Thread Alitalia da agosto 2012


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italo

Bannato
6 Gennaio 2011
431
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ma tutti i giorni dobbiamo ascoltare i deliri del ragioniere?
\|C'era da aspettarselo l'insulto e la meschinita' del giorno. Non faccio il ragioniere e neppure lavoro per una compagnia petrolifera italiana. Riesci sempre ad essere piu' squallido di ogni immaginazione.
 

TW 843

Senior Member
6 Novembre 2005
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Azionista LibertyLines
Ho dato le impressioni e tu ne hai tratto delle conclusioni personali. Alitalia e' la peggiore delle tre e come ho gia' scritto appartiene all categoria delle grandi perdenti storiche (solo Aeromexico ha molte similarita' con Alitalia). Gulf Air avra' una situazione finanziaria non buona (non disastrosa) ma almeno offre un buon servizio sia a terra che in volo. Gulf Air e' la compagnia di un piccolo Paese il cui mercato e' stato soffocato da Qatar Airways, Etihad ed Emirates.
Io non traggo proprio niente di niente.
Un forumista ti ha chiesto se tu volassi con altri vettori. Tu hai risposto di sì con 3 esempi del golfo, in ben 3 righe.
Nel contenuto delle suddette 3 righe ci hai detto che secondo te solo GF era meglio di AZ. Le altre due, a leggere il contenuto delle tue 3 righe, direi proprio di no.

Italo, che a te non piaccia l'attuale AZ lo hanno capito anche i sassi.

Ora, partendo da questo assunto, sei in grado di dirci esattamente in cosa gli altri vettori con cui voli sono meglio di Alitalia?
No perché se dobbiamo discutere di (parole tue): "Emirates (...) classe economica in configurazione carro bestiame come sui 772 di AZ", non è che andiamo molto lontano.
Grazie.
 

Dr Gio

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Alitalia e' la peggiore delle tre e come ho gia' scritto appartiene all categoria delle grandi perdenti storiche (solo Aeromexico ha molte similarita' con Alitalia)
Ho viaggiato proprio di recente con Aeromexico, per un interessante viaggio LR (anzi, conto di postare con loro il mio primo Trip-Report su questo sito!) e non ho capito il riferimento a questa compagnia. Aeromexico ha attualmente un piano di espansione abbastanza chiaro, offre un buon servizio a bordo ed a terra ed ha un network senza eguali nell'aerea, ha rafforzato sempre piu' la sua alleanza come partner strategico SkyTeam nell'area, Delta ha appena acquistato una quota azionaria in AM e conta di rafforzarzare ancora piu' l'alleanza, e dopo la sparizione di Mexicana, AM si avvia ad una posizione dominante in Messico e nel centro america invidiabile. Dimenticavo, forte dei loro petrodollari, AM offre una classe Premier (la loro BusinessFirst) che non e' affatto male, ed hanno un hub ed una Premier Lounge a Citta' del Messico che non ha niente da invidiare alla maggior parte delle Europee. Non ultima, hanno un piano di rinnovo flotta notevole, con un ordine di quasi 100 Boeing fiammanti (737 e 787) in arrivo che si affiancheranno/sostituiranno gli attuali 737NG e 777. Non conosco lo storico dei bilanci di Aeromexico, ma di tutto mi e' sembrato tranne che di una compagnia in crisi o una "grande perdente storica".
 

italo

Bannato
6 Gennaio 2011
431
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Ho viaggiato proprio di recente con Aeromexico, per un interessante viaggio LR (anzi, conto di postare con loro il mio primo Trip-Report su questo sito!) e non ho capito il riferimento a questa compagnia. Aeromexico ha attualmente un piano di espansione abbastanza chiaro, offre un buon servizio a bordo ed a terra ed ha un network senza eguali nell'aerea, ha rafforzato sempre piu' la sua alleanza come partner strategico SkyTeam nell'area, Delta ha appena acquistato una quota azionaria in AM e conta di rafforzarzare ancora piu' l'alleanza, e dopo la sparizione di Mexicana, AM si avvia ad una posizione dominante in Messico e nel centro america invidiabile. Dimenticavo, forte dei loro petrodollari, AM offre una classe Premier (la loro BusinessFirst) che non e' affatto male, ed hanno un hub ed una Premier Lounge a Citta' del Messico che non ha niente da invidiare alla maggior parte delle Europee. Non ultima, hanno un piano di rinnovo flotta notevole, con un ordine di quasi 100 Boeing fiammanti (737 e 787) in arrivo che si affiancheranno/sostituiranno gli attuali 737NG e 777. Non conosco lo storico dei bilanci di Aeromexico, ma di tutto mi e' sembrato tranne che di una compagnia in crisi o una "grande perdente storica".
Nonostante gli innegabili miglioramenti , Aeermexico rimane una comopagnia regionale nonsostante abbia alle spalle un Paese popoloso e la seconda economia dell’America Latina. Ha una flotta di lungo raggio piccola (12 aerei) e vetusta (8 dei 12 aerei di LR sono B767-200/300). .In passato e’ arrivata a servire 4 scali europei ed oggi ne serve solo due. Con l‘Europa ha un forte mercato in ingresso e uscita che pero’ viene sfruttato solo dalle compagnie europee. Con l’Italia ,Aeromexico non e’ mai riuscita consolidare la rotta, anche se ci ha provato, al contrario di Alitalia che la rotta la annuncio’ nel 1980 e in trentadue anni non ha mai trovato il coraggio neppure di aprirla.
Confermo che Aeromexico e Alitalia sono due perdenti storiche, rappresentano bene le occasioni mancate.
 
F

flyboy

Guest
Purtroppo non mi sembrano proprio deliri..... Che si tiri a campare dai un po' è vero
La flotta di lungo raggio è stata quasi completamente rivista (l'anno prossimo resteranno solo i due vecchi 332 AP).
La BUS finalmente si può chiamare tale.
Il catering è stato rivisto.
Sono arrivati gli Embraer.
In chiusura 2012 si apre Zurigo e si sta per aprire AUH.

Come si fa a dire che si tira a campare? Ora, è chiaro che vorremmo tutti che arrivassero 30 A380 per volare da SCL a SYD, ma rendiamoci anche conto della situazione. Le finanze sono quelle che sono. In questa drammatica situazione in cui versa il trasporto aereo in generale, ed AZ in particolare, cosa vuoi fare di più con una liquidità risicata ed il petrolio che sale?
 

nicolap

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indossando abiti di cucinelli o luisa spagnoli: altrimenti non ti ho insegnato nulla
Se ne può discutere, argomentando. A me sembra alquanto opinabile.
Certo e' che non se ne può parlare attraverso i deliri di Italo, sicuramente utili per ridere tutti insieme, ma del tutto inutili per formulare considerazioni sensate.
 

Paolo_61

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E se stanno a casa ad Alitalia che cambia?
Ti rispondo solo ora perché durante il fine settimana ho di meglio di fare :)
E' evidente che una parte dei pax FR rinuncerebbe a volare non trovando più i biglietti al costo di un autobus urbano; una parte resterebbe legata a FR nonostante tutto ma una parte sicuramente migrerebbe verso altre compagnie, che in Italia vuole dire, viste le quote di mercato, soprattutto AZ. Tieni anche conto che questi sarebbero in buona parte pax marginali, cioè aumenti di LF su voli già operati, quindi tutto margine per AZ.
Inoltre se in Italia non ci fosse la "cultura" del viaggio in aereo a 1€ (che a poco a poco scomparirebbe insieme alle offerte mirabolanti) diminuirebbe leggermente la pressione sui prezzi anche delle rotte dove FR non è in concorrenza diretta con AZ.
Insomma saremmo davanti a un mercato indubbiamente più "pulito"
 

red_one

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La flotta di lungo raggio è stata quasi completamente rivista (l'anno prossimo resteranno solo i due vecchi 332 AP).
La BUS finalmente si può chiamare tale.
Il catering è stato rivisto.
Sono arrivati gli Embraer.
In chiusura 2012 si apre Zurigo e si sta per aprire AUH.

Come si fa a dire che si tira a campare? Ora, è chiaro che vorremmo tutti che arrivassero 30 A380 per volare da SCL a SYD, ma rendiamoci anche conto della situazione. Le finanze sono quelle che sono. In questa drammatica situazione in cui versa il trasporto aereo in generale, ed AZ in particolare, cosa vuoi fare di più con una liquidità risicata ed il petrolio che sale?
Quoto. A mio parere stanno facendo un egregio lavoro (nei limiti del possibile). Ovvio, si può fare sempre meglio. Se poi guardo i "cugini" d'oltralpe ne sono ancora più convinto
 

kenyaprince

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ALITALIA/ C'è un “cavaliere moro” che può salvare gli aerei d’Italia


Il recente accordo tra Cai-Alitalia e il vettore saudita Etihad, di cui si è già parlato su queste pagine, apre la porta a una serie di ipotesi che vanno un po’ più in la dei rumors che ormai da molto tempo circolano nel mondo dell’aviazione commerciale. Perchè se è vero che manovre del genere sono all’ordine del giorno tra vettori, c’è da considerare la situazione di estrema gravità nella quale versa da molti anni il trasporto aereo nel nostro Paese, fatto finalmente “scoperto” pure da Enac. Cosa che impone non solo di adottare misure urgentissime a livello generale, ma anche di cercare di assicurare un futuro a una compagnia aerea (Alitalia), che dovrebbe essere il principale vettore italiano.

Molti esperti del settore si associano alle voci che indicano il vettore arabo come prossimo partner di peso in Cai. L’accesso si attuerebbe attraverso Air France, nel cui gruppo Etihad entrerebbe mettendo le mani anche su quel 25% di quote Cai in possesso del vettore transalpino, che appare ormai disinteressato all’acquisto della compagnia italiana. Del resto stiamo assistendo da tempo all’acquisizione di marchi europei da parte di società degli Emirati, che profondono ingenti capitali per avere il controllo di settori dell’economia europea di ampia visione mediatica, come squadre di calcio o griffe della moda. Ora la loro attenzione si rivolge alle aerolinee, veri e propri cavalli di Troia per penetrare il ricco mercato aereo europeo, altrimenti precluso ai loro vettori in base alla legislazione Ue. Del passato, del presente e del futuro di Alitalia abbiamo parlato con il Comandante Carlo Galiotto, responsabile del dipartimento trasporto aereo dell’Italia dei Valori.



Sono passati quattro anni dalla nascita di Cai. L’aver eliminato gran parte del know-how della ex Alitalia attraverso la “fuoriuscita” di 10.000 dipendenti pare non aver risolto i problemi.



E come avrebbe potuto essere altrimenti? I progetti non si improvvisano e non si struttura una compagnia aerea di un network globale se non si ribadiscono determinati presupposti, se si confondono e banalizzano i criteri della gestione affidando la missione magari a un esperto di sex toys e depilatori elettrici. Cos’è cambiato rispetto al “prima”? Gettare migliaia di professionalità nel cestino (in cambio di un bel “regalo” dei contribuenti e di un carrozzone privato ripulito dai debiti) non ha risolto il problema, nonostante ci avessero raccontato che fossero proprio i privilegi dei lavoratori la causa principale del dissesto di Alitalia. Come una mucca davanti al passaggio a livello aperto, Alitalia non sa attraversare la crisi e tanto meno può decollare.



Riuscirà mai a farlo?

Ci riuscirà quando saranno state definitivamente abbandonate le pratiche del consociativismo sindacale, quando sarà premiata la vera meritocrazia, quando le regole e i contratti e gli accordi saranno rispettati totalmente e con essi i criteri di anzianità, quando la democrazia interna e il codice etico aziendale saranno oggetto di analisi concrete e non il pretesto per minacciosi proclami. Ovunque, una compagnia di bandiera sostiene il maggior peso nel ruolo del trasporto aereo nazionale: per farlo deve considerare le politiche, il sistema Paese, le strategie e le necessità, evitando di cedere alle tentazioni localiste della politica, alle speculazioni, alle correlazioni demagogiche. Una compagnia aerea non si affida né allo statalismo, né al liberismo, come penso dovrebbe essere per sanità, scuola, giustizia, i cui costi sono necessari, sostenuti dalla comunità perché rispondono all’esigenza fisiologica del vivere, del progresso.
Va detto che per un Paese come il nostro avere una compagnia aerea competitiva potrebbe davvero fare la differenza.
La vocazione turistica, le necessità del made in Italy, dovrebbero ovviamente indicare l’esigenza primaria di portare qui da noi i visitatori internazionali e di esportare ovunque nel mondo le nostre merci. La rete dei collegamenti (e quindi la flotta) dovrebbe dimensionarsi e i costi essere considerati alla stregua di un investimento strategico a sostegno dell’economia nazionale. I paradigmi del successo in questo campo sono la validità del network e delle sue connessioni, la bontà del servizio, le ricadute sull’immagine e sulle attività imprenditoriali. Se una piccola compagnia si avvale del cash-flow e della capacità di far emergere il proprio business nel segmento prescelto, una compagnia di bandiera ha bisogno di un’organizzazione complessa, di investimenti e quindi della fiducia e dell’orgoglio nazionale per poter affrontare la grandezza del suo mercato che è invece necessariamente mondiale.

Alitalia poteva essere il vettore di riferimento del bacino Mediterraneo. Questo ruolo pare che ora sia ambito da altri.
Se la mappa dell’Italia si estendesse dietro ai Balcani o lambisse l’Oceania probabilmente non si parlerebbe di trasporto aereo dentro ai suoi confini. Ma nel cuore dell’Europa e del Mediterraneo, al centro della storia, dell’arte, per non dire della cristianità, ma anche dell’enogastronomia e dell’agro-alimentare d’eccellenza, non si può prescindere dal nostro Paese e dalla sua straordinaria forza di attrazione. L’operazione Cai almeno questo lo annunciava ai quattro venti: preservare questo asset nazionale dall’invasione straniera. La propaganda spesso è pericolosamente impegnativa: basta non crederci! Invece, al termine del lock-up del 12 gennaio 2013, le quote dei “patrioti” Cai finiranno molto probabilmente per collocarsi fuori dall’Italia e forse addirittura fuori dall’Europa.



A questo proposito, come vedrebbe un eventuale ingresso di Etihad in Alitalia?
Guardando ben oltre il patriottismo di facciata e a prescindere da banali operazioni di code-sharing, l’arrivo di un investitore straniero (asiatico, arabo, turco) avrebbe senso e valore solo nella misura in cui le aree geografiche coinvolte coniugassero gli sforzi per ottenere una sorta di fusione geo-politica e non solo e meramente un business. Il potenziale economico straniero, sposato alla gamma di valori offerta dal nostro Paese, monumentale porta meridionale dell’Europa, produrrebbe un progetto operativo in cui un management aeronauticamente competente (dote latitante in Italia da quasi 30 anni) realizzerebbe il sogno di connettere efficacemente via-cielo persone e merci alle nostre principali città e regioni, magari dotandosi di una vera flotta di lungo raggio con 30-40 macchine wide bodies. Il nostro Paese si è invece chiuso in una nicchia provinciale e auto-emarginata. Oggi imprenditori ed enti locali si stanno occupando di trasporto aereo facendo in gran parte edilizia, speculazione del territorio, finanza: tutto, fuorché efficienza e servizi per l’utenza.



Da questo punto di vista cosa dovrebbe fare il Governo?
Invece di continuare a disperdere risorse ed energie in progetti velleitari quanto inutili (Fiumicino-2, nuovi aeroporti immaginati a Viterbo, Frosinone, Siena, Brescia, Agrigento, Gioia del Colle e altrove), specie se incalzato da una partnership straniera, il Governo nazionale si dovrà necessariamente concentrare sulla più parsimoniosa e urgente implementazione delle infrastrutture esistenti a vantaggio del miglioramento tecnologico e strumentale per il controllo del traffico aereo, per l’accessibilità e i collegamenti intermodali, per la gestione dei servizi primari resi a compagnie aeree, passeggeri e merci. Il ruolo dell’Enac in questo senso è ora notevolmente disatteso. Può essere possibile, ad esempio, che Riggio scopra soltanto adesso che WindJet operasse i collegamenti da/per Milano senza disporre delle relative concessioni, i cosiddetti slots? E che non si avveda delle innumerevoli manchevolezze del sistema autorizzando progetti aeroportuali che persino un neo-ministro-banchiere si è affrettato a bocciare?
Il prossimo 13 ottobre, con la fine del commissariamento di Alitalia spa e la sua liquidazione, ben 4.500 ex dipendenti entreranno in mobilità.
Il 14 ottobre assisteremo impotenti alla fine di un’epoca, alla desolante e mortificante dispersione di un’azienda che ha contribuito nel dopoguerra alla ricostruzione italiana. Alitalia-Lai è stata affossata dalla cattiva gestione dei boiardi di Stato che hanno smantellato uno dopo l’altro i suoi punti di forza per compiacere interessi e poteri esterni all’azienda, sindacalisti e politici. Col Paese in ginocchio, oggi, pare non farci più caso nessuno. Le migliaia di donne e uomini cui è stato sottratto il posto di lavoro, siano destinati alla pensione o del tutto privi di una prospettiva di re-impiego o previdenziale, hanno forse, come unica speranza, quella del rilancio della “freccia alata” per mano straniera: una possibilità non più connessa alla logica propagandistica condivisa (solo quattro anni fa!) da Berlusconi e Veltroni, che almeno risponda oggi alla logica del buon senso. Nonostante ciò, e nell’imminenza di una scadenza tanto drammatica, quasi 5.000 famiglie principalmente del Lazio aspettano con ansia, ora dopo ora, che le varie interrogazioni urgenti che da mesi il mio partito ha rivolto in Parlamento al Governo trovino adeguate risposte da parte dei ministri Fornero e Passera in merito al tema degli esodati, della mobilità e del re-impiego.
 

13900

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26 Aprile 2012
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da Il sussidiario :


ALITALIA/ C'è un “cavaliere moro” che può salvare gli aerei d’Italia


Il recente accordo tra Cai-Alitalia e il vettore saudita Etihad, di cui si è già parlato su queste pagine, apre la porta a una serie di ipotesi
....
Primo errore alla decima parola. Cribbio.
 

45ACP

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2 Febbraio 2012
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EK ha chiesto a Boeing una nuova versione più "feroce" del 777 in quanto non sono contenti del A380 e l'A330 lo considerano una macchina già vecchia...

Bisogna accettare che adesso l'Italia non è più una potenza di medio raggio, ma d'influenza mediterranea con nessun margine al di fuori del sud Europa. Questa è la situazione e tutto il resto ne consegue a cascata
 

AZ209

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Non credo vada aggiunto altro:

Carlo Galiotto

Responsabile del dipartimento trasporto aereo dell’Italia dei Valori


Nato nel 1956 a Roma, diventa pilota commerciale nel 1974 e dopo varie esperienze lavorative in aziende minori entra in Alitalia nel 1980. È comandante dal 1992, prima su MD80, poi su B747 e B767, e infine su B777. Molto attivo sul piano sindacale, è dapprima rappresentante nazionale dei piloti Filt-Cgil, ed è in seguito tra i fondatori dell’associazione professionale Unione Piloti, contribuendo, tra le altre cose, a redigere gli atti fondanti e lo statuto del fondo previdenziale “Previvolo”. Attualmente è Responsabile del Dipartimento trasporto aereo dell’Italia dei Valori.
 

13900

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26 Aprile 2012
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EK ha chiesto a Boeing una nuova versione più "feroce" del 777 in quanto non sono contenti del A380 e l'A330 lo considerano una macchina già vecchia...
Permettimi ma hai detto una bestialità. Se in EK fossero scontenti del 380 non ne comprerebbero 90. Semmai il 777-9X è una delle possibili soluzioni, per Emirates, per sostituire tutti i longhaul (343, 345, 332, 777 in tutte le salse) che dovranno essere cambiati di qui al 2020.
 

13900

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26 Aprile 2012
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Non credo vada aggiunto altro:

Carlo Galiotto

Responsabile del dipartimento trasporto aereo dell’Italia dei Valori


Nato nel 1956 a Roma, diventa pilota commerciale nel 1974 e dopo varie esperienze lavorative in aziende minori entra in Alitalia nel 1980. È comandante dal 1992, prima su MD80, poi su B747 e B767, e infine su B777. Molto attivo sul piano sindacale, è dapprima rappresentante nazionale dei piloti Filt-Cgil, ed è in seguito tra i fondatori dell’associazione professionale Unione Piloti, contribuendo, tra le altre cose, a redigere gli atti fondanti e lo statuto del fondo previdenziale “Previvolo”. Attualmente è Responsabile del Dipartimento trasporto aereo dell’Italia dei Valori.
Se questo è il responsabile trasporto aereo pensiamo gli altri. Sarò cattivo, ma errori così madornali da parte del responsabile del settore di un partito italiano (!) per di più comandante di compagnia aerea (doppio !) mi fa abbastanza specie.
 

md80

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4 Gennaio 2011
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La flotta di lungo raggio è stata quasi completamente rivista (l'anno prossimo resteranno solo i due vecchi 332 AP).
La BUS finalmente si può chiamare tale.
Il catering è stato rivisto.
Sono arrivati gli Embraer.
In chiusura 2012 si apre Zurigo e si sta per aprire AUH.

Come si fa a dire che si tira a campare? Ora, è chiaro che vorremmo tutti che arrivassero 30 A380 per volare da SCL a SYD, ma rendiamoci anche conto della situazione. Le finanze sono quelle che sono. In questa drammatica situazione in cui versa il trasporto aereo in generale, ed AZ in particolare, cosa vuoi fare di più con una liquidità risicata ed il petrolio che sale?
carina questa.
 

italo

Bannato
6 Gennaio 2011
431
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Quoto. A mio parere stanno facendo un egregio lavoro (nei limiti del possibile). Ovvio, si può fare sempre meglio. Se poi guardo i "cugini" d'oltralpe ne sono ancora più convinto
Il dovere di ogni impresa verso i suoi investitori e' sempre quello di fare utili crescendo e conquistando nuovi mercati. Alitalia non fa nulla di tutto questo.
 
Stato
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