Aviazione. Le deleghe saranno attribuite da un nuovo cda
Alitalia, rinviata la nomina di Cramer Ball nuovo Ceo
ROMA
Nomina rinviata per il nuovo amministratore delegato di Alitalia Sai. A sorpresa, il cda che si è riunito ieri a Fiumicino non ha nominato Cramer Ball a.d. della compagnia, ma si è limitato a «prendere atto» della nomina del manager australiano in consiglio di amministrazione, già decisa dall’assemblea degli azionisti lo scorso 17 dicembre.
Non è da escludere che il rinvio sia dovuto a una discussione o a un braccio di ferro sulle deleghe, ora attribuite tutte al presidente, Luca Cordero di Montezemolo, che le ha assunte in via provvisoria dopo le dimissioni dell’a.d. di Silvano Cassano, il 18 settembre scorso.
La società non ha fatto comunicazioni ufficiali. Fonti aziendali si sono limitate a confermare che il nuovo a.d. entrerà in carica alla data già fissata, il primo marzo e che la nomina formale di Ball verrà fatta da un prossimo cda, si presume nella seconda metà di febbraio.
Ball è stato solo «designato» a.d. dall’assemblea dei soci di Alitalia che lo ha nominato consigliere poco prima di Natale, ma non ha poteri. È già calato a Roma e, la scorsa settimana, dopo una visita agli uffici ha incontrato a cena i dirigenti di primo livello di Alitalia, in un ristorante vicino a piazza di Spagna. Ball è ancora a.d. di Jet Airways, benché siano già state annunciate le dimissioni «che saranno effettive dal 16 febbraio». Jet è la seconda compagnia indiana, della quale Etihad, il socio forte di Alitalia con il 49%, possiede il 24 per cento. L’altro 51% di Alitalia è posseduto, attraverso Midco, dalla vecchia Cai dei Capitani coraggiosi, la scatola dei soci italiani di cui i maggiori azionisti sono le banche, Unicredit (33,19%) e Intesa Sanpaolo (31,39%).
Perché il cda di Alitalia ieri non ha nominato Ball amministratore delegato? Dall’interno della compagnia in serata si diceva che la nomina non fosse prevista al cda di ieri. Il presidente, Luca Cordero di Montezemolo, ha lasciato Fiumicino senza fare dichiarazioni, contrariamente alle sue abitudini dopo il cda. In realtà, ieri c’è stata una fumata nera, un imprevisto, perché il cda era stato convocato proprio per la nomina del nuovo amministratore delegato, come anticipato il 26 gennaio dal Sole 24 Ore (e non smentito).
Del resto, se così non fosse, non si capirebbe allora perché il cda si sia riunito, visto che non si ha notizia di altre decisioni. Era a Fiumicino anche il vicepresidente di Alitalia James Hogan, l’a.d. di Etihad, australiano come Ball, che ha lavorato con lui sia in compagnie aeree in Australia sia in Etihad. Montezemolo, da quanto è trapelato, ha informato il cda che la scorsa settimana insieme a Hogan ha incontrato il premier Matteo Renzi. Nell’incontro _ secondo fonti Alitalia _ Renzi ha dato assicurazioni sull’impegno del governo perché sia realizzato il terminal dedicato a Fiumicino entro quest’anno. L’opera è di competenza di Aeroporti di Roma, Spa controllata da Atlantia dei Benetton.
Dal cda è trapelato che l’andamento dei conti Alitalia nel 2015 è «in linea» con le aspettative, le previsioni erano di una perdita netta sui 200 milioni. Le proiezioni sul 2016, previsto ancora in rosso, confermerebbero l’obiettivo di raggiungere l’utile l’anno prossimo. Cifre però in contrasto con un settore che, grazie al petrolio in picchiata, sta facendo i profitti più alti della storia. Secondo le stime Iata, nel 2015 le compagnie di tutto il mondo hanno realizzato profitti netti per 33 miliardi di dollari. Il manager australiano è atteso da un lavoro impegnativo. Purché, però, riesca ad ottenere le deleghe.
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Gianni Dragoni