. Ma negli ultimi 5 anni si sono molto ridimensionati». Insomma il pilota del Papa assolve la sua categoria: proprio nessuna colpa? «Non solo assolvo i piloti - ribadisce -, ma aggiungo che se c'è qualcuno che ha messo tante "pezze" alle inefficienze del sistema del volo, sono stati loro». Adesso però scioperano. «Mi viene da ridere: per provocare disagi non è necessario scioperare, è sufficiente smettere di colmare le lacune altrui. Se è questo che vogliono, prego, li può aiutare solo Dio...».

CORRIERE.IT
Antonella Baccaro
17 novembre 2008
 
Stato
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