Anche Ragnetti ci saluta ?
Alitalia, via Ragnetti
Rivoluzione al vertice
La compagnia chiude i conti con un rosso di 119 milioni
di Umberto Mancini
ROMA Alitalia cambia pilota. Con l’addio, peraltro annunciato, di Andrea Ragnetti che lascerà oggi la carica di amministratore delegato non godendo più della fiducia degli azionisti, ed il varo contestuale di una profonda riorganizzazione al vertice.
Sarà il consiglio di amministrazione, convocato per questa mattina, a definire il nuovo assetto e a far scattare, salvo sorprese, una vera rivoluzione. Ma la riunione, che si annuncia lunga e ad alta tensione, non dovrà solo affrontare la questione delle nomine. Il board esaminerà e darà l’ok ai conti del 2012 che si chiuderanno con una perdita netta di circa 280 milioni, mentre l’ebit si attesterà a meno 119 milioni. Risultati che vanno letti in un contesto di crisi generale che attanaglia tutte le compagnie. Anzi, per la verità, proprio l’Alitalia specialmente negli ultimi trimestri ha reagito bene, recuperando terreno.
RIORGANIZZAZIONE
C’è da dire che la riorganizzazione in arrivo sarà probabilmente solo transitoria. Una soluzione ponte in attesa dell’arrivo, magari tra pochi mesi o pochi giorni, di un manager esterno a cui affidare la cloche. Sistemato il dossier più spinoso, con il via libera al prestito da 150 milioni, gli azionisti hanno deciso di voltare pagina e chiudere l’esperienza con Ragnetti, peraltro apprezzato per il lavoro svolto in un anno ma da mesi in rotta di collisione con una buona fetta della compagine azionaria. L’intesa raggiunta nel week end, secondo quanto risulta al Messaggero, prevede un rafforzamento significativo dei poteri del comitato esecutivo nel quale i vicepresidenti Elio Catania e Salvatore Mancuso avranno un ruolo di primo piano. Spetterà infatti a loro dare l’indirizzo strategico e definire la rotta della compagnia. Inoltre, in una visione più collegiale rispetto a quella voluta fino ad ora dal presidente Roberto Colaninno, avranno un controllo più diretto sia del settore legale che di ambiti più strettamente operativi, come, ad esempio, i servizi a terra. Sempre al comitato esecutivo faranno poi riferimento sia Giancarlo Schisano che Paolo Amato, oggi rispettivamente a capo delle operazioni e direttore finanziario, che saranno promossi vice direttori generali con deleghe ampie nei settori degli acquisti e in quello delle vendite.
Un quadro, qualora fosse confermato in questi termini, nel quale emerge un ridimensionamento della figura di Colaninno. Del resto il presidente è stato contestato più volte in questi ultimi mesi e appare indebolito rispetto al passato. Soprattutto i piccoli azionisti lo hanno accusato di una gestione troppo accentrata e poco flessibile. E di aver un asse preferenziale con Air France. Non solo. Colaninno ma ancor più Ragnetti, manager scelto dal presidente, sono criticati per un piano industriale in cui i costi non sono stati sufficientemente tagliati e nel quale alcune previsioni si sono rivelate troppo ottimistiche. Ovviamente i diretti interessati la pensano in maniera diametralmente opposta e sono convinti, oggi più che mai, della bontà delle iniziative adottate. Così come della inevitabilità di un matrimonio con Air France.
BUSINESS PLAN
E’ probabile che la nuova riorganizzazione dei poteri, con il comitato esecutivo al centro, metta in campo al più presto un business plan diverso e per certi versi più ambizioso di quello precedente. Il cui focus non sia solo l’incremento dei ricavi e il marketing, ma anche una forte riduzione dei costi per aumentare i margini. L’obiettivo, condiviso da tutti gli azionisti, è recuperare terreno nonostante una fase di mercato difficile. Si vuole scongiurare il pericolo, paventato da più parti, che dopo l’estate sia necessario varare un altro aumento di capitale che si sommerebbe così al prestito ponte appena deliberato. Da qui la volontà di anticipare i tempi per un rilancio immediato in vista della stagione estiva che, come noto, tradizionalmente trascina i conti al rialzo.
Nei prossimi giorni sul tavolo del comitato esecutivo dovrebbe arrivare il responso di Rothschild, la banca d’affari incaricata di trovare un partner alternativo a Parigi. Lo stesso Colaninno del resto, pur avendo un rapporto privilegiato con i francesi, si è convinto della necessità di cercare sul mercato altre soluzioni per evitare una svendita della compagnia o comunque per spuntare un prezzo adeguato agli investimenti fatti. Una sfida non facile ma alla quale non si può rinunciare a priori. C’è da dire che le compagnie straniere interpellate, da Etihad ad Aeroflot, si sono tenute alla larga. Mossa tattica o no, gli azionisti italiani vogliono comunque giocare la partita con le mani libere e senza condizionamenti.
Messaggero