Re: 10 dicembre 2013: Alitalia presenta ai sindacati il piano industriale
Iniziamo la settimana con le solite anticipazioni de Il Messaggero:
Alitalia, stipendi tagliati e 1.500 esuberi
ROMA - Tagli agli stipendi superiori ai 40 mila euro lordi, ricorso massiccio ai contratti di solidarietà e circa 1.500 esuberi.
E ancora: cancellazione dei benefit dei dirigenti e profonda revisione della struttura dei costi interni. E’ pronto il piano Alitalia in vista dell’incontro con i sindacati di martedì. Vertice che si annuncia caldissimo. Del resto la piattaforma che verrà proposta, almeno nella sua formulazione di base, appare durissima. Inutile dire però che anche se le posizioni iniziali sono distanti, margini di manovra sono comunque possibili. O almeno è questo che auspica l’azienda.
IL CUORE DEL PIANO
L’obiettivo dell’ad Gabriele Del Torchio è ambizioso: arrivare ad una riduzione complessiva dei costi tra il 20 e il 25%. Concentrando l’attenzione sul personale che rappresenta, secondo Cai, la voce più importante su cui incidere. Questa volta però, almeno a giudicare dalle linee guida condivise con i principali azionisti, Benetton in testa, a fare i sacrifici dovrebbero essere anche i dirigenti, fino ad ora sempre usciti indenni dalle operazioni di ristrutturazione. Come già accaduto in Telecom e in altre aziende in crisi si punta a limitare al massimo i tagli lineari, preferendo utilizzare misure alternative come la riduzione degli stipendi, la Cig e i contratti di solidarietà. In un mix doloroso, ma meno traumatico rispetto alla perdita secca del posto di lavoro. Si vedrà se la cura da lacrime e sangue, anche se flessibile, convincerà le organizzazioni sindacali che hanno già fatto capire di essere pronte allo scontro.
MIX DI INTERVENTI
Il tetto non è stato ancora definito, ma a giudizio dei sindacati che qualche indicazione l’hanno avuta in queste ore, l’Alitalia chiederà una riduzione temporanea di stipendio ai dipendenti che guadagnano sopra i 40 mila euro lordi, praticamente verrà coinvolto tutto il personale navigante, ovvero piloti e assistenti di volo. Del resto nel piano un slides mostra il gap esistente con le altre compagnie su questo fronte, portando ad esempio proprio le low cost che, come noto, fanno una durissima concorrenza ai vettori tradizionali.
Al tavolo con i sindacati l’azienda dovrebbe anche proporre - il condizionale è d’obbligo - il ricorso alla cassa integrazione per circa 2.000 persone tra cui circa 440 tra assistenti di voli e piloti. Una ipotesi giudicata irricevibile dai rappresentanti dei lavoratori. Per far digerire l’amara medicina l’azienda insisterà sul fatto che le sforbiciate alla busta paga saranno «a tempo», così come Cig e contratti di solidarietà. Poi, se la compagnia tornerà sulla linea di galleggiamento nel 2014, il livello del salario ritornerà esattamente quello precedente. Inutile dire che sul punto lo scetticismo dei sindacati è massimo. Per le associazioni di categoria (assistenti di volo e piloti) non è infatti possibile accettare «ulteriori sacrifici di fronte a un fallimento manageriale e politico evidente». «Noi - dicono in coro - abbiamo già abbondantemente dato». Niente interventi quindi sulle buste paga visto che - dicono i sindacati - è gli stipendi sono già abbondantemente dimagriti (almeno il 30% in meno rispetto alla vecchia Alitalia). Sul fronte opposto l’azienda che proporrà una rivisitazione di tutto il quadro contrattuale. Messo in cassaforte l’aumento di capitale, Del Torchio punta adesso ad accelerare sul fronte dei risparmi, cambiando pelle alla compagnia e mettendo in pratica quella discontinuità chiesta a gran voce dal governo. In attesa che, con i conti in ordine, nel 2014 decolli finalmente l’attesa alleanza con un nuovo partner industriale.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=395478&sez=LANCIO_NOTTE