Finalmente un buon articolo di Dragoni
Aviazione. Conti in rosso malgrado risparmi di 238 milioni sul carburante
Alitalia, i debiti netti saliti a 903 milioni a fine 2015
Alitalia ha speso per il carburante 238 milioni di euro in meno nel 2015 rispetto all’anno precedente (-24,8%), grazie al crollo del prezzo del petrolio. Il risparmio però non è bastato a portare i conti in attivo.
Il bilancio consolidato 2015 si è chiuso con una perdita di 199,1 milioni, rispetto ai 578 milioni di perdite della vecchia Alitalia-Cai nel 2014. I debiti finanziari netti a fine 2015 sono saliti a 903 milioni, mentre in seguito alla ristrutturazione finanziaria a fine 2014 i debiti netti erano scesi a 235 milioni. Il patrimonio netto consolidato a fine 2015 era diminuito a 122 milioni.
L’analisi del bilancio 2015 della nuova Alitalia con Etihad socio al 49% mostra che oltre alla riduzione della spesa carburante (in totale pari a 721 milioni) il conto economico ha beneficiato di proventi straordinari netti per 220 milioni. Derivano dalle cessioni di partecipazioni (194 milioni) e di 15 aerei (26 milioni). La più importante è la «plusvalenza non ricorrente» di 194,16 milioni per la cessione a Etihad del 75% di Alitalia Loyalty, la società del Mille Miglia. Due domande su questo. La prima: poiché la vendita del 75% di Loyalty è stata fatta per un prezzo di 112,5 milioni, come fa Alitalia a iscrivere nel consolidato una plusvalenza di 194 milioni, cioè superiore al prezzo di vendita?
Alitalia dice che «il valore del provento non ricorrente è riconducibile (1) per 160 milioni al corrispettivo ricevuto dalla vendita del 75%, al netto del patrimonio netto deconsolidato alla data di cessione e (2) per 34 milioni al fair value dell’interessenza del 25% della partecipazione emersa nel consolidato al momento della perdita del controllo». Ci vorrebbe un linguaggio più chiaro per fugare eventuali dubbi che vi sia cosmesi contabile.
L’altro interrogativo riguarda il fatto che Alitalia ha iscritto i 220 milioni di plusvalenze tra gli «altri ricavi», nella parte alta del conto economico, anziché tra i proventi straordinari, che stanno in basso, sotto il risultato operativo (Ebit). L’Ebit ufficiale è di -149 milioni, rispetto ai -347 milioni del 2014. In realtà l’Ebit del 2015 è gonfiato da 220 milioni di plusvalenze, senza le quali l’Ebit sarebbe peggiorato a -369 milioni. Il revisore Deloitte non solleva alcuna eccezione.
Il bilancio dichiara ricavi totali per 3.312 milioni, compresi i 220 milioni di plusvalenze. Ci sono anche 41 milioni di contributi statali per le «linee in continuità territoriale», 10 milioni in più del 2014. I ricavi del traffico sono 2.821,7 milioni, sono «inferiori alle aspettative». I ricavi da traffico passeggeri sono 2.540 milioni, in calo dai 2.924,6 milioni del 2014. La compagnia ha allungato la «vita utile» di aerei e motori da 20 a 24 anni, così ha ammortamenti più bassi, con un beneficio sui conti di 10 milioni. Le ore di volo sono diminuite del 2,6% a 409.812, i passeggeri sono diminuiti dell’1,6% a 22,09 milioni. La quota di mercato italiano è diminuita al 18,6%, dal 20% del 2014 e 21,4% del 2013.
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Gianni Dragoni